E li chiamate ancora tifosi? O ultras?
Basta, sono solo delinquenti,
malati di fanatismo viscerale, dementi senza scopo e senza patria o campanile,
esempi di marciume da rottamare e allontanare da ogni manifestazione sociale o
ambito civile.
Sono i nuovi primitivi della
contemporaneità, delle logiche di mercato, delle strategie dell'era
tecnologica, della distorta e più nociva comunicazione e del merchandising che
fa vendere cazzate.
Trecento esemplari di queste iene
dalle sembianze umane (napoletane e romane) si sono affrontate oggi, con
spranghe, bastoni e coltelli, in un autogrill di Arezzo-Monte San Savino,
mentre si dirigevano verso Genova e Milano per andare alle rispettive partite.
Una testimone ha descritto uno
scenario di guerra, più che di calcio. E del resto parlare di sport davvero non
ha nessun senso: "I tifosi sono scesi dalle macchine, erano in mezzo
all'autostrada, tutti incappucciati e vestiti di scuro. Si sono affrontati.
Avevano bastoni e lanciavano petardi e fumogeni verso l'area di servizio. Siamo
riusciti a superarli e siamo scappati. Io e mio marito stavamo tornando dalla
settimana bianca, in macchina ci sono anche i nostri figli, due bambini
piccoli. Avevamo paura che ci arrivasse qualcosa addosso e siamo andati via il
più velocemente possibile".
Questa è cronaca. Questa è follia
vera.
Mi auguro, almeno, che costoro -
che magari fingono di commuoversi per la scomparsa di Vialli e di Mihajlović -
paghino tutti i danni di tasca propria e che non possano mai più entrare in uno
stadio.
8 gennaio 2023 (Alfredo Laurano)
Nessun commento:
Posta un commento