venerdì 28 agosto 2020

FRAGOLE ESANGUE /2109

Ma non è un film manifesto della contestazione giovanile americana. È una delle tante storie squallide di ordinario sfruttamento dell’uomo sull’uomo, al sapore acre e vomitevole di razzismo.

Con le loro apecar, vendono fragole e mirtilli a km. zero per tutta Milano. Ma quei frutti, secondo le indagini condotte dalla Guardia di finanza, sono stati raccolti col sudore di giovani stranieri minacciati e pagati 4 euro all’ora.

Per questo la Straberry di Cassina de' Pecchi, azienda innovativa, fondata da un 31enne bocconiano di nobili origini, Guglielmo Stagno d’Alcontres, vincitrice dell’Oscar Green di Coldiretti nel 2013 e 2014, e che si presenta come “la più grande realtà che in Lombardia coltiva frutti di bosco, nel parco agricolo sud, a 15 chilometri dal Duomo di Milano” è stata sottoposta a sequestro d’urgenza dagli investigatori e affidata a un amministratore giudiziario.

I cento braccianti reclutati sfruttando lo stato di assoluta necessità e grazie al passaparola nei centri d’accoglienza dell’hinterland milanese e brianzolo, sarebbero stati costretti a lavorare ammassati e a ritmi incessanti senza guanti, mascherine, gel igienizzanti e in difficilissime condizioni sanitarie anche in questi mesi di emergenza covid.

Dagli accertamenti è venuto fuori che l'azienda un’impresa giovane e innovativa che rappresenta la più grande realtà in Lombardia che coltiva i frutti di bosco” (così dice il sito), era solita assoldare dipendenti per un paio di giorni di prova senza pagarli. Ogni volta il nuovo bracciante veniva in ogni caso registrato, in modo da comparire sempre in regola in caso di controlli, salvo poi essere cancellato al termine della prova. E in questo modo nessuno dei lavoratori, una volta allontanato dall'azienda, avrebbe potuto fare causa, perché la prestazione oltre a non essere retribuita non sarebbe stata neppure dimostrabile.

Un metodo scientifico, quanto abietto di speculare sullo stato di bisogno di tanti poveri cristi, senza tutele, senza garanzie, senza futuro.

Oltre a questi braccianti di passaggio, un centinaio erano quelli regolarmente assunti ma con una paga da fame – 4 euro l’ora - costretti a lavorare anche dalle 8 alle 19, tante volte senza pausa pranzo e a ritmi incessanti. Senza spogliatoi, box doccia, con una cannuccia per tutti per rinfrescarsi e bere dell’acqua. E chi provava a lamentarsi rischiava di essere cacciato o almeno allontanato un paio di giorni dall'azienda. "Stamattina appena ho visto uno che parlava dopo un secondo l'ho mandato a casa, non é che gli ho dato la seconda possibilità. Ed appena vedo uno con il cellulare io lo mando a casa! È il terrore di rispettare le regole! Questo deve essere l’atteggiamento perché con loro devi lavorare in maniera tribale, come lavorano loro, tu devi fare il maschio dominante”. Queste le illuminanti parole del nobile Guglielmo, titolare aguzzino.

 E pensare che il vanto della startup, finita sotto inchiesta per caporalato, era il metodo di lavoro ecosostenibile e orientato alle più innovative tecniche green. Dei 200.000 mq di area produttiva, infatti, 25.000 sono composti da serre alimentate con energia solare tramite pannelli fotovoltaici.

Che grande sensibilità per l’ambiente! Un po’ meno per lo sfruttamento a km. Zero.

28 agosto 2020 (Alfredo Laurano)

L’ANTESIGNANO DEI LEONI DA TASTIERA /2108

Don Ferrante è l'amante di Donna Prassede nel romanzo I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.
Manzoni lo ritrae con i tipici caratteri dell'erudito secentesco, immerso nello studio morboso di qualsiasi disciplina, dalla storia alla scienza, alla medicina, alla filosofia. Tuttavia, vengono ironicamente sottolineati la sua profonda passione per studi oggi dimenticati e i pungenti giudizi verso quelli che oggi sono considerati i grandi capostipiti della filosofia; nella descrizione della sua grande biblioteca, appare più volte il nome del Cardano, e il nobiluomo considera Aristotele semplicemente "il filosofo" e il Machiavelli un "mariolo". 

Ma, in tempi di Coronavirus, questo oscuro personaggio manzoniano, niente a che vedere con Renzo, Lucia, don Abbondio o l’Innominato, torna prepotentemente in auge per le sue pseudo ipotesi scientifiche avanzate per spiegare l’insorgenza della peste, dotte stramberie che, purtroppo per lui, non gli evitarono né il contagio e ancor più la morte. 

Internet e i social hanno moltiplicato in questi decenni, in modo esponenziale, il numero di pseudo esperti in tutti le discipline, in ossequio alla famosa frase attribuita a Andy Warhol per cui, prima o poi, tutti hanno il loro quarto d’ora di celebrità. La rete, in sostanza, ha decuplicato a dismisura le chiacchiere da bar, quelle declamate con voce stentorea davanti a una birra o a una fumante tazzina di caffè. 
La pletora di pseudo esperti discetta su qualsiasi materia dello scibile umano e non. Dalla politica al calcio, dall’economia all’imprese spaziali, dall’ultimo modello di cellulare, fino, naturalmente, alla scienza. Più la questione su cui argomentare si fa complessa, più il “professionista” da bar si sente autorizzato a pontificare, imponendosi in mezzo a un manipolo di persone se possibile ancora più ignoranti. 

Illuminante questo magnifico editoriale di Marco Travaglio che cerca e trova innegabili analogie con la cruda attualità. 
“Ricordate don Ferrante, una delle figure più tragicomiche de I promessi sposi? La peste faceva strage, ma il governo spagnolo e la scienza al seguito la negavano o la minimizzavano. La gente la vedeva, se la buscava, ne moriva. Però don Ferrante, scienziato di regime, diceva che non era peste, ma una “fatale congiunzione di Saturno con Giove”. Scrive Manzoni: “Su questi bei fondamenti, don Ferrante non prese nessuna precauzione contro la peste; gli s’attaccò; andò a letto, a morire, come un eroe di Metastasio, prendendosela con le stelle”. 

Lungi da noi augurare – come fanno i soliti webeti – la stessa fine a Flavio Briatore, a cui anzi formuliamo i più fervidi auspici di pronta guarigione, come ai 60 e passa sventurati dipendenti del Billionaire. Il Covid non è la peste e Briatore non è uno scienziato, sebbene gli house organ destronzi lo tràttino come tale, anche perché non s’è mai capito esattamente cosa sia. Certamente è, o almeno era fino a ieri, uno degli spiriti guida della destra berlusconian-salviniana. 
Poi, dopo mesi passati a raccontare la favola del Covid, inventato dal governo comunista per metterci tutti ai domiciliari, imbavagliarci con le mascherine, abolire le elezioni, conservare il potere, distruggere l’economia e regalare soldi ai poveracci con le mogli cesse anziché ai ricchi con le donne fighe, quando bastava qualche pillola di “tachipirigna” (testuale), s’è scoperto che il Billionaire è più contagioso di Codogno, Vo’ e Alzano Lombardo messi insieme, anche se per lui chiudere le discoteche è roba da sfigati che “non fanno un cazzo nella vita”. 

L’anziano gagà cuneese aveva da giorni i sintomi del Covid ma, visitato al telefono dal professor Zangrillo (“Dica trentatré”), si diagnosticava un raffreddore e, anziché mettersi in quarantena, continuava a girare senza mascherina incontrando centinaia di persone senza mascherina, poi partiva per Montecarlo impestando un altro bel po’ di gente, infine si preoccupava e volava a Milano, perché lui le tasse le paga a Montecarlo ma si cura in Italia, e ora è ricoverato per Covid in un reparto non Covid del San Raffaele, completando la collezione di condotte vietate dalla legge. Quando tornerà in forma, sarebbe buona cosa se ammettesse di aver raccontato un sacco di frottole e suggerisse all’altro cazzaro, quello verde, che incredibilmente gli dà retta, di piantarla di raccontarne. 

Poi si farà l’inventario dei danni (morti e feriti) di questa demenziale campagna negazionista che rischia di riprecipitarci in piena tragedia. E magari i maître e le maîtresse à penser della cosiddetta destra risponderanno a una semplice domanda: Berlusconi, Salvini, Bannon, Briatore… ma uno normale mai?”
27 agosto 2020 (Alfredo Laurano)

 

 

 

CAZZOLINA, FACCIA DA TROIA, È UN SOLO COMPLIMENTO /2106


Insulti sessisti, offese, minacce e linguaggio volgare usati come arma politica. 
Ad essere colpite sono sempre le donne, serve una svolta culturale e l'impegno di tutti. 
Insultata come ministra ma, soprattutto, come donna, la titolare del dicastero della Scuola, Lucia Azzolina, è vittima, su Facebook, di ignobili commenti di un gruppo di barbari incivili e sessualmente repressi della Lega. 

A dare la notizia è stata, con un post sulla sua pagina social, la stessa ministra, che ha accompagnato il grafico con il montaggio delle frasi volgari avvertendo: 
"Nessuna donna dovrà mai più leggere commenti così infimi, subire attacchi volgari e abietti come questi. È e sarà la mia battaglia. E la faremo a scuola. Educando le nuove generazioni al rispetto dell'altro, uomo o donna che sia, al pensiero critico, allo scambio di idee fatto con i contenuti e non con la volgarità. 
Provo molta pena per chi si esprime in questo modo e per chi alimenta questo tipo di reazione, parlando solo alla pancia e mai alla testa delle persone. È un sistema che va combattuto ed è lapalissiano che la scuola sia il naturale antidoto". 
26 agosto 2020 (Alfredo Laurano) 



POVERO BRIA /2105

Come era abbastanza prevedibile, tra i 63 contagiati del personale del Billionaire, c'è anche il patron Briatore.
E' stato ricoverato al San Raffaele di Milano, ovviamente, non nel padiglione dedicato al Covid, ma nel reparto a pagamento. 
Solo pochi giorni fa, aveva attaccato il sindaco di Arzachena che gli aveva fatto chiudere il locale, si era scagliato su Instagram contro la virologa dell'Ospedale Sacco Maria Rita Gismondo, ridicolizzandola per alcune sue dichiarazioni rilasciate in precedenza alla stampa, e in generale contro i virologi che avrebbero, a suo dire, "terrorizzato l'Italia". 
Ne sarà ancora convinto il temerario imprenditore? 

Due settimane fa, aveva incontrato Berlusconi in Costa Smeralda, senza mascherina e senza distanza, come si vede nel relativo video che immortala l'incontro. "Sono venuto a trovare il mio amico presidente: gli voglio tanto bene e lo trovo in forma. Bravo Silvio", dice Flavio Briatore. 
Per sua fortuna, il coriaceo ex imperatore d'Arcore non sembra sia stato contagiato. 
26 agosto 2020 (Alfredo Laurano)

IL PORRO /2103


Non è un ortaggio, come direbbe il suo cognome, ma un "liberale di destra", un liberista ed un libertario.

Almeno, così si definisce questo epigono di Emilio Fede che, con il guitto Mario Giordano, se ne contende l'eredità politica, giornalistica e morale sul farsesco caravanserraglio di Rete Quattro. Dove, peraltro, vivono, respirano e pernottano non stop anche altri ambigui figuri comico-circensi, come Capezzone, Maglie, Santanchè e il solito schifosamente autentico Vittorio Sgarbi, la patetica soubrette che non rallegra nemmeno le capre: sono troppo furbe e intelligenti per farsi coglionare da un coglione megalomane.

Comunque, quelli che ironizzano sull’obbligo di mascherina dalle 18:00 alle 06:00, come appunto il logorroico Nicola Porro, sono gli stessi che se l’obbligo di mascherina fosse stato esteso a tutto il giorno avrebbero strillato che è una follia obbligare la gente a portare la mascherina all’aperto a mezzogiorno con 40° all'ombra quando non ci sono assembramenti e sono tutti in casa, in acqua o a lavoro.

E, come sostiene anche Emilio Mola, avrebbero avuto ragione.

Solo che non ci arrivano. O ci arrivano, ma pensano che tutto questo sia un gioco. Di potere. Sulla pelle di milioni di italiani.

Sempre il Porro, ortaggio mancato per caso e miracolosamente guarito dal Coronavirus, che pure lo ha infettato, ha svelato il piano segreto del governo: iniziare a chiudere le discoteche per poi arrivare al rinvio delle elezioni.

Il dubbio che, chiudendo le discoteche e obbligandoci alle mascherine, il governo va proprio a ridurre le fonti di contagio, eliminando così ogni pretesto per rinviare le elezioni, a cotanto genio non sorge minimamente. Nemmeno i complottisti ragazzi della via Pal, laureati all'università della strada, arriverebbero a tanto.

O sono gli effetti tragicomici dell'analfabetismo funzionale che dilaga, anche grazie al virus, o alle scorie tossiche dello stesso, che ti segnano indelebilmente.

Nulla si distrugge, nulla si cancella. A volte. 22 agosto 2020 (Alfredo Laurano)

 

FOCOLAIO BILLIONAIRE /2102

Tra un fonema inarticolato, un rauco grugnito e un suono gutturale, Flavio Briatore - che nella vita ha imparato soltanto a fare soldi, e tanti, svelando a tappe agli incapaci pure come si fa - da mesi insulta il governo, ironizzando in questi giorni contro Conte che colpevolizza i giovani togliendo loro quel santuario immune e sicurissimo dal Covid che sono le fondamentali discoteche:

“Volevano trovare un capro espiatorio simbolico e l’hanno trovato nelle discoteche. Come la vedono loro, sembra che questo virus agisca solo di notte e non di giorno, potrebbero ribattezzarlo virus del panettiere: che si alza la notte per lavorare e dorme di giorno. Il vero virus da cui difendersi - aggiunge ancora sui social - è quello di questo Governo”.

Il mestierante Briatore è straordinario. È vero, come dice Scanzi, che ogni volta che apre bocca, ti rallegri di pensarla sempre all’opposto. Sempre bello e un po’ confuso anche il suo eloquio da straniero, che ha imparato l’italiano parlando dentro un imbuto.

In un paese normale, non completamente plagiato da una propaganda che porta anche i poveri cristi a tutelare i sontuosi guadagni di Briatore e della sua amica discotecara Santanché, dovrebbero tacere da qui alla fine della pandemia. Sia i due loschi compari da ballo e da sballo, che tutti quelli che da mesi attaccano Conte e il governo per misure che poi ogni volta, ogni santissima volta, si sono rivelate giuste per salvare migliaia di vite umane e tutto il sistema Paese.

In un Paese normale. Ma qui siamo in Italia.

E qui viene prima la discoteca, l’alcool, le pasticche, gli incassi e poi la vita.

Prima gli interessi di Briatore, della Santanché, del Papeete e di tutti questi amici e alleati di Matteo Salvini, poi la sicurezza di lavoratori, dei giovani e del Paese. 

Ma poi, guarda caso, si scopre che c’è un nuovo, ennesimo focolaio di coronavirus in Sardegna. Ed è proprio al Billionaire del grande condottiero Flavio, dove undici dipendenti del personale sono risultati positivi al Covid-19. E ora tutti gli altri - oltre cento, tra ospiti e staff - sono in isolamento, in attesa di sapere l'esito di altri tamponi in corso.

Si spegne la musica, si smorza la movida.

Il locale è stato chiuso dal sindaco grillino Ragnedda e il Briator furioso si incazza e l’attacca pesantemente: “un altro che non ha mai lavorato”.

“L’ho fatto per tutelare gli anziani come te”, la sua risposta, dopo aver verificato che non fosse la parodia di Crozza. 22 agosto 2020 (Alfredo Laurano)

 

RESPIRO BALSAMICO /2101


Ma voi non l’avvertite mai al risveglio quella balsamica sensazione di sapere che da una parte ci sono Massimo Boldi, Miguel Bosé, il generale Antonio Pappalardo, Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Flavio Briatore, Daniela Santanché, Vittorio Sgarbi, Daniele Capezzone, Er Faina e voi no?

Come, non sapete chi è er Faina? Come siete antichi!

Ex operatore ecologico, oggi influencer e ‘opinionista social‘. In mezzo, una comparsata a Temptation Island Vip nelle vesti di concorrente. Si potrebbe  riassumere così il curriculum vitae di Damiano Coccia, conosciuto dai più come “Er Faina”.

Negli ultimi giorni sui social non si è fatto altro che parlare di lui: il suo nome è finito nei trending topics su Twitter, mentre il suo profilo Instagram ha “guadagnato” 83mila nuovi followers in sole 48 ore.

“A regà buongiorno” è il suo motto (ci ha scritto persino un libro con questo titolo), ed è anche la prima frase del video che ha scatenato tanto putiferio. Quattro minuti per spiegare ai suoi followers, che ora sono più di un milione, perché il governo avrebbe sbagliato a chiudere le discoteche in seguito ai continui assembramenti e alla risalita del numero giornaliero di contagi.

“Ora i colpevoli secondo il governo sono i giovani. So’ sempre i giovani i colpevoli, ve’?! Mai la colpa è vostra, li mortacci de chi ve campa, che saremmo noi poi tra l’altro”, ha detto.

Il tutto mentre lanciava un accendino – per dare teatralità, che mancava – un tono di voce alquanto marcato e un modo di gesticolare che ha “catturato” almeno 700mila persone, tante hanno messo “like” al video.

Ma la frase clou del suo elegante discorso tira in ballo anche le scuole: “Ora avete chiuso le discoteche, non vi azzardate minimamente a riaprire le scuole, eh! Perché le scuole sono come le discoteche, anzi pure peggio perché la scuola fa vomitare”.

Anche questa è Italia. Anche questi dissestati mentali votano. 24 Agosto 2020

 

GENERAZIONE PIPER /2100


Un interessante articolo sulla storia del Piper, del mio amico Giorgio Mancinelli, che un po' mi riguarda: un tuffo nella musica, nel mito, nel passato e nella giovinezza.

"Fra questi Alfredo Laurano ci rammenta del suo "I Rustici", esibitosi in quegli anni sul mitico palco del Piper: "Per una sera, e per poco tempo, siamo stati la seconda 'orchestra' al cospetto del grande Wess & The Airedales. Fu una autentica emozione di fronte a tanti 'fiati'. Regnava il Rhythm and Blues ed io ero 'un sacco' giovane.....

Grazie Gio per i ricordi di quella stupenda musica". 21 agosto 2020

 https://www.intertwine.it/it/read/yWAqueUz/piper-club?fbclid=IwAR3dcSoMUgkG7T-QGZ8Zsja7wGWxIcRgf7soxsehv656e32pzI6EU030lOg

IL GURU DE NOANTRI /2099


Salvini, che chiamava “Little Trump”, e Giorgietta Meloni erano i suoi alfieri in Europa. 

Steve Bannon, l’ex capo dei sovranisti idolatrato da Meloni e Salvini nel 2018 profetizzò le nozze tra Lega e M5S. In Italia voleva aprire una scuola di populismo nel monastero di Trisulti, ispirato da quella di Armando Siri. Incontrò Salvini al Viminale e poi Giorgia Meloni, ritratta con Steve in occasione dell’intervento dell’ex stratega di Trump ad Atreju, la festa di Fratelli d’Italia, nel 2018. In quella circostanza la leader di Fdi annunciò l’adesione del suo partito a “The Movement”, il “movimento populista mondiale” di Bannon.

Il creatore e stratega della campagna elettorale di Trump, punto di riferimento dei populisti anti Ue e maestro di fake news razziste è stato arrestato per frode fiscale: si sarebbe impossessato dei fondi raccolti per la costruzione del muro con il Messico.

Oggi, i due amici populisti italiani non hanno dedicato nemmeno una parola di conforto e incoraggiamento nei suoi confronti, dopo l’arresto.

21 agosto 2020 (Alfredo Laurano)

 

LA MIA RESTA APERTA /2098

Anche l’altra sciacalla Daniela Santanchè protesta contro la chiusura delle discoteche, decisa dal Governo Conte. La vaiassa di Fratelli d’Italia realizza su Twitter un video dal Twiga, la discoteca in Versilia di cui è proprietaria.
E lo fa danzando: “Conte ha deciso che non possiamo più ballare. Un provvedimento senza senso che non c’entra con l’aumento dei contagi, non ci sono evidenze scientifiche, c’è solo una limitazione delle Libertà! Questo Governo non difende gli italiani ma i clandestini con il covid. Volevano trovare un perfetto capro espiatorio simbolico. Ed ecco le discoteche. Il bello è che però non sono chiuse. Non si potrà ballare, ma resteranno aperte.
La mia resta aperta. È una misura diversiva, un provvedimento acchiappa-voti. Però abbiamo scongiurato il peggio.
Mi preoccupa la cultura che c’è dietro. Mi fanno paura le sinistre che non hanno lavorato mai: recludono i giovani e fanno scorrazzare gli extracomunitari.
Sono brutte sporche e cattive, sono luoghi di divertimento – orrore – quindi se colpisci i Brutti sporchi e cattivi e guadagni consensi facili. Siamo l’unico paese d’Europa – ricorda Santanchè – che non ha riaperto le scuole, e adesso per lavare il loro senso di colpa per l’incapacità che hanno dimostrato, ecco che se la prendono con i brutti, sporchi e cattivi. Nessuno può credere che siano le discoteche i veicoli del contagio.
Domani possono sospendere i comizi e dopodomani si possono ritardare le elezioni. Quando inizi a reprimere una libertà in nome di una emergenza non sai mai quasi finisci”.

Da quale pulpito viene la predica di questa attempata fascistella riciclata, tutta plastica e gracchìo, degna comare di affari dell’inutile Briatore.
agosto 2020 (Alfredo Laurano)

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/08/17/discoteche-daniela-santanche-contro-la-chiusura-risponde-ballando-provvedimento-senza-senso-la-mia-resta-aperta/5902003/

SIETE UN POPOLO DI SCHIAVI /2097

Anche in Italia, i contagi continuano ad aumentare.
Come continuano ad aumentare e a moltiplicarsi le tribù di imbecilli negazionisti, che, in ogni situazione, pensano di distinguersi in forme varie di esibizionismo patologico, rifiutando di indossare la mascherina. Ormai, sono un élite da salvaguardare clinicamente, che confonde e avvilisce le massime volteriane sui principi e i valori di libertà. 

Come, ad esempio, quella donna, che in questi giorni ha costretto il capotreno a fermare il convoglio su cui viaggiava, insieme a molte altre persone, perché rifiutava di indossare la mascherina. La presunta “libertaria”, che ha registrato un filmato per denunciare la sua situazione, se la prende con un addetto di Trenitalia dicendo: «Io ho il diritto di viaggiare sul treno, mi state mettendo in una condizione spiacevole». 
A chi, perdendo la pazienza, le fa notare che non ha rispetto per la gente, né per lo Stato, risponde: «Siete un popolo di schiavi» e chiude il video. 

Un’altra educatissima fanciulla, che non voleva indossare la mascherina, davanti all'invito della capotreno di metterla, le ha addirittura sputato in faccia. L'episodio è accaduto su un treno regionale ligure, vicino alla stazione di Santa Margherita. La capotreno stava controllando i biglietti quando ha notato che la giovane viaggiatrice non aveva la mascherina: le ha chiesto di indossarla, ma come risposta ha ricevuto prima gli insulti e poi gli sputi. L’addetta delle FS è rimasta sotto choc, la passeggera incivile è stata denunciata e il treno fermato. 

E, pochi giorni fa, c’era stata una lite violenta, sul Frecciarossa Roma-Lecce, tra un uomo e una donna. 
"Ti devi mettere la mascherina", urla ripetutamente lei al ragazzo strafottente, “non lo sai che è obbligatoria sui mezzi pubblici?” Lui risponde che è al telefono e che per questo l'ha spostata, ma lei non vuole sentire ragioni, replicando che sta parlando al cellulsre da quando è partito il treno. 
La situazione ben presto si scalda, sfociando quasi in aggressione fisica. Si arriva alle offese e a qualche spintone, tanto che un altro passeggero deve intervenire per distanziare i due litiganti. 

L’immancabile video diventa in poche ore virale sui social, ricordando con Martin Luther King che “la mia libertà finisce dove comincia la vostra”. 
Con o senza mascherina, che non è in optional, un addobbo o un orpello modaiolo. Che protegge dagli sputi. 
15 agosto 2020 (Alfredo Laurano) 

https://www.panorama.it/video/lite-treno-donna-mascherina-ragazzo-frecciarossa?rebelltitem=2#rebelltitem2

 

 

martedì 11 agosto 2020

SBARCHI A MILANO

La Lombardia continua ad essere la regione più colpita dal Covid-19, tutta colpa dei continui sbarchi nel porto di Milano.

In tutta Europa stiamo assistendo ad un incremento di casi positivi al Covid-19, addirittura in alcune di queste nazioni si pensa di ripristinare il lockdown, eppure non un solo migrante è sbarcato in questi paesi (Francia, Germania, Spagna, Norvegia...).
Quindi quale è la causa? Semplice, questo incremento lo si deve ai comportamenti irresponsabili e strafottenti dei cosiddetti "negazionisti/no-mask".
Non ci resta che una soluzione: riunchiudiamoli in qualche luogo, così bloccheremo la pandemia e diminuiremo il tasso di demenza e deficienza in Italia...

TUTTO FA BONUS /2096

Ogni tanto, ma direi ogni tanto spesso, scopriamo, con rinnovato stupore, qualche cesto di mele marce nel ricco e abbondante frutteto Italia. E le troviamo in tutte le varietà e categorie che madre natura ci ha donato, ma sempre con il determinante intervento inquinante del produttore uomo.
Gli ultimi frutti avariati sono stati quelli coltivati dai carabinieri mafiosi di Piacenza.

Stavolta, a provocare lo sdegno popolare ci sono cinque cretini marci e senza storia - tre deputati della Lega, un cinquestellato e un renziano - che hanno pensato bene e moralmente ineccepibile chiedere ed ottenere dall'Inps il bonus da 600 euro mensili, poi elevato a 1000, previsto dai decreti governativi, per sostenere il reddito di autonomi e partite Iva in difficoltà durante la crisi del coronavirus e chi fa fatica ad arrivare a fine mese.
I cinque ‘furbetti di Montecitorio’, tutti possessori dei requisiti previsti, avevano, sulla carta, il diritto di accedere all’indennità. Evidentemente non gli bastavano i 13-14mila euro netti di stipendio al mese, non gli bastavano tutti i benefit e privilegi di cui godono.
Dalle prime indagini, sarebbe emerso inoltre che nella vicenda potrebbero essere coinvolti addirittura duemila persone tra assessori regionali, consiglieri regionali e comunali, governatori e sindaci.
Tutto questo è vergognoso e indecente e riflette il grado di corruzione di questo Paese dei paraculi.

Ora bisogna comunque fare i nomi di questi spudorati che, per ingordigia, hanno sottratto risorse economiche a chi ne ha veramente bisogno. O siano loro stessi ad avere il coraggio di uscire allo scoperto.
Chiedano scusa agli italiani, restituiscano i soldi e si dimettano, se in loro è rimasto ancora un briciolo di pudore. E, soprattutto, vengano bloccati nella loro miserevole carriera e adeguatamente sanzionati nelle proprie esuberanti tasche.

Questa pandemia ha fatto danni economici senza precedenti. Ci sono state persone che hanno perso il lavoro, aziende che sono fallite o hanno visto il proprio fatturato scendere pesantemente, attività che hanno chiuso senza più riaprire.
E questi ignobili personaggi, che, in qualità di rappresentanti del popolo, avevano degli obblighi morali, al di là di quelli giuridici e costituzionali, invece di rispondere a quel popolo che li ha sciaguratamente eletti, hanno ben pensato di approfittare della situazione.
E il marciume aumenta e si diffonde come un virus.
9 agosto 2020 (Alfredo Laurano)

IL MONDO VISTO DA UN OBLO’ /2095

Forse è il caldo dell’estate. Forse è l’età. Forse sono i pesanti effetti del lungo lockdown che ci ha tenuto a casa, prigionieri delle nostre ansie e delle nostre paure. 
Lo ripetiamo tutti, ormai, che il Coronavirus, oltre a seminare panico e diffondere malattie e morte, ci ha cambiato la vita e le abitudini. 
Ci ha cambiato soprattutto dentro, a cominciare dal livello di percezione dei fatti e della realtà. Nulla è più come prima, a cominciare dai saluti, dagli incontri, dalla vita sociale, dal rapporto con gli altri, tutti potenziali untori che non portano mascherina e non stanno a distanza di sicurezza e, forse, non si lavano nemmeno le mani. 

Osservando tutto questo dalle stelle e dai sistemi di una lontanissima galassia, il nostro mondo non è più riconoscibile. Nemmeno dagli Ufo o dai Marziani. 
Milioni di persone condividono le stesse situazioni, gli stessi impulsi e comportamenti, gli stessi timori, le stesse condizioni di impotenza e vulnerabilità di fronte alla pandemia.
E allora, c’è chi si rifugia nella disperata rassegnazione e chi nega l’evidenza, anche di fronte a settecentoventimila morti e venti milioni di malati, in nome di un complottismo barbaro, folle, insensato e, soprattutto pericoloso, che rischia di vanificare le misure adottate in tutto il mondo – con le relative diversità, i limiti, i ritardi e le insufficienze di certe assurde scelte di potere – per contenere la diffusione del virus. 
Quel maledetto virus, che non se ne vuole andare, alimenta da tanti mesi la paura quotidiana del contagio, altera l’equilibrio psicologico, produce facilmente attacchi di panico incontrollati e induce, spesso e volentieri, ad azioni e posizioni irrazionali, a volte assurde o, quanto meno, discutibili. 
Rabbia repressa e aggressività sociale - scatenata soprattutto dai micidiali social e da certa stampa, servile e disonesta, che strumentalizza ogni respiro istituzionale - ricolmano sempre più le fogne di rigurgiti razzisti e amorali, modificano il nostro Dna disumanizzato, fino all’ossessione, alla compulsività, all’odio sociale, all’insulto, al paradosso. 

Anche chi non ha mai espresso un pensiero proprio, e ha fatto sempre della moderazione la sua bandiera, all’improvviso impugna l’arma della dialettica insolente, dell’oratoria rozza e primitiva e si traveste da ridicolo opinionista, senza onore e competenze. 
E comincia a copia-incollare cazzate di altri somari, ignorando grammatica e sintassi; a riportare a pappagallo, e senza tregua, citazioni vergognose, slogan da stadio e da bordello; a sparare banalità come fossero articoli di legge o spunti di vangelo apocrifo: clandestini che portano il virus, invasione di migranti privilegiati, barconi da affondare, Salvini condottiero da salvare, la Meloni che ci protegge, governo di incapaci e di tiranni e farneticazioni varie. Un continuo, un fiume in piena di idiozie e bestialità, che non si arresta mai. 
Esibizionismo, voglia di contare e patologico narcisismo sono i nuovi demoni che si sono impossessati di costoro. Roba da psichiatra bravo (non il palloso Morelli o il verbosissimo "vescovo" Meluzzi) o da esperto esorcista. 

Provate, per esempio, a sbirciare cosa e quanto di incredibile e allucinante riescono a postare, ogni minuto, presunti amici come tali Vittorino e Annamaria. Molti sanno chi sono questi nuovi profeti fai da te, questi filosofetti del riciclo a buon mercato, che hanno scoperto la virtualità di esistere. 
Non so se ridere o piangere. 
9 agosto 2020 (Alfredo Laurano)

SERVE UNO CHOC /2094

Io non so se siamo ancora nella fase uno della pandemia, o nella due, nella tre o in quella di ritorno: so soltanto, come tutti, che nei bollettini di questi ultimi giorni e settimane, salgono ancora i contagi da Coronavirus, che, a dispetto di molti pseudo scienziati e negazionisti abusivi o di mestiere, non è clinicamente morto, ma circola piuttosto allegramente, per lui medesimo: quasi seicento nuovi casi e diverse vittime, tutti i giorni. Una cinquantina sono quelli ricoverati in terapia intensiva e oltre12.000 quelli in isolamento domiciliare. 
Nessuna regione italiana è a zero contagi: iI Veneto è la regione con più nuovi casi, 183 da ieri, seguita da Lombardia (69) ed Emilia-Romagna (54). 
Ovviamente, questi numeri ufficiali (e non so quanto reali) sono ben lontani da quelli che descrivono, tragicamente, altri pezzi del mondo, come gli Usa, il Brasile, l’india e, in misura minore Spagna, Francia e Germania, dove le infezioni sono migliaia al giorno e i decessi altrettanto. La situazione si fa sempre più preoccupante. 

Non a caso, arriva la campagna choc di Madrid per l'uso delle mascherine. 
La mascherina durante l'estate può dare fastidio, ma ci sono cose che scaldano molto di più: dalla temperatura del tuo appartamento a quella di un forno crematorio. Il messaggio è forte, l'obiettivo è far capire a tutti che anche se indossare una mascherina è un piccolo sacrificio, soprattutto nei mesi caldi, ci sono conseguenze ben peggiori se non ci si protegge. Lo spot è della Comunidad de Madrid. 
Ai microfoni di ABC News la dottoressa Deborah L. Birx ha spiegato come gli Stati Uniti siano entrati in una «nuova fase» nella lotta contro il virus, esortando le persone a indossare le mascherine anche in casa, «soprattutto se si vive con qualcuno che è particolarmente vulnerabile». 

Intanto, sempre in America, Anthony Fauci non ha vita facile. Negli ultimi tempi, è apparso in totale disaccordo con Donald Trump sulla gestione del virus. Alla fine del mese scorso, il dottor Fauci ha definito "non utile" la condivisione sui social da parte del presidente di un video che includeva affermazioni per cui le mascherine non sono necessarie. E spesso l'epidemiologo non è stato invitato ai briefing quotidiani. 
Lo scienziato più ascoltato d'America, membro della task force della Casa Bianca sul coronavirus e considerato il massimo esperto di malattie infettive negli Stati Uniti, dopo essere stato attaccato pubblicamente dal presidente Donald Trump per i suoi allarmi sulla pericolosità della pandemia, ora è anche stato minacciato di morte insieme alla sua famiglia e ha dovuto assumere delle guardie del corpo. 
Tentativo di persuasione occulta, con metodi da Cia? 
Siamo al paradosso dell’idiozia umana. 
8 agosto 2020 (Alfredo Laurano) 


ODE AL MOIJTO /2093

Oggi festeggiamo la ricorrenza di una giornata miracolosa e storica: esattamente un anno fa il Cazzaro Verde si suicidava politicamente, dopo un mojito di troppo al Papeete, ballando l'inno d'Italia tra ballerine schiappettanti.
Avremmo potuto averlo ancora ministro dell'interno a fare infiniti danni durante l'emergenza sanitaria.

Sia quindi lode a quel mojito, che Neruda oggi sostituirebbe al suo rosso pomodoro, ringraziando sempre il santissimo cuore immacolato di Maria.

 https://www.la7.it/…/matteo-salvini-dj-e-linno-di-mameli-al…

 

COSI' SAN TUTTI /2092

Diceva Enzo Biagi: "Dopo tre apparizioni in video, qualunque coglione che viene intervistato dice la sua e anche quella degli altri". 
In questo incredibile Paese delle comiche, chiunque abbia acquisito - nel bene o nel male, per meriti o demeriti, per onore o per infamia - un minimo di popolarità mediatica (accade sempre e con grande facilità) può erigersi a esperto, a luminare, a opinionista o addirittura a maestro di vita, a prescindere dalle sue reali competenze, dalle capacità e dalla propria valenza culturale. 
Automaticamente, conquista stima, affidabilità e gratuita considerazione e ottiene il diritto di sparare cazzate in Tv, sul web, sui giornali e di pontificare anche dalle aule universitarie. 
E non mi riferisco ai soliti urlatori come Sgarbi, Porro, Giordano e mondezza varia. 

In questa finta società dell'apparenza, dove tutto, anche le tragedie fanno spettacolo e producono pubblicità - la più squallida e la più volgare - chiunque può farlo: che sia dotto, preparato, studioso, vuoto a rendere o re degli ignoranti. Diventa, magicamente, attendibile, valente specialista, autorevole docente. Dilaga come un virus l'esibizionismo, il protagonismo, il patologico narcisismo. 
E tutti vanno in onda, fanno dirette e video e parlano al popolo e all'universo mondo, come profeti, di scienza e virologia, di complotti e verità proibite, di politica e economia, di etica, estetica e filosofia, ma anche di tarocchi e di cucina. 
Anche chi è analfabeta funzionale o totale, a sua insaputa. O si è laureato in tuttologia, in una notte, su WhatsApp o Wikipedia.
7 agosto 2020 (Alfredo Laurano)

 

SOSPESO, MA NON BASTA /2091

Ricordate tutti che, poche settimane fa, la soubrette del Parlamento italiano, Vittorio Sgarbi, fu espulso dall’aula e allontanato dai commessi della Camera dopo aver insultato due deputate, con toni durissimi, attaccando anche la magistratura. Si lasciò trasportare, contento e compiaciuto, come il Cristo deposto di Raffaello. 
Ora, sono arrivati 15 giorni di sospensione, come a scuola, come si fa per punire bulletti capricciosi e disobbedienti. Ma l’isterico pastore di capre ha sessant’anni e di mestiere dovrebbe fare il critico d’arte e, per nostra disgrazia, il sindaco e il parlamentare. 

Il presidente di Montecitorio, Fico: "Le regole del vivere civile vanno rispettate in ogni luogo". 
Ironica la replica del buffone megalomane: "La mia sospensione? Mi pare un'ottima iniziativa, che dà il senso di una natura liberale e democratica". 
E annuncia le sue prossime mosse: "Denuncio tutti, Carfagna, Bartolozzi e Fico. Non esistono registrazioni di quello che pensano io abbia detto. Hanno mentito e lo diranno in tribunale". 

Sempre più patetico e nevrotico. Prima o poi, mi auguro, dovrebbero arrivare ben altri trattamenti per questa macchietta umana, tipo la camicia di forza rivisitata, l’isolamento mediatico e l’espulsione da luoghi e manifestazioni pubbliche. 6 agosto 2020 (Alfredo Laurano) 

ZAVOLI, GARBO E TALENTO /2090

Addio a Sergio Zavoli, uno dei padri nobili del giornalismo italiano, sensibile alle istanze del mondo sociale e dei più deboli, autore di programmi e di inchieste memorabili, dirigente di una Rai fedele al ruolo di servizio pubblico. 
Un modello per il mondo dell’informazione. 
Ci lascia un maestro della televisione, uno straordinario narratore e osservatore del proprio tempo, che fu anche uomo delle Istituzioni. Una figura di straordinario spessore, umanità, intelligenza e cultura. 
Scrittore attento e acuto, ha valorizzato la lingua italiana con sapienza per veicolare notizie, impressioni, descrivere fatti, spiegare fenomeni sociali e processi politici complessi. 

Negli ultimi tempi, ha aggiunto la figlia Valentina, "aveva un profondo rammarico per l'imbarbarimento di alcuni costumi che aveva notato durante la sua ultima legislatura in Senato: questo lo aveva intristito, perché ha sempre considerato le istituzioni democratiche come baluardo contro l'inciviltà e ha cercato nella sua carriera politica di rendere migliore questo Paese con la sua professionalità". 

il "socialista di Dio", come lo chiamavano, prendendo spunto dal titolo di un suo libro, era capace di rapportarsi al potere e alla politica senza esserne scalfito. 
Detestava l'informazione "enfatica, ammiccante, strumentale", che oggi dilaga sulla stampa, in Televisione e sul Web, dove regnano pochezza e volgarità. 
Zavoli è stato un riferimento e un maestro per intere generazioni di giornalisti – non certo per i tanti che oggi abusano indegnamente di questo ruolo, per fare solo propaganda per i propri padroni, senza averne le capacità e le qualità - ma è stato anche narratore, uomo di cinema, poeta, parlamentare. 
Un intellettuale al servizio del Paese. 
5 agosto 2020 (Alfredo Laurano) 

ANCHE PETER PAN INVECCHIA /2089

La vecchiaia esiste? Si domanda un amico che, a 76 anni, si sente incredibilmente giovane (dice).
Mi sembra superfluo quel punto interrogativo, la vecchiaia esiste e fa paura. Anche se pochi sanno di essere vecchi. 
È uno stato dell’esistenza, come la nascita, la crescita, la giovinezza, la maturità, la morte. Della vecchiaia, fa paura la malattia, l’idea di perdere progressivamente le forze, la memoria e l’autonomia. 
Fa paura la possibile, se non probabile, dipendenza da qualcuno (figli, nipoti, badanti, assistenti sociali), la rinuncia forzata ai piaceri, alle scelte, ai sentimenti, alle funzioni intellettive. 
Fa paura e crea ansia la prospettiva, il futuro prossimo, l’incertezza, il mistero della fine. 
Prima o poi, tutti ci interroghiamo con timore: che sarà di noi, cosa ci aspetta, come e dove finiremo? In una casa di riposo? Soli, emarginati, dimenticati? 
La solitudine terrorizza. Restare senza un antico affetto, una necessaria compagnia, una condivisione delle cose quotidiane è qualcosa che sconvolge. 

Anche se Cicerone e Bobbio, nei loro rispettivi “De senectute”, sostengono che la vecchiaia non è scissa dal resto della vita precedente, ma è la continuazione dell’adolescenza, della giovinezza e della maturità, la visione della vita, e l’atteggiamento verso di essa, cambia a seconda di come ognuno l’ha concepita quella propria vita: come una montagna impervia da scalare, o come una fiumana in cui sei immerso, o come una selva in cui ti aggiri incerto sulla via da seguire. 
Ma quand’è che si diventa anziani? Quand’è che si passa dallo sviluppo, dalla crescita all’invecchiamento? 
Non lo sappiamo, anche perché non c’è un interruttore, un momento preciso, una data, un segnale certo che ce lo riveli. È un processo lento e inconsapevole di graduale adattamento culturale e fisiologico, che elude la nostra vigilanza. 

Il mondo di tutti i vecchi, alla fine, è il mondo della memoria: tu sei quello che hai pensato, amato, compiuto. Sei il presente sommato ai tuoi ricordi, che sono la tua vera ricchezza: gli affetti che hai alimentato, i pensieri che hai pensato, le azioni che hai compiuto, la memoria che hai conservato e non hai lasciato cancellare e di cui tu sei rimasto il solo custode. 
E che temi di perdere, all’improvviso, nel momento più difficile. 
Non serve a nulla dichiarare banalmente al mondo di sentirsi giovani dentro - come si dice per prendersi gioco di se stessi e per sublimare l’idea della fine - perché si invecchia in tutti i sensi, pur senza abbandonare la forza del pensiero: la decadenza fisica e i problemi di salute ne sono la più ampia prova. Al di là della ridicola sindrome di Peter Pan, che affligge molti impenitenti illusi. 
Ogni tempo della vita ha bisogno di semplici emozioni che appaghino e gratifichino: dal caffè con gli amici, alla voglia di leggere e sapere, dallo scambio di idee e sentimenti, al piacere della buona musica, del gioco e del mangiare, dal rispetto di chiunque, al diritto di contare. 

Il mondo di tutti i vecchi è comunque il mondo della saggezza e dell’esperienza. Per i giovani e i bambini, rappresentano l’idea del passato e della Storia, ma anche della forza e del buon senso. 
Sono simboli e metafore, spesso lontani ed evanescenti, sono testimoni di vita anche se, a volte, rompono le palle e ripetono sempre le stesse cose, fino alla noia. 
Quello che cambia e che ci cambia nel tempo è appunto la visione della vita, la percezione degli altri e del mondo esterno, la valutazione dei fatti, le riflessioni ed i pensieri che nascono improvvisi, le prospettive, i programmi, le speranze, i sentimenti e l’inevitabile mole dei ricordi che cresce con l’età. 
Cambiano anche i nostri occhi, il nostro sguardo si addolcisce e quasi si consuma, anche se non ce ne rendiamo conto. Si fanno “acquosi”, stanchi e lenti e raccontano una vita di fatiche e sacrifici, di momenti di felicità e gioia, un’infanzia difficile o serena e una giovinezza ancora ben impresse nella nostra anima sociale. 
Ricordo gli occhi mio padre che, in vecchiaia, si riempivano ogni giorno di bontà e commozione.  
2 agosto 2020 (Alfredo Laurano) 

AL RISTO-GARAGE /2088

Ebbene sì, l’abbiamo rifatto quel peccato gastronomico, quella cena sui generis e stravagante in una specie di risto-garage, tra automobili di ogni tipo, accessori, gomme e parti di ricambio, che arredano e danno un senso a quegli spazi e a quell’ambiente. Non manca l’angolo dei bimbi e qualche gioco. Insomma un salone di bellezza per vetture, dove si vendono, si acquistano, si cambiano. 
E si fanno pure belle. 
Ma dove, volendo, si mangia pure, fuori orario, si sorride, si chiacchiera e si sta in buona compagnia. Stavolta, senza il fumante barbecue, posizionato sul piazzale, tra altre auto che si godono la serena notte. 

Una bella sensazione, qualcosa di inconsueto, di inusuale e originale. Di confortevole e personalizzato, nella sua disarmante semplicità, a confine fra fiaba, cinema e magia. 
Tutto attrezzatissimo: una pratica e completa cucina, con forno e frigo d’ordinanza, bagno e area relax, un bel tavolo fratino e tanto buon vino siciliano: un sontuoso e profumato chardonnay, un sapido cataratto e un amabile passito dell’isola del Giglio, a bagnare, con sapienza, alici marinate, maestose linguine alle telline (capate a mano dalla paziente Laura), gamberoni in padella, insalata e deliziosi gelati. 
Sembra di stare in un grande loft americano - oggi assai di moda - ricavato da uno spazio industriale o commerciale di notevole superficie, quasi senza divisori e con altezze interne assai maggiori rispetto ai normali appartamenti e agli immobili costruiti a uso residenziale. Un luogo unico e caratteristico, capace, tuttavia, di creare una certa intimità. 

A differenza del famoso film del 1969, “Metti una sera a cena”, non c’è nulla di amorale o di consumata noia esistenziale di una certa società. C’è solo, sullo sfondo, un nemico infido che si chiama Covid, che ancora circola e minaccia e ci fa stare distanziati. 

L’atmosfera è familiare, calda e stimolante nella sua distintiva specificità. Anche perché l’ambiente lo fanno le persone, al di là della cornice, dello sfondo e del contorno. 
E tutto acquista più sapore, più valore, più profumo di affetto e di amicizia. 
Grazie Laura, grazie Marco e famiglia intera. 
6 agosto 2020 (Alfredo Laurano)

FRECCE A DISTANZA /2087

Anche in Italia, la situazione si fa preoccupante.

Aleggia una certa paura di fronte ai contagi che tornano a salire tutti i giorni. Troppi casi di importazione, troppi assembramenti a ruota libera, niente o quasi mascherine.

Alla faccia degli idioti negazionisti, in libera uscita o appena riuniti a convegno in Senato, per obbedire alla penosa, soubrette esibizionista del Parlamento Vittorio Sgarbi - primi e veri responsabili del rilassamento e della strafottenza popolare - il ministro della Salute Roberto Speranza obbliga con un'ordinanza le compagnie ferroviarie a fare un passo indietro. E a ripristinare il distanziamento interpersonale di almeno un metro, caduto da ieri sui treni ad Alta Velocità che sono tornati a viaggiare a pieno carico.

La decisione delle compagnie ha suscitato polemiche e scatenato molte perplessità nel mondo scientifico, al punto che il ministero della Salute è intervenuto per correre ai ripari, visti anche i dati preoccupanti che mostrano una risalita della curva dei contagi.

Massima attenzione dunque sul coronavirus, al punto che ieri anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha invitato a non abbassare la guardia: "Non bisogna confondere la libertà con il diritto di far ammalare gli altri". Oggi, dopo Walter Ricciardi, consulente di Speranza per l'emergenza Covid che in un'intervista a Repubblica ha bocciato l'iniziativa delle compagnie ferroviarie, anche Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità e membro del Comitato tecnico-scientifico, ha espresso apertamente i suoi dubbi.

Dubbi che hanno spinto Speranza a firmare un'ordinanza che ribadisce l'obbligo del distanziamento interpersonale. "È giusto che sui treni restino in vigore le regole di sicurezza applicate finora - spiega il ministro - Non possiamo permetterci di abbassare il livello di attenzione e cautela. Per questo ho firmato una nuova ordinanza che ribadisce che in tutti i luoghi chiusi aperti al pubblico, compresi i mezzi di trasporto, è e resta obbligatorio sia il distanziamento di almeno un metro che l'obbligo delle mascherine".

 

 

RITORNO AL PAPEETE /2086

Il povero cazzaro verde, affranto dopo il voto al Senato che lo manda a giudizio per il sequestro della Open Arms - dal quale sarà sicuramente assolto - è tornato in ciabatte e bermuda al suo caro Papete di Milano Marittima, per consolarsi un po'. Ma non c'era più niente di ciò che un'anno fa lo aveva esaltato, eccitato e confuso, fino a condurlo al suo incredibile e imprevedibile suicidio politico, sopraffatto dalle belle chiappe e dai mojito. Niente dee jey alla consolle, niente ballerine sculettanti, niente inno d'Italia in versione carnevale Rio.

Solo, tra la sabbia e gli ombrelloni, due minacciosi spettri "che si aggirano per il mondo": il possibile covid di ritorno e la figura vincente e incombente di Luca Zaia, il leghista dal volto umano, all'orizzonte. Questo sarà, probabilmente, l'esito vero del processo.

Sic transit gloria mundi, per profeti e per cazzari. 1 agosto 2020 (Alfredo Laurano)

LO SPOT /2085

Coronavirus, impennata di contagi in Spagna e Francia in 24 ore: mai così tanti negli ultimi mesi.

L’epicentro mondiale della diffusione del virus continuano tuttavia ad essere gli Stati Uniti, dove i morti nelle ultime 24 ore sono stati quasi 1.600, il numero più alto da due mesi e mezzo, e 60.000 i nuovi casi. Almeno 150mila persone sono decedute finora nel Paese e sono saliti a 21 gli Stati Usa definiti red zone. Il Brasile supera le 91 mila vittime. Anche in Germania salgono i contagi, altri 684 casi nelle ultime 24 ore. L’indice di contagio nel Paese resta sopra 1: “Tedeschi negligenti, situazione difficile”.

Continuano a preoccupare i numeri della Spagna, dove le regioni di Catalogna, Navarra e Aragona – tutte al nord – stanno registrando un’impennata di contagi che ha portato anche diversi Paesi a sconsigliare viaggi non essenziali.

E oggi il numero dei contagi è il più alto dal 2 maggio, quando furono registrati 1.178 nuovi positivi: sono 1.153 quelli delle ultime 24 or.

In Spagna sono oltre 44mila morti per Covid. Resta sempre alta la curva in Romania, con 1.182 nuovi positivi.

La movida, con i suoi assembramenti incontrollati e i rischi conseguenti per la trasmissione del Covid-19, finisce nel mirino dell’Organizzazione mondiale della sanità: all’origine dei nuovi picchi in Europa ci potrebbe essere proprio l’aumento dei casi di coronavirus registrato tra i giovani nelle statistiche giornaliere dei contagi di diversi Paesi.

E intanto, di fronte a tutto questo, in una sala del Senato, va in scena, come dice l’amico Bellesi, un consesso di giullari, capitanati dal pagliaccio Sgarbi, con il tenore Bocelli declinato al ruolo di uomo immagine della demenza umana.

Il disvalore è incorporato nella follia narrativa e nell’arroganza di questi miserabili, che, per mera propaganda antigovernativa, continuano a lanciare messaggi negazionisti pericolosi, come se la tragedia legata al virus fosse una farsa e quand’anche vera ormai al crepuscolo.Vergognatevi. 

Guardatevi questo spot (quei giullari non lo vedranno certo) che sta facendo il giro del mondo, come campagna di comunicazione anti-Covid realizzata dalle Isole Canarie. Il video mostra una riunione familiare, un compleanno, e sottolinea i rischi che si corrono non rispettando le regole igieniche e di distanziamento sociale. Così anche un parente può diventare la causa del tuo “ultimo regalo”.  30 luglio 2020 (Alfredo Laurano)

 https://youtu.be/BGSrI1QesUY