sabato 29 dicembre 2012

FACCIAMOCI UN PO' SCHIFO



Molti paesi e popoli della terra sono in guerra. Sempre, tutti i giorni. 
Per ragioni economiche, politiche o religiose. 
Per la crisi alimentare, per il costo del cibo, per l’accesso alle risorse idriche, per il petrolio. 
Milioni di persone soffrono la fame e combattono in qualche modo la miseria per sopravvivere. 
In Siria e in Palestina si consuma una quotidiana tragedia umanitaria.
Bombardamenti, stragi di bambini, stupri, violenze inaudite, omicidi a sangue freddo nelle strade e nelle scuole sono all'ordine del giorno e non stupiscono nessuno. 
Sono ormai la normalità, come il traffico, lo smog o le malattie. E le coscienze sempre più assuefatte.

In Italia, in Europa e nel mondo, la crisi economica e le conseguenti misure anticrisi adottate stanno portando da tempo nuove povertà. 
Aziende che falliscono, negozi che chiudono ogni giorno, salari e pensioni sempre più bassi e insufficienti e continue tasse che li falcidiano. Lavoratori in cassa integrazione o licenziati, eserciti di esodati, di precari e di disoccupati o operai che si murano in miniera per protesta. Anziani e casalinghe che comprano solo le offerte nei discount o cercano la frutta e la verdura nei cassonetti dei mercati. 
Moltissimi, anche se “godono” di stipendio o di pensione, mangiano alla Caritas e vivono in alloggi di fortuna.

Ma, dopo la stangata dell’Imu e nell'imminente attesa - tra pochi giorni - dei rialzi della tassa dei rifiuti, delle assicurazioni, dei biglietti ferroviari, dell’Iva e dei generi alimentari.... c’è Natale.
Anzi, per fortuna, c’è stato.

Anche se tutti sanno che il mondo va a puttane, che vivere per molti è diventato un privilegio o una scommessa - come lo è pure mangiare tutti i giorni o trovare e mantenere un lavoro ed un salario - si può non festeggiare il “santo” Natale? 
Con la sua magica atmosfera, con i suoi addobbi e le luminarie, con le sue promesse di pace, di fratellanza e di carità?
Tutti promettono di essere più buoni ed altruisti, come scrivevamo da bambini nelle letterine sotto il piatto. Anche quelli, e non son pochi, che della crisi se ne fottono perché non sanno nemmeno quanto rubano o guadagnano.
No, certo non si può non festeggiare. Il Natale è pur sempre una ricorrenza religiosa che va celebrata e santificata, proprio come facevano gli antichi romani con i Saturnali, di cui ha preso il posto, il colore dominante rosso e anche un po’ il significato. 

E perciò tutti a caccia del regalo. Nei negozi, nei centri commerciali, sulle bancarelle. Un corsa logorante contro il tempo, un attacco di follia collettiva che crea ansia, stress, traffico, ingorghi, inquinamento, debiti e, soprattutto, spreco enorme di denaro. “A questo che gli faccio?” “Non devo dimenticare nessuno!” “Non so se gli piacerà!”….

Questa moda assurda di sfrenato consumismo a orologeria, che tutti praticano a comando e sia pure a malavoglia, è diventato un obbligo sociale che nulla c’entra con la tradizione e  con la festività: ne snatura il senso, distrae e allontana dal significato della ricorrenza religiosa che dovrebbe invece indurre al raccoglimento e alla spiritualità. Almeno per i credenti, che sono la stragrande maggioranza. Oltre ad essere uno schiaffo doloroso a tanta gente bisognosa, che fatica a trovare da mangiare o a comprare latte e medicine.

Fino a non molto tempo fa, si facevano regali solo ai bambini, figli o nipotini, o ai familiari stretti. 
Oggi c’è “un pensierino” per tutti. Per i parenti, per gli amici, per il medico di famiglia, per il portiere, per i conoscenti e anche per quelli che si vedono per sbaglio una volta l’anno, in occasione del cenone o del pranzo di Natale, di un matrimonio o di un funerale e di cui si ignorano gusti e preferenze, o addirittura il nome.
Il tutto rigorosamente impacchettato in scintillante carta da regalo, con spaghi, bigliettini e cordoncini colorati e riposto in miliardi di buste e sacchetti di Babbi Natale o alberi con le palle. 

Altro spreco che si unisce a quello delle confezioni in plastica, cartone, vetro o metallo dell’oggetto, che il giorno dopo finisce nei rifiuti.
Un accumulo di roba inutile o non gradita, come buona parte di ciò che viene regalato, che si ripone in un armadio, in un cassetto, nella cantina. 
O tra le cose dimenticate, da riciclare, o che proprio non si sa dove conservare, nelle case stracolme che scoppiano di cose.
Per i capi d’abbigliamento, c’è invece il problema delle misure, dei colori, dei cambi e degli scontrini.

Insomma, una bolgia consumistica esasperata che, dopo lo stress assurdo da regalo, procura una caduta di energia e una forma di tristezza da tardivo pentimento.
E’ la depressione post-shopping compulsivo che prende quando ci si rende conto di quanto tutto questo sia vano, superfluo e artificiale. E che tutto quel denaro, sprecato inutilmente, poteva essere dato a chi ne ha vero bisogno, per vivere, mangiare e per coprirsi.

Così sarebbe Natale. Un grandissimo regalo a chi ha poco o non ha niente.
Con le famiglie, il presepe, la tombola e i fagioli.
Col profumo dei dolci della tradizione, cotti nel forno, che si confonde con quello della solidarietà.

Facciamoci un po’ schifo, anche a nome di Veronica, a cui Silvio, da oggi e per sentenza, “dona” 100.000 euro al giorno, per alimenti da cessato matrimonio….
E’ Natale, Veronica!! E’ Natale tutti i giorni.
28 dicembre 2012                                                        AlfredoLaurano  

  
                                                       

lunedì 24 dicembre 2012

NATALE 2012

"SIRIA ieri 208 morti....donne e bambini erano tutti in fila per avere un pezzo di pane..."
Pensiamoci quando siamo dal fornaio e scegliamo tra mille tipi di pane:  alle noci, alle olive, al sesamo, all'olio, al latte, integrale, di grano duro, indiano, persiano e, soprattutto,  SIRIANO! 
Impastato col sangue e lievitato con le bombe......
BUON NATALE!

venerdì 21 dicembre 2012

FETICISTI DEL CALZINO


C'è un magistrato, un'affascinante donna dai capelli rossi, che fu amica di Giovanni Falcone, la quale dopo gli attentati di Capaci e via D'Amelio andò in Sicilia e fece arrestare gli esecutori materiali delle due stragi: Ilda Boccassini. Una donna tenace, che non si ferma di fronte a nulla, che ha un unico obiettivo, quello di far trionfare la giustizia.  (Enzo Biagi)


C’è un giornaletto illustrato, che vive di gossip e di cazzate per sottosviluppati e diretto dal viscido Signorini, per Dagospia “Alfonsina la pazza “, che pubblica fotografie di quel magistrato, pedinato, a spasso per Milano.

C’è l’incredibile "notizia"!

Per il settimanale utile alla stufa o al caminetto, è che la Boccassini, pm nel processo Ruby, contro Berlusconi,  butta una cicca di sigaretta per terra e indossa, nientemeno, calzini in lana colorata multirighe. 

Come il giudice Mesiano, "colpevole" della sentenza di condanna di  Silvio Berlusconi nel caso Cir-Mondadori, che osava portare ai piedi stravaganti calzini color turchese. Reato scoperto in flagranza e documentato da Studio Aperto di Brachino, un paio d’anni fa.

Stesso squallore, stesso sistema: non potendo attaccare su questioni di sostanza, di colpe o di mancanze, i media  berlusconiani cercano di infangare e screditare chiunque venga considerato un pericolo o un nemico per il padrone ritornato, sul piano del gusto e delle scelte personali. 
L’opinione pubblica è di certo sensibile a queste ignobili deficienze…. pensano gli strateghi del bon ton e delle chiacchiere da bar o da barbiere!

Ridicoli tentativi che sanciscono la pochezza e la nullità di questi servi sciocchi ed incapaci su cui, peraltro, rimbalzano copiosamente gli schizzi di quello stesso fango che provano a lanciare.

21 dicembre 2012
                                                                                                     AlfredoLaurano

DEDICATO


Dopo qualche anno di inattività presepiale, ho voluto realizzare questo piccolo presepio per dedicarlo al mio amico perduto, ricordandone l'ironia che accompagnava il suo, sempre uguale, approssimativo e improbabile nelle proporzioni (Giuseppe era la metà di Maria e le pecore più grandi dei pastori). 
Ma, come diceva lui, "che te frega, conta il simbolo!" 
Auguri Mimmo!



lunedì 17 dicembre 2012

LA SAGOMA ESTASIATA


Ieri, intorno alle 18, su Canale Silvio è apparsa la madonna. 
Di Fatima, di Medjugorje, di Loreto? No, quella di Arcore. 
Si è materializzata sotto un fascio di luce divinizzante ed irreale - che ne ammorbidiva i tratti e le plastiche sembianze - nei panni di un tranquillo nonnetto di provincia, restaurato e tirato di recente, che si è visto costretto,  pur odiando la politica, a tornare in campo, ancora una volta, per impedire la vittoria e i massacri delle orde comuniste. Al grido di “Dio lo vuole”, è così ripartita la crociata.

Un salottino bianco, uno sfondo celestiale, un’atmosfera sfumata e rilassante, un pubblico pacato e affascinato nell’incanto. Pronto all’applauso e ad annuire come da telecomando.
E, soprattutto, una terribile conduttrice che non riusciva a trattenersi, che non ha saputo contenere il rischio di domande scomode e insidiose all’illustre ospite: “dove passerà il natale…che le dicono i suoi nipotini… cosa le ha fatto più male??”… “io rappresento la “gggente” che mi dice che non vuol pagare l’imu…”

Una infinita serie di domande maligne e imbarazzanti insinuazioni, proposte a un ritmo pari a quello dell’orbita terrestre intorno al sole.
Quando si dice “giornalismo scomodo o d’assalto”, alla Travaglio!

Un esempio illuminante che solo Barbara D’Urso, ammaliata e in estasi come la pastorella Lucia di fronte alla visione, poteva così fedelmente rappresentare.

Contrita, servile e sottomessa. Devota e persa come davanti a Padre Pio.
Adorante come le statuine dei presepi di San Gregorio Armeno, capace di tutte le espressioni di circostanza.
Perfetta nei panni di “sagoma estasiata”, utile soltanto come piano d’ascolto alla regia, ha saputo esibire tutto il suo vasto repertorio di “faccette”: lo stupore, la sorpresa, la condivisione, la commozione, la partecipazione.  
Tutto rigorosamente finto come un bluff.
Barbara D'Urso

Sembrava una giovane attricetta, anni ’50, che doveva sgranare gli occhi, aprire la bocca, esagerare nella mimica facciale per essere più credibile nel ruolo. E per stupire pubblico e regista.
Devo dire che ci è riuscita bene. Quello di “sagoma, a volte, anche parlante ” è la parte che più le si addice nel confronto col suo ospite divino, anch’esso sempre più parodia di se stesso.

Tralasciando il logoro monologo di un ora e venti tenuto dalla “madonna di Arcore” – fatto di meno tasse, niente imu, giudici comunisti, persecuzioni, processi ignobili, aiuti ed opere di bene a ragazze bisognose, a rischio di mignotteria – la trovata più geniale nella fiction generale è stata la domanda concordata della sagoma parlante.
Un sottile espediente di strategia della comunicazione:
“Mi si è fidanzato, presidente? - “Si, con una fanciulla di soli 49 anni meno di me, bella fuori, ma di più dentro. E di una morale solidissima!”.
Non ridete gente, si parla di morale!!! Tra il pubblico ammaestrato, infatti, neanche un sorriso, un occhiolino…una gomitatina. Poi, un generoso e commosso applauso. Certamente spontaneo e di approvazione, come appunto avviene in una fiction.

Silvio non è più triste e solo come quando, divorziato e rimasto senza mamma Rosa, era costretto dagli amici a fare qualcosa. A organizzare qualche cena, qualche festa, qualche innocente bunga bunga con ragazze pronte a distrarlo e a fargli compagnia.

Ora, tutto questo non c’è più e il fidanzamento ufficiale, annunciato alla nazione, mette fine a tutti gli scandali che lo hanno accompagnato e travolto nell’ultimo governo.
È pronto a ricominciare, con una nuova moralità, grazie alla crocerossina che gli impedirà di cadere in tentazione e vigilerà sulle sue ossessioni compulsive.

        17 dicembre 2012                                                                                                                      AlfredoLaurano 
        

UN'ALTRA STRAGE DI INNOCENTI

Un lago di sangue. L'orrore più profondo. Terrificante.
L'incubo di qualsiasi genitore che abbia dei figli piccoli negli Stati Uniti dalle armi facili ha un'altra volta preso drammaticamente corpo in Connecticut.
Almeno 27 morti, tra cui 20 bambini, tra i 5 e i 10 anni: sono stati falciati da un giovane con problemi mentali, Adam Lanza, poco più che ventenne. Armato fino ai denti, ha aperto il fuoco in una scuola elementare di Newtown, un paesino circondato da boschi, a un centinaio di chilometri da New York, dove insegnava sua madre, poi trovata morta.

CONTINUATE A COMPRARE ARMI VERE, ARMI GIOCATTOLO, GIOCHI DI GUERRA PER I VOSTRI FIGLI. 
EDUCATELI LENTAMENTE ALLA VIOLENZA.
PRIMA O POI ESPLODERÀ!




giovedì 13 dicembre 2012

12.12.12.

Al di là di qualsiasi considerazione scaramantica che, da sempre , le date palindrome suscitano a livello di superstizione o curiosità (fortuna e sfortuna, cabala, lotto),  il 12 dicembre significa Piazza Fontana, Valpreda, l'omicidio Pinelli e le presunte colpe degli anarchici. 
La prima delle tanti stragi di stato impunite, o mai arrivate a condanne definitive, che per anni hanno alimentato la strategia della tensione, ossia del condizionamento della vita sociale del paese.
L'Italicus, la stazione di Bologna, piazzale della Loggia a Brescia, le bombe in Calabria, a Roma e tanti altri attentati dovevano in qualche modo contribuire a riequilibrare i poteri dello stato e il principio autoritario, messi in discussione proprio dalle tematiche del '68.
Quegli "anni formidabili" - cosi definiti, se non sbaglio, da Mario Capanna - facevano paura perché per la prima volta mettevano in discussione lo status quo, il potere costituito, le gerarchie e i privilegi sul piano culturale, sociale e del lavoro.
Si voleva e si predicava il rinnovamento, un'aria nuova, pulita e libera, una partecipazione più attiva e democratica, una consapevolezza dei propri diritti, una più diffusa presa di coscienza.
Un effetto di ciò, fu proprio la L.300, ossia, lo statuto dei lavoratori del '70.
Con depistaggi e coperture per opera dei Servizi, gli apparati dello stato hanno cercato di limitare e impedire questa deriva "eccessivamente" democratica, fino ad arrivare alle collusioni e alle stragi di mafia e agli attentati a Falcone e Borsellino, uomini delle istituzioni abbandonati a se stessi e non protetti.
Tutto questo, a distanza di decenni,  è ancora, vergognosamente, coperto da misteri e da bugie.
E non dimentichiamo che pure Silvio aveva lo stalliere Mangano, mafioso.


12 dicembre 2012                                            AlfredoLaurano


martedì 11 dicembre 2012

PRAGMATICA SENSAZIONE



 La “pragmatica sensazione” di Luciana Littizzetto è certamente condivisa da milioni d’italiani incazzati, sorpresi, delusi - ancora una volta - dal ritorno della mummia. Nonostante ciò, è già diventata un caso, un fatto da discutere, uno scandalo: una intollerabile espressione di linguaggio scurrile e offensivo, in fascia protetta.
Non so perché, ma mi vien da ridere, anzi da sghignazzare, anzi da sbellicarmi e scompisciare dalle risate, anzi da inorridire….

In questo incredibile paese, dove moralismo e ipocrisia si contendono lo scettro del falso perbenismo; dove si finge di ignorare o di dimenticare la volgarità e le nefandezze che ci circondano -  da anni e tutti i giorni - anche e soprattutto ad opera del destinatario di quella “pragmatica sensazione” (ci avete rotto il ….) e dei degni suoi compari; dove nessuno si scandalizza quando le aziende mettono gli operai in mezzo alla strada; dove i pensionati cercano da mangiare nella spazzatura; dove, in certe scuole, il sindaco nega la mensa ai bambini che non possono pagare; dove i politici fanno le ferie a sbafo con potenti amici e organizzano feste e vacanze a spese dei contribuenti; dove privilegi, vitalizi e gratuità superano ogni limite di vergogna; dove festini e bunga bunga sono la normale attività ricreativa della classe ricca e dirigente, al di sopra di ogni regola morale; dove escort , mignotte e ballerine fanno carriera grazie a doti di natura che, a piene mani e a gambe aperte, sanno ben distribuire…..
 ….dove, insomma, tra porcate quotidiane, offese agli italiani, insulti e risse televisive,  veline e tronisti esibiti come lodevoli esempi di facili guadagni e di gratificanti scalate sociali….
….l’espressione scurrile e volgare è quella della Lucianina!!

Ma cos’ è una burla, una farsa, una malriuscita prova di teatro della follia, un esercizio di ordinaria, quotidiana imbecillità, una fraintesa concezione del concetto di pudore?

In tono molto più aspro e duro, peraltro, a queste amenità senza vergogna hanno risposto la stampa internazionale, i mercati, la borsa, lo spread, il parlamento europeo e le migliaia di cittadini che hanno riempito di sfoghi irrefrenabili e amare lacrime i blog di tutti i quotidiani.

Ma nemmeno tutto questo riesce a scuotere l’imperturbabile, ottusa e reiterata ostinazione del gregge di filistei, commedianti e finti moralisti, che ogni giorno si esibiscono, indecenti, nell’ abusato circo dell’ipocrisia, del bigottismo  e delle fallaci meraviglie!!!
E questo è niente, prepariamoci al peggio!
11 dicembre 2012
                                                                                                          AlfredoLaurano



sabato 8 dicembre 2012

A 'DDA TURNA' BUFFONE!



Solo quattro mesi fa, scrivevo il pezzo che ripubblico, per non dimenticare, perché in quel momento si affacciava la disgraziata ipotesi di un possibile ritorno in campo del prode cavaliere.

La cosa, per fortuna, rientrò e il pericolo sembrava scongiurato. Anche perché la crisi economica non consentiva al Paese di assistere a ulteriori commedie in replica, farse e grotteschi diversivi.

Da ieri, tutto è di nuovo in discussione, anzi sembra certo che "ricomincia la battaglia". Le armate berlusconiane, al limite della popolarità e della sopravvivenza politica, hanno di fatto sfiduciato il governo, rinnegato le Primarie annunciate con clamore, lanciato nuovi programmi populisti, riesumato mignotte e servitori.
E si preparano all'invasione dei cervelli e al plagio delle coscienze, appena convalescenti, attraverso una colossale offensiva mediatica e sul Web, per cercare di recuperare consensi e spazi occupati dai Cinquestelle.

Facciamoci forza, ritroviamo il coraggio. La tregua è finita, Ci hanno di nuovo dichiarato "guerra". Senza dimenticare che appena 13 mesi fa brindavamo alla "Liberazione"!
Voglio proprio vedere chi e quanti stavolta lo seguiranno... dopodiché mi dimetterò da italiano.

8 dicembre 2012/  AlfredoLaurano 


Festa dimissioni Berlusconi-Roma
ARIECCOLO!
"Sembra un secolo! Eppure son passati solo sette mesi da quando nelle piazze italiane si è festeggiata la nuova Liberazione! Milioni di cittadini con bandiere, fischietti, cartelli e trombette avevano sancito l’epilogo di un incubo terribile che sembrava non dovesse mai finire, di una volgare truffa politica - da tutti subita ma da molti cercata - di un bluff palese e pacchiano, che anche il più scarso e ingenuo giocatore di carte non avrebbe potuto non scoprire.

Riguardando le sequenze di Draquila di Sabina Guzzanti, viene da chiedersi, come dice Andrea Scanzi: sotto quali sostanze psicotrope eravamo? Chi ci ridotto così?
Pare di rivedere i vecchi filmati dell’Istituto Luce, con la mascella di Mussolini non meno caricaturale della gestualità.


Come si poté dar credito a un dittatorello così? A una buffa caricatura di statista, specializzato in barzellette?

Tornano alla mente illuminanti frames di un repertorio goffo e pietoso (oggi quasi dimenticato), che renderebbero assai meno ridicole e banali, agli occhi di tutti e del mondo, una qualsiasi gaffe, papere o castronate di un comico improvvisato che, calcando le polverose tavole di un anonimo teatrino di provincia di terz’ordine, cercasse l’applauso e il consenso di un distratto e annoiato pubblico, raccontando storielle insignificanti, condite con rozze e scontate battute, pescate a mani basse nello sterminato mare dell’ ovvietà, che non fanno e non hanno mai fatto ridere nessuno. Meno i servi, proni e consenzienti, che devono farlo d’ufficio.

Una squallida macchietta, una farsa vergognosa a cui per anni e anni siamo stati sottoposti e abbiamo dovuto subire: “chi è il miglior Premier del mondo?... Ma le donne dove sono? Tutti gay?...La prossima volta porto io le Veline… Sarò un presidente-operaio… Non sono malato, anzi sono Superman... Ho un complesso di superiorità che devo frenare… Non ho scelto io di fare politica, mi è stato imposto dalla Storia.” Ma davvero gli Italiani hanno idolatrato un simile “avanzo di Drive In”?

Sulla stampa:
“Berlusconi terrorizza la Ue "Il suo ritorno è un pericolo”
“Le Cancellerie europee lanciano l’allarme”
“Berlusconi? La candidatura di un incubo” – “Il padrino, quarta parte”
Da quando i giornali hanno riportato le dichiarazioni di Alfano che aprono la strada a una rinnovata leadership berlusconiana, i centralini di Palazzo Chigi e del Quirinale hanno passato molte telefonate provenienti dalle altre capitali europee con richieste di chiarimenti e segnali di inquietudine.

Nel PDL da rifondare, invece, sono tutti, o quasi, felici. 

All'orizzonte, si profilano grandi pulizie e rottamazioni di Minetti e mignotte varie. Anche il povero Alfano, già delfino designato, che sorride come un clown quando gli sfilano la sedia da sotto il culo. 

Gioisce la Santanché, senza ridere, perché a rischio botulino e silicone, che annuncia cambiamenti e rivoluzioni: un lifting totale (non il suo, già abbondantemente fruito), ma del partito che deve “rivirginarsi” agli occhi di un po’ di italiani pentiti e scordarelli, pronti a farsi ripescare nella fitta rete dell’imbecillità.

All’amo dei coglioni qualcuno abbocca sempre e nonostante.

All’indomani delle dimissioni del 12 novembre 2011, concludevo il mio pezzo (che voglio riproporre per non dimenticare), con queste parole:
“Dobbiamo ora augurarci e preoccuparci che le scorie del Berlusconismo vengano smaltite, distrutte e sepolte per sempre.”
Ma, a quanto pare, non ci siamo forse riusciti!

15 luglio 2012"
                                  AlfredoLaurano 

12 novembre 2011 Festa dimissioni Berlusconi-Quirinale

12 novembre 2011 Festa dimissioni Berlusconi- Roma


mercoledì 5 dicembre 2012

PRIMARIE PER CONTARE


Prima di tuffarci, smoccolando e maldicendo, nei repellenti calcoli a conguaglio dell’ Imu sulla casa, con aliquote usuraie, qualche riflessione sulle Primarie, appena superate.

Come previsto, ha vinto il buon Bersani - cui va dato merito di aver messo in gioco con coraggio la sua leadership e il suo partito - che dai gazebo è uscito rafforzato e più legittimato. Ma ciò che conta e va sottolineato è il successo che la disfida nel paese ha decretato. Un grande evento democratico che ha visto la partecipazione di oltre tre milioni di persone che hanno dimostrato di voler decidere, di avere un ruolo e la speranza di cambiare.

In tempi di crisi, di disaffezione, di cosiddetta antipolitica e di forti rigurgiti reazionari, di astensione e qualunquismo, le Primarie del centro-sinistra hanno risvegliato molti animi sopiti, hanno fatto discutere la gente, hanno animato il dibattito e prodotto schieramenti e simpatie. In un modo o nell’altro, hanno suscitato interesse, anche in chi non ha votato.

Devo dire, pur avendo anch’io votato, che non condivido molto il sistema che apre a tutti la possibilità di decidere il candidato di uno schieramento - assolte alcune semplici istruzioni e registrazioni - pur provenendo dall’area contrapposta. Ciò può favorire strategie machiavelliche e opportunismi di bottega perché consente alla controparte, per esempio ed in teoria, di individuare e scegliersi l’avversario più debole, o con meno appeal di un altro, nell’elezione del premier alle successive politiche.
E’ un po’ come aprire le porte della città protetta e fortificata al munifico cavallo dei Troiani.
Le parole di Renzi “con me il PD al 40%” – che comprendeva, ovviamente, un po’ di voti della destra – lo confermano. Anche le regole del garante sul diritto di voto al ballottaggio lasciano dubbi e non poche perplessità. Un meccanismo, per me, da rivedere.

Nell’altro campo, sembra ormai certo, le attese e la nostra maliziosa curiosità resteranno deluse e mai sapremo come questo strano e bizzarro giocattolo democratico delle Primarie sarebbe stato usato e gestito da color che sono  “usi a obbedir tacendo”. Per consolazione, sul Web, ma solo sul Web, sono in corso le “parlamentarie” a cinque stelle (le Primarie dei Grillini) che, al di là della trasparenza della Rete, escludono almeno metà degli italiani, che non usa, non comunica e non vota con quel mezzo.

Anche se il confronto mediatico dei cinque contendenti, prima, e soprattutto dei due al ballottaggio, poi, ha dato l’impressione di uno scontro tra rappresentanti di opposte coalizioni e non già della stessa o dello stesso partito, è stata comunque una prova, una partita ben riuscita, non solo in termini di auditel. Se n’è parlato a lungo negli uffici e nelle piazze, nelle fabbriche, nei bar, nelle famiglie.
L’”usato sicuro”, il “rottamatore ragazzino”, il poeta della sinistra e del lavoro” e gli altri più distanti e  di contorno hanno appassionato addetti e comuni cittadini, in una sfida vera e senza sconti, tra polemiche e tensioni, timori ed entusiasmo.
La Sinistra ne esce consolidata, è cresciuta la fiducia che non va ora sprecata.
Bersani sarà premier designato, Renzi ha avuto un grande risultato e potrebbe dare un certo contributo, vendendo il camper e qualche uscita strana. Vendola saprà condizionare riforme e scelte culturali più a sinistra.

Questa è la speranza di molti italiani che vogliono essere ancora protagonisti del loro futuro, restituire alla politica il suo degno ruolo e riorganizzare la democrazia dal basso, senza derive populiste.
Il messaggio finale del sindaco toscano, apprezzato da tutti nel suo romantico realismo - e anche da chi, come il sottoscritto, non l’aveva proprio in simpatia – va in questa direzione ed è stato di incoraggiamento e di onestà:
“…è’ stato un privilegio per me accompagnare la vostra speranza, fare questo tratto di strada insieme. Non siamo riusciti a cambiare la politica. Adesso sarà meraviglioso dimostrare che la politica non riuscirà a cambiare noi. Abbiamo dalla nostra parte l’entusiasmo, il tempo e la libertà”.

Allora, Matteo, siamo d’accordo. Non tutto è da rottamare!
4 novembre 2012
                                                                                                                  AlfredoLaurano


giovedì 29 novembre 2012

A MIO PADRE


Oggi 29 novembre 2012, per ricordare mio padre scomparso undici anni fa, voglio pubblicare la lettera che gli scrissi una settimana dopo e qualche bella foto della sua giovinezza….

Africa, 1936

    Mio caro papà, oggi sarebbe la tua festa, la festa del santo di cui, con tanto orgoglio, portavi il nome.
    Sarebbe stato, forse, come un mese fa quando, per i tuoi 89 anni, hai salito a fatica le scale di un pub, per offrire a tutti noi “pizza e sfizi”, che tu stesso hai gustato, contento di stare insieme alla tua famiglia, in pace ed armonia. Come sempre hai cercato di fare, visto che noi, la tua famiglia, siamo sempre stati la cosa più importante, oggetto d’amore assoluto, sul quale hai costruito un’esistenza intera, fatta di sacrifici, problemi, difficoltà, sogni e speranze e anche, talvolta, di momenti di gioia e soddisfazione.
     Ma oggi non puoi più farlo.

Roma, anni 40
Una settimana fa, alle 9,30 di un rumoroso giovedì – tra lavori e colpi di martello e vociare di medici e pazienti – te ne sei andato in silenzio, senza un gemito o una parola, né un gesto od un saluto, nemmeno per me che ti ero accanto, impotente e disperato.
     Non so se mi sentivi, se sapevi di non esser solo in quell’istante. In quel letto con le sbarre che ti chiudeva e incuriosiva, che volevi scavalcare e capirne il  funzionamento.
     Alla fine hai rinunciato, senza forze e rassegnato. La tua casa, che tanto hai cercato fino al giorno prima,è rimasta un sogno, solo una speranza.
     Non abbiamo fatto in tempo, forse perché tu, stanco di aspettare o di esser preso in giro, ti sei arrabbiato e ci hai fatto un dispetto! Quello più grande, il più cattivo e imperdonabile: ci hai lasciato e punito nel dolore e nell’angoscia. Senza alcuna possibilità di replica.
Africa, 1936
     Oppure l’hai fatto perché eri stanco. Stanco delle cure, dei farmaci, dei medici, degli esami clinici, della vecchiaia, delle paure…della vita!
     Ma certo, non del nostro amore che, spero, abbia alimentato gli ultimi anni della tua vita e confortato i momenti di solitudine e di tristezza che il tempo amplificava.

     So quanto era importante per te! Ma non sapevo quanto lo fosse per noi o, almeno, per me. Perché riempiva la mia vita, le mie giornate, dava un senso alla funzione di “angelo custode” che tu mi attribuivi con enfasi eccessiva.

     Ed ora, il vuoto. Un grosso buco dentro di me che solo i ricordi, ormai, potranno colmare.
     I tanti ricordi del tempo passato insieme, spesso in silenzio, e il privilegio di averti avuto accanto e attento ad ogni problema. La tua innata curiosità, la sete di sapere, di conoscere, di interessarti a tutto e a tutti, di aiutare - nel tuo piccolo - chiunque , a prescindere.
     La tua bontà, la gentilezza d’animo, la tua buona fede, la tua disarmante ingenuità che si leggeva negli occhi di un fanciullo di quasi novantanni… che ancora si stupiva!

     Era come se il degrado di questo pazzo mondo non ti sfiorasse affatto, non inquinasse la purezza dei tuoi sentimenti, del tuo animo pulito.
     E gli altri lo sapevano. Chi ti ha conosciuto, lo ha testimoniato in mille modi e in ogni occasione.

Roma, 1945
     Chi ti ha conosciuto, in ogni età della tua vita, non ti ha mai dimenticato!
La stima, l’affetto, la riconoscenza di tanti erano i sentimenti belli chi ti davano forza e serenità, anche in questi ultimi anni, quando ansie e paure si affacciavano prepotenti.
     Io ho soltanto cercato di difendere la tua fragilità, di sostenerti, di proteggerti come tu hai sempre fatto nei miei confronti. Per una vita intera.
     Non so se ci sono riuscito. Di sicuro, potevo fare di più. Tutti avremmo potuto fare di più!
     Spero che quel raggio di sole, di luce e di calore – che tanto amavi e inseguivi – che ha baciato il muretto della tua tomba, appena alzato a chiudere per sempre la tua vita, ti abbia portato il mio ultimo abbraccio, il mio ultimo saluto, il mio ultimo atto d’amore.
     Spero proprio che tu lo abbia sentito.
6 dicembre 2001  ore 6                             Alfredo

Ostia 1947
Ostia, 1947 con Cecè e Emidio
Ostia, 1947