sabato 31 maggio 2014

LEGALIZZIAMOCI

Non sono certo un fan di Giovanardi, è noto a tutti quelli che mi conoscono, anzi…. 
Ma ieri sera, quella specie di gazzarra che ha “vivacizzato” Anno Uno, condotto dalla pupilla di Santoro, Giulia Innocenzi, me l’ho fatto diventare quasi simpatico e, comunque, apparire convinto e in buona fede.

Un teatrino delle parti, dove una trentina di giovani speranze, in cerca di gloria e di qualche frammento di visibilità mediatica, si affrontavano e si sovrapponevano per sostenere la liberalizzazione delle droghe cosiddette leggere o il proibizionismo. Ma, soprattutto per attaccare Giovanardi, a prescindere.


Argomentazioni discutibili, superficiali, molto ideologiche che, a mio parere, non hanno certo contribuito a far chiarezza su un problema complesso e difficile come quello della droga, dei suoi effetti e dei devastanti danni che procura.

La cosa più scandalosa e squallida di questo pollaio di incompetenti e indisponenti galletti e galline è stata, però, la “normale” esibizione in prima serata (massima audience) del sedicente “Cicoria”, nome d’arte, di professione: spacciatore.
Il giovane arrogante pusher milanese, con cappelletto d’ordinanza - già condannato a cinque anni - ha dichiarato che, per colpa della brutta legge Fini-Giovanardi, è stato costretto a spacciare droghe ben più pesanti: cocaina, eroina, ecstasi, amnèsia ecc., anziché il semplice fumo! Tanto, reato per reato…..chi se ne frega! …Argomenti ineccepibili.
“Perché, ricordate, lo spaccio dà da mangiare a un sacco di gente…!

E si, non si può negare, ogni categoria di onesti lavoratori ha le sue ragioni, i suoi diritti, le sue conflittualità. Magari, si dovrebbe prevedere  anche una tutela sindacale!

Evviva, quindi, il Cicoria opinionista che dialoga, polemizza, ammonisce e pontifica sul democratico ring dell’immorale stravaganza.
Che alti messaggi educativi decollano da quel confronto appassionato, che sottili risvolti pedagogici per l’umanità e le famiglie!
Allucinante! Appunto, come una fiala d’eroina in vena.

Come se spacciare droga fosse come lavorare i campi o alla catena di montaggio. 
O vendere in piazza libri, calzini, o frutta e verdura o fare il cassiere al supermercato. E non un mestiere infame, da balordi senza dignità che vendono morte, dipendenza e assuefazione.

Perché, allora, non dare spazio e riflettori anche a rapinatori, assassini,serial killer e stupratori vari e alle loro sacrosante rivendicazioni? Chissà quanti buoni consigli avrebbero da darci!

Qualcuno, in verità, ha anche provato a portare la discussione sul tema più essenziale e a dire chiaramente “la droga fa male, la droga fa schifo”  e che ogni sostanza è stupefacente o psicotropa perché agisce sui meccanismi del cervello, alterando i sistemi di trasmissione delle informazioni tra cellule nervose (emozioni, percezioni, ricordi, capacità motorie e intellettive). 
Ma è stato quasi ignorato, sopraffatto dall'incontenibile esibizionismo dei più.

Come quello dell’altra star della indimenticabile serata di fine primavera: un altro sedicente “artista” di nome Fedez (sembra quello di un cane da combattimento), ipertatuato al collo e alle spalle, come la carta dell’Europa disunita e frastagliata. Uno spettacolo! Un tripudio d’arte figurativa!

Ha cercato, scientemente, di infierire sul malcapitato interlocutore, di calpestarlo e denigrarlo con volgari battute da bordello, ottenendo però il solo scopo di farlo passare per statista illuminato e attento.

La santorina, con la sua vocetta cicalante e canterina, stridula e melodiosa come rondine che ha preso il raffreddore, ha lasciato pudicamente fare. Perché Santoro?
OPD: Ordinaria Depravazione Mediatica.

30 maggio 2014            (Alfredo Laurano)





CINQUE SOLI EURO


Amici, compagni e conoscenti è il momento della solidarietà. Aiutiamo chi è in difficoltà. Non facciamoci parlar dietro.
Forza Italia è a pezzi, servono soldi, il partito è con l'acqua alla gola.

Chissà quanti milioni avranno dovuto risparmiare sulla recente campagna elettorale! Quante cene non godute, quanti sussidi alle giovani donne bisognose cancellati. Quanti sacrifici, quante rinunce: le scorte private, le cravatte di Marinella, gli abiti firmati della Santanchè, le borse di prestigio, i soggiorni relax in villa al mare......
Magari, e non sia mai, dovranno pure lasciare la nuova prestigiosa sede in Lucina, a Roma, per un economico, ma dignitoso scantinato in periferia!
Al solo pensiero, c'è da star male veramente!


Incredibile! Berlusconi, l'uomo più ricco della politica italiana, già provato dai tanti guai giudiziari, personali e matrimoniali, è costretto a chiedere soldi a iscritti, simpatizzanti e cittadini. L'anno scorso aveva messo 18 milioni in quelle casse, ma ora non può più farlo, per effetto della legge sul finanziamento dei partiti.
Quindi, bisogna intervenire subito: "diventa anche tu Azionista della Libertà”. 


E' partita ufficialmente l'operazione raccolta fondi: si possono donare da cinque a cinquemila euro: "ho bisogno dell'aiuto di chi, come te, condivide la mia follia".

Insomma, bastano solo 5 euro per diventare “Azionisti della Libertà”. E restituire il sorriso al povero Berlusconi.
Diamoci da fare! 
30 maggio 2014                                                    (Alfredo Laurano)

BRACCOBALDO SHOW

Dicono di lui:
non va al cinema perché lì il telefono potrebbe non prendere. 
Non ascolta musica. 
Non è social: niente Twitter, su Facebook ha solo 17 amici (solo donne) ma non ha mai scritto nulla in quattro anni.
Ha polverizzato i concorrenti, meno Raffaele Fitto, il più votato alle Europee.
E’ il consigliere di fiducia di Berlusconi. Dopo Fede, ma di sicura fede. Deciderà i candidati, lui stesso potrebbe essere l’aspirante premier.

Giovanni Toti, alias Braccobaldo Show, 45 anni di Massa Carrara, è l’uomo del giorno.
Con Alessandro Cattaneo, sindaco di Pavia, inizierà un tour per l' Italia per selezionare tra gli amministratori locali mille volti nuovi: i veri leader nascono cosi.

Come le veline e i casting del Grande Fardello. 

(A. La.)   29.5.14


giovedì 29 maggio 2014

OGNI LASCIATA E' PERSA


Italiani sconvolti e disperati.
Gigi Buffon LASCIA la bella Seredova per la bella D'Amico.

Valeria Marini LASCIA il marito che non l'ha "consumata" ("a dovere, abbastanza, troppo poco, per niente o malamente?" Non si sa, lo dirà la Sacra Rota"). 

Iva Zanicchi, trombata a Bruxelles, LASCIA, delusa, la politica e Silvio Berlusconi, che a sua volta non LASCIA, ma è peraltro già stato abbondantemente LASCIATO dai suoi ex.

LASCIA, invece, dopo vent'anni, il Subcomandante Marcos, la guida dell’Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln), in Messico.
L'intramontabile De Mita, eletto sindaco di Nusco a 86 anni, LASCIA tutti a bocca aperta!
Mastella, rifottutto e invidioso, non LASCIA, ma pensa già al futuro riciclo.
Te lo dico d'amico...."LASCIA PERDE", in Italia, so' finiti i partiti! 


S'è liberato, però, un posto nel Chiapas da "guru no global con passamontagna".
In fondo, tra te, Marcos e Che Guevara che differenza c'è? 

Allora Sub-Clement che fai? LASCI, RADDOPPI O GALLEGGI?


29 maggio 2014            (Alfredo Laurano)

mercoledì 28 maggio 2014

QUANDO C'ERA LA CABINA


Nelle prime elezioni del dopoguerra (1948), l’astensionismo era praticamente inesistente. Gli italiani, usciti dalla guerra , avevano voglia di recuperare la libertà politica repressa dal fascismo e di godere di quel diritto-dovere che la nuova costituzione garantiva. Votavano il 93% degli aventi diritto.
Alla fine degli anni '70, cresce il numero dei partiti - che spesso formano cartelli elettorali eterogenei, pur di vincere le elezioni - e comincia a crescere anche quello degli  astenuti e delle schede bianche.

La sfiducia degli elettori aumenta progressivamente, anche per la questione morale sollevata da Berlinguer, che denuncia la corruzione dei partiti, che cambiano pelle, si alleano, si trasformano e perdono fascino e identità certa agli occhi dei cittadini. .
Il fenomeno prosegue negli anni, di elezione in elezione, fino ad arrivare alle attuali percentuali: il 43% di italiani si schifa o se ne fotte della politica e, fra astenuti, schede bianche o nulle, non esprime il proprio voto, rinuncia a scegliere e a un diritto.
Come ho scritto l’altro giorno, segue l’insegna di Celestino V nell’antinferno dantesco o, più semplicemente, rimane alla finestra a osservare ciò che gli altri decidono. “Non c’è nessuno che mi rappresenti”….e poi so’ tutti uguali!”  E’ l’alibi più gettonato.


Questo atteggiamento rinunciatario è anche effetto della deideologizzazione da diverso tempo in atto - ormai hanno convinto quasi tutti che credere in qualcosa è una bestemmia e una vergogna o è come credere alla Befana o alle leggende - che suggerisce ai partiti più populisti e trasversali di parlare per slogan, e con toni forti e persuasivi, direttamente alla pancia e non alla testa dei cittadini che, di conseguenza, sono portati a ragionare secondo bisogni e necessità.
E’ la logica dell’opportunismo e della convenienza, quella che ha partorito e diffuso il "Razzi pensiero": "Amico mio...fatti i cazzi tuoi, senti a me..."
In molti che ancora votano, non c’è più fidelizzazione o convinzione. Si oscilla e si cambia ogni volta, tra spericolati salti di sponda o di corsia. Ciò spiega anche perché molti scelgono due ore prima, o quasi in cabina, dove mettere la croce!


Comunque, a quest’ultime elezioni europee di tre giorni fa, sono stati ben 23 milioni e duecentoventimila i non votanti, su 48 milioni di aventi diritto!!
Quanti, cioè, sono i voti sommati insieme di PD, Cinque Stelle, Forza Italia e Lega nord  o come se non avesse votato l’intera Lombardia, il Lazio, la Campania e la Calabria.

Forse qualcuno ha dimenticato che fino a settanta anni fa non si poteva parlare, decidere e votare! La guerra e il fascismo oggi sembrano lontani
Mi fa un po’ senso!


28 maggio 2014                                                          (Alfredo Laurano)

martedì 27 maggio 2014

TROMBATI E SCONTENTI

Alla fiera di Bruxelles, per due voti, quanta gente è stata trombata!

Ci ha provato anche l’immarcescibile Mastella, all'ennesimo riciclaggio. Ora  gli rimane solo di tentare all'assemblea di condominio.

L’aquila di Ligonchio, la Zanicchi, non ha spiccato il volo e canterà solo in balera o a Cesano Boscone, se il suo Silvio la chiamerà, per intrattenere le vecchiette.

Paolo Guzzanti, che peccato! (per i figli!).

Anche Giampiero Samorì, il grande imprenditore rivoluzionario, già spacciato per novello Berlusconi, è rimasto al palo della MIR.

Come pure il generale, fatto in casa, dell’ “esercito di Silvio”, Simone Furlan: le sue truppe sono disperse o ammutinate. Riprova con Salò, non è tanto lontana da Arcore e Cesano B.

Trombatissimo - solo metaforicamente, però - il saccente Cecchi Paone, nonché il convertito Magdi Cristiano Allam, già musulmano, ora fratello d’Italia, legato alla povera suffragetta Giorgia Meloni, rimasta senza un minimo di quorum.

Niente riciclo anche per il redivivo Micciché in Sicilia e Scopelliti, ex governatore della Calabria, già condannato a sei mesi per abuso e falso.
Mentre s’esaurisce questa bella lotteria di riciclati, “Palla di Lardo”, al secolo Giuliano Ferrara, buffone da circo come il suo padrone, sniffa cocaina per sfanculare Grillo.

27 maggio 2014                                                     
                                                                                      AlfredoLaurano                                                                                                                                                                         


RAGLI ALLE STELLE

Alcuni miei amici che votano Cinque Stelle sono, come tutti gli altri, giustamente delusi e amareggiati. Basta leggere i commenti sul Web e sui social, dove molti si lasciano andare allo sfogo, agli insulti, alle minacce, alle invettive.
Capisco tutto, e in parte condivido alcune considerazioni, anche perché troppe volte nella vita ho dovuto provare questa insopportabile condizione. Questa sconfitta delle idee e della passione, che brucia dentro e fa incazzare assai.
Ma a che serve imprecare, aggredire, oltraggiare?

Alla rabbia, conviene sostituire un minimo di analisi perché quando si perde c’è sempre una ragione e bisogna capire cosa e dove si è sbagliato.
E’ utile per non ripetere quegli errori anche in futuro, per recuperare fiducia e coraggio nell’impegno, per modificare atteggiamenti e strategie poco efficaci o improduttive.

E’ inutile scaricare le colpe sugli altri, sugli avversari, sui parassiti, sui ladri e i profittatori, anche se io stesso, a volte, lo faccio e mi lascio andare. Diventa solo cronaca o narrativa di costume, del tutto inadeguata alla causa in cui crediamo.
Militanti, elettori e tutto il Movimento questo esame devono farlo con chiarezza, avendo cura di guardarsi dentro e intorno, senza sconti, alibi o giustificazioni.

Non sta a me entrare nel merito, anche se ho già espresso, a parte, il mio pensiero, ma qui vorrei sottolineare, per quello che può significare sul piano della comunicazione, una delle tante idiozie che, a mio avviso, ha contribuito a far indispettire più di qualcuno.

Mi riferisco allo stupido testo di un sedicente artista (tale Fabrizio Moro) che ha ragliato, a S. Giovanni: “Schifo Napolitano non come politico, ma come essere umano!”
Ma se ti fa schifo l’essere umano, e non il potere o quella certa politica che rappresenta, mediocre menestrello, cantatore da bordello senza stelle, vuol dire che odi le persone come tali e che sei uno schifo di razzista!

26 maggio 2014                              
                                            AlfredoLaurano        

lunedì 26 maggio 2014

A QUEST'ORA DORME!

Troppe sparate, troppe cazzate, troppe urla, insulti e minacce dai palchi di Grillo: hanno avuto il duplice effetto di trasformare le elezioni europee in un duello all’ultimo sangue e, soprattutto, di spaventare una cospicua parte  del potenziale elettorato a 5 Stelle, che vuole sì il cambiamento e la pulizia, ma non le purghe e le espulsioni, le marce su Roma o i processi sulla pubblica piazza del Web.

Che non vuole nemmeno, non gradisce e non approva che il  socio Casaleggio - che fa danni come apre bocca - nel comizio di chiusura, arringhi la folla di San Giovanni evocando e sfruttando l’icona Berlinguer in un patetico, quanto inopportuno: “Tutti insieme scandiamo: Ber-lin-guer, Ber-lin-guer”.
Questo coro, percepito chiaramente come falso e ipocrita espediente elettorale, deve aver fatto crollare la residua stima di quei grillini che conservano un nobile animo di sinistra.

Il risultato è adesso sotto gli occhi di tutti. Una clamorosa e pesante sconfitta che deve far riflettere su errori e strategie. 
Un’ineffabile e inconsistente Roberta Lombardi, questa notte, mentre tutti fermentavano fra exit poll e proiezioni, dichiarava con heidiano candore: “Grillo? A quest’ora sta dormendo!”


Per Renzi, l’ebetino di Firenze, è stato facile stravincere e doppiare Grillo l’assassino, cancellare il peccato originale della mancata investitura popolare, con questo inatteso, ma trionfale, battesimo elettorale purificatore.

Gli ottanta euro, come fu per Berlusconi con l’Imu sulla casa, sono stati un investimento giusto, una spesa fatta bene che ha dato grandi risultati e utilissimo tornaconto.
E riacceso un minimo di speranza in chi era già alla frutta, anzi alla fame.

Del terzo, il badante Berlusconi, tra fughe, condanne e latitanze varie, c’era già alla vigilia, una consapevole percezione di avvio all’archiviazione, prima del macero. Un odore di muffa, di antico e di non più sopportabile che si alternava alla preghiera alla madonna d’Arcore e alla speranza di contare ancora.

La Lega, sfruttando le solite, ataviche paure e le contingenti intolleranze, mantiene salda la quota di razzismo nel Paese, per non smentire la lenta e difficile evoluzione culturale degli italiani.
I Fratelli d’Italia non ce la fanno e si consolano con quelli Cisalpini di Le Pen.
Ce l’ha fa, a fatica, Alfano e i suoi ex berlusconiani, grazie al patto di governo col PD e alle utilissime mini-intese. Conta parecchio avere il Viminale!

E, come per miracolo della cultura ellenica, arriva al quorum anche la Lista Tsipras che, peraltro, ha stravinto in Grecia.
Ogni  singolo voto è stato conquistato nelle piazze, grazie ai volontari e ai militanti che hanno convinto le persone. Senza denari, sovvenzioni e con l’unico sostegno di grandi personalità e intellettuali.

Tutto, gestito, proposto e presentato, con misura ed eleganza, con la forza della ragione e di un ideale, senza i toni aspri e sanguinolenti della peggiore polemica politica.

26 maggio 2014                                                         (Alfredo Laurano)





venerdì 23 maggio 2014

PERCHE' TSIPRAS


La vita, il lavoro, i diritti di milioni di cittadini vengono sacrificati in nome della finanza.
In Italia abbiamo avuto governi di tutti i colori, di piccole e di larghe intes, ma niente cambia o è cambiato. Perché le decisioni sulla nostra vita vengono prese in Europa e per questo dobbiamo cambiare l’Europa.
Centrodestra e centrosinistra vogliono continuare con le politiche che hanno causato la crisi. I populisti vogliono distruggere l’Europa e tornare alla guerra tra stati.
Noi vogliamo cambiare l’Europa, e metterla al servizio dei cittadini, e non delle banche. Per uscire dalla crisi serve una svolta radicale, che metta prima le persone.
Gli altri promettono di battere i pugni ma non sono credibili. Fingono di essere divisi a Roma, e poi votano insieme a Bruxelles.

Con Barbara Spinelli, Gino Strada, Stefano Rodotà, Camilleri, Piovani, Vauro, Ovadia, Maltese, Staino, S. Guzzanti, Zanardo, Rita Borsellino e tanti altri sosteniamo Alexis Tsipras, un leader del cambiamento.
Abbiamo alleati in tutta Europa: forze di sinistra, movimenti, cittadini che lottano con noi.

Abbiamo un programma chiaro: vogliamo ridiscutere il debito e che l’Europa se ne faccia carico.
Cancellando l’austerità, si potrà creare lavoro nell'ambiente e nella cultura e dare un reddito minimo ai giovani.
Noi siamo l’alternativa!
Crediamo nell’Europa, ma la vogliamo diversa. Vogliamo che le persone vengano prima delle banche.
Non vogliamo l’Europa della finanza, ma quella delle genti.

FORZA QUORUM!

ABBIATE PUDORE

Caro Renzi, caro Grillo, capiamo bene che in campagna elettorale - anche la più squallida, come quella che oggi si conclude – tutto fa brodo per acchiappare voti e sedurre le piazze con minchiate e paradossi. Berlusconi docet: con le sue trovate, le sue promesse, le sue bugie, per anni, senza vergogna e con proverbiale faccia tosta, ha tenuto in ostaggio e coglionato milioni di italiani.

Ma voi, signori miei - direbbe Crozza - sappiate che è immorale appropriarsi anche del solo nome di Enrico Berlinguer, come richiamo storico e morale, per catturare qualche ultimo consenso e strappare qualche applauso da chi ancora l’ha nel cuore. Non ne avete il diritto!

Giù le mani da quel nome e da quel mito e sciacquatevi la bocca entrambi.
Non toccatelo, non nominatelo, non inquinate la sua memoria.
La sua eredità morale e culturale non vi appartiene!

23 maggio 2014                  
                                                                          AlfredoLaurano                                                                                                                                                                         


giovedì 22 maggio 2014

MAI NON FUR VIVI

Tsipras chi? L’altra Europa? Molti italiani nemmeno li conoscono, non ne hanno sentito parlare. O, al massimo pensano che Tsipras sia un digestivo o un analgesico di fascia “C”. Scarsissima è l’informazione, spesso scorretta, incompleta e parziale, su quasi tutte le televisioni, le radio e i giornali: è questa la scandalosa realtà. 

Renzi, Grillo e Berlusconi hanno invaso, per settimane intere, schermi e palinsesti di TG, talk show, servizi e interviste a tutte le ore del giorno e della notte. Dal caffè della mattina alla preghierina della sera.
Silenzio, censura, esclusione per quasi tutti gli altri. Questa non è democrazia, questa non è libera informazione democratica e pluralista. E’ un vero e proprio vergognoso regime, fondato sullo strapotere di una certa comunicazione totalitaria e servile.

Poi ci sono quelli che, orgogliosamente, dichiarano: “io non voto…non mi occupo di politica…tanto so’ tutti uguali!”. E hanno risolto il problema. Scegliere è troppo impegnativo, richiede un qualche sforzo della mente….Non me la sento, non ho tempo…fatelo voi. Però, attenzione….poi mi incazzo e mi lamento, perché quello è il mio unico dovere!
Questi ignavi del pensiero, detti anche ASTENSIONISTI, senza averne contezza, regalano il valore di un’idea, anche misera o meschina, alla grande piazza qualunquista.

O i cosiddetti INDECISI che aspettano le previsioni del tempo politico dell’ultim’ora, per decidere se andare al mare a destra, ai monti più a sinistra o restarsene in città in pieno centro. Dipende anche dall’umore, dall’amico, da chi ti offre qualcosa di allettante o da ciò che si è mangiato, digerito o non è andato giù.

E’ facile acchiappare fra costoro: sono terra di facile conquista. Bocche buone per ogni leccornia!
Che dice il Meteo del fine settimana? Sole, pioggia, vento o burrasca. Tsunami e terremoti? No, è quasi sempre “calma piatta”per gli incerti di natura e di mestiere.

Amo queste categorie di esseri viventi - bersaglio preferito della “malainformazione” - come Dante amava gli ignavi.
Li collocava addirittura nel vestibolo, nell’antinferno (oggi potremmo dire l’antisocietà), perché indegni di meritare sia le gioie del Paradiso, sia le pene dell'Inferno, proprio per non essersi schierati, in vita, né a favore del bene, né del male.

Sono costretti a girare nudi per l'eternità attorno a una insegna, per il contrappasso, punti da vespe e da mosconi. Sono le anime di peccatori "che mai non fur vivi".

Il disprezzo del poeta verso questo genere di peccatori è massimo e completo. Se l'uomo è un essere sociale, chi si sottrae ai suoi doveri verso la società non è degno, secondo Dante, di rispetto e di considerazione. 
E se ne sta a casa, nel tepor dell’apatia.

22 maggio 2014                                                            (Alfredo Laurano)


UN ANSIOLITICO,
UN ANTIPSICOTICO, 
UN ANTIDEPRESSIVO: 
TSIPRAS, UN FARMACO NON EQUIVALENTE!




IL PROCESSO DEL LUNEDI'


IL PROCESSO DEL LUNEDI':  titola così, con la consueta efficacia “Il Manifesto” di oggi.
“Subito dopo le elezioni faremo processi popolari sulla piazza mediatica a giornalisti, imprenditori e politici. Saranno giudicati in Rete, con liste, prove e testimoni, da ogni cittadino che formulerà l’accusa.”
L’ultima sparata di Grillo, a pochi giorni dal voto europeo, svilisce e annacqua tutte le istanze di onestà, di cambiamento e di pulizia morale, che predica da sempre, ed evoca un’immaginario spietato e forcaiolo che riporta a un tempo assai infelice.
Può sembrare lo spot di un gioco di ruolo in uno spazio della fantasia, una goliardica disfida, una delle tante provocazioni di semantica lessicale o un manifesto venuto male di comunicazione pubblicitarià?
No, perché la parole hanno sempre un senso e un significato, soprattutto quelle pubbliche che viaggiano nei media. E queste sono gravi: hanno il sapore di uno scontro, da guerra civile e rimandano a un clima di violenza ed estremismo.

Somigliano più a quelle di un avviso da tribunale speciale del ventennio o a quelle deliranti di un volantino delle Brigate Rosse, ad una sola stella.
Le altre quattro, stavolta, le ha perse sulla strada dell’enfasi e dell’esagerato fanatismo.  
Capisco la rabbia accumulata ed il rancore, la voglia di giustizia, il bisogno di opporsi e di reagire, ma è utile vestirsi o darsi l’aria da comico squadrista per diffondere note stonate di finto terrorismo?

22 maggio 2014                                                          (Alfredo Laurano)