E c’è qualcuno che ancora parla di terrorismo ecologico, di scientismo, di gretismo, come fosse una malattia contagiosa, una sindrome di grave patologia collettiva.
Come scrive il geologo Mario
Tozzi, nell’introduzione al suo ultimo libro “Un’ora e mezza per salvare il
mondo”, è ora di darsi una mossa.
Perché, per quel che riguarda
il clima, non c’è più tempo da perdere: “Anche se il genere umano fermasse oggi
stesso tutte le sue attività, comprese le fabbriche, gli allevamenti intensivi
e il traffico che producono gas clima-alteranti, prima di vedere la temperatura
scendere – e non continuare a vederla salire come sta avvenendo ora – ci
vorrebbe mezzo secolo. Quindi, il tempo è poco. Anzi, siamo già in ritardo!”.
Dietro al caldo record del
Canada, allo scioglimento dei ghiacciai e da ultimo le alluvioni della
Germania, c'è il cambiamento climatico: alluvioni istantanee come mai viste da
secoli, decine di vittime, case e infrastrutture distrutte, ponti crollati e
villaggi sommersi. Tutto questo, che è anomalo e accelerato rispetto al passato,
dipende esclusivamente dalle attività produttive dei sapiens che vomitano in
atmosfera milioni di tonnellate di gas derivati dalla combustione e dall'uso
improprio del territorio.
È quello che predica da tempo il movimento Fridays for Future, che non nasce dalle istituzioni, ma da una studentessa 16enne, Greta Thunberg e da tutti i ragazzi che si mobilitano per un loro diritto: avere un futuro.
Sono proprio loro che hanno
capito il problema, ma nessuno li ascolta perché viene detto loro che sono
troppo giovani o che sono manipolati. Qualcuno è arrivato a ipotizzare dei
‘poteri forti’ dietro a Greta, come se fosse un burattino nelle mani di chissà
chi. Invece, gli unici poteri forti sono quelli del petrolio e del carbone che
continuano a speculare sul futuro di tutti. Queste multinazionali sono i veri
poteri forti, non certo Greta.
Eppure ci sono persone che continuano a negare la teoria dello scioglimento dei ghiacci, così come del surriscaldamento globale.
Chi nega questa evidenza o non
è uno scienziato, o è in malafede, o è manovrato da quei poteri forti di cui
sopra.
Sono un'altra razza di negazionisti,
assai di moda in questi tristi tempi, pagati dalle aziende, dalle
multinazionali petrol-carbonifere che spendono ogni anno decine di milioni di
dollari per fare disinformazione sul clima. Lo fanno apposta, per confondere le
persone, come fecero a suo tempo le grandi industrie produttrici di tabacco,
quando uscirono i primi dati sulle sigarette che sono cancerogene.
Perfino papa Francesco
nell’enciclica “Laudato si” ha incentrato il suo messaggio sulla protezione del
creato, dimostrando di avere una spiccata sensibilità ecologica. Finalmente un
Papa green che, senza mezzi termini, dice che, sul clima, bisogna ascoltare gli
scienziati.
Intanto, dopo questi ultimi
avvisi di disastro, se non azzeriamo le emissioni che alterano il clima, prepariamoci
alle invasioni di meduse nelle acque troppo calde e delle cavallette nelle
terre devastate dagli incendi: i segnali dell'Apocalisse.
21 luglio 2021 (Alfredo Laurano)