lunedì 2 gennaio 2023

CARO BABBO NATALE /2590

Più o meno, tutti siamo stati come questi bambini in fila, per spedire la letterina dei sogni e dei bisogni a Babbo Natale.

Vi ricordate quand'è stata l’ultima letterina di Natale che avete scritto? 

Avevate forse otto o nove anni. Scrivere la propria letterina era importantissimo. Ti dava l’opportunità di riflettere su quello che volevi davvero in quel momento: bastava promettere di essere bravi, studiosi ed obbedienti.

E tutto sembrava magico e possibile. Anche quando, in tempi di miseria, un semplice frutto, un dolce, un giocattolino rimediato o un sacchetto di caramelle facevano la differenza. Facevano Natale.

Bastavano poche righe per esprimere un desiderio, che si sarebbe realizzato. E poi?

Poi abbiamo smesso di desiderare e di sognare.

Arrivò, purtroppo, il momento triste della delusione, della presa di coscienza e confessammo ai nostri genitori che l'omone rosso con la barba bianca non esisteva, era un imbroglio multinazionale, per ricattarci e farci stare buoni. Insomma, un ricattatore.

Quella romantica, festosa emozione si trasformò in malinconia e tutti smettemmo di essere bambini.

Comunque, ancor oggi, Babbo Natale - e la sua amica Befana - vive nel mito e nell'immaginario collettivo e viene solo se ci credi. E non solo a livello commerciale e speculativo. Promette e porta gratis la speranza. In particolare, quella di cancellare il male, la violenza, il Covid, la miseria e la cattiveria umana.

Basta abbandonarsi alle piccole, sane, ma imprescindibili illusioni, che ci aiutano a vivere, oltre l'amara, drammatica realtà.

24 dicembre 2022 (Alfredo Laurano)

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