giovedì 30 luglio 2015

FATE VERAMENTE SCHIFO

Abbracci, sorrisi, congratulazioni e Verdini in prima fila a complimentarsi.
Antonio Azzollini, accusato dalla Procura di Trani di bancarotta fraudolenta e associazione a delinquere nell’inchiesta sul crac della casa di cura Divina Provvidenza è salvo.
Più della metà dei senatori del PD, lo hanno salvato perché hanno votato "secondo coscienza". 
Ma, come dice Peter Gomez, molti di loro però una coscienza non l’hanno mai avuta o non sanno cosa sia. Altri invece se la sono venduta nel frattempo. 
E, parlando sempre "secondo coscienza", vi dico che siete mafiosi e fate proprio schifo. 
Siete una mandria di buffoni venduti e prezzolati che fanno rigirare nelle tomba colui che della questione morale aveva fatto un obiettivo e un impegno imprescindibile del vecchio PCI e della sua idea della politica. Colui di cui non siete degni nemmeno di ricordare il nome e la statura storica. Fatevi da parte e sparite nelle fogne dell'ignominia con il vostro sfrontato ducetto di Rignano.

Dal Senato della Repubblica arriva un messaggio chiaro: Azzollini è un altro perseguitato da tutta la magistratura. Ce l’hanno con lui pure i giudici del tribunale del riesame di Bari che il 2 luglio avevano confermato l’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti.
Azzollini è un potente esponente del Ncd, partito indispensabile alla sopravvivenza della maggioranza. E sopratutto ha presieduto per dodici anni la commissione Bilancio del Senato, un organismo che filtra le leggi spesa e che da sempre è il luogo in cui avvengono scambi di ogni tipo.
La casta lo sa bene e, quindi, lo salva, senza il minimo disagio.
La Serracchiani, a cose fatte, parla di errore: "Francamente penso che ci dobbiamo anche un po' scusare, perché credo che non abbiamo fatto una gran bella figura". 
Una bella figura? Un po' scusare? Dovreste solo vergognarvi e dimettervi in massa.
Arifate schifo!

30 luglio 2015       (Alfredo Laurano)

lunedì 27 luglio 2015

SE PRIMA ERAVAMO IN TANTI A FARE MAPIM MAPON...

Nel giorno in cui viene rinviato a giudizio per un quinto processo, anche Denis Verdini, l'ex coordinatore di Forza Italia abbandona Berlusconi, di cui è stato l'ultimo "salvatore" con il patto del Nazareno. E si porta dietro anche qualche ex cosentiniano, come D'Anna. Tutta bella gente. 
E' facile pensare che approderà dalle parti renziane, le cui porte sono sempre aperte per chiunque: avversari, riciclati, rinnegati, venduti e traditori. 
Dopo il sofferto addio del poeta Biondi e quello assai recente di Raffaele Fitto, questa è un altra mazzata per il povero Silvio, sempre più solo e abbandonato. 
Ha perso anche mignotte varie e olgettine, ma ha ancora le sue vestali-badanti Santanchè, Biancofiore, Carfagna e Prestigiacomo, che lo consolano e lo accudiscono. Per ora.
Ripassiamo. 
Oltre un anno fa, Silvio aveva cominciato il suo percorso di rieducazione nella casa dell'Alzheimer di Cesano Boscone. 
Scajola, a sua insaputa, era stato arrestato.
A Dell'Utri, in vacanza all'estero, la Cassazione aveva confermato i sette anni di condanna per mafia. 
Cosentino era già in galera per camorra. 
Cesarone Previti - ex ministro, legale storico di Berlusconi e principe della corruzione, da tempo rieducato anche lui in comunità ai servizi sociali, era ed è ormai dimenticato e fa solo il ricco pensionato. 
Martino, ex ministro della Difesa, era sparito dalla scena.
Anche Bonaiuti e Bondi (quoque tu?) avevano lasciato.
La Russa, Crosetto e Meloni, da tempo, avevano fondato il partito dei "Fratelli coltelli".
Alfano, Lupi, Schifani e Quagliarello si erano rifatti una famiglia, un governo e un partiticchio-farmaco (NCD), prima della fine e dell'oblio.

Forza Italia perdeva e perde pezzi tutti i giorni, si sta sgretolando sotto il peso delle lotte fratricide e delle indagini della magistratura che, tra pentiti, stallieri e latitanti, cercava di ricostruire manovre, alleanze e strategie 'ndranghetiste e mafiose che hanno favorito la sua fondazione, oltre venti anni fa. 
Amici, amici non andate via, restate ancora a bere due bicchieri....
Amici, amici andatevene via, vi prego voglio rimanere solo, stasera pago io...”
A proposito, ma Apicella? Pure lui desaparecido?
26 luglio 2015    (Alfredo Laurano)



sabato 25 luglio 2015

CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE: COS’È

Me l’hanno chiesto alcuni amici.
La carne separata meccanicamente (CSM) è ottenuta rimuovendo i residui di carne dalle ossa (in particolare di suino) o dalle carcasse di pollame (pollo e tacchino) usando mezzi fisici, che portano alla perdita o alla modifica della struttura fibrosa del muscolo. Lo stesso procedimento può essere applicato anche agli scarti di pesce, ottenendo una massa idonea a produrre bastoncini e congeneri.
La CSM appena prodotta è una massa pastosa, di colore rosato, che è ideale per prodotti quali wurstel, mortadelle, cotolette, spinacine, cordon bleu, pepite di pollo, nuggets, etc.
Oltre al costo irrisorio di tale materia prima se confrontata al costo della carne “vera”, c’è il vantaggio aggiuntivo che la CSM si presta ad essere modellata in qualsiasi forma, da qui la perfezione delle cotolette prodotte con CSM, tutte perfettamente uguali. Più la pressione applicata dai macchinari è elevata, maggiore sarà la resa in CSM, e maggiore anche la sua finezza. Si possono infatti distinguere una CSM ottenuta a bassa pressione, più “pregiata”, che assomiglia a carne macinata e una CSM ottenuta a pressioni molto spinte , con perdita totale della tipica struttura fibrosa del muscolo. In quest’ultimo tipo , sono presenti anche, di fatto, midollo osseo e frammenti di ossa finemente macinati: la loro presenza non è di per sé nociva per la salute (semmai i rischi derivanti dalla CSM sono di natura microbiologica, tanto che i prodotti che la contengono sono tutti precotti proprio per abbassare l’elevatissima carica batterica), ma è giusto che il consumatore sia informato del fatto che ciò che sta mangiando non è “carne” bensì una poltiglia a basso costo a cui è stata data la forma desiderata, per rivenderla poi ad un costo decuplicato.

Va anche tenuto presente che spesso questi prodotti, proprio per la loro appetibilità e facilità di preparazione, sono spesso destinati ai bambini.
Una cotoletta che vanta di essere di “petto di pollo”, non lo contiene affatto: si ottiene dalle carcasse ormai private dei tagli di carne pregiati, quali in particolare il petto.
Anche se fatta esclusivamente con CSM ha un aspetto del tutto naturale: appare perfettamente omogenea, sia come colore che come struttura; il taglio è sempre netto e non vi è la presenza di fibre tipiche del muscolo. Infine, con un’attenta osservazione è possibile vedere piccole bolle di aria, che si formano durante la precottura del prodotto poiché sono presenti, oltre alla CSM ,quantità notevoli di texturizzanti quali farina, amidi, albume d’uovo che contribuiscono tra l’altro a “fare massa” a basso costo.
(Fonte Trashfood)  25.7.2015



EARTHLINGS - TERRESTRI

L'animale (cani, gatti, buoi, maiali, galline, pesci, delfini, balene), non è più un essere vivente e senziente, ma una "cosa", a disposizione dell'uomo - da sfruttare non solo per l'alimentazione - a cui infliggere le peggiori brutalità, nel totale degrado igienico e ambientale.
Questo è un documentario straordinario che consiglio di vedere fino in fondo, per scoprire veramente cosa significhi sadismo, malvagità e crudeltà e come l'animale uomo, con la sua innata ferocia, domini e violenti la natura.
Armatevi, però, di gran forza di stomaco e di coraggio. (Alfredo Laurano)

giovedì 23 luglio 2015

AGGIORNIAMO LE MADONNE

L’ingenuità non è sempre una qualità, un merito, un valore o una virtù. Come non lo sono le credenze o il bisogno di credere, o il frastagliato e subdolo mondo del paranormale, intensamente popolato da maghi, sibille, veggenti, ciarlatani e miserabili venditori di fumo, di speranze e di illusioni.
E’ una condizione di innocenza, di candore d’animo, di semplicità e anche dabbenaggine, di eccessiva fiducia negli uomini e nelle cose, per inesperienza, per circoscritta formazione culturale, per pregiudizi e paraocchi fideistici o scarso interesse per scienza e conoscenza .
L’ingenuo, che non concepisce negli altri malizia o cattiveria  è portato a farsi imbrogliare da chiunque. Quale migliore vittima per i predatori d’innocenza e buona fede? 

A proposito di “Miracoli e Madonne” - ne avevo scritto e parlato pochi giorni fa e anche in precedenti scritti - siamo a un  doveroso aggiornamento dei fatti e dei misteri. L’epilogo, penso, non ci sarà mai.
Religiosità e superstizione dominano, come sempre, la scena popolare, fra stupore, commozione, preghiere e pellegrinaggi.
L’ennesimo, presunto fenomeno soprannaturale della madonna di Auditore (PU) che piangeva sangue - come non era difficile intuire - era solo uno scherzo, una burla a danno di emozionatissimi boccaloni, quasi un’intera comunità di 1600 persone.
Mistero risolto: era banalissimo sangue di capriolo o di pecora nostrana, non umano, quello “colato”  dalla statua che, da diversi giorni, era oggetto di attenzione del circo mediatico. Lo hanno confermato le analisi dell’Istituto di Medicina Legale di Ancona.

Era già partito il classico via vai di curiosi, fedeli e telecamere davanti alla cappelletta: prima una badante e poi un’anziana avevano visto le lacrime sul volto, le mani e la veste della statua, alta circa 70 centimetri, che era custodita da quarant’anni anni dalla signora Ada, di 89 anni, morta il giorno prima dell’incredibile scoperta.
Quella processione continua ora si è interrotta, con cocente delusione dei cittadini.
Molti ci credevano davvero e già gridavano al miracolo, anche e, forse, soprattutto per le ricadute positive - economiche, di immagine e di speculazione - che si sarebbero ovviamente determinate. 
Gli auditoresi sono amareggiati e incazzatissimi - qualcuno è quasi disperato e sconsolato, come ha già dichiarato alle TV - perché sono stati ingannati e presi in giro, da chi ha voluto creare un’illusione e ridicolizzare l’ingenuità del credulone.

Ma non perdetevi d’animo, utenti, amici e amanti del sovrannaturale: lo sconcertante servizio pubblico di Raiuno, sempre più ridicolo nella sua incrollabile vocazione nazional-miracolistica, ha già rilanciato al gioco delle tre (o quattromila) carte.
Per una Madonna persa o andata “a male”, ce ne sono tante altre pronte a sostituirla, a sedurre le genti, sempre in esclusiva.
E’ una condotta buffonesca, una gestione  dello spazio di intrattenimento e informazione che sta assumendo, giorno dopo giorno, i veri toni della farsa, della comica e dell’avanspettacolo. Battute, sketch, affermazioni, testimonianze, sorprendenti rivelazioni, anche nei sofferti racconti dell’esaltata inviata, quasi posseduta dallo spirito mariano: l’approssimazione dilaga fra questi improvvisati  cialtroni della comunicazione.

E allora, subito pronti con la Madonna “ritratta" nella roccia di Casaletto Spartano (SA), dove una probabile frana, fra incredulità e suggestione, fede e scetticismo, sacro e profano insieme, ha determinato quella strana formazione rocciosa in cui molti riconoscono la Vergine.
Il fenomeno ha puntualmente richiamato fedeli, curiosi, telecamere e microfoni  e sconvolto la gente del piccolo paese cilentano, interamente ipnotizzato, che, grazie alla presunta apparizione, vive un momento di straordinaria popolarità,  anche in funzione di una maggiore valorizzazione dell’area attraverso il turismo religioso.

Poi, scende in campo la Madonna della grotta di Marta, un piccolo paesino sulle rive del lago di Bolsena.
Nel maggio del 1948, tre bambine di 8-9 anni, deponendo un cesto dei fiori in una cantina per conservarli al fresco in attesa della festa del Corpus Domini, videro una luce fortissima e sul muro un quadro di Maria con  il Bambino in braccio. Il giorno dopo ci volle l’ordine pubblico per arginare le visite, di centinaia di persone, immediatamente accorse.
Li sarebbero avvenuti, da allora ad oggi, una lunga serie di miracoli e guarigioni, oggi testimoniati da Zi Mario, un giovane veggente di cent’anni, prontamente intervistato dalla devotissima inviata Jacobini.

La Madonna, gettonatissima, appare in molte località del mondo e affida a bambini, gente semplice e anche peccatori, messaggi terra terra da trasmettere all'umanità. E i segni del soprannaturale sono numerosissimi come appunto le guarigioni miracolose, le immagini sacre che lacrimano e sanguinano, i prodigi nel cielo e i fenomeni del sole, dei laghi o delle rocce. Chissà perché, a volte stupidamente mi domando, non appaiono mai gesubambini, sangiuseppi e padreterni!
Questo è il secolo di Satana che ci tenta continuamente e soltanto i sacrifici di Raiuno e le appassionate giaculatorie della coppia di crociati Daniele-Sottile potranno allontanarlo da noi.
Mentre noi, sommessamente, ma anche un po’ cristianamente, ci allontaniamo dai deliri di Raiuno.
23 luglio 2015   (Alfredo Laurano)

ORO ROSSO


È morto stroncato da un infarto, ieri, mentre raccoglieva pomodori, sotto il sole dell’ora di punta, quello di mezzogiorno. Si chiamava Mohamed, aveva 47 anni e veniva dal Sudan. Nel Salento era arrivato da due giorni per un’altra stagione da schiavo.
Questa morte non può restare un fatto di cronaca estiva, è un atto di accusa verso un mercato del lavoro agricolo colpito dalla piaga dello sfruttamento e del capolarato.

Le condizioni in cui sono costretti a lavorare questi avidi migranti che “rubano il lavoro agli italiani” - che, di conseguenza, sono costretti a soffrire al mare o davanti ai condizionatori - sono disumane: alloggio in luridi tuguri - a volte senz’acqua e senza luce -, raccolta incessante di pomodori (o meloni, cipolle, cocomeri), dall’alba al tramonto, a schiena china, per un guadagno dai due ai cinque euro all’ora, sotto il sole cocente e i quaranta gradi di calore.
E’ la nuova frontiera dell’immigrazione agricola.
(Alfredo Laurano) 22.7.15

QUALIS PATER, TALIS FILIO

Ovvero l’evoluzione del Berlusconismo o, meglio, la sua reincarnazione nel Renzismo.
In origine era il contratto, poi venne il patto (con gli italiani).
Annunciazione, annunciazione: nel 2016 via la tassa sulla prima casa, nel 2017 intervento su Ires e Irap e nel 2018 sugli scaglioni Irpef e sulle pensioni.

Contro la tribù dei “musi lunghi” (Cinque Stelle, Salvini e la sinistra radicale) - prima li chiamava gufi - responsabili di un “disfattismo cosmico” (definizione, direi, quasi leopardiana e, quindi, ben lontana dalle sue corde e sensibilità filosofiche che privilegiano, invece, l'efficientismo e il pragmatismo dell'uomo di prestigio e di potere), che oscura i buoni risultati del governo, il puffo fiorentino annuncia le sue proposte propagandistiche, la sua rivoluzione copernicana, ribadendo che il suo partito non è in perdita costante come dicono i sondaggi: “Noi in crisi? Chi lo dice è per il caldo.“
Anche il suo ispiratore e padre putativo quando era in difficoltà, prometteva di abolire la tassa sulla prima casa. 
 (Alfredo Laurano) 22.7.2015

domenica 19 luglio 2015

MIRACOLI E MADONNE

Non è solo stucchevole, è qualcosa di ignobile, di vergognoso, al limite dell’abuso della credulità popolare e della collettiva circonvenzione di incapaci, su scala nazionale.
Non bastano l’afa, il caldo torrido, i quaranta gradi e l’umidità  soffocante di questi giorni a minare le stanche forze del corpo e del pensiero, anche il servizio pubblico della TV di stato, leggasi Raiuno, si impegna profondamente a sciogliere le residue risorse dell’intelletto, a liquefare le coscienze degli utenti stremati e vacanzieri.
Ne avevo già parlato di recente, pensando fosse un episodio, un momento di ilarità e folclore, di sano dibattito, ma mi sbagliavo. Sono costretto a tornare sull’argomento, visto che lo scandalo continua e si infittisce.

E’ in atto, da parecchie settimane, tutti pomeriggi, una squallida crociata contro gli infedeli della razionalità e della scienza, a favore del mistero e del prodigio: madonne, miracoli, veggenti e sensitivi. 
Una deriva ormai senza fine, senza soluzione di continuità, che cavalca e sfrutta le paure e il bisogno di soprannaturale della gente, un quasi quotidiano viaggio verso l’oscurantismo.
Conducono questa controriforma del nuovo secolo, che offende anche il senso del pudore e della sperimentazione sensoriale, una coppia di neo-divulgatori dell’irrazionalità, due semi-incapaci balbettanti e improvvisati: la gallina bionda padovana Eleonora Daniele, che fra la cantilena e l’insopportabile birignao, si compiace di annunciare sempre l’esclusiva e il piacione Salvo Sottile - il Clark Gable della Vucciria - che, coi baffetti da sparviero e capello gelatinato a pera e ciuffo d’ordinanza, non fa che stropicciarsi le mani ed ammiccare alle mature signore.
Tra storie di omicidi, fatti di cronaca e di costume, gossip e tradimenti, diete, prove bikini e consigli per l’estate, non può mancare il consueto spazio dedicato alle madonne: collegamenti, servizi, testimonianze, interviste, ospiti di straordinaria importanza, reverendi chierici non stop, effetti speciali.
In studio, la solita pletora di improbabili esperti e patetici opinionisti - i mughini, le luxurie, i cecchipaoni, le criminologhe, le marchese sfatte e decadute - schierati nella farsa che vuol’essere disfida.
Credenti e miscredenti, preti-star e laici da baraccone, imbonitori e scettici si affrontano, con arroganza e presunzione, in un crogiuolo di chiacchiere e banalità, di sovrapposizioni, di finte risse e bestialità. 
La padovana bionda, sempre cantilenando, aizza il penoso circo, interrompe di continuo, smorza i rari spunti interessanti, non capisce, non conosce tempi e pause di una interessante discussione.  Desolatamente disagiata e imbarazzante.
E il popolo utente, confuso e sempre più disorientato, a tali inquinate fonti, beve e si disseta. Si commuove, si esalta e si convince nella sua beata ingenuità.
E’ la pedagogia dello stupore, del sensazionalismo e del mistero, somministrata a buon mercato dal servizio pubblico e da improvvisati autori, senza un minimo pudore e correttezza. Che colpisce nel mucchio e non tutela i più vulnerabili o chi ha scarse difese culturali. Anzi li sovrasta e li inibisce.

Ma, procediamo con ordine.
E’ assodato che esistono due categorie di madonne: quelle che appaiono (più vanitose e narcise) e quelle che piangono lacrime di sangue (più pudiche e riservate).
Stante la crisi di audience e di appeal di quelle di Fatima e di Lourdes, è di gran moda, e in costante ascesa nella hit parade delle visioni, la Gospa (madonna) di Medjugorie (giro d’affari di tremiliardi di euro), che in quei luo­ghi dila­niati dal feroce nazio­na­li­smo croato cat­to­lico, viene incredibilmente chiamata “regina della pace”.
Da notare e ricordare che, alla fine della guerra che aveva provocato centomila morti, vent’anni fa, la Bosnia era com­ple­ta­mente distrutta, senza più atti­vità pro­dut­tive, con strade e infrastrutture in rovina e gran parte della popo­la­zione senza lavoro. Un solo settore aveva ripreso a maci­nare utili a ritmi ver­ti­gi­nosi, la fab­brica di mira­coli di Medjugo­rje, che in breve tempo era tor­nata a essere una miniera d’oro.

E allora dai con le apparizioni su appuntamento e cieli che si oscurano, estasi mistiche, preghiere, suggestioni collettive e manipolazione delle coscienze.
E’ un filone da sfruttare bene e a lungo nella comunicazione e la Rai lo sa bene e se ne fotte di offendere e offuscare le scoperte dell’Illuminismo. Il tanto, troppo spazio dedicato acriticamente all’argomento magico-divino-circense la dice lunga sulla volontà di assopire, condizionare e distrarre le menti.

Era il 1981, quando sei adolescenti del posto dis­sero di aver visto su un sentiero “una figura fem­mi­nile luminosa, tra i 18 e i 20 anni, snella, alta circa 1 metro e 65, con viso ovale e capelli neri, con una sem­plice veste azzurra e velo bianco, che scendeva verso il basso, con i piedi su una pic­cola nuvola bian­ca­stra. Una corona con dodici stelle dorate sulla testa”.
La descri­zione è uguale a quella dell’iconografia clas­sica tramandata da qua­dri, statue e san­tini.
Oggi, quei giovani sono cresciuti, son diventati adulti e veggenti a pieno titolo.
Sono anche imprenditori di se stessi (hotel, pensioni e tour operator), ma continuano a vedere la madonna e a divulgare i suoi messaggi, a dire il vero, poco originali. Gli spettatori non mancano su quei sassi della impervia collina delle apparizioni e Paolo Brosio, ormai del tutto perso in quella fede integralista, è sempre in prima fila.

Ma grazie ai nostri eroi del miserevole palinsesto estivo, scopriamo che conversioni, visioni e guarigioni non mancano anche in tante altre parti di questa maltrattata Italia, bigotta e medioevale, e sono prontamente esibiti a un pubblico ammaestrato, nella ricca fiera delle allucinazioni.
Altre madonne appaiono in Calabria, a Oppido Mamertina, il tredici del mese, alla nota veggente Teresa Scopelliti cui affida messaggi e profezie, e il giorno quattro a Monfenera, in provincia di Treviso, a Paola Albertini, veggente in carrozzella, che, invitata in studio, ha dichiarato di vederla pure lì, tra monitor e telecamere. Ovviamente, glielo hanno lasciato dire, senza nemmeno contestarla.
Un’altra Vergine Maria si mostra dal 1985, non so bene in quale giorno del mese, a una specie di scugnizzo ridanciano, tale Raffaele Ferrara, mistico analfabeta e calzolaio napoletano, che la incontra appositamente a Oliveto Citra, un paesino di montagna in provincia di Salerno, tra i resti di un castello abbandonato, presso il quale si verificavano già precedenti apparizioni.

Ne parla come se raccontasse una avvincente fiaba per bambini: una grande luce bianca che si apre e lascia intravedere la sagoma di una bellissima donna con le mani aperte, in segno di abbraccio, vestita con un manto celeste, una cintura dorata e appoggiata sopra una nuvola, con un bambino tra le braccia.
Nella piazzetta adiacente il castello, naturalmente, non poteva non nascere la sede del comitato "Regina del castello".

Ce ne sono molte altre di beate vergini che tralascio per comprensione ed altruismo e, soprattutto, perché il cliché delle apparizioni è ripetitivo e convenzionale, con marginali e trascurabili variazioni. Le modalità d’intervento (abiti, luci, colori, nuvolette e fiori) sono più o meno sempre le stesse, ormai consolidate e di routine.

C’è solo da chiedersi come faccia la povera Maria a districarsi tra tutti questi appuntamenti, in orari diversi, secondo la stagione e l’ora legale, senza un’agenda, senza una segretaria, senza lo straccio di un tablet o di un computer.

Nell’altra categoria mariana che la TV pubblica propaga e racconta con passione, sono tantissime le statue che inspiegabilmente, all’improvviso, piangono sangue: quasi sempre di gallina o di capriolo.
Basti ricordare la madonna di Pantano (Civitavecchia), quella di Siracusa e quella di Messina, che, dopo un letargo di ben venticinque anni, ha ricominciato a versare lacrime.
Ma la novità di questi giorni è l’ennesima statuina che, in una cappelletta pubblica di Auditore, vicino Pesaro, ha cominciato a lacrimare appena l’anziana che l’accudiva è passata a miglior vita.
La comunità, pressata, sollecitata, incalzata e portata alla ribalta di Raiuno, è stupita, perplessa e sconcertata. Interviste, riflettori e attenzioni mediatiche rafforzano credenze e superstizioni.

Veggenti, apparizioni e umanizzazione di belle statue piangenti, immaginifiche fontane di spiritualità e magia, e conseguente devozione e fanatismo popolare, affollano e inondano i palinsesti della rovente estate. 
Ma, per restare nelle gabbie dell’irrazionalità, del paradosso e della voglia di trascendente, non si tralascia di ospitare anche, a tempo perso, l’americano Craig Warwick che vede e parla con gli angeli e i defunti, protetto e difeso, a oltranza e spada tratta, da un’altra perla di questa ieratica e grottesca TV: l’inconsistente e vacua  Caterina Balivo, altra gallina mora, baciata e miracolata dal successo e dalle raccomandazioni.
Tutto ciò accade - e questo è il vero sacrilegio - senza invitare la pubblica opinione a stare attenta e a diffidare di tutti coloro che giocano, a vario titolo, con il dolore e i sentimenti di chi soffre.
Non ci resta che (rim)piangere - senza lacrime di vero o finto sangue - Corrado, Pisu, Tortora, Vianello, i Cetra, Samarcanda e la Televisione seria e professionale di una volta.
17 luglio 2015         (Alfredo Laurano)


giovedì 16 luglio 2015

NOI AVREMMO…

Io lo avrei tirato a sinistra…, io avrei infoltito il centrocampo…per me doveva sostituire una punta e passare al 4 4 2: sembrano i tifosi al bar che parlano di calcio, dopo che la loro squadra ha perso.
Lo osannavano in piazza ad Atene non più tardi di pochi giorni fa. Ora, lo tacciano di codardia e tradimento. Questa è la coerenza dei vanagloriosi Cinque Stelle, che, proprio
loro,  definiscono Tsipras un dilettante. Non c'è limite alla presunzione.
“NOI avremmo tessuto alleanze con i paesi del Sud.
“Tsipras ha svenduto la Grecia, ha ceduto ai poteri forti, aveva un potere contrattuale enorme dopo il referendum.  
“NOI,  proponiamo altre misure, come la lotta all’evasione fiscale, alla corruzione, tasse sui ricchissimi.
“NOI avremmo contrattato, fino alla fine, forti del risultato delle urne, per poter dire o accettate le condizioni richieste dai cittadini o usciamo dall’Europa, sapendo che nessun paese vorrebbe la Grecia, come l’Italia, fuori dall’Euro. Invece, Tsipras ha ceduto su tutta la linea, si è venduto anche il Partenone, ha rinunciato alla sovranità nazionale”.

Ma Di Maio e Di Battista non sanno che la Germania voleva buttare fuori la Grecia dall'Europa e cancellare Tsipras, che non aveva niente da opporre, tranne la fame e la miseria per i greci?
Non sanno che in Grecia non ci sono soldi per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici e che le banche greche - chiuse già da parecchi giorni - sono già fallite e senza i soldi dell'Europa non riapriranno mai?
Che nessuno vende più alla Grecia e nessuno compra più dalla Grecia?
Che il turismo si è fermato e le prenotazioni vengono disdette per la situazione economica? Che nessuno fa più scontrini e fatture, il che significa niente entrate per l'erario?
In una situazione sempre più critica e disastrata, il cosiddetto piano B poteva essere uno solo: dichiarare bancarotta e tornare alla dracma.
E Tsipras non se l'é sentita.
Forse, nel recente referendum, avrebbe dovuto chiedere al suo popolo: preferite l'ennesimo piano di austeritá di cui giá si conoscono le conseguenze o il fallimento definitivo e il ritorno alla moneta nazionale?
Ce lo spiegheranno i saccenti, vanitosi e saputelli a Cinquestelle, dall’alto della loro spocchiosa saggezza.

16 luglio 2015  (Alfredo Laurano)

mercoledì 15 luglio 2015

EUROVENDETTA IN CARROZZELLA

E' una schifezza, un colpo di stato, un ricatto. Non possiamo accettarlo.
Il cosiddetto negoziato fra la Troika e la Grecia ha gettato la maschera. Non c'è nessun negoziato e il problema non sono i soldi, i debiti, il Pil e simili. La posta in gioco è l'umiliazione della Grecia e del governo Tsipras, la sostituzione di quest'ultimo con un governo-fantoccio, il disciplinamento feroce della società greca e di quella europea, la serrata della Troika attorno al totem delle ''riforme''.
Anche Ida Dominijanni, prestigiosa firma del Manifesto, la pensa così. Come me, come tanti, come chi ha a cuore le sorti della democrazia e della sovranità dei popoli e di quel Paese, riconosciuto come culla della civiltà occidentale, patria della filosofia e della cultura. 
Alla fine, l’Europa si è vendicata brutalmente del referendum di Tsipras, imponendo misure più drastiche di quelle che lo avevano determinato. L’alternativa era uscire dall'euro, come voleva Schauble, lo spietato ministro in carrozzella. Con il ritorno alla dracma i ricchi sarebbero stati più ricchi e i poveri più poveri.
Tsipras, il suo partito e il suo governo sono un problema insormontabile, un corpo estraneo nell'establishment europeo così come è stato costruito dai detentori del potere finanziario, un potere che sovrasta e orienta le istituzioni nazionali ed europee. Sono il focolaio di un contagio che va spento ad ogni costo. Tsipras non si piega ai diktat della Troika e allora la Grecia va umiliata e lui cacciato, così da dare un esempio a quanti cominciavano a pensare che un altra europa fosse possibile, vedi Podemos in Spagna.

E' in atto uno scontro ideologico tra potere e democrazia. Le questioni economiche sono pretesto e strumento dello scontro. Non possono tollerare un governo di sinistra e temono il contagio di Spagna e Portogallo: la supremazia iper liberista tedesca deve eliminare ogni governo non allineato.
“La scelta era tra l'intesa e l'addio all'euro", ha detto Tsipras. Ha spiegato che l'aumento dell'Iva è preferibile rispetto alla riduzione di pensioni e stipendi, assicurando che questi non saranno tagliati. Ecco perché, alla fine, Tsipras, tra la possibile salvezza del Paese e quella del suo partito, ha scelto la prima.
E l’Europa dei ricatti è già riuscita così a disgregare Siryza e la sua compattezza. Ora farà di tutto per completare l’opera ed estromettere Tsipras, già in crisi con il suo partito, e per colonizzare, definitivamente la Grecia.

Mentre ieri la Francia festeggiava la rivoluzione del 14 luglio, la Germania, prima imperiale e colonialista, poi hitleriana e nazista, poi socialdemocrazia della vergogna - che deve ancora chiedere scusa per le nefandezze del nazismo - riaffermava  la sua supremazia. Oggi, come ieri, l'egemonia e l'arroganza tedesca dilagano in Europa e si esprimono mediante un mero esercizio economico, per mano di plutocrati moderni, che generano miseria e devastazione sociale e culturale.
La Germania, a distanza di decenni, replica la sua storia utilizzando mezzi ben più subdoli e globali rispetto al passato. Chi fermerà questa follia?
Dalla vicenda greca almeno questo lo abbiamo imparato.

15 luglio 2015  (Alfredo Laurano)

lunedì 13 luglio 2015

UMILIATI E OFFESI

Umiliati e offesi: ovvero, la decadenza di una nazione nobile e fiera che ci ha dato la poesia, il teatro, la filosofia. Che ha introdotto, per prima nella storia del mondo, l’idea di “democrazia”.
Una nazione che sta passando da una posizione di grande ricchezza culturale ad un deplorevole stato di miseria e prostrazione. Atene, umiliata e offesa, che, come la Pietroburgo dostoevskijana, vive le contraddizioni dell'animo e delle vicende umane.

E’ chiaro, è evidente, lo avevamo già capito, detto e scritto prima dell’ultimatum che aveva portato al referendum: della Grecia, del suo valoroso popolo e delle sue gagliarde tradizioni, a questa asettica Europa delle banche non gliene frega niente.
Vogliono far fuori Tsipras, sostituirlo con un governo tecnico domato, rassegnato e remissivo che accetti riforme capestro da fare in tre giorni: pensioni, Iva, reintroduzione dei licenziamenti collettivi, modifica dell'intero codice civile e pignoramento di beni di Stato, da trasferire in un Fondo per 50 miliardi. 
Un “piano lacrime e sangue”. Questo il ricatto dell’eurogruppo. 
Oppure fuori dall’euro e da questa Europa che impone condizioni umilianti e disastrose.
Per il premio Nobel, Paul Krugman, si tratta di richieste "folli" che tradiscono il progetto europeo"
“Adesso basta, ci vogliono schiacciare”. Tsipras, dopo aver detto "negozio per la dignità della Grecia", preso dalla disperazione si è sfilato la giacca per offrirla agli interlocutori, come a dire: prendetevi pure questa!
"Le proposte dell'Eurogruppo sono il catalogo delle crudeltà". Spiegel on line battezza così il documento uscito dal vertice dei ministri delle Finanze dell'eurozona. 

L’ Europa, che qualcuno ha definito “un parco giochi per banchieri, tecnocrati e finanzieri globali”, può forse fare a meno della Grecia. 
Se invece Europa significa ancora storia e civiltà al cui centro stanno l’uomo, la conoscenza, la libertà e la bellezza, allora no. 
Senza la Grecia, l’Europa perderebbe la memoria delle sue origini e dei principi più alti su cui si fonda. 
La decisione non è stata ancora presa, ma si vuole innegabilmente l’umiliazione della Grecia e la punizione di Tsipras - novello Spartaco che capeggia la rivolta degli schiavi dell'austerità - che ha osato coraggiosamente sfidarla.
13 luglio 2015  (Alfredo Laurano)




UNDICI LUGLIO

E’ tempo di saldi, di promozioni e grandi offerte.
Riti commerciali obbligatori, offerti sull’altare dei consumi, delle voglie e degli sfizi.
Riti collettivi che a volte danno un friccico di gioia e di soddisfazione: non servono, non risolvono, ma creano un filo di speranza, un giochino della fantasia, un’ennesima illusione. Insomma, aiutano a campare.
In realtà, nella nostra esistenza, ce ne sono sempre, in ogni stagione, ad ogni festa comandata: dalla primavera della giovinezza, all’inverno della maturità, passando attraverso le mezze stagioni dell’infanzia, del dubbio, delle paure, dei desideri.
Ma più che saldi, sono bilanci, estratti conto scadenzati del mestiere di vivere.
Sono pagine e riflessioni che il nostro grande magazzino personale ci obbliga a visitare, a rileggere, a ricordare, ad indagare, senza sconti per nessuno. Sono i saldi del confronto, della coscienza, dei valori che ci portiamo dentro, sempre in bilico e a rischio di precarietà.

Dalle aste e le vocali, abbiamo avuto il privilegio o la sventura di scoprire, a tarda età, le lusinghe della tecnologia che hanno cambiato tanti aspetti della vita quotidiana, che ci hanno svelato un mondo nuovo e sconosciuto, attraente e misterioso, senza però riuscire a cancellare del tutto i segni ed i confini della nostra specificità, nella difficile battaglia culturale per l’autonomia del pensiero e degli affetti.
Siamo nell’età - come diceva Jep nella Grande Bellezza di Sorrentino - in cui non dobbiamo e non vogliamo fare ciò che non ci va di fare.  Che ci consente di decidere, di scegliere, di preferire, di selezionare le cose e le persone, i piaceri e i sentimenti, e tutto ciò che amiamo, con una punta di sano egoismo primordiale. 
Non possiamo inseguire o fermare il tempo, né le mode, né gli obblighi sociali, morali o religiosi. Non dobbiamo inseguire l’esistenza, possiamo solo viverla, fino alla fine del romanzo.

Tra i sofisticati totem della modernità, nuove forme ibride di chiese e religioni, fatte di santi, santini, allegorie, miti fasulli, volgari preghiere, arroganti predicatori, anarchici peccatori e brutte figurine - da adorare con ogni possibile riserva e con tutto lo scetticismo dell'eretico convinto - è bello, talvolta, dal palco del proprio teatrino artigianale, scostando un po' il sipario che ci veste, ci avvolge e ci comprime, guardarsi dentro e riscoprire ancora emozioni, quasi giovanili o dimenticate. E ritrovare, soprattutto, nei vecchi e nei nuovi compagni di avventura - ma anche nel ricordo di chi ci ha dolorosamente abbandonato - una rinnovata, fresca e rara linfa vitale, che solo l’amicizia sa creare.
Non da spettatori, ma da protagonisti della tragicomica commedia della nostra vita!
E per Marta, oggi festeggiata, tutto questo conta assai ed è sempre stato un insopprimibile bisogno, che ha prodotto gioie e anche delusioni. Mai a saldo, mai in liquidazione.

Gli amici sono importanti perché attraversano la nostra vita, nel bene e nel male e, come diceva qualcuno, raddoppiano i piaceri e dividono le angosce a metà.
Accanto e insieme a loro, vive il mondo della memoria, l’altra nostra vera ricchezza: siamo quello che abbiamo pensato, amato, compiuto e condiviso con un altro pezzo di umanità. E siamo, soprattutto, quello che di tutto questo ricordiamo.
I ricordi sono il profumo delle nostre esperienze, cartoline e lettere firmate che abbiamo spedito al nostro futuro. Qualsiasi esso sia e a qualunque età.
E noi, compagna mia, tra il riso e il pianto, ne abbiamo spedite e condivise tante.  
Auguri in ogni caso. 
(Alfredo)