La sorpresa di domani,
giorno di Pasqua, non sarà solo nel classico uovo di cioccolato, ma potrebbe
venire dal cielo.
La stazione spaziale
cinese Tiangong-1 è in caduta libera e nell'impatto con l'atmosfera andrà in
pezzi. E’ possibile però che alcuni frammenti possano arrivare sulla terra ma,
al momento, è impossibile prevedere dove.
Non è escluso che
possano cadere sul nostro territorio, perché la zona a rischio è attualmente quella
attraversata dal 43° Parallelo, un'area vastissima che comprende anche
l'Italia, da Firenze in giù, fino a Sicilia e Sardegna: probabilità stimabile
intorno allo 0,2%.
Solo da domani i calcoli
degli esperti permetteranno le prime esclusioni e allora il cerchio comincerà a
stringersi.
La previsione di
rientro sulla terra della navicella è stimata quindi per domani, 1 aprile alle
ore 11.26, ma è soggetta a continui aggiornamenti, perché legata al
comportamento della stessa rispetto all’orientamento che assumerà nello spazio
e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta,
nonché a quelli legati all’attività solare.
Sulla base delle
informazioni diffuse dalla comunità scientifica, è possibile fornire alcune
indicazioni utili alla popolazione affinché adotti, responsabilmente,
comportamenti di auto protezione:
- è poco probabile che
i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più
sicuri rispetto ai luoghi aperti. Si consiglia, comunque, di stare lontani
dalle finestre e porte vetrate;
- i frammenti
impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti
stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone:
pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle
singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli
edifici;
- all’interno degli
edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale
impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e
nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli
edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza
delle pareti;
- è poco probabile che
i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell’impatto;
- alcuni frammenti di
grandi dimensioni potrebbero sopravvivere all’impatto e contenere idrazina. Chiunque
avvistasse un frammento, senza toccarlo e mantenendosi a un distanza di almeno
20 metri, dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti.
Tiangong-1, una sorta
di cilindro lungo 10,5 metri, con un diametro di circa tre metri, non è fra i
veicoli spaziali più grandi, rispetto ad altri che in passato hanno subito lo
stesso destino; è stata la prima stazione spaziale cinese, lanciata nel 2011 e
poi raggiunta e agganciata da un’altra navicella (Shenzhou-8) senza equipaggio,
mentre i primi astronauti vi sono saliti a bordo, nel giugno 2012 e 2013,
trascorrendovi in tutto un ventina di giorni.
Da allora, la stazione
ha continuato a essere utilizzata, disabitata, per condurre una serie di test
tecnologici, con l’obiettivo di de-orbitarla, a fine missione, con un rientro
guidato in una zona pressoché deserta dell’Oceano Pacifico meridionale, una
specie di cimitero dei satelliti.
Purtroppo, però, un
anno fa, il centro di controllo a terra ha perso la capacità, pare in maniera
irreversibile, di comunicare e impartire comandi al veicolo spaziale.
Tiangong-1 ha perciò
perso progressivamente quota, perché il continuo impatto con le molecole di
atmosfera, a quelle basse altezze, le ha sottratto incessantemente energia.
Ed è questo processo,
completamente naturale, che alla fine la farà precipitare sulla terra senza
controllo, non potendo essere più programmata un’accensione dei motori per un
rientro guidato.
Chiudete, quindi,
finestre e balconi e scendete in cantina con l’uovo e la colomba.
31 marzo 2018 (Alfredo
Laurano)