domenica 29 settembre 2013

MITO, FAVOLA O LEGGENDA?


Epopea berlusconiana o solo un ’operetta?
L'altalena di affermazioni, smentite, ipotesi, annunci e proclami  è finita. 
O così sembra.
La giostra della discordia e dei contrasti si è fermata e le larghe intese sono state all’improvviso disattese. I ricatti sono diventati diktat.
Dopo settimane di polemiche e di contraddizioni quotidiane, di scenette e siparietti da teatrino e canzoncine da operetta, è arrivato perentorio l’ordine: è crisi di governo, l'ultima del caimano, che ha ritirato per vendetta personale i suoi sudditi ministri.

Un paradosso! Della logica e della politica. Bizarro e sorprendente, ma pur sempre nelle corde dell’ormai confuso sovrano incantatore delle masse che, a mio avviso, non ha nulla da guadagnare sul piano personale e giudiziario. Anzi….!

Fra qualche decennio, come dice il mio amico Antonio, gli storici guarderanno a quest'anno come a uno dei peggiori della storia d'italia. Solo macerie e devastazioni per la follia politica di un miliardario egocentrico e per l'incapacità di una alternativa di sinistra, divisa su tutto, tranne che nel difendere le poltrone e i privilegi.

Io sono d'accordo, ma il grave rischio è che nei libri di storia sarà magari ricordato più come vittima e perseguitato dagli aguzzini magistrati comunisti, che per tutte le sue malefatte: un insigne statista cui è stato impedito di governare e di salvare la patria, nonostante il consenso di dieci milioni di seguaci (ai tempi migliori).
Processi, condanne, corruzione e bunga bunga, da salotto, da letto o da governo, cadranno forse in prescrizione nei ricordi e sulle pagine di storia o saranno un piacevole contorno, magari sfizioso e piccantino.

Appresso ai folli, ai narcisi, agli esaltati onnipotenti, nella vicenda umana, di altri folli subalterni, pronti al sacrificio e al masochismo ce ne sono a frotte.
E rappresentano il maggior pericolo di contagio e di epidemia, in quanto scorie tossiche del fenomeno, a lungo permanenti. Fino a farne un mito.
Anche oggi, infatti, è così. Tutto contribuisce alla sua creazione, determinando con l’uso e con l’abuso del berlusconismo, l’eponimo di un ventennio di passioni insane e di scelleratezze.

O sarà raccontato, nella migliore delle ipotesi e come suggerisce sempre il mio amico Antonio, per i favori ricevuti da Craxi per le frequenze TV, per i Mangano assunti, per i giudici corrotti e le sentenze comprate, per la compravendita di parlamentari, per le rogatorie internazionali e i falsi in bilancio, per le minorenni usate per le sue manie sessuali, le figuracce internazionali, gli amici che hanno lucrato sugli appalti dell'Aquila, per i numerosi processi, le condanne, le prescrizioni e per il menefreghismo dimostrato in un momento drammatico per l'economia del Paese.

Questo è l’illuminato "statista" che verrà ricordato?
Non ne sarei così sicuro: sarebbe un racconto dei fatti troppo incredibile per essere vero agli occhi dei posteri lettori e di chi giudicherà.
Anche se tutto ciò è reale, concreto e sacrosanto.

Dipenderà da chi scriverà le sue memorie, la sua biografia (oggi è il suo 77° compleanno), il libro nero delle sue mascalzonate. Oltre ai giudici, agli avvocati, ai parlamentari, i mediatori, i magnaccia e all’ infinito stuolo di mignotte - che ha a sempre avuto a libro paga - sicuramente cercherà di pagare e di corrompere pure gli storici e i loro eredi, magari, con scrittura notarile o testamento olografo.

Poi, va anche considerato che gli italiani sono "scordarelli": qualcuno ancora rimpiange il duce o lo ricorda, con nostalgia e non poca ammirazione, solo, o soprattutto, come grande riformatore.
Anche Silvio potrebbe quindi diventare una leggenda!
Non sappiamo, forse, che è stato il più grande statista degli ultimi 150 anni? Più di De Gasperi, Moro e Berlinguer? Ipse dixit.

Certo che lo sappiamo. L’abbiamo visto e ce l’hanno anche confermato a “Oggi le comiche”.

 29 settembre 2013                                 (Alfredo Laurano)  

                   

CRONACA DI UNA CRISI DI GOVERNO

                             TOTO' A COLORI O TOTO' AL CIRCO?

Una sceneggiata, una ennesima farsa, il solito teatrino della politica e dell'assurdo. Stanno superando se stessi, i berluscones! 
Da due, tre giorni giocano a prendere, ulteriormente, per il culo gli italiani, dopo averlo fatto per vent'anni.
Annaspano nel vuoto, nell'incertezza e sbandano paurosamente: giurano e confermano la fedeltà al condannato - salvo qualche mal di pancia, a stento trattenuto - e la provano con le annunciate dimissioni di massa - che, come ho già detto e scritto, non rassegneranno mai - e, al contempo, ribadiscono la fedeltà al governo, in uno spericolato numero da acrobati del paradosso, senza rete.
Che sottile strategia, che opera di ingegneria politica!
Una riuscitissima gag alla Totò che conferma il loro stato confusionale.
Assunto che, chi tiene il piede in due staffe, prima o poi, rimane scalzo, che succederà quando arriverà la condanna definitiva e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per il processo Ruby, o quando sarà condannato per la compravendita dei senatori?
Probabilmente, Silvio sa per certo che se fa cadere questo governo, che ha tanto voluto, verrà arrestato dalla Procura di Napoli, che non aspetta altro che la sua decadenza dalle immunità parlamentari.  
                                                       °°°°°°°°°°°
Mentre in giunta delle immunità arriva la memoria difensiva del decadente, si pensa e si lavora a un possibile esecutivo di minoranza che nascerebbe sotto l'egida di Napolitano: scontate per molti le adesioni di alcuni Cinquestellati e degli scontenti del PDL, tra cui Giovanardi e Quagliariello. Credo che basti solo questa vaga ipotesi di alternativa, peraltro possibile e praticabile, a dissuadere i presunti aspiranti dimissionari di massa a rinunciare al loro annunciato atto di coraggio e fedeltà. Resterà, o resterebbe, comunque, nella storia il gesto e l'intenzione. 
                                                           
                                              SANSONE E I FILISTEI

RICATTO, DIKTAT, SFASCIO: quando conta solo la sua questione personale, i suoi guai giudiziari..... Del paese, della crisi, dei problemi della gente non gliene frega un ca.....!
Sappiatelo e ricordatevelo, italiani, di destra, di centro e di sinistra....!
Il caimano ha ufficialmente "invitato i suoi sudditi a valutare la possibilità di dimettersi dal governo". Eufemismo di facciata che deve leggersi così: "vi ordino di uscire dal governo! E gli ordini non si discutono.
"Obbedisco", hanno risposto i sudditi.
Per il servo Sallusti, la colpa è addirittura di Letta. Con la faccia come il culo, titola in prima pagina: "Letta fa cadere il governo".
E' il gesto folle e scriteriato di un leader che, arrivato alla frutta e vicino alla canna del gas, cerca ancora di ricattare, intimidire, sfruttare tutto il suo potere - residuo, reale e mediatico - per coprire le sue note vicende e la sua fine, nella vana ricerca di una soluzione.
Un irresponsabile "Sansone, pronto a morire con tutti i Filistei ...."

29 settembre 2013                                   (Alfredo Laurano)
 

mercoledì 25 settembre 2013

HASTA SIEMPRE FRAN“CHE”SCO!


Da quando papa Francesco, appena eletto, è apparso al balcone di S. Pietro, con quella faccia da “santo subito” (come diceva Gramellini), la gente comune, fedeli e non, ha percepito un certo cambiamento. Una palingenesi attesa e forse annunciata, in un certo senso, anche dalle straordinarie dimissioni, o storica abdicazione, di Benedetto XVI.  
Un nuovo papa che appariva come un modesto parroco di una piccola comunità, che parlava una lingua semplice, ma diretta, efficace e comprensibile a tutti.
Il rifiuto del lusso e dei privilegi, da una parte, e l'umiltà, la schiettezza e la spontaneità, dall’altra, sono i tratti che, fin da subito e poi sempre più spesso, caratterizzano il nuovo Pontefice.
Con un'altra figura intellettuale, la Chiesa avrebbe forse rischiato il tracollo: sesso, soldi, segreti, ricatti e pedofilia: il Vaticano precipitato in un brutto romanzo di Dan Brown.

Per risollevare l’umore dei fedeli e “la reputazione della ditta non serviva tanto un cesellatore di encicliche, quanto un uomo di cuore..." E di grande sincerità e coraggio.

Un uomo vestito di bianco che cammina tra la folla e mette in crisi la scorta e gli apparati di sicurezza. 
Che augura “buon pranzo” e “buona sera” a tutti.
Che esce per la prima volta da S. Pietro per andare a Lampedusa dai migranti.
Che afferma, con genuino candore e con inaudita chiarezza, che la guerra è fatta per vendere e smaltire le armi, che il denaro è la radice di tutti i mali e che: ”chi sono io per giudicare un omosessuale?” 

Sono temi, diciamo piuttosto inconsueti, se non rivoluzionari, per un papa alla “Che Guevara”, come dice Crozza…
Temi che, da laico e comune cittadino, ho sempre contestato al Potere, denunciato e condiviso con chi la pensa come me. 
Temi che, da oggi, con mia imprevedibile soddisfazione e sorpresa, anche Francesco riafferma, condanna e condivide, con ben altro peso, consistenza e autorevole prestigio.

Forse perché, come scrivevo al momento della sua elezione a marzo, “è argentino come Maradona e Che Guevara, si chiama Francesco come Totti e mamma mia, sembra umile e modesto e perciò promette bene.”
Benvenuto nella rivoluzione!

25 settembre 2013                                                 (Alfredo Laurano)


lunedì 23 settembre 2013

POVERI NOTAI



E si, è giunto il momento di preoccuparsi seriamente.
I notai guadagnano la metà rispetto al 2005, il reddito dei professionisti italiani è precipitato negli ultimi vent’anni.
I calcoli li ha fatti l’Adepp (l'Associazione degli enti previdenziali privati), nel primo rapporto sulla previdenza privata.
In sei anni, mostra il rapporto, il reddito medio dei notai si è più che dimezzato: il repertorio, l'indicatore degli atti registrati, è passato da 129.400 euro a 66.800. A spingere al ribasso è soprattutto la netta flessione delle compravendite immobiliari.

Gli avvocati sono fermi al 1990, ma gli iscritti sono triplicati in 20 anni. 
Il reddito medio, al netto dell'inflazione, non ha subito alcun mutamento ma pesa il sensibile aumento degli iscritti alla Cassa forense. Nella sola Roma ci sono tanti avvocati quanto in tutta la Francia.

Brutte notizie anche per ingegneri e architetti. Dal 2007 il reddito scende di cinque, seimila euro e cala sensibilmente anche il volume d'affari medio.

Allarmanti dati riguardano poi gli psicologi. Un terzo degli psicologi europei risiede in Italia, la metà risulta disoccupata e il livello delle retribuzioni si attesta sui 625 euro al mese.

Di dentisti, chirurghi e specialisti medici non è dato sapere, non ci sono studi statistici al momento.
Forse, però, i dentisti italiani sono un po’ in crisi a causa delle offerte a basso costo – pacchetto tutto compreso: viaggio, soggiorno e prestazioni odontoiatriche – proposte da affidabili studi professionali  in Croazia e Romania, dove impianti, protesi e cure costano meno della metà.

C'è anche qualcuno, però, che negli ultimi dieci anni, ha visto il proprio reddito aumentare.
È il caso delle professioni economiche: dottori commercialisti, ragionieri, e consulenti del lavoro. Complice la sempre più serrata lotta all'evasione condotta dall'erario e la conseguente crescita di adempimenti,  il lavoro negli ultimi anni non è mancato. Si registra  un aumento medio di 8-10000 euro l’anno.

Ovviamente, i redditi di cui allo studio sono quelli dichiarati al fisco, a cui risulta anche che i gioiellieri guadagnano in media meno di quindicimila euro l’anno o che le commesse di grandi negozi commerciali prendono più degli stessi titolari.

Chissà se vedremo mai qualcuno di costoro, un notaio, un avvocato o un dentista  in fila alla Caritas come i tanti disoccupati, emarginati e poveri in canna che troviamo oggi, insieme ai ricchi pensionati?
23 settembre 2013                (Alfredo Laurano)