lunedì 2 gennaio 2023

MEDITATE, GENTE /2584


Ogni tanto, mi ricordo che sono (o ero) anche un sommelier, con tanto di corsi e di attestati. Non di mestiere o professione, ma da cultore e appassionato del nettare di Bacco, la bevanda più antica nel mondo.
Nata chissà quanti secoli fa, ha accompagnato la storia dei popoli di tutto il mondo.
E se per noi gli effetti dell’alcol sono scontati, una volta il vino era visto come una pozione magica, con il potere di inebriare le menti.

La civiltà europea è legata a una delle sue piante più antiche, la Vite, ed al suo frutto, l'uva.
Furono proprio i Greci a sviluppare la viticoltura in Europa e portarla in Italia, poi gli Etruschi appresero quest'arte e la trasmisero ai Romani.
Il vino è fondamentalmente presente nella Dieta Mediterranea e svolge funzioni utili come alimento, con proprietà specifiche dai suoi interessanti costituenti, presenti in quantità elevate. Ingerito in dosi moderate, facilita la digestione, ha azione energetica e diuretica per la presenza dell'alcol etilico, aumenta il flusso di sangue ai reni e la produzione di saliva e della secrezione gastrica.
Ha anche un’azione depressiva del sistema nervoso, determinando una gradevole sensazione psichica, oltre che fisica; dilata i vasi coronarici ed è particolarmente utile nei casi di stanchezza psicofisica. I fenoli e i polifenoli presenti nel vino, svolgono molteplici azioni come proteggere i capillari del sangue, aumentando di conseguenza il loro tono, l'elasticità e resistenza.
Molto benefico è l'apporto di sali minerali all'organismo come il ferro ed il rame, che aumentano il contenuto di globuli rossi del sangue; il potassio invece favorisce il tono muscolare, intervenendo sulle contrazioni cardiache.

Come già detto, il vino, prima di tutto, è un alimento.
Un bicchiere durante il pasto aiuta la digestione e può esaltare il gusto del piatto che si sta mangiando.
Ma è anche un momento di piacere e svago: favorisce il rilassamento fisico o mentale, aiuta ad allentare la tensione.
Per questo, oggi, non vorrei parlare di abbinamenti con cibo, cucina e territorio, ma di un argomento di cui si dice e si sa poco: i vini da meditazione, da sorseggiare in tranquillità dopo cena e degustare con calma.

Con la dicitura “vini da meditazione” si indicano quei grandi vini strutturati che non necessitano di essere abbinati a delle pietanze e che possono essere degustati da soli. O meglio: per coglierne a pieno tutte le caratteristiche e per assaporarne tutti i pregi, dovrebbero essere degustati da soli.
Dolci, speziati, profumati, invecchiati, eccellenze dell’enologia italiana, possono avere tante sfumature organolettiche, ma sempre una personalità importante. Sono molto intensi, morbidi, caldi, dal gusto armonico e dal tenore alcolico elevato e vanno gustati con lentezza perché hanno bisogno di tempo per esprimersi al meglio. Perciò sono “da meditazione”, secondo la definizione usata da Luigi Veronelli.
Sono vini profumati di notevole dolcezza, ma anche rossi estremamente corposi e dal lungo affinamento o ancora vini liquorosi molto invecchiati.

Vediamo qualche esempio.
Tra i passiti, cioè quelli prodotti con uve fatte appassire dopo la raccolta, troviamo il Passito di Pantelleria, lo straordinario Picolit dei Colli Orientali del Friuli, lo splendido Cinque Terre Sciacchetrà, l’Erbaluce di Caluso, il Recioto di Soave, il Moscato Rosa passito Alto Adige, il Vin Santo del Chianti e il Sagrantino passito di Montefalco. Anche l aromatico Traminer e i vini fortificati come il Porto, lo Sherry e il Marsala sono da meditazione.

Tra quelli che hanno fatto un lungo invecchiamento in botte, risultando vellutati all’assaggio, il Brunello di Montalcino, il Barolo, il Barbaresco o l’Amarone.
I Vini da Meditazione esistono per dare un piacere in più.
Sono piccoli sorsi di gioia e di dolcezza, che possono aiutare a concludere una cena (invece dei nocivi amari), oppure ad accompagnare momenti di conversazione a tavola o in salotto tra parenti e amici.
Ma se si guarda il vino sotto questa luce diversa, è facile capire che quel nettare degli Dei è anche e soprattutto arte.
14 dicembre 2022 (Alfredo Laurano)

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