domenica 31 agosto 2014

SI RIPARTE



Dopo una lunga estate di polemiche, di chiacchiere, di addii, di calciomercato non stop e delusioni mondiali, oggi riparte il Campionato di Calcio.
Molti italiani potranno finalmente dimenticare Renzi, Berlusconi, la crisi e le manovre economiche, gli ammazzamenti e i femminicidi quotidiani, i migranti che affogano tutti i giorni, i genocidi e le guerre in Ukraina, a Gaza, in Irak e in tutto il Medio Oriente.
Come sempre, per tifare meglio e di più, alcuni potranno riversare un po' di sano razzismo e di consueta violenza negli stadi e nelle strade intorno. 

Tutto il resto è noia, anzi no.
Non dobbiamo dimenticare che nel mondo del pallone non esiste deflazione. I prezzi di mercato sono sempre più alle stelle, l'inflazione non si frena mai.
Qualche campione giocoliere guadagna fino a sei-otto milioni l'anno e costa anche 50, 70 milioni di euro, come accade pure in Formula Uno.
Come un asilio nido, o una piccola scuola di provincia o lo stipendio di sette, otto boiardi di Stato che non conoscono la crisi.

Così va il mondo ed io, per poco, non sono riuscito a cambiarlo. Mi dispiace, provateci voi.
Quindi, nonostante tutto e tutti, non mi resta che sperare: Forza Roma!

30 agosto 2014                       (Alfredo Laurano) 
 

sabato 30 agosto 2014

SIAMO ALLA FRUTTA? NO, ALLA DEFLAZIONE

Deflazione: che cos'è e da che cosa è provocata.

Il nostro Paese non è solo in recessione - flessione, rallentamento o regressione dell'attività produttiva (Pil) e significativo incremento del tasso di disoccupazione -  ma è anche in deflazione
 La deflazione, l'inverso dell'inflazione, ha effetti sulla vita di tutti i giorni.
Si tratta di un andamento che premia il portafogli di molte famiglie, ma che nasconde anche una insidiosa trappola per il sistema economico. Comunque, la notizia è ufficiale: l’Italia è in deflazione.

Che cos’è e perchè fa così tanta paura agli economisti, alle imprese e ai consumatori?

Si tratta di un generale ribasso dei prezzi, l'esatto opposto dell'inflazione (aumento continuo  e costante dei prezzi di beni e servizi). 
Di questi tempi, il moltiplicarsi di sconti, offerte e promozioni sembrano premiare il risparmio di molte famiglie ma, in realtà, è solo un effetto a breve termine, perché Il calo prolungato dei prezzi determina conseguenze ben più gravi. 
Se la deflazione non viene combattuta rischia di innescare una spirale pericolosissima che aggraverebbe ancora di più la recessione.

La deflazione è provocata dalla caduta della domanda: meno persone fanno acquisti e più i commercianti sono spinti o obbligati - pur di vendere - ad abbassare i prezzi.
Questo, ovviamente, porta meno ricchezza, più disoccupati in giro e, di conseguenza, contrazione dei consumi. 

Un circolo vizioso, un cane che si morde la coda che può diventare un mix esplosivo per un Paese come il nostro che già sconta le difficoltà della recessione. Un mix che rende l'uscita dalla crisi ancor più lontana.

La deflazione è una minaccia reale per le imprese che guadagnano meno e hanno scarsa liquidità aziendale. E, oltre ad avere meno capitali che derivano dall'attività commerciale, sono costrette a diminuire la produzione e, in molti a casi a licenziare o a non assumere.
Alla lunga, quindi, calo di reddito e meno soldi in giro. Anche per le aziende, che, costrette a diminuire i prezzi, alimentano la spirale recessiva.
Questo finisce per pesare sul Pil e quindi sul suo rapporto con il deficit, o disavanzo pubblico, che si produce quando le spese superano le entrate.
30 agosto 2014                                    (Alfredo Laurano)

martedì 19 agosto 2014

PIERCING, PERCHE'?



Ne ha 453 sparsi su tutto il corpo, anche se per la maggior parte sono sul viso e sui genitali. Tale Rolf Buchholz, l'uomo con più piercing al mondo, è stato fermato all'aeroporto di Dubai per motivi di sicurezza. Era arrivato negli Emirati Arabi per tenere uno spettacolo in un locale notturno.

Nato come arte per abbellire e decorare il corpo, oggi si fa il piercing per  voglia di diversità,  per differenziarsi dagli altri, per esibire qualcosa di originale. E forse per stupire.
Si marchia il proprio corpo a vita, anche con tatuaggi, per contestare la società o per emanciparsi o per cercare e affermare una propria identità. Anche se qualcuno vede in questi atti una inconfessata voglia di masochismo e di autolesionismo.

C’è chi lo fa per tradizione, chi per moda, chi per motivi religiosi, chi per erotismo, chi per puro esibizionismo. 
Chi per distinguersi e chi, invece, per omologarsi alle tendenze del momento. Per uniformarsi a un costume, a uno stile, a un orientamento generale.
Quindi, se prima era per smarcarsi, ora è per conformarsi. 

Sono in molti, soprattutto giovani, ad avere sia piercing che tatuaggi e a lasciarsi scivolare addosso mode e tendenze, facendosi, spesso, da esse dominare. 

Sta all'intelligenza e al gusto d'ognuno scegliere, valutare, decidere.

Bucarsi una qualsiasi parte del corpo, maschile e femminile, è una pratica sempre più diffusa e normale: aghi, anelli, gioielli, palline, tubetti, oggetti ornamentali in materiale vario (acciaio, oro, titanio o altro che, a volte, produce severe infezioni) infilati su naso, lingua, ombelico, sopracciglia, capezzoli e perfino sui genitali.


Sembra che persino la Mattel avesse deciso di proporre per quest'estate un modello di Barbie con tatuaggi e piercing, poi ripensandoci per ovvie ragioni di opportunità etico-commerciali.

Il piercing ha origini antichissime. Lo scopo principale era quello di distinguere i ruoli di ogni membro all'interno della tribù primitive, sia nel quotidiano che durante le cerimonie e i riti collettivi, rendendo immediatamente palese tutta una serie di informazioni sull'individuo e sul suo gruppo di appartenenza. 

Insomma, erano una forma di comunicazione in codice.

Anche oggi, tuttavia, tali ornamenti - visti come scelta e come simboli - possono fornire alcune chiavi di lettura e di interpretazione di una personalità o di una certa mentalità, o contribuire a identificare il background politico e culturale di una persona o di un esteso fenomeno sociale.

O di un bislacco fenomeno da baraccone!

19 agosto 2014     (Alfredo Laurano)

TERRORISTA A CINQUE STELLE



Premesso che non sono, né voglio essere l’avvocato di Alessandro Di Battista, leggo da più parti che: “Di Battista giustifica il terrorismo”.
Non mi pare l’abbia mai detto e mai scritto.

E’ vero sciacallaggio politico sfruttare alcune sue parole, estrapolate da un ben più complesso ragionamento, per accusarlo di fiancheggiare il terrorismo e i kamikaze, cosa che il Cinquestellato non ha mai affermato o condiviso. "Non sto né giustificando, né approvando, lungi da me. Sto solo provando a capire". 

Nel suo lungo articolo - banalizzato e semplificato per interessi di parte e che, forse, molti non hanno nemmeno letto per intero - Di Battista cerca di indagare e inquadrare storicamente la caotica situazione del Medio Oriente, figlia del colonialismo ottuso ed egoista dell’Occidente,  dove da duecento anni Inglesi, Francesi, USA ed Israele hanno imposto il loro dominio, esercitato il loro potere, creato o alimentato guerre, odio e discriminazioni, smembrato regni, stati ed emirati a seconda delle convenienze del momento.
Gli americani, poi, hanno destabilizzato l’area per accaparrarsi il petrolio, contribuendo ad aggravare le condizioni sociali della popolazione di turno.
E dove ci sono interessi americani, senza eccezioni, cresce e  prospera il terrorismo. Ben finanziato, ben armato e ben pilotato.
In questo contesto afferma che: “nell'era dei droni e del totale squilibrio degli armamenti il terrorismo, purtroppo, è la sola arma violenta rimasta a chi si ribella. E' triste ma è una realtà".

E scorretto e vergognoso il modo  con cui certi politici cercano di far passare Di Battista per uno sponsor del terrorismo.  Qualcuno ha scritto: chi attacca Di Battista, NON ha letto il pezzo, o NON lo ha capito, o è corrotto intellettualmente.
 17 agosto 2014        (Alfredo Laurano)