giovedì 28 marzo 2013

ORA BASTA, METTIAMOLI ALLA PROVA

Nella foto, il povero Bersani "all'esame" di Dottrine Politiche con gli acidi assistenti del prof.Grillo, titolare della cattedra. 
Non gli hanno dato manco 18 e l'hanno bocciato, in diretta streaming, già prima che parlasse. Perché farsi umiliare così da insignificanti, ridicoli ausiliari?

E’ oltre un mese che il Paese ruota intorno a Grillo e al Movimento 5 Stelle cercando di indovinarne gli umori, leggerne le strategie, interpretarne le disponibilità.
Adesso basta.  Si vada oltre, questo è il loro gioco.  E, visto che:
-  i soldatini cinquestellati sono telecomandati dal loro Generale senza macchia e controllati in  streaming anche quando vanno in bagno;
-  non sembrano aver ben capito il ruolo e le funzioni che hanno assunto come rappresentanti del popolo in un parlamento  già molto rinnovato;
-  hanno sulle spalle la responsabilità e le aspettative di milioni di cittadini;
-  non sono più a fare politica sul blog, coi post, i commenti e i filmatini con la webcam;
-  stiamo vivendo un momento decisivo per l’economia e la storia del nostro Paese;
 - siamo tutti stanchi degli insulti e degli slogan da piazza, ormai inutili, sterili e controproducenti e della loro presunzione, arroganza e chiusura ad ogni dialogo…..
…ci dicano finalmente cosa intendono per cambiamento, visto che per loro le proposte di Bersani non sono accettabili e convincenti.
Personalmente credo che non vogliano,  non se la sentano e non siano capaci di governare, di scegliere, di decidere solo con…un semplice “apriscatole” e tanta incompetenza e superficialità.
Per questo invito Napolitano a dare l’incarico a Grillo, a Casaleggio, a Becchi o a chiunque altro loro vogliano designare per costruire un governo di totale pulizia e rinnovamento. Vediamo chi saranno i ministri (sperando che non siano acidi e sprezzanti come Crimi e la Lombardi), le leggi, le proposte, le priorità. Il popolo non aspetta altro.
Mettiamoli alla prova, ci dimostrino di non essere soltanto l’armata del vaffanculo facile e assai poco impegnativo.
27 marzo 2013                                                                         AlfredoLaurano

mercoledì 27 marzo 2013

MAI CON BERLUSCONI!

Un mio amico auspica un governo di coalizione PD-SEL-PDL, ed aventuali altri, per l'emergenza, per salvare il paese.Non sono affatto d'accordo.
Caro Giulio, mi chiami in causa, ma conosci il mio pensiero.
Ne abbiamo già discusso, scritto e commentato subito dopo le elezioni. Se il PD e Vendola vogliono conservare la parolina “sinistra” dopo quella “centro” ed il trattino, non possono ascoltare il canto, il richiamo e l'invito interessato della sirena di Silvio, nè cadere nella trappola renziana. 
Il furbo puffo toscano - megalomane stratega di stampo arcoriano - spinge Bersani nella braccia di Berlusconi perché ne vuole la definitiva caduta. Che sarebbe poi, a mio avviso, anche l’estrema condanna di tutto il partito - che alle prossime elezioni rischierebbe l’estinzione, con consegna del parlamento nelle mani a cinque stelle - e di quel che resta del reale concetto di Sinistra.
Non posso nemmeno lontanamente immaginare un governo “d’emergenza” con quelli che attaccano il palazzo di giustizia di Milano e i magistrati per difendere e salvare il loro padrone, plurinquisito, plurindagato, pluricorrotto, plurimpedito, plurimentitore e pronto alla galera.
Con quelli impresentabili, improponibili, inguardabili, indecenti che hanno affollato e inquinato Piazza del Popolo pochi giorni fa, per dieci euro ed un panino. L’idea di essere un possibile alleato di costoro mi mette i brividi e mi fa salire il disgusto.
Oltre al fatto che ciò costituirebbe una effettiva riconsacrazione del già politicamente defunto Silvio “onnipotente” e il riconoscimento “ufficiale” della sua resurrezione.
In Germania, la “gross koalition” si è fatta perché c’era la Merkel, mica Berlusconi!
Quello che non capisco, e mi dispiace, è perché il povero Bersani - pur nella sua logica, alla “peppone”, di uomo onesto e coerente, ma incapace di sottili strategie comunicative (come i Renzi, i Grillo e, soprattutto, i Berlusca) - si ostini a cercare una soluzione a una evidente missione impossibile. Fino alla rinuncia, all’uscita di scena e alla umiliazione.
26 marzo 2013                  (Alfredo Laurano)

Mi accusi di non capire la necessità e di non voler trovare soluzioni. E hai il coraggio di chiedermi, retoricamente, perché scateno come frecce d'odio i miei aggettivi contro la banda degli impresentabili??? Dobbiamo perdonarli perché siamo in emergenza e farceli alleati? Ma quando mai! Dovremmo sputtanarci e rinnegare vent'anni li lotta contro il berlusconismo e i suoi derivati per fare un governicchio di transizione che puzza di marcio e cancella la dignità? Non c'è soluzione perché: i cinquestelle non sanno assumersi responsabilità e fare distinzioni, Bersani non farà il governo e uscirà di scena, il nostro popolo quando vota usa la pancia e non la testa. Si tornerà alle elezioni e forse nulla ancora cambierà. A meno che..
(A.La.)
 Per la precisione: che siamo in emergenza mi era parso di capirlo da solo, anche senza la tua dotta spiegazione. Ribadisco, però, che la soluzione non può essere l'inciucio proprio con chi ci ha portato a tutto questo per ignavia, incompetenza, menefreghismo ed egoismo personale e si è fatto leggi e ca... suoi per vent'anni. Questa gentaglia, di cui non condivido nulla e che disprezzo, non può non essere qualificata da quegli aggettivi che tu disapprovi ma che, secondo me, con precisione la descrivono. Senza, peraltro, mai dimenticare il volgare linguaggio e lo stile da imbonitore del buffone che ha sempre offeso e coglionato gli italiani e la magistratura. (A.La.)

27-3-2013
Ma allora parliamo proprio lingue diverse! Ancora mi parli di proposte? Ti ripeto che per me non ci sono soluzioni: l'unica pista logica e coerente (per me e milioni di italiani) sarebbe stata quella del consenso dei grillini a far nascere un governo di cambiamento e di riforme urgenti e poi valutarne, di volta in volta, l'operato e, nel caso, condividerlo. Quel governo lo si sarebbe potuto far cadere in ogni momento, al primo errore, al primo tradimento. Questa era o sarebbe stata la garanzia per i "nuovi salvatori della patria". Ma il santone che telecomanda i suoi soldatini da fuori il parlamento non vuole salvare l'Italia, vuole decidere da solo e continuare a insultare tutto il mondo per megalomania. Non si è neanche accorto che non sta più in piazza a fare "ammuina" e che, in teoria, dovrebbe assumersi delle responsabilità. Sarà una grossa delusione per chi gli ha creduto e l'ha votato con fiducia e con speranza. Degli impresentabili, ho già detto e quindi non ci rimane che votare e, grazie a Grillo, rischiamo un altra vittoria di Berlusconi. Lo avrà lui sulla coscienza. (A.La.)

mercoledì 20 marzo 2013

GRILLO, PERMETTI UNA DOMANDA?


Durante la riunione dei parlamentari cinquestellati convocata in una sala a Montecitorio, quelli che hanno votato Grasso al Senato sono stati invitati a motivare la loro decisione.  Hanno confessato il loro voto e spiegato le loro ragioni. Sono stati processati a porte chiuse, in una specie di tribunale interno, con tanto di accusa e di difesa, per aver infranto il codice di comportamento del Movimento….
Poi, forse, sembra, si dice, pare… siano stati perdonati!

Ma è così difficile capire che hanno soltanto usato quello che si chiama buon senso, che a molti e a Grillo è sconosciuto? Che hanno ragionato con la propria testa e con coscienza, per impedire una orribile scelta di continuità con il passato? E che non hanno lanciato nessun segnale, salvo quello della loro autonomia di pensiero nel valutare il senso reale delle cose?

Chiedo a Grillo: ma, se fosse stato eletto Schifani, grazie, anche, alle vostre schede bianche, non pensi che almeno metà degli italiani vi avrebbero preso a pernacchie e calci in culo, voi e i vostri proclami di onestà, pulizia e rinnovamento? E che avreste perso di credibilità e di consenso fra i tanti elettori - non attivisti - che vi hanno votato con fiducia e con la speranza di cambiare?
    
(Alfredo Laurano)        20 marzo 2013


BUON GIORNO FRANCESCO!

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Alle sei, già si sentivano gli elicotteri girare sulla città blindata. Chiuse al traffico una parte del Lungotevere e molte strade intorno al Vaticano, a creare una larga zona off limits. Piazza Risorgimento trasformata in accampamento di varie strutture,  presidi sanitari, bagni chimici, maxi-schermo, Croce Rossa, parco ambulanze e tende varie.

Capillare l’organizzazione e impressionanti le misure di sicurezza.
All’uscita Metro Ottaviano un primo, nutrito gruppo di carabinieri, protezione civile e polizia di Roma Capitale indirizzava le folate di pellegrini, sparati a raffica dai treni. Lungo tutta la via, disseminata di banchetti souvenir, e, soprattutto, sulla piazza-accampamento, agenti, operatori e addetti vari in pettorina gialla. 
All’inizio di via di Porta Angelica, il primo filtro in tre corsie transennate, con ispezione di  borse e zaini  e metal detector portatile passato sulle persone che affluivano ad opera di polizia, carabinieri e finanzieri.  
Un secondo controllo nel percorso a imbuto, poco prima dell’arco di Porta Angelica.

Sotto il colonnato, poi, il più minuzioso esame di oggetti, borse e abbigliamento fatti passare nei tunnel  cercametalli e attraversamento obbligatorio dei varchi sotto il portale magnetico  per le persone.
Anche nella zona centrale di via della Conciliazione, tutta transennata, un esercito di addetti e volontari a guidare e smistare una folla sempre più crescente, un immenso popolo di genti d’ogni paese ed etnia, con bandiere, cartelli, striscioni e milioni di fotocamere, tablet e telefonini.
Insomma, un’imponente, incredibile servizio d’ordine di migliaia di addetti, a vigilare sulla sicurezza della piazza e della cerimonia di inizio pontificato di papa Francesco. (Alfredo Laurano)








domenica 17 marzo 2013

LA PRESUNTA COERENZA E’ LA VIRTU’ DEGLI IMBECILLI


Nel Movimento si ragiona, si discute, si prende sempre più coscienza dei ruoli e delle funzioni. Dalla piazza, dalla rete, al Parlamento. Non tutti sono disposti ad accettare in silenzio gli editti e le grida dell’egemone stregone e i cartellini rossi sventolati da quell’ arbitro parziale e prepotente.

Alla scomunica del santone-padrone che invita alle dimissioni i traditori che hanno ieri sera votato Grasso al Senato, hanno risposto molti stellati che non sono d’accordo. Sul blog di Grillo è un diluvio di critiche e perfino di  insulti all'ex comico.

 "Ma Vaffanculo!!! - scrive M. Apicella - hai chiesto il parere degli elettori del movimento prima di formulare il tuo editto? Quindi era meglio Schifani?"…  "Chiunque abbia votato per Grasso - commenta  D. Giglio - ha fatto bene! “…  “In certe occasioni – dice Claudio - ci vuole anche buon senso . Con il rischio di eleggere ancora Schifani dovevano decidere di dare il loro contributo… E poi la democrazia è anche libertà di voto, senza essere additato come eversivo del movimento.” …."Se si pretende che tutti votino come robottini allora vuol dire che si vuole che i parlamentari M5S si comportino peggio degli altri - aggiunge N. Iacono - cosa si vuole, che i parlamentari siano solo dita utili a spingere bottoni?”  Asprigno : "Non mi piace questo post minaccioso, cosa facciamo, espelliamo un paio di parlamentari a settimana?  Anche A. Porcheddu critica: "Ma il movimento 5 stelle è un gregge di pecore? Dove avete messo il concetto uno vale uno? 

In certi casi, la presunta coerenza è la virtù degli imbecilli. Ne vedremo delle belle!
17 marzo 2013
                                                                                   AlfredoLaurano                                       



HA VINTO L'ANTIMAFIA!

Pietro Grasso Presidente del Senato. Laura Boldrini alla Camera. Francesco, papa umile dei poveri che sperano....
Vuoi vedè che qualcosa sta cambiando....


16 marzo 2013 Fine modulo- Al Senato, è in corso il ballottaggio tra un ex indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e un cacciatore di mafiosi. (Schifani PDL – Grasso PD)
Sembra di giocare "a guardie e ladri"!

sabato 16 marzo 2013

DITE A LAURA CHE L'AMO!


Non si poteva fare scelta migliore. Laura Boldrini, è il nuovo Presidente della Camera.
Persona di altissimo profilo umano, donna di acuta sensibilità, da sempre impegnata a difendere e rappresentare i diritti degli ultimi e degli emarginati come Portavoce dell’ONU per i Rifugiati.
Nel sincero e commovente discorso di insediamento - più volte interrotto da convinti e intensi applausi – ha parlato di rinnovamento, di diritti delle donne che subiscono violenza, dei disperati senza nome che muoiono nel Mar Mediterraneo e ha sottolineato  l’urgenza di ritrovare valori come solidarietà, uguaglianza e giustizia sociale, da troppo  tempo smarriti o ignorati.

“La politica segna la nostra vita e non si può sempre restare a guardare. Perché non basta lamentarsi per migliorare le cose. Questo Paese non ha più tempo da perdere. Ha bisogno di un cambiamento netto, a cominciare da coloro che nelle istituzioni hanno la responsabilità di rappresentare il popolo italiano. Farò in modo - ha promesso ancora - che questa istituzione sia anche  un luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno.  Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze,  per dare piena dignità a ogni diritto, per ingaggiare una battaglia vera contro la povertà e non contro i poveri. Facciamo di questa Camera la casa della buona politica.”

Auguri Laura e buon lavoro. Hai tutta la mia stima e quella di moltissimi italiani. Anche se - e aggiungo con orgoglio,” per fortuna”, non sei molto amata da quei mafiosi del PDL che ancora ripropongono  (proprio in queste ore) Schifani al la presidenza del Senato.
Vedremo che faccia e che coraggio avranno Monti e gli stellati rottamatori.

16 marzo 2013                                   AlfredoLaurano

giovedì 14 marzo 2013

CENA COL NUOVO PAPA


HABEMUS PAPAM
13 marzo 2013: 
la quinta fumata è bianca.
Mò se po fa pure il governo!

Folla in delirio in piazza San Pietro dopo la fumata bianca che annuncia l'elezione del nuovo Papa. Grida di entusiasmo, sventolio di bandiere tra le migliaia di fedeli che sono accorsi nonostante la pioggia. Al suono delle campane, la gente continua ad accorrere per poter vedere il Pontefice che tra qualche minuto si affaccerà al mondo intero.
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                                                                                    14 marzo 2013
E proprio ieri sera, dopo tantissimo tempo, avevo dei vecchi e cari amici a cena. Mentre arrivavano a casa mia, molto vicina a S. Pietro, arrivava pure la fumata bianca che annunciava il nuovo papa.
Per chi crede e per chi vuole, è una strana coincidenza. Quasi che l'evento volesse in qualche modo benedire quest'amicizia che dura dall'antichità, ma un po' assopita dal tempo e dalla vita.
Come se fosse stata risvegliata e ravvivata da quel gabbiano che picchiettava sul comignolo della Sistina, poco prima che uscisse il bianco fumo.
E tra il frastuono, il delirio della piazza, le migliaia di macchine e fedeli e le campane a festa, siamo rimasti ad aspettare di sapere chi fosse il nuovo papa.
E' argentino come Messi, Maradona e Che Guevara, si chiama Francesco come Totti e mamma mia. Sembra umile e modesto e perciò promette bene.
La cena, già ottima ed eccellente, è stata consacrata dallo storico momento.
Non molto facilmente sarà dimenticata!
 (Alfredo Laurano)                                                                           


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NOMEN OMEN
Questa foto, scattata all'indomani dell'elezione, mostra papa Francesco in pullman con i cardinali, probabilmente nel corso degli spostamenti di giovedì mattina. Il rifiuto del lusso, dei privilegi, l'umiltà e la semplicità sono i tratti spesso sottolineati del nuovo Pontefice. Anche per fare ritorno alla Domus Santa Marta, subito dopo l'elezione, ha rifiutato l'auto e preferito il mezzo comune con gli altri porporati.

"Possibile, dice Gramellini, che un centinaio di anziani preti abbiano intercettato in pochi giorni il desiderio di cambiamento che i politici italiani si rifiutano da anni di vedere?
Da quando papa Francesco è apparso al balcone, con quella faccia da «santo subito» che i primi gesti si sono incaricati di confermare, le persone normali non smettono di porsi questa domanda.
Il buon senso suggerisce che ai cardinali giunti a Roma per l’elezione del successore di Ratzinger sia bastato annusare l’aria di Curia per capire che con un altro pontefice intellettuale si sarebbe rischiato il tracollo. Sesso, soldi, segreti, ricatti, il Vaticano precipitato in un brutto romanzo di Dan Brown.
Per risollevare l’umore dei fedeli e la reputazione della ditta non serviva tanto un cesellatore di encicliche, quanto un uomo di cuore..."

Nel nome, secondo i Romani, sta dunque racchiuso l'essere della persona, il suo destino. Non sapevano e non sappiamo se questa credenza valga anche per i papi. Speriamo, comunque, che il nuovo Francesco sappia interpretare il tanto necessario ed auspicato rinnovamento della Chiesa, anche in campo sociale.

15 marzo 2013      (Alfredo Laurano) 

















mercoledì 13 marzo 2013

SCOMMESSE SUL FUMO


Nella Cappella Sistina è iniziato ieri il conclave e ci sono già state due fumate nere.
Sotto "Il Giudizio Universale" di Michelangelo, i cardinali “sotto chiave” - isolati da contatti esterni e da ogni forma di comunicazione -  inseriscono le loro schede con i nomi dei prescelti nelle urne, sotto la guida del solo Spirito Santo e pronunciando il solenne giuramento: “Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto”.

Potremmo adottarlo anche in Parlamento per garantire l’assoluta buona fede dei nostri politici che votano alla Camera e al Senato, della cui sincerità, moralità e onestà, comunque, non dubitiamo e non vogliamo dubitare, anche se…. tra indagati, mafiosi, venduti e pregiudicati…  non sembrano molto illuminati da spirito santo, evangelico e cristiano.

Intanto, nel mondo, in particolare nel Regno Unito, fervono le scommesse.
In Italia sono proibite, come per le elezioni politiche.
Si scommette su chi sarà il nuovo papa, su come si chiamerà, su quanti scrutini ci vorranno.


Il cardinale Angelo Scola è il grande favorito del conclave con quote che oscillano tra il 3 e il 4.
A seguire i cardinali Turkson  e Bertone. Più giù nelle quote Ravasi, Sandri e Bagnasco. Seguono Oullet, O’Malley, il filippino Tagle e l’honduregno Maradiaga. Qualche chance pure per l’ironico americano Dolan.

Le scommesse sul papa, comunque, hanno catalizzato l'attenzione di mezzo pianeta e William Hill, il maggiore bookmaker inglese, ha raccolto puntate in 50 paesi.

Favoritissimo dei bookmaker il nome di Pietro, staccato quello di Giovanni Paolo e quello di Benedetto.
Altri tifano per Francesco, ma molti sperano che non sia Silvio I°.
13 marzo 2013
                                                                                                         AlfredoLaurano             

martedì 12 marzo 2013

PATETICI E PENOSI


Non so se mi fanno più schifo o più pena.
Dopo aver umiliato il Parlamento e tutto il popolo italiano, essersi coperti di ridicolo e offeso la minima comune intelligenza di chiunque, votando compatti che Ruby fosse davvero la nipote di Mubarak, tantissimi cialtroni, servi, burattini e oche giulive del PDL, hanno avuto anche il coraggio di invadere oggi Il Palazzo di Giustizia di Milano, per protestare contro la visita fiscale al malato Berlusconi e la presunta persecuzione giudiziaria di cui sarebbe vittima il padrone.
Sono anni che costui cerca in tutti i modi di sottrarsi al giudizio della Magistratura, tra prescrizioni e legittimi finti impedimenti. E i suoi disperati e patetici seguaci, dopo quel voto- barzelletta che ha fatto ridere tutto il mondo e la stampa internazionale, non si vergognano nemmeno di inscenare simili e volgari attacchi alle istituzioni, pur di difenderlo ad oltranza e garantirsi ancora privilegi e sopravvivenza.
E' una sceneggiata ignobile, incredibile e grottesca, una goffa caricatura di manifestazione di dissenso, una ottusa parodia della piazza che contesta!
Ovviamente, c'erano pure Razzi e Scilipoti!
L'altro venduto, l'indagato maiale De Gregorio, non pervenuto.
VERGOGNATEVI RUFFIANI!

11 marzo 2013
                                                                                                                              AlfredoLaurano                    

domenica 10 marzo 2013

IL DOLORE DI UN POPOLO



Qualunque sia la valutazione politica che la storia darà a Hugo Chávez, presidente del Venezuela appena scomparso, non c'è dubbio, se si è in buona fede, che il suo rapido passaggio in questo mondo non sia stato un evento banale. Per questo credo stia suscitando una commozione collettiva in tutta l'America Latina, anche in quelle nazioni meno abituate ad approvare le strategie di cambiamento di questo seguace di Bolivar che sognava un continente affratellato.(G. Minà)

Hugo Chávez è la spiegazione del perché, in tutta l’America Latina, la parola socialismo ha ancora un profondo significato, mentre in Europa lo ha perduto quasi del tutto.
Questa spiegazione è, prima di tutto, nei numeri. Nei circa 20 anni in cui Chávez fu al potere in Venezuela, con alterne vicende, quel paese si portò al primo posto del continente nella riduzione della povertà; la mortalità infantile fu dimezzata; la rivoluzione educativa fece del Venezuela uno dei paesi più alfabetizzati del Sud America. Un paese che ha meno disoccupazione di tutti gli altri; che ha un’assistenza sanitaria senza confronti (con l’aiuto di Cuba).

Avversari, americani  e certa stampa lo chiamavano Dittatore socialista. Strano dittatore è colui che vince, con larghissimo margine, tutte le elezioni cui partecipa. Strano dittatore colui che, rovesciato da un colpo di stato benedetto da Washington, nel 2002, viene riportato al comando da una sollevazione di popolo. Chávez fu socialista perché amava il suo popolo.
Ovvio che, adesso che non c’è più, s’intensificheranno le manovre per cancellare il suo lascito politico. La capacità di corruzione e di violenza dell’Impero occidentale è immensa e resistervi non sarà facile. Le riserve petrolifere del Venezuela, che si dice siano le più grandi del pianeta, sono un obiettivo cruciale. Washington vuole fare del Venezuela l’Arabia Saudita che si affaccia sui Caraibi. 




Il Venezuela di Chávez ha ora dunque molti amici in America Latina e molti nemici fuori. Si vedrà da che parte penderà la bilancia. Noi, qui in Europa, possiamo fare poco per aiutare quei popoli. Ma possiamo imparare da loro molte cose.(G. Chiesa)











giovedì 7 marzo 2013

ORDINARIA FOLLIA QUOITIDIANA


Troppe tragedie della disperazione, ormai quasi quotidiane, evidenziano il disagio sociale e la tensione che vive e respira il nostro paese.
Riferiscono dell’esasperazione crescente di tanti cittadini che non sanno più come sopravvivere alla crisi, alla perdita del lavoro, al fallimento delle loro piccole imprese. Rivelano tutta la disperazione di chi non sa come andare avanti e come arrivare a fine mese. Di chi non vede vie d’uscita e che non ha futuro.
E decide di uccidere, di uccidersi o di arrivare a compiere gesti eclatanti e clamorosi.

Come quello di ieri di Perugia, l’ennesimo, o di tanti altri dei giorni scorsi.
Non si può più ignorare il clima sociale insostenibile cha fa da sfondo ad ogni apparente dramma della follia, all’azione di un pazzo squilibrato.
Né sottovalutare e tacere l’insensibilità delle strutture pubbliche o private che, regolamenti alla mano, decidono o rifiutano, con cinismo e indifferenza, di dare finanziamenti, aiuti e sovvenzioni  e, quindi, di sostenere o rovinare la vita delle persone. Peraltro, pesanti tasse e burocrazia perversa scoraggiano e avviliscono chi vuole in qualche modo lavorare e stare in regola.

Sullo sfondo poi, a far da degno panorama, uno squallido sistema  di potere, infettato da dilagante corruzione e privilegi, che accresce la rabbia e l’impotenza  di chi è o si sente vittima di soprusi ed ingiustizia ed è abbandonato al suo destino. Ma che con quel sistema sporco ed immorale deve comunque, per disperazione, confrontarsi per cercare soluzione al suo conflitto esistenziale.
A volte, dall’esito fatale.
All’orizzonte, nessun segnale positivo, né un sottilissimo filo di speranza.

7 marzo 2013
                                                                                                            AlfredoLaurano                                 

lunedì 4 marzo 2013

SORDITA'

La sordità di Grillo, sempre più divinizzato, è direttamente proporzionale all’intensità delle sue urla. E’ sempre e solo un no, gridato e preventivo. Nessun  accordo, nessuna intesa. 
E non sembra sentire nemmeno l’ipotesi di una soluzione alla “siciliana” (appoggio su specifiche leggi e programmi a un governo Bersani), come già accade in quella regione e come suggerisce anche Dario Fo.
E' commovente lo spessore culturale di molti suoi fans che pensano di fare politica con i cori, i vaffa e motti da stadio o con accese dispute da bar e sul web. Tutto ben condito con la presunzione e l’arroganza  di chi ha ragione e basta.
Che recitano, ripetuti alla noia come un mantra, i soliti quattro slogan imparati a memoria (…apriamo come scatolette…tutti a casa...) a chiunque voglia solo tentare e argomentare un ragionamento.
Che non rispettano nessuno…“tanto so’ tutti uguali”.
Che, con i paraocchi del fanatismo distruttivo,  non sanno distinguere chi guarda con attenzione al movimento, da chi lo disprezza e lo condanna senza appello. 
Che non sanno, non vogliono e non devono dialogare civilmente con gli altri perché così ha deciso e imposto il messia-predicatore.
Che idolatrano il loro nuovo profeta che non conosce il futuro, ma sa distruggere il presente, senza  suggerire pragmatiche soluzioni.

Come pensano di cambiare e salvare l’Italia se non conoscono nemmeno i preliminari della democrazia? Con l’odio, la rabbia, l’insulto? O continuando a protestare al vento da invasati?
Prima o poi, dovranno pur provare a fare! Ora sono in Parlamento!

Incoraggiamo l’inciucio e laviamoci le mani. Lasciamo che si ammazzino fra loro. Poi, rifacciamo le elezioni e raddoppiamo le stelle in questo decadente paradiso?
È questo che vuole il moralizzatore?
E’ questa la strategia per arrivare alla maggioranza?
Questo paese ha bisogno di essere governato, subito: ha il debito pubblico alle stelle, tre milioni di disoccupati e un esercito di nuovi poveri che mangiano alla Caritas. Imprese cancellate, tasse da usurai, pensionati al minimo e alla fame e giovani senza futuro.

Ma se la classe politica e i partiti hanno certamente tutte le colpe e la totale responsabilità dello sfacelo, anche chi - per proprio tornaconto - sceglie il cinismo, l’indifferenza,  il calcolo e l’ostruzionismo, pur avendo la possibilità di cominciare a muovere qualcosa, diventa altrettanto complice e colpevole. Ammette e palesa l’incapacità di rinnovare, di riformare e di assumere impegni con serietà e coraggio. Sconfessa la volontà di agire, rinnega la coerenza che fino ad oggi aveva vantato e riaffermato nelle piazze e perde di  credibilità. Quella che più di otto milioni di persone gli hanno espresso con fiducia nelle urne.

E ciò vorrebbe dire che quel movimento non ha e non aveva a cuore le sorti del paese e degli italiani, ma alimentava solo un forte vento populista che soffiava sul dissenso e distruggeva tutto, anche il buono e le speranze. Come un uragano, appunto: lo tsunami a cinque stelle!
Forse dobbiamo cominciare a preoccuparci o a chiamare l’esorcista.
3 marzo 2013
                                                                                    AlfredoLaurano                                           

venerdì 1 marzo 2013

ORA BISOGNA METTERCI LA FACCIA



La raccolta di firme per chiedere a Grillo di sostenere il nuovo governo Bersani su alcuni precisi punti di programma condivisi ha raccolto in poche ore decine di migliaia di firme. Per cambiare l'Italia e per scongiurare un accordo Pd-Pdl. 

Grillo, a campagna elettorale finita,  a urne chiuse e a successo ormai ratificato, non sembra aver ancora  abbandonato i panni del predicatore urlante e incazzato che guida la protesta, trascina le folle e agita le piazze perché continua a rispondere con insulti, slogan e metafore ad ogni tentativo di coinvolgimento. Non sembra voler accettare che non è più l’ora di strillare, sbraitare, condannare, sputtanare e stramaledire tutto e tutti senza distinzione, ma che è che è arrivato il momento del fare. Di costruire, con pragmatismo, onestà  e lucidità una nuova realtà: quella della buona politica, tanto auspicata e invocata da milioni di seguaci e disperati cittadini. Sempre che non si voglia solo sfasciare e, tra un po’, passare di moda, come tante meteore qualunquiste...

Il Movimento Cinque Stelle - anche se non è ancora un partito perché non ha sede e strutture, ma abita solo in un Blog - ora è dentro le istituzioni. Il forte consenso uscito dalle urne impone un'assunzione di responsabilità e non certo uno sterile ostruzionismo a priori. E conta su oltre 160 neoparlamentari, tutti vigili e pensanti.
Questa valutazione è condivisa da tantissimi commenti e  voci di militanti e votanti che spingono per il confronto su pochi, ma chiari punti programmatici. Il dibattito è esploso al punto che il sito ufficiale del movimento è stato a tratti inaccessibile.

"Abbiamo la possibilità - scrive un militante - forse unica, di fare il conflitto di interesse, legge anticorruzione, riduzione di numero e soldi ai parlamentari, legge elettorale, e il leader si attacca agli insulti di Bersani, dopo aver giustamente sparato a zero su tutti? Prendiamoci la responsabilità di essere attori del cambiamento. Se questo movimento è democratico, come il fondatore dice, forse è il caso di ascoltare tutti quelli che democraticamente si stanno esprimendo in questo senso, ad occhio sono la maggioranza".
"Io credo che non si debba perdere l'occasione di cambiare questo paese. Il paese reale con Grillo è entrato in parlamento, ora il nostro- vostro compito è quello di modificare la vecchia politica, bisogna indirizzare la politica del paese. 

Sono anch’io di questo avviso e perciò ho subito firmato quella petizione. Ma vorrei invitare Bersani a perseguire solo questa strada fino in fondo e mai quella di  baciare il culo a quel giaguaro che non è riuscito a smacchiare. Sarebbe la fine di quel che resta di un partito ma , soprattutto, l’estinzione di un’idea.
1 MARZO 2013                                           

                               AlfredoLaurano