venerdì 31 gennaio 2014

UN BLITZ

UN BLITZ DA STATO DI POLIZIA
A proposito di Stato-Mafia, della repressione del dissenso, di informazione orientata e manipolata, del tentativo di cancellare dubbi e di imbavagliare le opposizioni....



Questa notte, alla conclusione della diretta di Servizio Pubblico, l'ex collaboratore di giustizia Vincenzo Scarantino è stato bloccato sull'auto della produzione, che lo avrebbe dovuto accompagnare in albergo, e prelevato nel corso di un blitz da una volante della polizia e quattro auto civetta. 

Dopo un anno di maltrattamenti e carcere duro a Pianosa (non mangiava il cibo sporcato dalle guardie, non dormiva e aveva perso 45 chili) , Scarantino si era autoaccusato della strage in via D’Amelio, spiegando per filo e per segno come e perché fosse stato organizzato l’omicidio Borsellino, della 126 rubata, nascosta e imbottita di tritolo e particolari vari dell'attentato. Poi, a sorpresa, decise di ritrattare tutto accusando poliziotti e magistrati che, a suo dire, lo avrebbero costretto a testimoniare ciò che non aveva mai fatto, mai visto o mai sentito.

Ha raccontato in trasmissione, per la prima volta, di come un gruppo di poliziotti lo facesse studiare e lo preparasse agli interrogatori: “Le sere prima mi leggevano tutto ciò che avrei dovuto dire e io dovevo memorizzare, per poi confessare."
Evidentemente, ieri sera, in trasmissione ha parlato troppo, anche se non ha fatto il nome del suo suggeritore ufficiale.
Ma potrebbe sempre farlo, meglio farlo sparire e costringerlo al silenzio.
Ne sapremo più qualcosa? O lo "suicideranno"?

31 gennaio 2014                                           (Alfredo Laurano)

POVERI PARTIGIANI!

Con fatica, devo vincere lo schifo e il disgusto che, da tempo e, soprattutto, in questi ultimi giorni e settimane, provo e mi pervade quando l’occhio mi cade sui fatti quotidiani e mi costringe a prendere atto di quanto disprezzo la classe politica abbia nei confronti dei comuni cittadini. 
O meglio sudditi, vessati da tasse, obblighi e stangate, sempre più spremuti, disorientati e presi in giro.
Non bastava il comico balletto senza fine di Imu e Mini Imu, l’integrazione della Tares, il caos dei conteggi impossibili, degli F24 e dei bollettini non pervenuti, l’assalto ai Caf, le lunghe ed estenuanti file di pensionati in banca e alle poste, solo per capire e per pagare. Oltre al danno, la beffa, un’ offesa alla dignità della persona, una vera umiliazione.
Questo ridicolo Stato medievale, fondato sull’approssimazione e sull’incompetenza, non è in grado nemmeno di spiegare come vanno saldate le gabelle.

Grazie al super attivismo dominante del puffo fiorentino, è in arrivo la nuova legge elettorale Renzusconi, che di fatto restaura il decaduto senatore e lo rilegittima nonostante la condanna. In compenso - evviva la democrazia! - cancella le minoranze e le opposizioni e rinnova i fasti del porcellum.

E che dire della vicenda del milionario presidente dell’INPS - vera multinazionale di cariche, incarichi e prebende con la degna sua consorte - indagato per truffa, falso e abuso d’ufficio?
Del ricatto dell’Electrolux che, minacciando la Polonia, vuole dimezzare salari e diritti degli operai italiani. O dell’ineffabile imprenditrice romana proprietaria di 1243 appartamenti, sconosciuta al fisco…e agli artigli di Equitalia e Guardia di Finanza?
No, non bastava tutto questo, anche perché: “domani è un altro giorno” e spunterà un altro scandalo, un altro furto, un altro abuso ai danni dei cittadini.

Una schi­fezza dietro l’altra, un giorno dopo l’altro, dalla poli­tica, dalle istituzioni, dai poteri forti e dalla mafia di stato. Ma, ieri, anche un ine­dito attacco alla demo­cra­zia par­la­men­tare: il colpo di “ghi­gliot­tina” vibrato ieri sera dalla pre­si­dente della Camera per tron­care l’ostruzionismo dei depu­tati del Movi­mento 5Stelle, con­tro il provvedimento del governo che riuni­va in un unico decreto due mate­rie incon­ci­lia­bili: Imu e rica­pi­ta­liz­za­zione della Banca d’Italia, che, di fatto, regalava alle banche 7,5 miliardi.
Un ricatto assurdo e inaccettabile, anche se qualcuno sostiene che non si poteva spac­chet­tare il decreto se la coper­tura per la seconda rata dell’Imu (che si sarebbe dovuta pagare, se non si fosse arrivati al voto in tempo utile) deri­vava pro­prio dalla riva­lu­ta­zione delle quote di Ban­ki­ta­lia (!?)
Il voto sal­va­ban­che di Mon­te­ci­to­rio e il patto sulla legge elet­to­rale sono, comunque, i frutti avve­le­nati della piena e pro­fonda sin­to­nia tra il Pd e Fi. Un patto di potere che, come dice Norma Rangeri, reclama una duris­sima oppo­si­zione fuori e den­tro le aule parlamentari.

Ma la schifezza più stupida e ridicola che ha guarnito e impreziosito la scena sur­reale di ieri sera nell’aula di Montecitorio - gazzarra, cartelli, insulti, spinte e schiaffoni – è andata in onda quando, dopo aver imba­va­gliato l’opposizione e aver tro­vato l’accordo con Ber­lu­sconi per una legge elet­to­rale cucita su misura, i depu­tati del PD e, sembra anche di SEL, si sono dedicati all’arte del bel canto e hanno intonato “Bella Ciao”. Un canto già nobile, ormai sempre più strumentalizzato, inflazionato e ridotto a meschina litania in ogni stagione e circostanza e, in particolare, quando non si sa che fare, che dire o dove parare.
Forse volevano ricordare a qualcuno, ma, soprattutto a se stessi, che “loro sarebbero la Sinistra”. Patetici!
Che pena, che squallore, che offesa ai Partigiani!
Se ci fossero oggi, li fucilerebbero per alto tradimento.
30 gennaio 2014                                                                      
                                 AlfredoLaurano                                                                                                                                                                         

lunedì 27 gennaio 2014

ANTICORPI DELLA FOLLIA


Mantenere in vita il ricordo delle persecuzioni e dello sterminio degli ebrei serve a impedire e a prevenire il rischio che quell’orrore - che, ancora oggi e a dispetto della ragione, continua ad affacciarsi, in altri modi e per altre vie, nelle nostre vite ed a generare altre “normali” mostruosità - si rinnovi e si diffonda, in futuro, come una letale epidemia del male e della violenza.
Anche se siamo vaccinati dalle prove agghiaccianti e sconvolgenti della Storia, è necessario ripetere sempre i “richiami” di quell’intervento profilattico, per tutelare la salute pubblica, del singolo cittadino e delle nuove generazioni.
La Giornata della Memoria, in questo senso,  è un vaccino utile a immunizzare le coscienze, attraverso la produzione di anticorpi protettivi e resistenti alle infezioni di follia umana e alla propagazione di nuovi virus di intolleranza e di razzismo. (Alfredo Laurano)                           27 gennaio 2014
 

 “Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici: considerate se questo è un uomo che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per mezzo  pane, che muore per un si o per un no.” (Se questo è un uomo, Primo Levi)

sabato 25 gennaio 2014

ADDIO MAESTRO!

Claudio Abbado sul valore sociale della musica.

Sono sempre stato profondamente convinto che la musica contenga in sé una forza in grado di travalicare i suoi stessi confini. Non c’è solo un valore estetico nel fare musica: dalla sua bellezza intrinseca, in grado di comunicare universalmente, scaturisce un intenso valore etico.
La musica è necessaria al vivere civile dell’uomo, perché si basa sull’ascolto, che è un elemento imprescindibile, anche se quasi sempre trascurato.

La musica è necessaria alla vita, può cambiarla, migliorarla e in alcuni casi può addirittura salvarla. Per questo motivo da sempre insisto sull’importanza dell’educazione musicale, che in ultima analisi diventa educazione dell’Uomo.
Prima è però fondamentale che la musica sia accessibile a tutti, democraticamente.
Addio Maestro!    (20 gennaio 2014)

FACCIAMOLA INSIEME

E' condannato, è decaduto, è interdetto dai pubblici uffici, è in difficoltà.
Dovrebbe stare in galera o ai domiciliari o ai lavori socialmente utili e invece....oggi incontra Superbone, il puffo fiorentino - sempre più saccente, dilagante e insopportabile - che lo resuscita, lo aiuta a rialzarsi, a contare, a dire la sua per scegliere insieme la nuova legge elettorale.
E' come incontrare e consultare un capo mafia per decidere come riformare il 41 bis o altri articoli del codice penale.
Forse lo fa perché gli è riconoscente: gli ha insegnato il mestiere di venditore di sogni e di tappeti.
Perché, allora, non indire un referendum o un sondaggio on line fra tutti gli altri pregiudicati?

18 gennaio 2014           A. La.


GIORNALETTI D'EPOCA


Personaggi e storie semplici, un po' banali, ma pulite, senza pretese e senza malizia, come eravamo noi lettori-bambini di quei tempi. Riflettevano la nostra sconcertante ingenuità: sprovveduti, sempliciotti e boccaloni. 
Oggi, ci rinchiuderebbero nel Museo dell'Innocenza perduta, come rari esempi di incredibile candore!



ROBA DA PAPI....


Roba da papi...
Dopo il frigo sulle spalle, da recapitare alla vedova Crocetti (fantastico Crozza http://youtu.be/6uQ-nsshTjI, per chi non l'avesse visto), ecco Francesco, il buon pastore con la pecorella, al presepe vivente della Giustiniana.
Quasi, quasi lo invito in pizzeria....o a una partita di tressette.....


7 gennaio 2014        A. La.

mercoledì 15 gennaio 2014

PERSECUZIONI PADANE




La povera Cecile Kyenge non ha pace. Bersaglio costante di leghisti & soci fin dalla sua nomina (“Nessuno che stupri la Kyenge?” … un orango tango, per Calderoli… un’imbecille, per Borghezio…il lancio di banane a Cervia e i manichini insanguinati che Forza Nuova le ha fatto trovare a Rimini), tre giorni fa, la ministra ha subito l’ennesima contestazione a Brescia, organizzata da Lega, Fratelli d’Italia e fascistelli di Forza Nuova. 

Da oggi, sul giornale del “paese che non c’è o della più verde fantasia”, appare una rubrica fissa con l’elenco dettagliato dei suoi appuntamenti pubblici, come per suggerire una specie di pedinamento ad oltranza, per attaccarla e insultarla in ogni dove, con mappe e navigatore satellitare, al seguito. 
Alle domande della stampa che le chiedevano di commentare questa nuova forma di intimidazione, la ministra - accusata dal Carroccio di voler favorire la negritudine, come in Francia - ha risposto: “La Padania chi?”

Al di là dell’ironia che anche la Kyenge sembra aver imparato, resta il fatto che certe forme di degenerata polemica hanno superato il limite della decenza e della sopportabilità. Plateali minacce e manifestazioni di evidente stampo razzista creano un costante clima di tensione e di pericolo sociale. Andrebbero represse e perseguite penalmente. 

14 gennaio 2014     (Alfredo Laurano)

BASSEZZA UMANA



“La prima buona notizia dell'anno”,  “Speriamo che ci resti secco”, “Io festeggio per il malore di Bersani e spero che schiatti lentamente , soffrendo tanto”, “Speriamo che muoia”, “Speriamo si aggravi”, “Vai a smacchiare i giaguari nell’aldilà”: sono soltanto alcuni dei messaggi più moderati che, dopo il malore che ha colpito Pierluigi Bersani, campeggiano sulle pagine dei quotidiani  e del Web.

Auguro a queste iene, a questi esseri infami e abietti, a questi rifiuti tossici dell’umanità di provare sulla propria pelle o su quella dei loro familiari tutto il dolore, la sofferenza e la cattiveria che sanno sputare dalla loro bocca schifosa e putrescente.
Indipendentemente da ogni valutazione politica. 
                
 6.1.2014    A. La.

lunedì 6 gennaio 2014

IL NUOVO FOCOLARE


Per un momento, solo per un momento, dimentichiamo Internet che ha cambiato e stravolto il mondo, per occuparci di un’altra precedente rivoluzione che ha trasformato l’Italia e gli italiani.

Era il 3 gennaio del 1954  quando Fulvia Colombo, annunciava in diretta dai nuovi studi di corso Sempione a Milano la nascita ufficiale della televisione italiana:"La Rai, Radio televisione italiana, inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive…”
La magica scatola, l’apparecchio in legno, ingombrante, invadente e di grandi dimensioni,  fa il suo ingresso nei soggiorni degli italiani più fortunati (costava circa 250.000 lire, pari alla metà di una cinquecento), sconvolgendo le tranquille abitudini familiari.
Una storica copertina firmata da Walter Molino, con un papà che con il figlio segue una partita di pallone, fissa quel momento straordinario sulla Domenica del Corriere.

Poche ore di trasmissione al giorno: un programma per ragazzi, il telegiornale e poco altro.
Le immagini, in bianco e nero, non sono di grande qualità e il segnale non copre tutte le zone del paese. In pochi anni, però, sarà dappertutto, nei locali pubblici, nei bar, nei cinema e in tante case di abbonati. L’occhio elettronico descrive la realtà come nessun’altra voce o scritto potrebbe fare. La capacità di portare immagini, unite a suoni e parole è fantastica e troppo seducente.


Da quel giorno, sessant’anni di Televisione hanno accompagnato la nostra vita e scandito i fatti della storia: della nostra individuale e di quella del mondo e della società. Una rivoluzione inarrestabile chè è entrata prepotentemente nel nostro modo di fare e di pensare, che ha trasformato usi, costumi e comportamenti, unificato abitudini e stili di vita. Quelli della mia generazione sono cresciuti guardando la TV dei ragazzi, amando i suoi personaggi, vivendo emozioni mai provate prima.

Inizialmente, oltre all’intrattenimento e all’informazione, la televisione ha svolto un ruolo prevalentemente pedagogico e didattico in un paese che, a pochi anni dalla guerra e dalla ricostruzione, aveva un tasso di analfabetismo molto alto.  Ognuno parlava il suo dialetto e le distanze culturali erano vistose.
Con programmi come Telescuola e Non è mai troppo tardi del maestro Manzi, ha contribuito all'alfabetizzazione, a far conoscere la lingua nazionale, ad avvicinare realtà e luoghi assai lontani.

Molte donne, prima di sedersi davanti allo schermo magico, con umiltà e rispetto, si cambiavano d’abito, si pettinavano, si “aggiustavano” e rispondevano al saluto del presentatore, pensando di essere a loro volta viste. Una sorta di precognizione di Skype interattivo.

Chiunque può guardare le tante finestre di modernità e conoscenza che il nuovo strumento apre sul mondo e seguire gli stessi programmi di sport, di musica, di quiz, di varietà o gli appassionanti romanzi e commedie.

Trasmissioni che hanno fatto la storia del Paese: dalla mitica Lascia o Raddoppia condotta da Mike Bongiorno e seguita da tutti gli italiani - moltissimi portavano una sedia al bar per la visione collettiva o andavano a casa del vicino (questo fenomeno di proporzioni incredibili costrinse i dirigenti Rai a cambiare l'orario di messa in onda, dopo le lamentele dei gestori di cinema che rimanevano vuoti e che poi decisero, per disperazione, di collocare un televisore al centro della sala per far seguire il quiz agli spettatori, interropendo il film) - a Campanile Sera, a Telemacht,  al teatro di Eduardo De Filippo, al Musichiere di Mario Riva.

E poi gli sceneggiati, lo sport, Carosello e il suo teatrino, Rin Tin Tin , Penna di Falco. Nel 1958 è  la volta di Canzonissima con Nilla Pizzi e il Festival di Sanremo vinto da Domenico Modugno con Nel blu dipinto di blu.
E ancora, Mina e la sua grande voce, le gemelle Kessler, che accendevano sogni e fantasie di adolescenti, Corrado, la Carrà, Baudo, Nanni Loi e le prime irresistibili candid camera.
E’ una TV che istruisce, che rilassa, che commuove. Che racconta l’Italia a tutti gli italiani, con garbo e discrezione. Vizi e virtù, difetti e qualità lasciano la sfera del privato ed entrano nella coscienza pubblica, nell’immaginario collettivo. Aiutano a crescere, a discutere, a ridere, a socializzare.

Negli anni del benessere e del cosiddetto boom economico, realizza poi un’ opera di ulteriore unificazione, di nuovo cambiamento. Apre alla modernità, asseconda lo sviluppo commerciale e, attraverso gli spot rassicuranti e protettivi di Carosello, fa decollare i consumi.
Negli anni ottanta, con l’avvento delle emittenti private, finisce il monopolio Rai. Cambia il panorama e tutta la proposta culturale: l’etere diventa terra di conquista, di potere, di propaganda e di speculazione. Diminuisce la qualità, aumenta la spettacolarizzazione di sport, varietà e informazione, si produce e si propina anche molta spazzatura.
La pubblicità dilaga e opprime gli spettatori. Alla Rai rimane il ruolo traballante di servizio pubblico che prosegue, con non poche difficoltà, ancora oggi.

La televisione, nel bene e nel male, ha svolto comunque un preciso ruolo sociale e funzionale. Ha educato, informato, intrattenuto e, come si dice comunemente, contribuito a unificare gli italiani.
Per molto tempo,  guardare la tv è stato come scoprire un nuovo mondo, facendosi cullare tra le onde di diverse, suadenti realtà, con il rischio, denunciato fin d’allora da intellettuali come Pasolini, che i contenuti offerti e imposti da quell’ammaliante strumento di potere potessero portare all’omologazione del pensiero, delle scelte, delle preferenze. Fino alla possibile scomparsa delle proprie radici e delle tradizioni.
Il che è accaduto, almeno in parte, negli ultimi trent’anni, quando un’astuta elite ha saputo gestire e sfruttare a proprio vantaggio quelle possibilità, tra lusinghe, incanti e seduzioni.

Oggi, la Televisione ha perso molto del suo appeal e la sua sovranità sugli altri media. Anziani e famiglie la seguono tuttora - film, documentari e varietà - e formano la propria opinione sui TG e sui sondaggi. Per altri è sport o dibattiti, inchieste e talk show.
Per molti è pura compagnia, una presenza amica, un sottofondo o una piacevole abitudine, dopo i pasti, che favorisce il sonno. E’ ancora e tuttavia “il nuovo focolare”, come cantava Arbore.
I giovani la snobbano e scelgono internet, dove tutto si cerca e tutto si trova.
Oppure si crea.

4 gennaio 2013                           
                                                                                          AlfredoLaurano                                                                                                                                                                         


giovedì 2 gennaio 2014

LENTICCHIE

Come ieri, come l'altr'anno, come 10, 20, 100 anni fa, come sempre, si rinnova il rito e la credenza. Gioia, felicità, pace, salute e serenità. O un lavoro, una casa, un piatto tutti i giorni. Ognuno ha una un desiderio, un sogno, una chimera.
Scaccia l'anno che finisce, brinda al nuovo e coltiva l'illusione.
E' una fiction che non finisce mai e che va in onda da quando esiste il mondo: cambiano gli attori, le scene, i suoni ed i costumi, ma il copione è sempre quello e la regia rimane occulta e sconosciuta.
Fingiamo ancora e sempre che sia tutto vero, che l'anno nuovo sia diverso da quello che l'ha preceduto e che, come sempre, ci ha deluso e ci deluderà.
E' un gioco antico, perverso e ingannatorio, un percorso infido e obbligatorio, una lotteria coi numeri truccati dove si vince solo un pacchetto di lenticchie, della qualità "fortuna", o un piccolo cartoccio di speranza.
La realtà ci guarda da lontano, ci cogliona e...ride a crepapelle!

31 dicembre 2013                             (Alfredo Laurano)

Piace a Ivana Teti, Larissa Ledneva, Maurizia Merlini, e altri 3.
  • Gianna Masi ...e noi, a dispetto della realtà che ci guarda da lontano e ci cogliona....ci auguriamo che sia un anno migliore, quanto meno sereno...porcapaletta!! Auguri Alfredo!
  • Paola Bucarelli non ti facevo così cinico e disincantato. E' vero la vita si diverte nel prenderci in giro ma io sono più forte, io sono viva, e la mia forza la traggo dai miei ricordi belli e brutti, ma miei e quelli sono me e nessuno mai potrà cambiarli. Caro amico su...su... coraggio un pò di leggerezza e spera, sogna, sempre, se non lo farai vorrà dire che non sei più vivo ed io ti auguro di esserlo sempre. Un bacione,
  • Alfredo Laurano E' una lotta impari e difficile, per non dire inutile, che comunque ci illudiamo di combattere, magari con i botti e la follia di capodanno, pur sapendo di non poterla vincere. L' assoluta proprietà dei nostri ricordi - di cui parla Paola - e il "cartoccio" di speranza", di cui dicevo sopra, e che Gianna brandisce, giustamente, come arma di legittima difesa, ci aiutano a entrare nella parte (della fiction) e a sopravvivere nella difficile battaglia! Il piattino di lenticchie (il rito, la magia), poi, è un ottimo contorno che nutre ogni chimera! .... « O natura, o natura, perché non rendi poi quel che prometti allor? Perché di tanto inganni i figli tuoi? »
    19 ore fa · Modificato · Mi piace · 2
  • Gianna Masi Caro Alfredo, resto sempre incantata da ciò che scrivi, i tuoi pensieri sono sempre di un'obiettività disarmante....ma, meno piacevole è "leggere" il tuo pessimismo... e non potevi citare nulla di più significativo dei bellissimi versi del Leopardi......."o natura o natura........." sapessi come me li sono spesso sentiti scottare addosso!... le grandi delusioni sono parte integrante di ogni essere umano... ogni mamma partorisce prima la delusione e poi il figlio.... poi, c'è la sensibilità di ognuno di noi che fa il resto......... io mi difendo pensando che la vita è un dono e che a caval donato non si guarda in bocca....... comunque,nonostante tutto e, personalmente, ne ho ben donde... (ti racconto in privato) mi piace provare lo stupore di esistere....... un abbraccione! 
  • Benedetto Caraccini ho letto alcuni commenti io sono con te mi sono immedesimato in quello che hai scritto ciao.....Salutoni..............
  • Alfredo Laurano Ne hai tutto il diritto, cara Gianna. Anzi, hai il dovere di credere nel sogno, di scartare ogni giorno un pezzetto di speranza. Proprio perché consapevoli (ho letto il tuo privato) della precarietà, della cattiveria e della imbecillità umana, non resta che assecondare la natura - che illude e ci delude - ed accettare le sue bizzarre scelte, le sue incomprensibili contraddizioni. Per riscoprire, come magnificamente affermi - e come il fanciullino di Pascoli conferma - lo stupore dell'esistenza. A volte con sorpresa, a volte per dispetto. Ti abbraccio, in ogni caso, con tanto sentimento.
    11 ore fa · Mi piace · 1
  • Gianna Masi Anch'io ti abbraccio !