Da 'Telefono giallo' a 'Blob', passando per 'Samarcanda', 'Un giorno in pretura', 'La tv delle ragazze', ‘Chi l'ha visto? Mi manda Lubrano (poi divenuto Mi manda Raitre), Avanzi, Ultimo minuto, Quelli che il calcio (passato nel 1998 su Rai2). E ancora: Tunnel e Storie maledette: tutte trasmissioni all'insegna di un concetto nuovo per il pubblico italiano: la Tv-verità, in una stagione lunga e irripetibile di chicche innovative su Raitre.
Sono stati molti i programmi,
anche satirici, e i personaggi fatti nascere e lanciati da Angelo Guglielmi,
morto a Roma a 93 anni, nei suoi sette anni alla guida del cosiddetto terzo
canale, fra il 1987 e il 1994. Sotto la sua direzione la rete ha fatto scuola
lasciando un'importante eredità, sul fronte culturale e divulgativo.
Fu il secondo direttore nella
storia della rete, passata dal controllo della Dc a quello del Pci: Raitre
all'epoca, aveva ascolti bassissimi (era superata nell'audience anche dalle tv
locali), priva di una chiara linea editoriale, lui la trasformò in pochi mesi
in un canale dinamico e straordinario.
Vennero lanciati nuovi volti e conduttori, tra gli altri Corrado Augias, Michele Santoro, Gad Lerner, Donatella Raffai, Serena Dandini, Fabio Fazio, Piero Chiambretti, Giuliano Ferrara, Roberta Petrelluzzi, Daniele Luttazzi e Franca Leosini.
Lo share medio della rete passò
in pochi anni da meno dell'1 per cento a oltre il 10 per cento.
E al TG3 c’era il mitico Sandro
Curzi (detto Kojak), che diede a quel telegiornale una impronta inconfondibile,
veloce e aggressiva, riportando anche voci, umori e istanze della Sinistra
italiana, sempre più insofferente verso la cosiddetta prima Repubblica.
Soprannominato per questo, dagli
avversari politici, 'Telekabul' (dalla capitale dell'Afghanistan occupata
dall'Urss negli anni '70), il Tg3 cresce in spettatori (da poco più di 300 mila
ai 3 milioni del '91) e, in questa veste, 'scopre' Michele Santoro e collabora
alla realizzazione dello storico 'Samarcanda'.
Quella televisione e quei
personaggi, che l’hanno così ben interpretata, ormai non c’è più, in tutti i
sensi.
12 luglio 2022 (Alfredo Laurano)
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