martedì 24 gennaio 2023

COSE DI NATALE /1699

Quella comune sensazione di rinnovata curiosità ed euforia che cresce nelle case, soprattutto con bambini, quando si tirano giù gli scatoloni con “le cose di Natale”, è almeno pari - ma forse molto più contenuta - rispetto al manto di tristezza che avvolge quando tutto dev’essere smontato.
Dopo l’epifania, tutto si rimette via.
In pratica, l’arrivo dei Re Magi coincide con la fine delle feste, i loro ricchi doni sono simbolici saluti, come quelli della stella cometa che spegne il suo sorriso e la sua scia.
Perché tutto finisce, tutto ha una scadenza, tutto si compie e si conclude e, dopo una vita breve torna nei bauli e nei cartoni, con l’attesa e la speranza di poterli riaprire dopo un anno.
E’ forse una metafora?
Luci, palle colorate, montagne, prati, casette e statuine amiche ci hanno tenuto compagnia per un mese, creando un’intima atmosfera nelle nostre stanze, scandita dall’intermittenza.
Hanno allietato quei giorni ancora magici e affascinanti, nonostante l’indifferenza del mondo esterno, le notizie dei TG, il caos del traffico, la frenesia degli acquisti più rituali. Anzi, hanno contribuito a rendere più caldo e desiderato ogni rientro tra le proprie mura, mai ospitali e calde come in quei momenti.
E’ come essersi ritagliata una piccola pausa dal tran tran quotidiano, dagli ingranaggi, dai ritmi e dagli obblighi sociali per rifugiarsi in una specie di antica favola smarrita, dove, incredibilmente, il bene vince sempre sul male.
Per tutto questo, ci dispiace riempir di nuovo quelle scatole preziose, lasciando scivolare in esse anche quei momenti di letizia, insieme ai dubbi, ai pensieri e a una certa ormai anacronistica commozione.
Si, forse è proprio una parabola, una narrazione metaforica che ci conforta, ci racconta e ci ricorda ciò che abbiamo vissuto e condiviso.
Quelle “cose di Natale”, custodite negli scatoloni, rappresentano il nostro presepe personale, i luoghi, le figure, i personaggi della nostra storia, le persone che abbiamo amato e perduto e che ci hanno accompagnato per lunghi tratti della nostra strada.
Sono l’allegoria fatata dell’esistenza, rivisitata nel tempo che scorre e nei modi che mutano veloci. Le sensazioni e i pensieri che non ci abbandonano mai, le gioie e i dolori che combattono in noi, rinnovando le nostre contraddizioni e il mistero della vita.
Sono un inno alla nostalgia, alla fanciullezza, ai tempi e alle cose perdute, a ciò che non ritorna, ma rimane nel cuore.
Come in un incanto. (Alfredo Laurano)

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