mercoledì 28 ottobre 2020

TUTTI IN PIAZZA

È singolare che le proteste siano cominciate quasi prima di conoscere il testo e le norme del dpcm: limiti, restrizioni, chiusure, ma anche misure di sostegno economico per le categorie più colpite. Quasi prima della sua decorrenza. 
Come se fosse tutto già scritto e preparato.
Mille ricoveri in più al giorno. Il Covid, che, secondo l'infettivologo dell'ospedale di Cremona è più contagioso di prima, occupa ancora e di nuovo gli ospedali. Pesantemente.
Interi reparti requisiti per l’aumento dei malati, bloccando la cura delle altre patologie. 
Lombardia, Lazio e Campania hanno già superato il picco della prima ondata. Le Regioni sono a caccia di nuove strutture. L’allarme dei primari: “Se non invertiamo subito la rotta tra due settimane rischiamo il collasso”.

Ciò nonostante - insieme a comuni cittadini preoccupati e in buona fede, che vedono vacillare le proprie attività e la propria sopravvivenza economica e di lavoro - ultras, camorristi, infiltrati, neofascisti e delinquenti vari, speculano sulla paura e la disperazione. Soffiano sul fuoco della sfiducia, dello sconforto, della rabbia, dell’emotività incontrollata. Alimentano le scintille della psicosi collettiva.
Da negazionisti del virus a guerriglieri metropolitani è stato un attimo. Un salto nella piazza della protesta, diventata, in quattro, cinque mesi, un ammasso di violenza pura, pronto a replicarsi per protagonismo ed emulazione.

Quando la gente non cantava più dai balconi e non scriveva più “andrà tutto bene”, sono arrivate le mascherine patriottiche tricolori, i gilet arancioni, i neri per caso o per nostalgia, i qualunquisti, gli oppositori e i complottisti, d’ogni infame razza e colore, che invitavano il popolo depresso a ribellarsi e a scendere in strada, contro la feroce dittatura sanitaria.
Sono arrivati i petardi, i fumogeni, le bombe carta, le bottiglie, le pietre, i cassonetti incendiati, i negozi saccheggiati, le aggressioni a inviati, a polizia e carabinieri: da Napoli a Catania, da Roma a Milano, da Bari a Torino.
Il fuoco delle piazze accende il buio della prime serate di parziale lockdown d’Italia, mentre l'Europa si prepara al peggio, con Francia, Spagna e Germania a valutare i dati sempre più alti del contagio. 

E mentre Palazzo Chigi si chiede se basteranno le misure messe appena in campo per frenare il virus, resta il timore che i numeri dei prossimi giorni - come prevedono al ministero della Salute - costringano alcuni territori a valutare eventuali zone rosse e a varare misure ancora più drastiche. 
Meno il Pierino rompicoglioni fiorentino, Matteo Renzi, che, pur alleato di governo, critica e contesta le misure adottate, come fosse all’opposizione, sventola la bandiera del malessere sociale, per qualche ridicola percentuale di consenso nei sondaggi. 
Come fa Salvini, in piazza con i commercianti a Montecitorio, che promette sostegno e rilancia l'idea di un Comitato tecnico scientifico alternativo a quello del governo, di cui non si fida. E annuncia che i sindaci della Lega faranno ricorso al Tar contro il dpcm, convinti di poter fermare le nuove restrizioni e che ci sia bisogno d'altro. Di che, non è dato sapere.

Davanti alle piazze infiammate dal rancore e dalla delinquenza, davanti al Paese che non ha ben capito la ragione delle restrizioni, il presidente della Repubblica Mattarella rinnova l'appello all'unità: "È tempo di collaborazione e di alleanze globali, non di barriere e di egoismi. Il vero nemico di tutti e di ciascuno è il virus, responsabile di lutti, di sofferenze, di rinunce e sacrifici”.
Molti non lo capiscono o lo hanno dimenticato. 
Siamo ancora in pandemia e in emergenza: se non si protegge la salute, non si salva nemmeno l’economia.
27 ottobre 2020 (Alfredo Laurano)

UN PAPA VITTIMA DELLA MODA

Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla? 
Eravamo alla fine di luglio del 2013, Bergoglio era stato eletto papa da qualche mese appena, e già cominciava a mettere in crisi le certezze dei fedeli, a seminare dubbi, a turbare le coscienze con il suo caratteristico stile sudamericano, un misto di disinvoltura fuori luogo e di sfrontata provocazione, e non nel senso buono della parola. 
Francesco si è più volte espresso in tema di omosessualità con un atteggiamento di apertura e di accoglienza.
Una seconda volta intervenne su questo argomento sul volo di ritorno da un viaggio in Armenia nel 2016, rispondendo a una domanda se fosse d’accordo sulla necessità che la Chiesa chiedesse scusa alla comunità gay, per i suoi atteggiamenti e in quel caso spiegò: “L’ho detto nel mio primo viaggio e lo ripeto, anzi ripeto il Catechismo della Chiesa cattolica: i gay non vanno discriminati, devono essere rispettati, accompagnati pastoralmente. 
C’è ancora un altro caso da ricordare, avvenuto nel 2018 a seguito di un incontro con Juan Carlos Cruz, omosessuale cileno vittima di un prete pedofilo, al quale Papa Francesco si è rivolto con queste parole: “Juan Carlos, che tu sia gay non importa. Dio ti ha fatto così e ti ama così e non mi interessa. Il Papa ti ama così. Devi essere felice di ciò che sei”.
Dunque le parole che il Papa ha pronunciato nel documentario presentato in questi giorni al festival del Cinema di Roma non devono meravigliare, perché sono la conseguenza di un messaggio che Francesco, con grande coerenza, sta portando avanti dall’inizio del suo pontificato.
«Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo». 
La Chiesa deve dunque accogliere senza giudicare. 
Di amore e di rispetto, come l’invito a non giudicare, sono intrise le pagine del Vangelo.

Le parole di Papa Francesco hanno inevitabilmente scatenato l’ennesimo acceso confronto- scontro tra tradizionalisti e bergogliani e suscitato un’ondata di reazioni. La sua palese apertura alle unioni civili per i gay non è nuova, ma è stata ribadita in modo molto netto.
Il solito buffone-tuttologo Vittorio Sgarbi: “Anche il Papa è vittima di una della più gravi forme di corruzione relativistica, cioè il cedere al costume, alla moda. Se una moda prevale sui valori la società è finita. Il Papa è vittima della moda, ma i valori restano intatti perché sono fermi nella storia dell’uomo. Il Papa è caduto nel relativismo”. 
Anche il senatore della Lega Simone Pillon - molto vicino alle associazioni Pro-vita o Family Day - ha sempre criticato le unioni civili e non vede di buon occhio la presa di posizione del Papa e chiede di “non strumentalizzare le parole del Papa per legittimare la assurda proposta legge Zan.
Chissà quanti all’interno della Curia e delle lobby di potere, lo criticheranno, lo massacreranno, lo condanneranno, come già hanno fatto in tantissime occasioni, accusandolo di eresia, sacrilegio, profanazione e oltraggio al concetto di famiglia.

Ciò che conta, tuttavia, è che Francesco ci ricorda che le persone, in quanto portatrici di diritti, di rispetto e di dignità, sono più importanti di ciò che le determina, come la loro cultura, la loro religione, il loro atteggiamento sessuale, la terra dove vivono.
Ma è anche nel linguaggio e nella libertà di esprimere il suo pensiero che questo Papa diventa ogni giorno sempre più innovativo. 
26 ottobre 2020 (Alfredo Laurano)

DORMI TRANQUILLO POPOLO, NON SIAMO MICA IN EMERGENZA!

Oggi è ancor più chiaro ed evidente - anche a chi porta i paraocchi della strumentalizzazione a prescindere e indossa la corazza dell’insulsa e perenne propaganda - quanto siano gravi e disgustose le dichiarazioni di politici, opinionisti, servi sciocchi, pennivendoli di destra e ciarpame vario (da Salvini a Meloni, da Sgarbi a Capezzone, da Porro a Giordano, da Sallusti a Senaldi e Belpietro e relativo circo) che, fino a pochi giorni fa, accusavano il governo di voler prolungare all’infinito un inutile stato di emergenza, quando, in realtà, non c’era nessuna emergenza, perché l’epidemia era sotto controllo e le terapie intensive semivuote.
Quando parlavano di colpo di mano, di arietta di regime, di Conte come Erdogan e delle mascherine, bavaglio o museruola, che limitano le libertà. Quando ci spiegavano che il prepotente duce Conte faceva apposta a spargere terrore su un “Covid clinicamente morto” (Zangrillo) per salvare la poltrona, per tenersi pieni poteri e dittatura sanitaria, per rovinarci le vacanze, proibire la movida, gli apericena e i balli con sballo in discoteca, con Briatore, Santanchè e il solito “poro Porro” in testa, a sparare l’ultima contro i terroristi del virus: la guerra alle discoteche, nel timore di una seconda ondata. “Ma quale cacchio è l’allarme? Tutto questo pessimismo e paura hanno portato solo i pieni poteri a Conte e Casalino”.
Quando sproloquiavano di regime, con la polizia che ci entra in casa e Speranza ministro comunista della nuova Stasi. 

E oggi - che la situazione è definita molto grave dall’Istituto di Sanità; che sono necessarie restrizioni alle attività non essenziali e alla mobilità; che i casi di positività dilagano, quasi come in altri Paesi a noi vicini; che per la prima volta il rapporto positivi/tamponi è superiore al 10%; che aumentano i decessi; che preoccupano le terapie intensive; che crescono anche focolai a livello scolastico; che si invita a limitare uscite da casa allo stretto necessario; che sono già in atto vari coprifuoco, proteste e guerriglia a Napoli - questi spudorati, senza onore e senza vergogna, hanno il coraggio o, meglio, la faccia come il culo, di chiedere che cos’ha fatto il governo per prevenire questa preoccupante seconda ondata, mentre loro la negavano e la favoreggiavano. 

Dopo aver deriso e dipinto i Dpcm come minacce ai cittadini o dichiarazioni di guerra al popolo depresso e rassegnato, ora ne invocano uno al giorno, possibilmente draconiano. Forse, per restare a galla nella sconcertante attualità che li ha abbondantemente sputtanati, o forse per adeguarsi all’appello responsabile di cento scienziati che chiedono al governo e a Mattarella misure drastiche entro poche ore, per evitare in Italia centinaia di decessi al giorno: “Riteniamo doveroso ed urgente esprimere la nostra più viva preoccupazione: occorre prendere misure efficaci adesso e subito, anche per salvare l'economia e i posti di lavoro. Il contagio va fermato con misure efficaci ed è per questo che chiediamo di intervenire ora in modo adeguato, nel rispetto delle garanzie costituzionali, ma nella piena salvaguardia della salute dei cittadini.

Parole e pensieri che quella gente, quella mandria di ciarlatani linguacciuti, fanfaroni e inconcludenti, non hanno mai pensato o predicato o condiviso.
Ma che volete che sia, pezzi di buffoni e incoerenti parolai, non siamo mica in emergenza!
24 ottobre 2020 (Alfredo Laurano)
L'immagine può contenere: 9 persone, il seguente testo "il virus è morto Lo tato di emergenza non serve a nulla perché non t'e nessuna emergenza emerg APRITE LE DISCOTECHE Han creato il terrore della seconda ondata. il virus scomparirà presto... "Conte come Erdogan" (Libero) mascherina Non ce 'ho e non la indosso questa è dittatura sanitaria Così parlavano prima dell'estate..."

LA FINE DELLA CIVILTÀ UMANA, SECONDO MATTEO



In Lombardia, il governatore Fontana ha chiesto il coprifuoco. 
Salvini, il cazzaro, tre giorni prima: "Idea strampalata, il coprifuoco si fa in tempo di guerra, non penso che il virus vada a letto alle 21.30. Mi spieghino l’evidenza scientifica per cui posso girare per Milano fino alle 21 e poi devo andare a casa, mi sembrano cose strampalate e prive di senso. Parlare di chiusure e coprifuoco ci danneggia all’estero, facciamo tutto quello che la salute ci richiede di fare, ma senza terrorizzare o rinchiudere un popolo”.
Così il leader della Lega, Matteo Salvini, lo scorso venerdì 16 ottobre, commentava l’ipotesi di una chiusura delle attività.
A distanza di tre giorni, tra coloro che hanno chiesto al governo di fermare tutte le attività e gli spostamenti notturni in Lombardia, dalle 23 alle 5 del mattino, c’è anche il presidente della Regione, il leghista Attilio Fontana, che ha smentito il leader e gli ha disobbedito. 
Ma questo non sorprende più, segnala solo un atteggiamento ondivago e schizofrenico del cazzaro verde che si auto smentisce a giorni alterni, sparando idiozie a raffica, come ci ricorda Emilio Mola.

Dopo aver organizzato il 2 giugno a Roma il primo grande assembramento della Pandemia alla faccia dei mesi di sacrifici affrontati dagli italiani.Dopo aver detto il 25 giugno, intervistato su una possibile seconda ondata: "Ma perché dovrebbe esserci una seconda ondata?". 
Dopo aver preso in giro quello stesso giorno coloro che chiedevano di tenere la guardia alta facendo loro pure il verso: "Tutti a dire 'attenzione a ottobre, a novembre, attenzione, attenzione. Che ridere”.
Dopo aver detto il 27 luglio, intervenendo a un convegno di riduzionisti e negazionisti: "io la mascherina non la metto". 
Dopo aver preso in giro gli italiani che, per contenere il virus e scongiurare seconde ondate, seguivano il consiglio di non stringere mani dicendo tutto tronfio: "Io mi rifiuto di salutare col gomito. Il saluto col gomito è LA FINE DELLA CIVILTÀ UMANA. Se qualcuno mi allunga la mano io gli stringo la mano".
Dopo aver per tutta l'estate organizzato assembramenti in tutte le piazze, stretto mani, passato migliaia di telefonini di mano in mano per milioni di selfie, salutato le anziane baciandole sul viso.
Dopo aver passato le giornate a fare post sulla Azzolina e i banchi con le rotelle, sua totale ossessione, un giorno sì e l'altro pure.
Dopo tutto questo, l’irresponsabile cantastorie adesso che fa? 
Accusa lui il governo italiano di aver perso tempo durante l'estate a parlare di banchi con le rotelle, anziché attrezzarsi per fermare la seconda ondata che lui stesso diceva che non ci sarebbe stata?!
Ma davvero i suoi barbari elettori che lo applaudivano quando diceva che a ottobre non ci sarebbe stata alcunché, oggi lo applaudono perché critica il governo di non essersi attrezzato per la seconda ondata?
Ma che ne dite di provare a far pace col cervello? 
Qualora lo abbiate.
23 ottobre 2020 (Alfredo Laurano)

A ‘MBECILLI!

Dice: ma com’è che sono risaliti i contagi, che sono tornati i ricoveri e le terapie intensive, che nelle Rsa si ricomincia a morire, che il virus continua a colpire in Italia, da nord a sud, in Europa e in tutto il mondo? Che si riparla di lockdown e coprifuoco (già in essere in alcuni Paesi)?
Ma non era morto, non era clinicamente morto e quasi sparito?
Ma quanti danni ha fatto la storia del virus “clinicamente inesistente”?
Quanto ci costa oggi l’incoscienza, il cretinismo, l’arroganza, la faciloneria, l’incompetenza? 

Effetto primario di tutto ciò è la capacità di perdere la memoria a breve e a lungo termine, di cancellare parti di realtà che danno fastidio a una visione allegra e disinvolta del mondo, che coltiva una generale illusione, fatta di bugie e bisogni insopprimibili.
A Torino hanno scoperto una discoteca che faceva entrare di soppiatto la gente, facendola ballare senza mascherina: parliamo di oltre 60 persone. 
In Salento addirittura peggio: serata clandestina in discoteca con 400 persone, tarantolate dalla passione per la danza scema e inconsapevole. 
in provincia di Napoli, un matrimonio con 120 invitati (più cantante neomelodico). Un altro, con 360 invitati (la follia!), per fortuna è stato annullato.
Anche affollate cene sociali e locali per allupatissimi scambisti sono stati individuati e sanzionati.

Tutti furbi, dritti e paraculi che ignorano la pericolosità del virus, che se ne fottono delle regole, che pensano di possedere il dono dell’immunità.
A ‘mbecilli, a disastrati, a teste di cassio, ma vi siete già scordato che pochi mesi fa stavate chiusi in casa, uscivate solo a far la spesa in lunghe file o a pisciare il cane e vi affacciavate solo alle finestre o sui balconi, per scrivere sull’arcobaleno “tutto andrà bene” o per cantare in coro - nel totale silenzio della città e dei quartieri - le canzoni della speranza, della paura e della disperazione, con tanto di appuntamento serale con l’inno nazionale e le bandiere?
Ora, siete diventati tutti negazionisti, menefreghisti e paraculi. 

Cosa farete quando vi rinchiuderanno di nuovo nelle case, dove sicuramente entrerà la cattivissima Polizia del cattivissimo regime, che controllerà le vostre scorte alimentari, l’amuchina, la farina e il lievito di birra per far la pizza, visto che bar e ristoranti staranno chiusi, con la naturale soppressione di ogni movida e apericena? Come resteranno chiusi anche negozi vari, palestre, discoteche e parrucchieri, come scuole, chiese, cinema e teatri. Quando dovrete ancora compilare progressive bozze di autocertificazione per mettere in moto l’automobile e fare il giro del palazzo, senza uscire dal paese o dal quartiere?
A qualcuno passerà l’insopprimibile voglia di ballare e trasgredire e comincerà a pensare, intensamente, come evitare anche il tracollo finanziario.
E a quel punto, ‘arimbecilli, non vi lamentate.
20 ottobre 2020 (Alfredo Laurano)

MELUZZI BANALIZZA AUSCHWITZ

Meluzzi banalizza Auschwitz con la scritta “andrà tutto bene” per fare polemica sul Covid.

Utilizzare il simbolo della fabbrica della morte nazista, dove un milione e duecentomila persone sono state rese schiave, torturate, picchiate gasate e bruciate, dove è stata cancellata l’idea stessa di umanità per pura propaganda politica, a me fa orrore e schifo.

Cosa avrà voluto dire questo buffone. Un giorno forse ce lo spiegherà.
Una provocazione retorica.
Il saccentissimo Meluzzi - vescovo e primate della Chiesa Ortodossa Italiana, che risponde al nome di "Sua Beatitudine Alessandro I", nonché psichiatra di dubbia credibilità e dal rutilante passato politico: già comunista, radicale, socialista, berlusconiano, cristiano democratico, ma anche adepto della massoneria e diacono cattolico - è affetto da avvilente meschinità e da ossessivo delirio, mistificato fra mille maschere alla ricerca di una possibile, credibile identità.
È un tuttologo dalla folta chioma, uso a parlarsi addosso nei salotti televisivi e incline, di suo, a privilegiare posizioni xenofobe, razziste e integraliste. 
Praticamente un talebano travestito da vescovo, da criminologo e da impalpabile psichiatra parolaio. 20 ottobre 2020 (Alfredo Laurano)

IL VIRUS DILAGA

Mentre la Cina – ground zero della pandemia – prova a ripartire, convinta di aver vinto la sua battaglia contro il coronavirus, l'Occidente rimane appeso al filo della precarietà, dei numeri che crescono troppo in fretta, delle strategie da rivedere.
L'Europa è di nuovo alle prese con l'incubo dei lockdown 
Un po’ tutti i Paesi stanno adottando restrizioni e misure forti per fermare il contagio, in una specie di corsa contro il tempo che ha la chiusura totale come ultima spiaggia.
L’Irlanda è il primo Paese Ue in lockdown: da domani, aperte solo scuole e attività essenziali. Il blocco durerà sei settimane, nella speranza di poter celebrare il Natale, ha detto il primo ministro Martin. 
Nonostante finora le restrizioni irlandesi fossero «tra le più rigide in Europa – ha detto lo stesso Martin – sono necessarie ulteriori azioni». A partire dalla chiusura dai negozi non essenziali, sono coinvolti dalle chiusure al pubblico anche bar e ristoranti, ai quali è concesso solo il servizio da asporto.
Sono permessi gli spostamenti solo per i lavoratori dei settori essenziali, oltre che per gli studenti visto che le scuole resteranno aperte. Per gli irlandesi è permesso fare attività sportiva entro 5 km da casa, con gli sport professionistici ammessi ma solo a porte chiuse. Vietate le visite tra famiglie diverse e ogni tipo di evento al chiuso.
Nelle ultime 24 ore, l’Irlanda ha registrato 1.031 nuovi contagi, per un totale dall’inizio della pandemia di 51000. Ma a preoccupare il governo e le autorità sanitarie è la tenuta del sistema ospedaliero, con una scarsa disponibilità di posti letto in terapia intensiva. 
Anche il Galles entrerà in lockdown da venerdì fino al 9 novembre nel tentativo di frenare l'epidemia, introducendo le misure più severe di tutto il Regno Unito. Sarà chiesto agli oltre 3 milioni di cittadini di rimanere a casa, mentre i negozi non essenziali saranno chiusi.
In Belgio, semi-lockdown: bar e ristoranti chiusi per un mese, coprifuoco a mezzanotte, fino alle 5 del mattino, a livello nazionale.
In Francia, dove nell'ultima settimana si sono registrati oltre 80mila nuovi casi, è stata scelta la strada del coprifuoco per 4 settimane in alcune regioni
Nel Regno Unito e in Spagna nuovo sistema di restrizioni, con pub e bar che non servono pasti al chiuso, divieto di riunioni in casa con amici, divieto di assembramenti (massimo 6 persone), la chiusura dei locali alle 23 e limitazione di presenze alle funzioni religiose.
In Germania, la cancelliera Angela Merkel, dopo otto ore di serrato confronto con i dirigenti dei diversi Land del Paese, ha annunciato misure più severe su raduni e mascherine.
La situazione è esplosiva un po’ ovunque: dal Portogallo ai Paesi Bassi, dalla Polonia alle Repubblica Ceca. Nuove e simili restrizioni dappertutto per evitare il rischio del collasso sanitario, con cure ospedaliere ordinarie che potrebbero non essere più garantite, con la raccomandazione a tutte le persone anziane di restare a casa.
Secondo l’Oms: «Oggi numeri sono alti e preoccupanti, in tutta Europa, per i mancati isolamenti dei contatti con i positivi». 
20 ottobre 2020 (Alfredo Laurano)

CERCASI SINDACO


Quando votare diventa una situation comedy, la messa in onda di un talk televisivo, una puntata all’ippodromo da “febbre di cavallo”, un sondaggio popolare, quasi un televoto, che, per giunta, fa ridere e stupire.
Per “Oggi le comiche”, anzi fra qualche mese, quando ci saranno le elezioni comunali, Vittorio Sgarbi si candida sindaco a Roma, appoggiato anche dal movimento “No euro”, dal belante popolo dei complottari-negazionisti, dal movimento informe di suoi sudditi repressi e non si sa ancora da chi altri del Centro-Destra. 
Il folle critico d’arte ha già detto che metterà la sua famigerata capra sul simbolo del movimento “Rinascimento”, con cui ha già vinto le elezioni a Sutri, di cui è attualmente primo cittadino, per disgrazia di tutti gli altri sutrini.
Per la cronaca rosa e per il sacro gossip, quale pane quotidiano, ha proposto al pittoresco artista Morgan di candidarsi a sindaco di Milano. 
Di contro, allora, perché non proporre la sua ex Asia Argento a Roma? O qualcuno del “Grande Fratello”? O il divino Otelma, la finta supertettona Cipriani o la stessa travolgente Barbara D’Urso che tutti tanto ci ama?

Meloni e Salvini preferirebbero il sempre finto-incazzato Massimo Giletti, il Masaniello dei poveri di spirito e fantasia, esperto di cose romane: Atac, Ama, Mondo di Mezzo ecc. 
Ma si parla anche di Sangiuliano del TG 2 e, niente di meno, che del “poro Porro”, l’isterico e compulsivo agitatore di Rete Quattro, che si straparla addosso. 
Ma il povero Cornacchia scemo di Mario Giordano, suo amico piazzista e compare di parrocchia, non lo cerca nessuno?
Poi, per rispettare l’esilarante sceneggiatura e il burlesco super cast della sit-com, ci sarebbe pure “er viperetta”, alias Massimo Ferrero, “vulcanico” presidente della Sampdoria, pronto a candidarsi a sindaco di Roma, per l’altra sponda. “Vinco a mani basse”, avrebbe esclamato il re dei multisala capitolini. 

Per la quale, al momento il nome del possibile candidato a sindaco di Roma più accreditato finisce per essere quello del pariolino Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico dei governi Renzi e Gentiloni. “Ci sta ancora pensando, ma se lo farà lo sosterrò da cittadina”, ha detto a Otto e Mezzo sua madre, la regista e scrittrice Cristina Comencini.
Oppure lo scrittore Gianrico Carofiglio, proposto a gran voce dai “pugliesi del Pd”. La regina Virginia, per i Cinque stelle, ritornerà in gara.
Ma sicuramente non finisce qui. 
La lotteria del voto comunale ci riserverà chissà quante altre strategie e sorprese sconvolgenti, che trasformeranno forse quella sfida in una sfilata di esibizionisti e quaquaraquà alla fiera di paese.
18 ottobre 2020 (Alfredo Laurano)

QUOQUE TU, ROSITA

L’ineffabile Rosita Celentano, figlia diversamente alternativa di tanto Guru, con estrema vis polemica, ha sentenziato sul Covid ed i contagi, dicendo di essere costretta a vivere “un terrorismo mediatico, che peraltro dice tutto e il contrario di tutto”. Perché ormai anche se non si hanno competenze, ci si sente in diritto di esprimere la propria "idea".
Si, esattamente come fa lei, forse casualmente, forse per sbaglio o emulazione, forse a sua insaputa.
E come, peraltro, fanno proprio i suoi amici negazionisti-liberazionisti che ci vogliono liberare dal governo dell’arcigno Conte, dittatore sanitario e non, che, in combutta con non meglio identificati poteri forti, anzi fortissimi, anzi di più, ha ridotto in schiavitù il popolo italiano e lo ha venduto alle potenze plutocratiche di Bruxelles.
 
Domanda: e tutti gli altri Premier europei cos’hanno fatto? Anche loro tutti tiranni che hanno schiavizzato e svenduto i propri cittadini?
È chiaro che la vibrante predica ai giovani del padre Adriano, su di lei, non ha sortito alcun effetto. Forse non l’ha nemmeno letta o sentita, forse non gliene può fregar di meno.
Meglio circondarsi di tuttologi anti-illuministi, anti razionalisti che si fondano sul "pensiero magico" anziché sulla scienza.
Le credenze antipositiviste generano illusioni ad libitum su tuttologi ignoranti ed indottrinati dai media, dai politici irresponsabili e da certa stampa. Persone incoscienti che cercano alibi ridicoli per continuare a condurre stupide, anacronistiche Movide di massa, in queste gravi circostanze, per contestare a prescindere ogni misura di prudenza e precauzione.
E ciò, soprattutto oggi che i contagi sono in costante aumento in Italia e in Europa e che la carica virale sembra essere addirittura maggiore della prima ondata (vedasi la notizia di oggi del 31enne di Ostia, che era in perfetta salute e in soli 2 giorni è intubato e a un passo dalla morte).

Alla confusa fanciulla, ha replicato prontamente il virologo Andrea Crisanti che le ha dato una significativa risposta: “io penso che il terrorismo l’ha fatto chi ha detto che il virus era morto. E poi per quanto riguarda la signora Rosita, beata lei che c’ha avuto l’ansia guardando l’epidemia in televisione. Pensi alle centinaia di migliaia di persone nella sanità che hanno lavorato giorno e notte durante l’epidemia. Non credo che nessuno abbia protestato per l’ansia. Sicuramente la televisione può creare ansia, non la guardi. Pensi però a tutte le persone che l’ansia ce l’hanno e hanno affrontato la paura costante di venire contagiati”.
Cara Rosita, se non l’ha già fatto tuo padre, vorrei ricordarti che “un bel tacer non fu mai scritto”
17 ottobre 2020 (Alfredo Laurano)

CHI FA LA SPIA NON È FIGLIO DI MARIA....

Nuovi orari per bar e ristoranti, per la vendita di alcolici, consumazioni solo a tavolo, limiti di persone in feste, cerimonie e altro per cercare di frenare la diffusione del virus: personalmente, ritengo che queste misure, previste nell’ultimo dpcm, siano insufficienti, per non dire inutili. Un’azione sul problema dei trasporti locali - bus e metro superaffollate e lunghissime file per fare tamponi - sarebbe stato più opportuno e necessario del numero dei partecipanti ad una cena familiare (che siano sei e non otto).
Ma è soltanto una mia opinione personale, tutt'altro che scientifica.

La situazione del Coronavirus nel mondo è preoccupante e richiede nuovi interventi, mirati e draconiani: record di casi in Francia, Germania e Regno Unito hanno determinato nuove restrizioni. In India l'emergenza resta alta: più 67 mila positivi in un solo giorno.
Il virus spegne Parigi e le grandi città francesi. Da sabato notte entra in vigore il coprifuoco: lo ha annunciato il presidente Macron, in diretta televisiva, confermando l'ipotesi che circolava con insistenza da giorni. Durerà tra le 21 e le 6 del mattino. 
Anche la Germania vara nuove provvedimenti: Merkel parla di “contagi esponenziali, rischiamo perdita di controllo".
In Giappone, dove la seconda ondata del coronavirus appare irrefrenabile (nelle ultime 24 ore sono stati registrati altri 23000 casi), si sta varando un programma di protezione per i bambini e per i più anziani che, pur essendo risultati negativi al virus, continuano a vivere a stretto contatto con una persona infettata. Il programma prevede di accogliere persone anziane non portatrici, che vivono spesso isolate nelle proprie abitazioni, in strutture adeguate e una regolare assistenza.
In Italia il bollettino di ieri registra 7332 nuovi casi, il numero più alto di sempre. I morti sono 43. Oltre 152mila tamponi effettuati.
E la Lombardia torna ai giorni dell'incubo: 1844 contagiati, più di mille solo a Milano
Si sta studiando, infatti, un eventuale coprifuoco o stop mirati nelle regioni. regioni più a rischio, come la Campania.

Ma questa drammatica situazione, tuttavia, non impedisce ai soliti idioti di attaccare ferocemente Speranza, ministro della Salute, sottoposto in queste ore a una gogna mediatica violentissima perché avrebbe invitato le persone a trasformarsi in spie, delatori, agenti sotto copertura pronti, a denunciare alle autorità il minimo movimento sospetto, in una specie di scenario dispotico orwelliano, oggi rivisitato in regime da dittatura sanitaria.
Presunto clima da Stasi, stato di polizia teorizzato da un ministro stalinista, o gerarca delle SS, durante una trasmissione del servizio pubblico, solo per aver detto "Intanto, quando c'è una norma, va rispettata. In questi mesi gli italiani hanno dimostrato di non avere bisogno di un poliziotto che li sorvegli personalmente. Ma è chiaro che aumenteremo anche i controlli, ci saranno segnalazioni”. 
"Ci saranno segnalazioni".

Una frase normalissima, persino ovvia e scontata in un Paese democratico. 
Come scrive l’amico Alberto Piccio, se vedi qualcuno che compie atti illegittimi e lo denunci, sei un delatore e uno spione? Se vieni a conoscenza di violenze su qualcuno, su una donna o nel privato e le denunci, sei un delatore e uno spione? Se denunci qualcuno che sta rubando, sei un delatore e una spia? 
E se informi la polizia che c'è qualcuno che, fregandosene delle norme, sta rubando la tua salute mettendo in pericolo gli altri, oltre a se stesso, sei un delatore e una spia?
Fa soltanto quella che nel vocabolario italiano si chiama una "segnalazione", senza essere né uno psico-poliziotto, né un agente della Stasi sotto copertura, ma solo un povero cristo che non vorrebbe finire in ospedale o in terapia intensiva. 
Anche perché, nel bel mezzo di una pandemia, con i contagi che salgono precipitosamente, i morti che aumentano, le terapie intensive che tornano a riempirsi, organizzare una festa in casa con decine di persone - verosimilmente senza mascherina, né alcuna norma di distanziamento - non può essere considerato un fatto privato, qualcosa che non ci riguarda. 
Semplicemente perché tutto ciò che contribuisce a moltiplicare l’infezione ci riguarda, riguarda la collettività.
E non è allarmismo o terrorismo, come dicono sempre quelli. È la normale condizione quotidiana di difesa e precauzione, al tempo della nuova peste.

“Le opposizioni sono arrivate a dire che Speranza è un agente della Stasi. Sono faziose e demagogiche, criticano come farebbe un bambino”. 
Sono le sagge parole di Pier Luigi Bersani, in merito alla posizione del centrodestra, secondo il quale il governo Conte starebbe limitando le libertà e i diritti degli italiani nella gestione dell’emergenza. 
“Cosa penso dei negazionisti? Bisogna solo dire loro che sono dei deficienti”, ha continuato Bersani.
La cosa più comica e paradossale, che stupisce non poco, è, che quando c’era il lockdown, stavano tutti sui balconi a fotografare e riprendere in video la gente che andava in giro, per poi sputtanarla sui social: un vero popolo di guardoni, di delatori e di spie del regime. 
Altro che Roberto Speranza. 
15 ottobre 2020 (Alfredo Laurano)

ER CORNACCHIA

Il Cornacchia vorrebbe fare ironia, ma è talmente idiota che fa solo sciacallaggio! E tanta pena.
La polizia, che ancora non entra nelle case, dovrebbe visitare il suo circo dei cretini, chiuderlo all'istante, mettere i sigilli e ricoverare il pagliaccio scemo in psichiatria.

Da Emilio Mola.
Ci fa le scenette lui. 
Lo trova divertente, lui, tutto questo.
Le matte risate eh, Mario Giordano?
Le matte risate.
La scenetta della festa in casa, la torta, Raffaelle Carrà in sottofondo. 
E poi le urla al cameraman: “Fermati Donato! Sei matto? Ma non lo sai? Non si invitano a casa più di 6 persone! Io c’avevo qui la zia Mariuccia e la zia Concetta, le ho dovute mandare via”. 
E poi l’immancabile bugia perché tanto bassa è la considerazione per l’intelligenza dei propri spettatori, che la si può dire tranquillamente: “Ti minacciano di mandarti la polizia a casa per controllare cosa fai!”. Pur sapendo che non è vero.
Divertente, eh Mario Giordano?
Sai, Mario Giordano, quanti nipoti oggi non hanno più la zia Mariuccia e la zia Concetta a tavola perché proprio in casa hanno preso il virus che le ha ammazzate?
Migliaia Mario Giordano, decine di migliaia. 
E a te fa ridere questo eh? Le matte risate.
Sai quanti figli hanno in questi mesi perso la mamma, il papà, quanti orfani, quanti lutti, per una banale cena in casa, per la visita di un nipote, la chiacchierata con una nuora? Sì che lo sai.
Solo che a te fa ridere.
Ti fa ridere che il governo raccomandi non di isolarsi in casa per anni, ma di vedersi in pochi per volta per qualche mese ancora. 
Per sopravvivere e ritrovarsi domani a stare di nuovo tutti insieme, dove ci pare, come ci pare, senza avere un’altra sedia vuota a tavola perché quella zia, quella nonna, quel papà non ci sono più.
Ma a te fa ridere tutto questo eh?
Chissà che si prova a essere così, come Mario Giordano.
E farsi con lui delle matte risate sui morti che ci sono stati e quelli che ci saranno senza regole, senza limitazioni, perché se no Mario Giordano fa le sue scenette urlate.
Che risate eh Mario Giordano eh? 
Che risate. (14 ottobre 2020)

UNA DELLE SETTE MERAVIGLIE DEL MONDO ANTICO

Nella corsa al Campidoglio, c'è anche Vittorio Sgarbi. Una disgrazia inevitabile per i cittadini romani, se, non sia mai, dovesse vincere.
Lui, ancora lui, sempre lui. Il buffone isterico, che già si esibisce in Parlamento, che aggredisce e insulta tutto e tutti nei talk, sul web e in TV.
Lui, sempre lui, la mancata soubrette d’avanspettacolo, il pastore d’arte, odiato dalle sue stesse sfortunate capre.
Lui, sempre lui, il giullare pazzo che si propone al pubblico in tutte le sue più disgustose versioni: nudo sulla tazza del cesso (luogo ad esso più congeniale), mentre guida l’auto, mentre pontifica da un trono in una villa antica, mentre predica su Retequattro (tutti i giorni) o delira facendosi cacciare dalle braccia dei commessi a Montecitorio.
Lui, sempre lui, il giullare arrogante e presuntuoso che non ha più freni, né limiti, né vergogna, che si ritiene onnisciente e onnipotente.
"Mi candido per ricostruire Roma", dice. E si, pure ingegnere o muratore! Ci mancava.

Lo storico e critico d'arte (è il suo secondo lavoro di recupero, ça va sans dire), attualmente deputato e sindaco di Sutri e, precedentemente di altri Comuni, (già socialista, comunista, democristiano, missino, liberale, radicale pannelliano, berlusconiano e liberal) correrà con il simbolo di "Rinascimento", il movimento da lui fondato nel 2017 e da allora presente in numerose tornate elettorali.
Dopo tante ipotesi - l’ultima che circolava era quella del conduttore populista e finto incazzato Massimo Giletti, il prosaico Che Guevara dei poveri di spirito e fantasia - la Destra romana un nome in campo l’ha quindi trovato: una candidatura forte, forse anche troppo per Lega, Fratelli d'Italia e soprattutto Forza Italia, visto che Sgarbi è già appoggiato da associazioni, comitati e movimenti vari.
Come tutti sanno, il possibile candidato ha da mesi ingaggiato una lotta negazionista alle mascherine, arrivando a vietarne l'uso nella cittadina che attualmente amministra. Passa i suoi giorni a criticare duramente il governo Conte, per le decisioni sull'uso dei dispositivi di sicurezza, registrando continui video-proclami alla nazione. 
Uno così, con la fascia tricolore, sarebbe una disgrazia, una iattura da scongiurare col malocchio e ogni rito apotropaico. Si permette di dire: “è arrivato il momento di puntare sulla Capitale. La sindacatura di Virginia Raggi passerà alla storia come la più grave calamità naturale dopo il grande incendio di Roma del 64 dopo Cristo, ai tempi dell'imperatore Nerone”. 

Pensa se dovesse vincere lui, il gradasso megalomane! 
A imperituro simbolo del suo regno e per la gloria eterna, si farebbe costruire, una gigantesca statua accanto al Colosseo, dove un tempo era proprio il bronzeo Colosso di Nerone, assai simile a quello di Rodi. 
Ma questa è fantascienza della Storia.
14 ottobre 2020  (Alfredo Laurano)

LA VIOLENZA DEI FALSI LIBERTARI

Quel migliaio di fascisti, travestiti da pagliacci rivoluzionari, erano in piazza, sabato a Roma, per rivendicare la libertà minacciata dalla dittatura economico-sanitaria, per rifiutare le museruole del Potere, per riappropriarsi del cosiddetto sovranismo, tradotto, per comodità, in sovranità popolare.

Ma, in realtà, erano lì per rinnegare e cancellare proprio l’idea di libera espressione ed opinione, di diritto all’informazione e di confronto.

Quello che hanno fatto a Saverio Tommasi, inviato di Fanpage, va oltre ogni umana concezione.
Non siamo di fronte ad un rifiuto, a una comune censura, e non siamo davanti nemmeno, se proprio vogliamo sforzarci, a qualche bulletto complottista invasato, come la disastrata Sara Cunial, ovviamente senza mascherina, ma, per l’occasione, con il casco in testa per proteggersi dai meteoriti…altro che Covid.
Lo hanno accerchiato, insultato e minacciato. Lo hanno strattonato, nominando Caterina e Margherita, le sue due bimbe, Gli hanno tossito in faccia con fare di scherno e li hanno urlato in faccia mimando lo sparo di fucili, con tanto di “Pum! Pum!” simulato con voce e gestualità: "Pezzo di merda, infame, morirai fucilato".
Tutto questo, è qualcosa di molto grave, di patologico e preoccupante.

Basti guardare quelle facce da banditi, ascoltare quegli insulti, quelle minacce, quella foga, quella malvagità ed eccitazione di chi si trovava in quella piazza, per reclamare per antifrasi la libertà perduta: negazionisti, no-mask e anti-vax, fianco a fianco coi fascisti di razza pura.
Perché questa era la “Marcia della liberazione”. La marcetta ignobile di cretini analfabeti e delle novelle camicie nere.
Qualcuno sostiene giustamente che il complottismo seduce l’ignorante o il semicolto e gli fa credere di poter ottenere, con la semplice lettura notturna di qualche blog complottaro o con la visione di qualche esilarante video di You Tube, ciò che non ha: cultura, preparazione, consapevolezza.
Un goffo tentativo di redenzione culturale che può solo partorire pericolose perversioni.
13 ottobre 2020 (Alfredo Laurano)


https://youtu.be/DGY5yYNOG5Y

LEI E’ BURBANZOSO!

Ieri sera si è superato nella fantasmagorica arena de La Sette.
Diego Fusaro - il "filosofetto" parolaio e perbenino da salotto, che blatera di turbo mondialismo, turbo globalismo e turbo-capitalismo, che si propone come esegeta di Platone ed Hegel per essere invitato in ogni talk, è l'intellettuale prodige di cui non avevamo bisogno.
Onnipresente su blog, radio e tv è l’emblema della crisi di una certa "cultura" italiana. D’altro canto, qualcuno ha giustamente detto, ogni epoca ha gli intellettuali che si merita.
Belloccio, pacatino, perbenino, garbatino, educatino, col duo ditino alzato a chiedere pazientemente la parola. 
Marxista, sovranista, riduzionista, questo bambolotto ricciolino da sofà ama solo parlarsi addosso come un disco rotto, compiacersi del suo stile oratorio - che usa come il “latinorum” dei preti - nuotare sempre e comunque contro corrente e distinguersi per essere ricordato, almeno dalla sua famiglia: Deve ancor decidere da che parte stare e cosa voglia fare da grande.
“Non ho potuto partecipare, ma ho dato il mio pieno appoggio alla Marcia della Liberazione, una manifestazione socialista e democratica, per un ritorno a una piena sovranità. L’emergenza è un preciso metodo di governo - come sa bene chi conosce Foucault - che crea una razionalità politica centrata sull’autoritarismo e una sorta di sospensione di libertà e diritti giustificata da quella presunta emergenza. Molte cose non tornano... Ogni regime del '900 ha posto in essere il divieto di assembramento. Oggi abbiamo in essere un regime terapeutico che sta dando una sterzata autoritaria
Stiamo vivendo una ristrutturazione autoritaria dei rapporti di forza su scala planetaria. 
Ma noi possiamo davvero mettere in congedo la democrazia e la libertà per un virus? Siamo davvero certi che una pandemia valga a mettere in discussione la libertà e la democrazia? Io penso di no”. 
Sic loquitur il bambolotto da salotto.

“Il ragazzo si farà” ha replicato ironicamente il viceministro Sileri, che si è beccato del cafone da Fusaro: "Classica frase da cafone che usano gli anziani...". 
La risposta di Sileri: "Questa mascherina ti salva la vita, fossi in te leggerei qualche libro di medicina..."
“Può darmi anche del lei”, replica il presuntuoso bambolino.
“Stiamo uscendo da un ambito democratico, verso una sorta di fascismo: l’esercito per strada è qualcosa che esula da una normale democrazia e da marzo stiamo andando avanti a dpcm”. 
A Cecchi Paone che gli dice che il fascismo non c’entra un piffero e di studiare la storia, risponde “lei è burbanzoso, non mi lascia parlare”.

Non so quanti conoscano il pensiero di Foucault sul governo dell’emergenza, ma, come riporta Wired, al turbo filosofo piace vincere facile mescolando un po’ di tutto, nella sua analisi della contemporaneità: è come una bella coppa (intendendo il salume) con qualche pezzo di grasso di marxismo, fasciogramscismo e neohegelismo virtuali, parecchi etti di turbonazionalismo lepenista, complottismi e dietrologismi come se piovesse, echi diversi e contraddittori fra populismi e leghismi di vario genere, impietoso neocatecumenismo. 
In conclusione quella di Diego-turbo- Fusaro è una figura modesta elevata a sopraffino interprete della contemporaneità. Idolatrato come una marionetta mediatica.
A suo modo, è la plastica rappresentazione della crisi culturale contemporanea, specialmente in Italia: dove si creano dei vuoti che tendono a riempirsi e si riempiono con quel che c’è. 
Adesso c’è Fusaro, quello del pensiero confuso e per forza alternativo, e tocca tenerselo, condannati a rintuzzarne ogni incomprensibile sparata, domandandosi se egli stesso capisce quel che dice o ascolta affascinato il suono delle sue indecifrabili, forbitissime parole.
O a ignorarlo beatamente. 
12 ottobre 2020 (Alfredo Laurano)
Maria Luisa Zaza, Ugo Bellesi e altri 7
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