lunedì 2 gennaio 2023

A NATALE PUOI /2594

Anche questo Natale è archiviato.
Al di là del suo attuale significato commerciale e di quello religioso, dimenticato e sopraffatto, Natale è il momento rituale dei ricordi, il calendario che segna le tappe della nostra vita. Di quello che abbiamo avuto, desiderato, provato, sentito, dall'infanzia alla maturità.
Ci spoglia dagli abiti dell'arroganza e dell'indifferenza, assopisce l’ipocrisia e l’egoismo, mette a nudo la coscienza. E, qualche volta, riscatta la miseria d’animo che ci segna.
Capanne e villaggi, fiumiciattoli e montagne, madonne e bambinelli, pecore e pastori, angeli e stelle rappresentano il nostro presepe personale, i luoghi, le figure, i personaggi della nostra storia. L’allegoria dell’esistenza, rivisitata nel tempo che scorre e nei modi che mutano veloci.

Poi, dopo la festa, tutto torna nello scatolone, in attesa che qualcuno – alla prossima scadenza della tradizione – lo ritiri fuori e lo faccia vivere di nuovo, ricordandosi di noi.

Il Natale è una metafora che ci racconta e ci ricorda ciò che abbiamo vissuto e condiviso. Le persone che abbiamo amato e perduto e che ci hanno accompagnato per lunghi tratti della nostra strada.
Le sensazioni e i pensieri che non ci abbandonano mai, le gioie e i dolori che combattono in noi, rinnovando le nostre contraddizioni e il mistero della vita.
E’ un inno alla nostalgia, alla fanciullezza, ai tempi e alle cose perdute, a ciò che non ritorna, ma rimane nel cuore.
Tutto questo esalta i sentimenti, ma li ammanta di tristezza.
27 dicembre 2022 (Alfredo Laurano)                                                                                                                                                             

 

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