martedì 30 settembre 2014

FINALMENTE!


Tranquilli, è fatta. Finalmente. 
Con buona pace dei veneziani, dei turisti e di tutti gli italiani, George e Amal finalmente si sono sposati. E' finalmente ufficiale.
Con la cerimonia civile alle 13.30 a palazzo Ca Farsetti di Venezia, hanno finalmente detto il loro sì definitivo davanti a Veltroni, tra la folla di curiosi, fotografi e giornalisti da tutto il mondo.
I tre articoli del codice civile sono stati letti in italiano e tradotti in inglese dall'amico "Wuolter" con la fascia tricolore. La coppia ha poi pronunciato il fatidico si in italiano.



Al loro passaggio sul motoscafo "amore", dalle rive del Canal Grande tanti saluti, tante foto e grida di giubilo, ma anche le proteste, con urla e cartelli, dei dipendenti comunali contro i "tagli" del commissario straordinario.

Finito lo show, la laguna può finalmente tornare alla normalità e al suo traffico quotidiano e noi, finalmente, ai "ragionamenti stravaganti" di Matteo Renzi: "siccome abbiamo pochi occupati e molti disoccupati, togliamo "finalmente" l'articolo18".
In Germania hanno più occupati e hanno l'articolo 18. Forse viene il dubbio che non c'entri un tubo l'articolo 18", dice finalmente il povero Bersani.
Ma, intanto, 18 si o 18 no, George e Amal, in volo di miele, già ci mancano....finalmente!

29 settembre 2014                                   (Alfredo Laurano)


lunedì 29 settembre 2014

COM'E' TRISTE VENEZIA


E’ più di una settimana che se ne parla.  
La città dell’acqua galleggia sull’orlo della commozione, la laguna e il Canal Grande non trattengono il moto ondoso generato dalle copiose lacrime di gioia  e d’emozione di turisti e veneziani..  
L’intero Paese è turbato, più che dalla Tasi e dalle vicende del lavoro e dell’articolo diciotto.
Io stesso fatico a prender sonno.

Dopo una lunga serie di annunci, depistaggi, falsi scoop e balletti sulle date, la coppia più glamour delmondo sta convolando a nozze: George Clooney, il divo di Hollywood più famoso per la pubblicità “Martini” che per i suoi film, e l'affascinante avvocatessa anglo-libanese Amal Alamuddin, si sono scambiati la promessa d’amore nella agitatissima laguna.

Il tutto tra centinaia di ospiti, divi e vip internazionali, sfilate di motoscafi, polizia, vigili e servizi d’ordine e flotte di fotografi all'inseguimento. 
Folle di fan, cacciatori d'autografi e selfie ammassati sulle rive, all'assalto dei pontili della gondole, per gridare auguri - manco fossero parenti - per rubare uno scatto, un appagante salutino con la manina da Bono, da Cindy Crawford o dagli sposi.


Ma oltre al giuramento festaiolo, ci sono stati party esclusivi a tema di limone, cene da Ivo, addio al celibato e serata “Dolce Vita” nel resort 7 stelle lusso a Palazzo Papadopoli. Un pezzo di Hollywood sbarcato in laguna.

E, ovviamente, stampa e Tv in piena eccitazione: filmati, storie, curiosità, testimonianze sui protagonisti. 
Gossip e approfondimenti dietrologici alla “Libero” e alla “Signorini”: “ma è gay o non è gay?” Intere trasmissioni e collegamenti in diretta sulle reti pubbliche e private. Un’overdose di guardonismo.
Ma non è finita qui.

Domani, 29 settembre (di Mogol-Battisti) ci sarà la cerimonia ufficiale del vero “si”, officiata da Veltroni a Ca' Farsetti, sede del municipio veneziano. Qualche diretta non ce la risparmierà nessuno.

Poi, forse, in quelle acque assai confuse, torneranno a circolare le grandi navi da crociera e cesserà il tormento, l’ansia e l’apprensione di un popolo sconvolto.

E tornerò a dormire.


28 settembre 2014    (Alfredo Laurano)                              

domenica 28 settembre 2014

ALLINEATI E COPERTI

 
Si faceva la fila per il pane, per trovare una giornata di lavoro, per la visita in ambulatorio, per ritirare la pensione alla Posta o per iscrivere i figli a scuola.

Oggi, in mezza Italia, si passa la notte in fila davanti agli Apple Store, in attesa dell’apertura dei negozi, per acquistare l’ultimo modello di  iPhone 6.
Tra bivacchi, sacchi a pelo e cappuccino all'alba: così soffrono e si sacrificano i nuovi martiri della tecnologia.


Roma, nel centro commerciale di Porta di Roma, un gruppo di militanti del Blocco Studentesco, organizzazione giovanile di estrema destra legata a Casa Pound, ha lanciato uova e farina contro i clienti in fila, già dalla notte, per acquistare il nuovo telefonino della Apple.


I manifestanti hanno poi distribuito volantini che, testualmente, recitavano: ''Ieri trincea e baionetta. Oggi un iPhone che ti aspetta''.

Un modo un po' "vivace" e turbolento per invitare a riflettere sulla stupidità di certe scelte euforicamente consumistiche.

26.9.2014                                               (Alfredo Laurano)


OGGI, SO' trenTOTTI!

Provate a spaccare in più punti la caviglia di una «forza della natura», vi dirà che forse non se la sente più di continuare a certi livelli.
Provare a rompere, crociato e menisco a una «forza della natura», è probabile che il resto della sua carriera se lo vivrà da ergastolano della fisioterapia, su e giù dal lettino, sempre con le mani di qualcuno addosso, sempre in dubbio per la partita successiva e sempre con minore entusiasmo, schiavo dell’artrosi e ...della malinconia.
Provate a mettere in crisi, e a più riprese, la schiena di una «forza della natura», avrà meno voglia di farsi prendere a ginocchiate dai difensori avversari.
Provate a fermare Francesco Totti, malgrado tutto questo.
Non ci riuscirete.
Forse è impossibile. (E. Sisti)
28 settembre 2014                    AUGURI FRANCESCO, SO' TrenTOTTI!

giovedì 25 settembre 2014

APPUNTAMENTO SLOW FOOD, DA NON PERDERE

                                                            

L’OSTERIA SOTTO CASA
L’Osteria evoca da sempre l’idea di un luogo in cui si sta bene, ci si sente a proprio agio: quel senso di ospitalità che l’etimologia del nome stesso richiama. E proprio la qualità dell’accoglienza identifica la vera osteria, in cui il cibo è sostanza e si basa sulla scelta dei prodotti utilizzati, sulla ricerca dei sapori, sulla valorizzazione delle ricette e della tradizione.

Nell’accogliente clima conviviale dell’Osteria della Ricciotta parleremo di questo e altro anche insieme ai proprietari, assaporando alcuni piatti della cucina tradizionale romana: una cucina semplice, basata su ingredienti popolari, sapida, corposa e autentica. E visto che siamo in osteria, non può mancare un buon bicchiere di vino, in questo caso dell’azienda vinicola degli “osti” che ci ospiteranno.

MENU’

“Pesce finto” e alice imbottita

Mezze maniche all’amatriciana

Picchiapò con cicoria ripassata

Crostata con ricotta e visciole


In abbinamento i seguenti vini:
Effatà (grechetto 70%, riesling 30%)
Tallitakum (sangiovese 60%, merlot 20%, sagrantino 20%)

Mercoledì 15 ottobre 2014
Osteria della Ricciotta – Via Muzio Clementi 13–15, Roma

Costo: Soci 30 euro, non soci 35 euro

Prenotazioni: Nicoletta Laurano 347/0525887
nicoletta@slowfoodroma.it




mercoledì 24 settembre 2014

E' SEMPRE COLPA SUA

In questo ridicolo Paese, con la scusa di combattere “corporativismi e conservatorismi” che impedirebbero l’avvio di politiche nuove e coraggiose per la crescita e l’occupazione, si pretende di riformare il mercato del lavoro intervenendo, prepotentemente, come prima cosa, sui diritti dei lavoratori.
Se qualcuno non è d’accordo con il governo Renzi, Alfano, Berlusconi e relativo Patto del Nazareno - come la sinistra Pd, Sel e la Cgil che hanno provato a dire che sui licenziamenti senza garanzie non erano d’accordo - è un disfattista, un gufo, un rematore contro. E parte l’anatema.
Con tanto di videomessaggio alla nazione, l’arrogante puffo Renzi si è scagliato contro la “vecchia guardia che vuole lo scontro ideologico”.

Il famigerato articolo 18 è da sempre senza pace e senza dignità normativa, anche dopo la grandiosa manifestazione popolare di dodici anni fa, quando la Cgil radunò al Circo Massimo oltre un milione di persone per protestare contro la riforma del lavoro dell’allora governo Berlusconi.
Cambiano i governi, i ministri e i leader sindacali, ma al centro del dibattito resta ferma l’ossessione per l’articolo 18. Oggi, come allora, come sempre.

Già un mese e mezzo fa, l’Angelino del Viminale aveva affermato di voler liberare da ogni laccio l’imprenditore che volesse assumere qualcuno.  
“La solita fissa ideologica - avevo osservato e scritto in quel momento - tanto cara alla destra liberista, pur di eludere i veri nodi del mercato del lavoro. L’abolizione, non la chiedono più neanche le imprese! Forse dovremmo ricordargli che non serve abbattere quel “totem”, visto che le aziende assumono con contratti a termine e false partite Iva.”

Questo povero e sfortunatissimo principio elementare rappresenta una tutela per milioni di lavoratori perché impedisce il licenziamento illegittimo e discriminatorio (senza giusta causa o giustificato motivo) e non certo un ostacolo agli investimenti, come qualcuno vuol far credere.
Lo ripeto: sono ben altre le ragioni che li frenano: l’eccessiva e insostenibile tassazione, la corruzione dilagante e gli appalti truccati, la soffocante e opprimente burocrazia, la mancanza di certezze e garanzie, il pizzo e i ricatti della la criminalità diffusa.

Piuttosto che stravolgere ancora lo Statuto e quel che è rimasto dell’articolo 18, servirebbe una riflessione ragionata sui diritti e sulle norme, adeguata alla disperata realtà attuale, che potesse estendere, a milioni di pre­cari e disoccupati, le difese come il giusto salario, la maternità, le ferie, la malattia, la protezione contro i licenziamenti ingiusti, gli ammortizzatori sociali universali.
Nel raro, improbabile caso che si avesse a cuore la sorte e la tutela dei lavoratori.

23 settembre 2014                           (Alfredo Laurano)
                            

AMMONITO PER AFFETTO


La cosa più bella della partita di oggi all'Olimpico, Roma-Cagliari, è stata il gesto spontaneo e commovente del giovane Alessandro Florenzi, che dopo aver segnato il gol del 2 a 0, è corso su in tribuna ad abbracciare la sua nonna di 82 anni, per la prima volta allo stadio, ad applaudirlo.
Un momento di tenerezza e di affetto che riconcilia la realtà di un calcio violento e miliardario, con quello pulito e genuino dei tempi andati, con la vera passione sportiva e con le autentiche emozioni.
Anche se, gli è costato un "giallo".

21 settembre 2014               (Alfredo Laurano)