Da
oggi, non ci sarà più una zona rossa nella penisola, ci sarà l’Italia “zona
protetta", tutta di un solo colore, quello del massimo rischio, senza più
differenze fra la Lombardia e il resto del Paese.
Un
Paese unito nelle rinunce e nella sofferenza, assediato da un nemico senza
uniforme, pericolosissimo, subdolo, invisibile, che si chiama Coronavirus. Da
sconfiggere con ogni mezzo, prima che sia tardi, perché si moltiplica sul campo,
nei luoghi e nelle vie.
“Non
c'è più tempo - dice il PdC Conte - i numeri ci dicono che i contagi sono in crescita
esponenziale (più 25 per cento in meno di ventiquattrore), come quelli delle
persone ricoverate in terapia intensiva e subintensiva e anche delle persone
decedute.
Le
nostre abitudini vanno cambiate adesso: dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa
per il bene dell’Italia, perché è a repentaglio la salute dei cittadini. Lo
dobbiamo fare subito e ci riusciremo solo se ci adatteremo a queste norme più
stringenti».
Norme
che devono essere severe e restrittive per blindare la popolazione e punire i
menefreghisti, usando le maniere forti. Come hanno fatto in Cina.
Dunque
gli spostamenti su tutto il territorio nazionale saranno consentiti solo in
casi strettamente necessari: per motivi di lavoro, di necessità (?) o per
motivi di salute. (Ma dovrà essere tutto chiarito, anche in relazione ai mezzi
di trasporto e per l’autocertificazione); scuole, università, teatri, cinema e musei
resteranno chiusi fino al 3 aprile; il campionato verrà fermato, come tutte le
manifestazioni pubbliche; gli assembramenti vietati. Bar e ristoranti chiusi
alle 18, non possiamo permetterci nessuna forma di aggregazione. Oltre le
misure già suggerite in ordine a saluti, baci, abbracci, lavaggio mani, distanze
di sicurezza, isolamento e quarantena.
Come
dovranno essere spiegate meglio le sanzioni previste, perché l’efficacia
repressiva di quelle ipotizzate è minima. Si minaccia il carcere, ma rischia di
ridursi a una pena puramente nominale, trattandosi di reato contravvenzionale.
Non
è questo il modo dissuasivo per chi trasgredisce. Bisogna garantire una stretta
vera in nome della salute pubblica, non palliativi.
Insomma,
bloccate tutto. Ma bloccate davvero.
Il
futuro è nelle nostre mani, ognuno faccia la propria parte. Ognuno rispetti le
nuove norme con senso di responsabilità.
10
marzo 2020 (Alfredo Laurano)
Nessun commento:
Posta un commento