venerdì 6 marzo 2020

L’ALTRO VIRUS: L’IGNORANTITA’ /1976


Come sempre, e come accade soprattutto in questa drammatica emergenza da Coronavirus, esplode sui Social la follia, si manifesta l’imbecillità e l’incoscienza. Ad oltranza.
I webeti si riproducono come conigli, si moltiplicano, gareggiano a chi le spara più grosse, le cazzate, le critiche, le reazioni più stupide e insensate.
Trionfa la malafede mista a ignoranza e fatalismo, nel contempo, colpevolmente, ingenua ed esecrabile. Dilagano negazionisti primordiali e bastian contrari, a prescindere.
Fioriscono scienziati e virologi con la terza media, che hanno studiato qualche minuto su Wikipedia, ma disconoscono la più elementare grammatica di base.

Qualche irresponsabile scrive: “finiamola con sta paranoia, non è altro che una semplice bronchite, manco fosse la peste. Se avete paura di tutto, chiudetevi in casa e non uscite, se vi finiscono i viveri, andate a saccheggiare i supermercati e a rubare nei carrelli degli altri, liberi di farlo, però attenzione a non incontrare il virus...
Non servono mascherine e manco igienizzarsi le mani, se si ha il sistema immunitario debole, anche con le mascherine e l’amuchina si prende il virus. Basta allarmismi. Non fatevi plagiare dai media che non fanno altro che aumentare la paranoia, sono più i guariti che i morti, che comunque sono morti a causa delle loro patologie, non per il coronavirus.
Vivete tranquillamente, uscite, parlate andate al cinema, a cena fuori. Non rinchiudetevi in casa, come se ci fosse la peste in giro. Su via... vivete e basta”.

Sconcertante. Ci dispensano pure consigli di vita e di evasione!
Tutti questi epici proclami di anarchia comportamentale e di menefreghismo sociale, incorniciato da patetica ironia, sono aberranti e di evidente pericolosità sociale.
Costoro non si rendono proprio conto della gravità della situazione, confermata dalle ultimissime misure governative, con la chiusura di tutte le scuole, manifestazioni pubbliche, cinema, teatri, stadi ecc.
La loro disinvoltura è sorprendente, quanto nociva è la loro strafottenza.

Come ho ripetutamente scritto, in questi giorni, c’è sempre il Pierino saputello che ha la verità in tasca, la sua sacrosanta, inconfutabile, verità di incompetente.
Che ostenta indifferenza, che scherza, dissente, nega e ridicolizza la paura – prezioso meccanismo di difesa, salvavita, che ci consente di evitare ciò che può metterci in pericolo - per naturale ottusità, per congenito obbligo di contraddizione, per snobismo intellettuale, per darsi un tono di fittizia superiorità, anche in momenti di grave emergenza come questi.
Che fa finta di non capire, o non capisce proprio, cosa sia un'emergenza epidemica, che rischia di trasformarsi in pandemia e le città in lazzaretti.

D'altronde, i soliti imbecilli ci son sempre stati, come quelli che ai tempi del disastro nucleare di Chernobyl (1986) mangiavano l'insalata in pubblico per dimostrare che non temevano la contaminazione; o quei buffoni che divoravano le cozze crude pescate nel porto di Napoli, ai tempi del colera (1973).
Le misure impopolari appena adottate - del tutto nuove e mai viste prima, nemmeno con l'Asiatica o la Sars - lasciano intendere che si teme la rapida progressione dei contagi che, secondo i massimi virologi, saranno presto in numeri mostruosi e impressionanti, nel mondo. Anche se non lo si dice chiaramente, per non alimentare il panico.

Non si può, quindi, invocare l’assoluta libertà d’azione e la totale autonomia, quando le nostre scelte sbagliate e le nostre reazioni personali, isteria a parte, sono determinanti e si riflettono su quelli altrui, sulla comunità intera, rischiando di vanificare ogni iniziativa di contenimento, fino a stressare e far scoppiare il sistema sanitario: posti letto, personale medico, paramedico e terapie intensive, anche per altre quotidiane patologie.
E’ facile intuire cosa accadrebbe, cosa significherebbe una situazione degenerata, caotica e fuori controllo.
Tutto questo deriva dalle responsabilità morali e civili di tutti noi.
Dalla nostra condotta, dal nostro arbitrio.
Dal nostro rispetto, anche per gli altri. E non vale solo per l’Italia.
Riflettete e ragionate, senza fare chiacchiere inutili e polemiche controproducenti.
Beata ignoranza, anzi pericolosa ignoranza. 
Troppa e persino presuntuosa. 6 marzo 2020 (Alfredo Laurano)

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