Come
sempre, e come accade soprattutto in questa drammatica emergenza da
Coronavirus, esplode sui Social la follia, si manifesta l’imbecillità e
l’incoscienza. Ad oltranza.
I webeti si riproducono come conigli, si moltiplicano,
gareggiano a chi le spara più grosse, le cazzate, le critiche, le reazioni più
stupide e insensate.
Trionfa la malafede mista a ignoranza e fatalismo, nel contempo,
colpevolmente, ingenua ed esecrabile. Dilagano negazionisti primordiali e
bastian contrari, a prescindere.
Fioriscono scienziati e virologi con la terza media, che
hanno studiato qualche minuto su Wikipedia, ma disconoscono la più elementare grammatica
di base.
Qualche irresponsabile scrive: “finiamola con sta paranoia, non è altro che una semplice bronchite,
manco fosse la peste. Se avete paura di
tutto, chiudetevi in casa e non uscite, se vi finiscono i viveri, andate a saccheggiare i supermercati e a rubare
nei carrelli degli altri, liberi di farlo, però attenzione a non incontrare il virus...
Non
servono mascherine e manco igienizzarsi le mani, se si ha il sistema
immunitario debole, anche con le mascherine e l’amuchina si prende il virus. Basta
allarmismi. Non fatevi plagiare dai media che non fanno altro che aumentare la
paranoia, sono più i guariti che i morti, che comunque sono morti a causa delle
loro patologie, non per il coronavirus.
Vivete
tranquillamente, uscite, parlate andate al cinema, a cena fuori. Non
rinchiudetevi in casa, come se ci fosse la peste in giro. Su via... vivete e
basta”.
Sconcertante. Ci dispensano pure consigli di vita e di
evasione!
Tutti questi epici proclami di anarchia comportamentale e di
menefreghismo sociale, incorniciato da patetica ironia, sono aberranti e di
evidente pericolosità sociale.
Costoro non si rendono proprio conto della gravità della
situazione, confermata dalle ultimissime misure governative, con la chiusura di
tutte le scuole, manifestazioni pubbliche, cinema, teatri, stadi ecc.
La loro disinvoltura è sorprendente, quanto nociva è la
loro strafottenza.
Come ho ripetutamente scritto, in questi giorni, c’è sempre
il Pierino saputello che ha la verità in tasca, la sua sacrosanta,
inconfutabile, verità di incompetente.
Che ostenta indifferenza, che scherza, dissente, nega e
ridicolizza la paura – prezioso meccanismo di difesa, salvavita, che ci
consente di evitare ciò che può metterci in pericolo - per naturale ottusità,
per congenito obbligo di contraddizione, per snobismo intellettuale, per darsi
un tono di fittizia superiorità, anche in momenti di grave emergenza come
questi.
Che fa finta di non capire, o non capisce proprio, cosa sia
un'emergenza epidemica, che rischia di trasformarsi in pandemia e le città in
lazzaretti.
D'altronde, i soliti imbecilli ci son sempre stati, come
quelli che ai tempi del disastro nucleare di Chernobyl (1986) mangiavano
l'insalata in pubblico per dimostrare che non temevano la contaminazione; o quei
buffoni che divoravano le cozze crude pescate nel porto di Napoli, ai tempi del
colera (1973).
Le misure impopolari appena adottate - del tutto nuove e
mai viste prima, nemmeno con l'Asiatica o la Sars - lasciano intendere che si
teme la rapida progressione dei contagi che,
secondo i massimi virologi,
saranno presto in numeri mostruosi e impressionanti, nel mondo. Anche se non lo
si dice chiaramente, per non alimentare il panico.
Non si può, quindi, invocare l’assoluta libertà d’azione e la
totale autonomia, quando le nostre scelte sbagliate e le nostre reazioni
personali, isteria a parte, sono determinanti e si riflettono su quelli altrui,
sulla comunità intera, rischiando di vanificare ogni iniziativa di contenimento,
fino a stressare e far scoppiare il sistema sanitario: posti letto, personale
medico, paramedico e terapie intensive, anche per altre quotidiane patologie.
E’ facile intuire cosa accadrebbe, cosa significherebbe una
situazione degenerata, caotica e fuori controllo.
Tutto questo deriva dalle responsabilità morali e civili di
tutti noi.
Dalla nostra condotta, dal nostro arbitrio.
Dal nostro rispetto, anche per gli altri. E non vale solo
per l’Italia.
Riflettete e ragionate, senza fare chiacchiere inutili e
polemiche controproducenti.
Beata ignoranza, anzi pericolosa ignoranza.
Troppa e
persino presuntuosa. 6 marzo 2020 (Alfredo Laurano)
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