Nascono
e si moltiplicano sul Web siti farlocchi e fraudolenti che mirano a sorprendere
la buona fede altrui, a imbrogliare e sbalordire il prossimo, soprattutto nei
momenti più drammatici e paurosi, che di fatto predispongono a una maggiore
fiducia e favoriscono l’ingenuità e la credulità. In uno stato di emergenza
collettiva, è oltremodo facile approfittare, vergognosamente, dell’allentamento
delle resistenze psicologiche e del naturale abbassamento delle difese
culturali di ciascuno.
Dilagano
post e video che inseguono e teorizzano vaghe storie di complottismo e
dietrologia, che formulano le ipotesi più assurde e oscure che si possano
concepire, che riportano notizie false o verosimili, ingannevoli e illusorie,
che puntano su una emotività fragile e ferita e su una reazione altalenante
delle persone.
Le
bufale, meglio note come fake news, sono pericolose perché inducono molti,
anche da un punto di vista morale, a comportamenti socialmente sbagliati,
perché alimentano ulteriori paure ingiustificate, perché aumentano la sfiducia
nei confronti delle norme e delle Istituzioni, perché istigano alla disobbedienza,
al Far West e al menefreghismo.
Tutto
questo è reato, è abuso della credulità popolare, che viene scarsamente indagato
in tempo di pace, ma deve essere ampiamente perseguito in tempo di guerra,
perché in questo momento fa la differenza tra la vita e la morte.
Diffondere
false notizie, false speranze, false paure per vendere i propri libri o i
propri prodotti è criminale e la magistratura dovrebbe cominciare a colpire e
punire con rigore.
Accanto
a tutto ciò, sfila in ignobile parata, un’altra vistosa categoria di inutili
idioti: altri poveretti, disadattati e altrettanto pericolosi; altra gente,
senza speranza, che non capisce, non conosce il dialogo e il confronto, che minimizza
e contraddice tutto e tutti per definizione e per partito preso. In ogni
circostanza, anche la più drammatica. Come i provvedimenti urgenti
dell’esecutivo, dettati dall’esigenza di tutelare la salute pubblica, che vengono
criticati e disattesi per noncuranza, indifferenza o incapacità di comprendere
la gravità del momento.
Perché
contrapporsi a prescindere è anche un modo per ottenere un grammo di attenzione
e visibilità, per suscitare ammirazione e sentirsi importanti e vivi.
Ma
quello che a molti imbecilli può sembrare uno spiccato spirito polemico, in
realtà rivela una mascherata forma di aggressività e tanto represso rancore. E’
uno squallido modo per raccattare un’identità che non si ha, per fare sciacallaggio
viscido e amorale.
Sono gli effetti collaterali
della libertà di parola, che non può avere un limite, ma non deve nemmeno
superare la soglia del rispetto e del cattivo gusto.
Anche
se, purtroppo, il diritto alla stupidità è la base di tutte le democrazie
moderne.
27
marzo 2020 (Alfredo Laurano)
Nessun commento:
Posta un commento