domenica 8 marzo 2020

SE SEI ANZIANO, DEVI MORI’ /1979


Molti, troppi non hanno ancora capito che, per vincere il virus, si deve cambiare il modo di vivere, se si vuol sopravvivere.  
Dobbiamo modificare abitudini e stili di vita, adattarci alle circostanze, rispettare le misure, per quanto confuse e sperimentali (non abbiamo altro), del governo e dei comitati scientifici. Dobbiamo evitare di far collassare strutture sanitarie, medici e personale ospedaliero.
Prima che sia troppo tardi. 
Sapete che in Italia ci sono in tutto circa 5000 posti in Terapia Intensiva (e pure mal distribuiti: pochi al Sud, solo qualche decina in Calabria) e che se non si rallentano i contagi, in poco tempo potrebbero essere quattro o cinquecentomila le persone bisognose di quei reparti per cercare di salvarsi.
“In assenza di azioni tempestive, saremo costretti ad affrontare una disastrosa calamità sanitaria – scrive in un documento tecnico la Società italiana di anestesia e rianimazionedove e può rendersi necessario porre un limite di età all’ingresso in terapia intensiva. Non si tratta di compiere scelte meramente di valore, ma di riservare risorse che potrebbero essere scarsissime a chi ha in primis più probabilità di sopravvivenza"
Capito che vuol dire? Che in uno scenario di saturazione totale delle risorse intensive, si dovranno decidere priorità ed esclusioni, chi curare e chi no, chi salvare e chi no, secondo un criterio di tempo, di età, di condizioni cliniche, di maggiori o minori possibilità di salvezza.
Capite ebeti incoscienti? Capito negazionisti, indifferenti, menefreghisti, strafottenti senza cervello e senza paura? Capito incoscienti giocolieri della trasgressione?
Dai milanesi che sfidano l'emergenza: folla in strada e nelle vie dello shopping, ai tavoli dei bar dei Navigli e nei centri commerciali, alla gente ammassata in attesa delle funivie nelle località sciistiche lombarde, e non solo.
Ieri sera, appena si è sparsa la voce del decreto legge, che istituisce la "zona rossa" in Lombardia, c’è stato un vero assalto ai treni della notte alle stazioni di Milano, per cercare di salire sugli ultimi convogli in partenza verso sud.
Una fuga per la salvezza o per infettare zone ancora limitatamente franche?

Mentre città, scuole, università e teatri chiudono le proprie porte a causa del coronavirus e nonostante le disposizioni in materia - evitare luoghi affollati, assembramenti, mantenere un metro e mezzo di distanza dal prossimo, adottare misure atte a non diffondere il contagio - in un centro commerciale di Montesilvano si è radunata una folla di persone per assistere all’esibizione di Elettra Lamborghini, in tutto il suo splendore, mettendosi anche in fila per scattare selfie o ottenere autografi della raffinata star.

Stessa cosa alla Feltrinelli di Bari per la celebratio di Gabbani: fan ammassati per il firmacopie. Come se il virus, dice Scanzi, avesse la strana perversione di colpire scuole e stadi, ma le librerie no.
Ecco come la coscienza di certa gente interpreta questa emergenza!
Lo ripeto ancora: c’è sempre chi si sente immune, al di sopra delle regole, del buon senso e del principio di precauzione. A danno di tutta la comunità.
Pubblicità e profitto prima di tutto.
8 marzo 2020 (Alfredo Laurano)


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