C’era una volta un paesino…
Recitava così una voce fuori campo, nei film della serie
Peppone e Don Camillo, girati a Brescello, negli anni ‘50 e ‘60.
Da ieri, quasi fosse un remake di quelle storie, raccontate
da quel cinema indimenticabile e popolare, il Crocifisso parlante - cui si
rivolgeva Don Camillo, ricevendovi consigli e ammonimenti nel rapporto
burrascoso con il sindaco comunista Peppone - è stato esposto dal parroco del
piccolo, ma celebre paese, Evandro Gherardi, fuori dalla chiesa di Santa Maria
Nascente, per chiedere protezione e aiuto e per scongiurare l'emergenza
coronavirus. "Cristo, morto e risorto per la nostra salvezza, faccia
cessare la pandemia su Brescello, l’Italia e il mondo intero! Noi facciamo la
nostra parte: restiamo a casa e preghiamo!"
Gli abitanti di Brescello potranno dunque rivolgersi al
"crocifisso parlante" con una preghiera, ma da casa o a debita
distanza.
Una scena, davvero ispirata dai romanzi di Giovanni
Guareschi, molto simile a quella di alcuni anni fa, nella quale, nei giorni
dell'alluvione, lo stesso parroco aveva portato lo stesso Cristo parlante in
processione sulle acque del fiume Po, per implorare l’aiuto divino e fermare la
temuta piena. Proprio come nel film che l’ha resa celebre.
La processione fu seguita da qualche centinaia di persone e
dalla fede di tutto il paese, preoccupato per la violenta piena del grande
fiume.
Dalla chiesa di Brescello - noto set, con la piazza, la
casa del popolo e la stazione, delle tante vicende interpretate dai mitici
Fernandel e Gino Cervi - arrivò fino al punto dove il fiume Enza sfocia nel Po:
don Evandro, nei panni di novello don Camillo, entrò nella golena allagata, per
fermar le acque minacciose.
Cristo, miracolo, prodigio o stregoneria…nel pomeriggio, il
livello del Po miracolosamente si fermò!
Anche perché aveva smesso di piovere. Grande Fernandel!
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