venerdì 26 febbraio 2016

UNIONI, DIRITTI E ADOZIONI

Fiducia dopo fiducia - una cinquantina in due anni - anche stavolta è passata: il Senato ha approvato il maxiemendamento interamente sostitutivo del testo del ddl sulle Unioni civili, senza la stepchild adoption e l’obbligo di fedeltà.
Il Genio Fiorentino ha detto che “ha vinto l’amore”, ma Verdini, di fatto, è nella maggioranza. Forse ha vinto più lui, insieme ad Alfano.
E’ innegabile che si tratti di un momento storico che l'Italia aspettava da anni, dai Dico ai Pacs, più volte naufragati tra un governo e l’altro. Ma, in pochi giorni, però, dalla libertà di coscienza, invocata dai cattodem, si è passati all’ennesimo abuso del voto di fiducia.
E’ singolare e un po’ paradossale: si vota per approvare una legge per i diritti, togliendo i diritti costituzionali alle opposizioni e al normale dibattito parlamentare, sacrificando, cioè, il diritto di discuterne.

Al di là degli omofobi e delle posizioni più intransigenti di talebani come Sacconi e Formigoni e delle sue "checche isteriche", va osservato che fino a due giorni fa Renzi e il PD, e il tentato ricorso al Canguro - non consentito perché non si era riscontrato alcun tentativo di ostruzione - giuravano che mai avrebbero accettato lo stralcio delle adozioni (“no allo stralcio della stepchild adoption - aveva detto Renzi - nasce come proposta della Leopolda e l’abbiamo appoggiata sin da allora” (29.12)."
E così la Cirinnà, Scalfarotto e tutti gli altri.
Allora, “una vittoria con buco nel cuore”, ha detto la madrina Cirinnà, meglio che niente.

Sono in ballo i diritti civili delle persone, è vero, ma come afferma Alfano, è secondo natura che due uomini abbiano un figlio? È secondo natura che una donna metta sul proprio ventre la targhetta del prezzo? Anche la politica ha un limite: la natura.
Il rischio della "maternità surrogata, con l’utero in affitto", sulla quale la maggioranza degli italiani, compreso il sottoscritto, sono contrari va evitato e scongiurato.
Quelle pratiche rendono una donna oggetto di mercimonio: pensare che si possa comprare o vendere, considerando la maternità o la paternità un diritto da soddisfare pagando, sembra inconcepibile. In Italia è vietato, ma altrove è consentito: rilanciare questa sfida culturale è una battaglia politica che non solo le donne hanno il dovere di fare.

La senatrice PD Anna Finocchiaro ha depositato una mozione per la messa al bando "universale" dell'utero in affitto, in nome della dignità della persona umana e dei diritti del bambino".

Anche perché è un assurdo etico e logico.
E' una forma di sfruttamento della donna "povera" da parte di donne "ricche", senza parlare dei problemi psicologici che può avere il bambino nato in questo modo.
Moltissimi si chiedono: “ma perché una donna che fa generare un figlio ad un'altra donna, a pagamento, "crede" che questo figlio sia un suo vero figlio naturale e se invece adotta un bambino sfortunato, che sta in un orfanotrofio, non lo sente "suo"?
Le situazioni sono uguali: in ambedue i casi una donna o una coppia prende un bambino partorito da un'altra.
Quali sono i meccanismi culturali, psicologici, etici, che inducono una donna ad accettare una gravidanza non sua, come fosse sua, pagando cifre enormi per "comprare" un bambino, mentre migliaia di bambini "già nati" non aspettano altro che di essere adottati per non soffrire da soli!

La maternità non è un diritto. E’ una scelta della natura.
L’unica cosa certa è che sono i diritti di tutti i bambini che vanno salvaguardati.
E non concessi, scambiati, comprati o ceduti alla fiera della genetica o nei supermercati.
26 febbraio 2016 (Alfredo Laurano)



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