giovedì 4 febbraio 2016

IL FUTURO DI UNA FESTA ANTICA

Non solo quello di Venezia, di Fano (il più antico, 1347), di Viareggio, di Cento, di Putignano. Oltre ai Carnevali più importanti e storici della nostra penisola, c’è anche quello romano.
Le origini di questa festività risalgono ai tempi dell’antica Roma, dove veniva celebrato il rito dei Saturnali, in onore del Dio Saturno, per chiedere prosperità all’inizio del nuovo anno e si salutava l’inverno per dare il via alla primavera. Durante questi festeggiamenti religiosi, caratterizzati da divertimenti pubblici, riti orgiastici e sacrifici, si tenevano anche balli in maschera e venivano allestiti dei grandi banchetti con ogni genere di cibo e bevande.
A partire dal X secolo si svolsero festeggiamenti carnascialeschi sul monte Testaccio, con l'intento di richiamare l'antica festività romana.
Una delle prime celebrazioni del Carnevale Romano, però, si fa risalire al 1466 quando Papa Paolo II fece portare il Carnevale a via Lata, l’attuale via del Corso, con un carro simboleggiante l’Antica Roma.

Per più di quattro secoli, da allora, Roma è la capitale mondiale del Carnevale.
Corse di cavalli, di uomini e di donne, sfilate in maschera, tornei e giostre, lanci di monete e distribuzioni di cibo: una girandola di festeggiamenti che coinvolge tutta la popolazione e richiama turisti e curiosi da mezzo mondo.
I luoghi del carnevale sono soprattutto Piazza Navona, Piazza del Popolo e via del Corso. Goethe, che partecipa al Carnevale del 1788, così scrive: "Il Carnevale a Roma non è una festa data al popolo, ma una festa che il popolo dà a se stesso. 
Il governo non fa né preparativi, né spese. Non illuminazioni, non fuochi artificiali, non processioni splendide, ma un semplice segnale che autorizza ciascuno ad essere pazzo e stravagante quanto gli pare e piace, ed annunzia che, salvo le bastonate, e le coltellate, tutto è permesso".
A carnevale, infatti, sono permesse libertà impensabili in altri periodi dell'anno, e quindi succede di tutto: ogni anno, costa la vita a molte persone, “per malattie prese o per travestimenti imprudenti, o per infiammazioni, o per stravizi" (L. de Santis, 1882). 
Grande appuntamento della capitale, quindi, con il rinato Carnevale Romano, giunto quest'anno all'VIII edizione. L’attesissimo evento, dal titolo "Il futuro di una festa antica", vedrà scendere nelle strade sbandieratori, musici, butteri, dame e cavalieri e, come da tradizione, culminerà con la sfilata equestre e con quella dei carri allegorici.
La manifestazione, in città a partire da oggi e fino al 9 febbraio, vedrà alternarsi mostre, convegni, lectio magistralis, concerti e spettacoli sulle piazze, un fitto calendario di eventi presentato in vari spazi della città.
Sabato, piazza Navona sarà animata da sbandieratori, musici, tamburini, butteri, dame e cavalieri e, come da tradizione, culminerà con la sfilata equestre e con quella dei carri allegorici: l’evento più prestigioso dell’antico carnevale, con le rappresentanze buttere del Lazio, ma anche i corpi militari che hanno dato lustro alla storia della cavalleria italiana, come la fanfara a cavallo dei Lancieri di Montebello e della la polizia di stato.
Seguirà l’animazione di piazza, con l’esibizione dei gruppi di rievocazione storica dedicata all’antica Roma, così come avveniva nei cortei rinascimentali.
Al termine, verranno distribuite gratuitamente le fontane falistranti e si accenderà la Girandola di Castel Sant’Angelo, famosa rievocazione storica del fuoco d'artificio, ideato da Michelangelo e perfezionato dal Bernini, a rievocare la Festa dei Moccoletti, che tradizionalmente celebrava la chiusura del Carnevale, la sera del martedì grasso.
3 febbraio 2016 (Alfredo Laurano) 


Nota storica.
L'ultimo giorno di Carnevale, il martedì grasso, c'è la "festa dei moccoletti". Ognuno esce da casa in maschera e con un moccolo (un lumino, una fiaccola o anche una lanterna), e un fiume di luci inonda le strade, in particolare il Corso.
Funziona così: bisogna spegnere il moccoletto a una persona di sesso opposto, conservando acceso il proprio; chi ha il moccoletto spento deve togliersi la maschera.
E tra la folla, protetta dalle maschere, accade di tutto: scherzi crudeli, furti, accoltellamenti, tradimenti coniugali.

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