martedì 16 febbraio 2016

RADIO UBIQUITÀ

Radio Maria: la radio che puoi ascoltare anche senza la radio, basta un citofono.
La trovi su ogni frequenza, in ogni parte d’Italia. Se sei in viaggio in macchina e provi una successiva sintonizzazione col tasto di ricerca, ti appare, come per digital miracolo, Radio Maria. Infestante, ovunque e dappertutto.
Trasmette contro ogni regola, azzerando i segnali delle altre emittenti che, anche a diversa frequenza, non si possono ascoltare perché arriva subito la copertura di Radio “ovunque sei”, dove vivi e lavori: in ogni parte, in ogni luogo, in ogni tempo, è la radio meno amata dagli italiani, al contrario della nota cucina della Cuccarini.
Chi vi abita vicino, continua a denunciare le gravi malattie dovute alle emissioni elettromagnetiche delle antenne, ma non trova alcuna risposta, né civile, né “cristiana”.
E la stazione è sempre “on air”.

Ma è l’anno della misericordia.
E allora, dopo gli auguri di funerale alla Cirinnà e alle sue peccaminose “unioni civili” da parte del direttore don Livio Fanzaga, la troupe delle Jene di ItaliaUno è stata aggredita - come spesso accade - dopo aver tentato inutilmente di parlare con il direttore stesso, nella sede di Erba (Como).

Le Iene sono indubbiamente degli abili provocatori, invadenti, insopportabili, abilissimi nel pedinare la gente per giorni, fino allo sfinimento, per cogliere al volo battute e frasi da montare ad arte, anche quando fanno inchieste e reportage molto interessanti.
Io non amo questo modo di fare televisione, anzi mi disturba ogni eccesso, ma ognuno dovrebbe avere il diritto di chiedere, capire e indagare, senza ledere la privacy e i diritti altrui, e non essere minacciato e malmenato.
Anche, e soprattutto, quando la cronaca e l’attualità si impongono all’attenzione e alla curiosità di molti o quando si voglia denunciare, con giusto clamore mediatico e, magari, con una certa forzatura, la negazione di un diritto, un caso di ingiustizia, di malasanità, di abuso o di sfruttamento. E’ l’informazione.

Ma anche i talebani integralisti e casarecci di Sua emittenza Maria, dall’alto del loro prestigioso califfato radiofonico, ci sono cascati e hanno abboccato all’amo della provocazione. Come tanti altri affabulatori, imprenditori alla giornata, sedicenti medici, chiromanti, guaritori, veggenti, usurpatori, truffatori e sfruttatori della credulità popolare.

Chi predica pace e amore in nome di Maria, chi usa l’etere per finalità di preghiera ed evangelizzazione, rifacendosi alla religione del Cristo che si è sacrificato per l’intera umanità, dovrebbe lasciar da parte l’arroganza, l’intransigenza, il razzismo, l’omofobia, e l’istigazione alla violenza, senza approfittare del proprio ruolo dominante, della sovrabbondante visibilità e della presunta immunità divina.

E ciò vale per i cattolici, per i musulmani, gli ebrei e per chiunque altro.
Altrimenti arrivano le Iene che, da qualche tempo, hanno assunto il compito di esercitare una certa forma di giustizia sociale e popolare, laddove non sempre, o quasi mai, arriva la legge dello Stato.

16 febbraio 2016 (Alfredo Laurano)

Nessun commento:

Posta un commento