giovedì 4 febbraio 2016

SETTE NANI E TANTI PADRI PII

Lungo tutto il percorso, anche fuori dai paesi e nei pressi dell'imbocco autostradale, migliaia di persone. Alle finestre esposti drappi, ai lati della via sventolati fazzoletti e lanciate rose.
Il passaggio del corteo che ha trasportato le spoglie di Padre Pio a Roma è stato fortemente rallentato dal sacro entusiasmo, travolgente come quello profano sui tornanti alpini, che intralcia il passaggio dei campioni durante le grandi tappe ciclistiche.  
Il veicolo con la teca trasparente è partito da San Giovanni Rotondo, ha percorso 500 chilometri di viaggio ed è finalmente giunto a Roma per rispondere all'appello di papa Francesco, che ha voluto fare del santo di Pietrelcina uno dei simboli del Giubileo della misericordia.
Si sa, statue e business, avvicinano alla fede, figuriamoci le spoglie.
Dietro il culto e la devozione del santo più amato e popolare di quest’era, niente sembra fermare l’infinita proliferazione di statue in legno, marmo, resina, bronzo ("Le nostre hanno bellissimi occhi di cristallo"), che da decenni occupano piazze, ospedali, giardini, case e comodini. 
Di ogni misura, forma, fattezza e colore, come quelle che io stesso ho visto, con stupore, in tutto il paese e lungo le strade, gli angoli e i cortili di S. Giovanni Rotondo, qualche anno fa. Sono assai di più degli abitanti, dei turisti e dei bambini.
In cielo, in terra e in ogni luogo, le statue appaiono da un giorno all'altro in rapida espansione e non a caso.
Dietro di loro, ci sono tanti Gruppi di preghiera, sparsi in Italia e ispirati al carisma di padre Pio da Pietrelcina, che riescono a costruire un luogo di culto in suolo pubblico. Ci sono già le chiese e i conventi, ma chi non li frequenta, può avere beneficio dall'incontro casuale con la statua del Santo.

Il grande business è nato a San Giovanni Rotondo e Pietrelcina quando padre Pio era ancora in vita e si è propagato anche al nord, cambiando stampi e catalogo in aziende che producevano i leoni di marmo o Biancaneve e i sette nani.
"Nella mia fabbrica realizzo statue di padre Pio alte da 30 centimetri a 5 metri, in resina e fibra di vetro” - dice un produttore - “dai 10 euro per le più piccole - ne produco 2.000 al giorno - ai 40.000 euro di quelle più grandi. Ma se si vuole San Pio alto 6 metri in bronzo fuso, si sale a 120.000 euro”.

Nel 1998 un padre Pio di 3 metri (12,5 quintali più 110 quintali di basamento) è stato immerso a 10 metri di profondità nel mare di Capraia alle isole Tremiti.
A Ogliastro Cilento si vuole invece portare la statua quasi in cielo. Sarà alta 55 metri e con la base arriverà a 70 (il Cristo Redentore di Rio De Janeiro è alto solo trentotto metri).
Dai 370 metri di altezza del paese, più i 70 metri della statua si potrà vedere il golfo di Napoli. Si prevede una spesa di oltre 100 milioni, ma “vogliamo incrementare il turismo religioso, per aprire un Centro di Ricerca e creare posti di lavoro”, dicono il sindaco e gli amministratori locali.
Ormai, Padre Pio, soprattutto al Sud, è come un amico di famiglia, bisogna tenerlo vicino.
Oggi è a Roma per essere omaggiato, ma è dappertutto, nelle vie, sui monti, nei mari e in ogni spazio pubblico e privato, perché a differenza di Dante, Verdi o Garibaldi - a volte sfrattati dalle piazze - è un Santo vicino alla sofferenza, al dolore, al disagio.
“La presenza della sua statua - dicono i devoti - può alimentare sentimenti di umanità, bontà e onestà".
Speriamo, sia così.
4 febbraio 2016 (Alfredo Laurano)

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