sabato 20 febbraio 2016

MA CHE E’ ‘STO "CANGURO"

E che ci fa nello zoo del Parlamento, tra aquile, leoni, vipere, pecore e somari?
Molti se lo chiedono.
E quanto è grande il marsupio del canguro?
Tanto da poter contenere i tantissimi emendamenti ad una legge in discussione in Parlamento.
Il Canguro, definizione lessicale, è una prassi parlamentare, anti-ostruzionismo, già usata in passato, che consente di votare gli emendamenti accorpando quelli in tutto simili e quelli di contenuto analogo. Una volta approvato o bocciato il primo emendamento, risultano decaduti tutti gli altri.
Dal punto di vista dell'iter legislativo, la norma "canguro" deve essere prima varata, come ogni normale emendamento, dal presidente del Senato, che ha il potere di fermarne o meno il cammino. In passato, ad esempio, il "canguro" è stato accettato per la legge elettorale Italicum, bocciato invece per la riforma costituzionale.

Quanto alla metafora, va osservato che il canguro è un animale che salta, che procede a balzi, non che raggiunge una meta più velocemente. Ma il senso diventa chiaro se si risale alla sua origine, che non è italiana ma inglese.
Kangaroo closure è una prassi attestata nel parlamento britannico dall’inizio del secolo scorso e non ha lo stesso significato che le viene attribuito in italiano: indica la sospensione del dibattito per procedere al voto escludendo, cioè “saltando”, alcuni emendamenti. (Alfredo Laurano)

P.S. Monica Cirinnà, madrina del DDL sulle Unioni Civili, accusa i Cinque Stelle di tradimento, per non aver voluto votare la grande sacca del canguro. Ma la cosa buffa è che proprio il suo partito ha catturato l'animale, cioè tentato di applicarlo, per bypassare la parte del PD che era contraria, definita “cattodem”.
Una tattica che gli si è rivoltata contro, cioè un autogol. Altro che Stelle!





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