martedì 9 febbraio 2016

LA BARBIE PUDICA

E’ stata la più amata, e forse ancora lo è, da tutte le bambine, soprattutto occidentali, per una cinquantina d’anni. Dal 1959, è la bambola della Mattel più venduta al mondo.
Tutte le nostre figlie ne hanno avute tante, con abiti, casette ed accessori e ci hanno giocato per anni. 
Si stima che esistono oltre centomila collezionisti di Barbie. Il 90% sono donne quarantenni, che acquistano una ventina di nuove Barbie ogni anno.

La prima Barbie fece la sua apparizione nei negozi nel 1959, vestita con un costume zebrato, e i capelli neri legati con una lunga coda. Costruita in Giappone, nel primo anno furono venduti 350.000 suoi esemplari.
Fu anche il primo giocattolo ad avere una strategia di mercato basata massicciamente sulla pubblicità televisiva: oltre un miliardo di Barbie sono state vendute in oltre 150 nazioni.
Barbie ha avuto belle case - io stesso ne costruii una molto grande e ben arredata - cucine, parrucchiere, automobili decappottabili rosa, camper e molti animali, come compagni di gioco: gatti, cani, cavalli, un panda e persino una zebra. Per molti anni il suo fidanzato è stato l’atletico Ken, col quale, però, non si è mai sposata e dopo 43 anni di fidanzamento, avrebbero deciso di separarsi.
Secondo la biografia scritta in questi lunghi anni dalla Mattel, Barbie è stata single per un periodo, finché nel febbraio 2006, la coppia è tornata insieme.

Nel 2003, l'Arabia Saudita ha messo fuori legge la vendita delle bambole Barbie, trovandole non conformi ai principi dell'Islam e affermando che: 
"le bambole ebree Barbie, con i loro abiti succinti e le loro pose peccaminose, sono il simbolo della decadenza del perverso occidente”.
Oggi, interpretando i tempi e cavalcando l’attualità, la bionda, alta, slanciata e anche in versione “curvy”, la bambola più famosa al mondo indossa il velo islamico: tutti i nuovi modelli della Barbie saranno vestiti anche con hijab e abaya, al posto di gonne e vestiti.
L’idea è di Haneefah Adam, 24 enne nigeriana, studentessa universitaria amante del mondo della moda che ha creato a fine gennaio un account Instagram, precisando, però, non vuole far passare il velo come un accessorio modaiolo, ma come un simbolo culturale e religioso che deve essere capito e affrontato sin dall’infanzia.
Proprio, guarda caso, come gli stilisti Dolce & Gabbana che hanno da poco annunciato una collezione creata appositamente per le donne che indossano quegli stessi veli.

C’è da chiedersi, e prima? 
Barbie era atea, cattolica, protestante, agnostica o solo ricca e disinvolta interprete dello stile di vita americano che ha influenzato le bambine di ieri e quelli di oggi?
Grazie al marketing, alla fitta propaganda, agli studi e alle ricerche motivazionali, la Barbie - prototipo di bellezza americana - è diventata un mito, un modello da imitare, l’espressione di un certo mondo, dove incarna il successo della donna glamour, appagata e realizzata: il ruolo di casalinga ai fornelli, in fabbrica alla catena di montaggio o nella Moschea a pregare cinque volte al giorno non fa proprio per lei.
9 febbraio 2016 (Alfredo Laurano)




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