domenica 8 luglio 2012


VIVERE  ON  LINE              27 agosto 2011

La societa' moderna, sempre più informatizzata e ipertecnologica, ci ha fornito una serie di nuove possibilità che, nel bene o nel male, hanno profondamente cambiato la nostra esistenza e sconvolto le nostre più radicate abitudini, il nostro modo di comunicare e di porci in relazione con gli altri. 
Vincendo, molto presto e piuttosto facilmente, anche ogni residua forma di resistenza, o di iniziale avversione al mezzo telematico, e gli atteggiamenti un po’ snobistici e di sufficienza, soprattutto nelle persone non più giovanissime (tra le quali mi colloco, purtroppo, di diritto e a pieno titolo anagrafico),  appartenenti a  precedenti generazioni e devote da sempre alla stilografica scrittura e all’odore della carta e dell’inchiostro.
Nessun altro fenomeno storico, culturale o di costume, nessuna grande invenzione o scoperta scientifica, nessuna conquista sociale - prima d’oggi - aveva spazzato via così rapidamente qualunque posizione scettica e misoneista.
Nemmeno l’invenzione della stampa (che pure aveva tolto ai pochi possessori di libri, scritti a mano da copisti e amanuensi, l’esclusivo privilegio del sapere e della conoscenza, mettendolo a disposizione di tutti), o la rivoluzione industriale (fabbriche, macchine, vapore, salario che trasformarono profondamente il sistema economico-produttivo e  quello sociale) o l’avvento di radio, televisione e telefonini (suoni, voci, immagini in diretta e la nascita dei mass media e del villaggio globale) hanno prodotto una così larga e celere penetrazione, con diffusione capillare su scala mondiale. 
Come invece è stato per Internet, la Rete e per la magica scatola del computer, utilizzata per ogni necessità quotidiana.  Tutto, subito, e in un click!

Anche perché ormai l’analfabetismo informatico (computer illiteracy) è, e lo è stato da quasi subito, una delle prime e più  importanti cause di selezione ed esclusione culturale e lavorativa, nonché di naturale e automatica emarginazione dal gruppo di appartenenza o dalle comunità di giovani navigatori multimediali, uniformati nello stile, nel costume e nel linguaggio, perché cresciuti a pane, mouse e tecnologia. Esattamente come, non molto tempo fa, lo era il non saper leggere, scrivere e far di conto. La conoscenza informatica, pertanto,  è sempre più “conditio sine qua non” nel mondo del lavoro, dello studio, della ricerca e nell’ambito privato.

Sono mutati, si diceva, i tempi e le modalità della comunicazione e dell’informazione di tipo tradizionale. Nell’era del Web, la trasmissione e l’acquisizione di dati, files e contenuti multimediali avviene ad altissima velocità e le notizie circolano in tempo reale, senza interruzione. Una vera e costante inondazione comunicazionale.
La Rete, in quest’ottica, non è solo un canale privilegiato attraverso cui  scambiare velocemente messaggi, lettere  e pensieri, ma offre a chiunque un infinito spazio, fisico e virtuale allo stesso tempo, in cui liberamente  entrare, dire, confrontarsi ed operare a vari livelli e direzioni. Ognuno può essere o diventare editore di se stesso e raggiungere un pubblico potenzialmente illimitato.

Siamo quindi di fronte a un nuovo modello di vita e culturale che ha modificato per sempre la percezione della realtà,  la visione del sapere e i  limiti della conoscenza. Dove il sistema telematico che connette in un’unica, immensa rete milioni e milioni di computer e di persone nel mondo appare – come a Dante appariva Beatrice - una sorta di miracolo tecnologico: “...par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare che…‘ntender non la può chi non la prova” (La vita nova, Dante).
A tal punto che spesso il virtuale si sostituisce al reale, svolgendo, a volte e in parte, anche un ruolo aggiuntivo, ma non secondario, già proprio un tempo della psicoanalisi e del confessore: quello di naturale antistress. Il forte impegno sul desktop determina un’azione spontanea  di riduzione dell’ansia, di rilassamento e di sublimazione di  pulsioni e tensioni. Una sorta di gigantesca terapia omeopatica di gruppo estesa  a tutti e in tutto il globo, nella pubblica, fittizia piazza del Web.

Resta il fatto che, in pochissimi anni, blog, chat e social network hanno invaso e condizionato la nostra vita anche in tal senso e sono diventati strumenti di uso comune e quotidiano, creando anche, talvolta, pericolose dipendenze, anomalie e nuove  perversioni. Nonché  fenomeni di alterazione, aberrazione e distorsione nella percezione oggettiva dei valori e delle cose. Come ogni abuso provoca e produce.

Comunque, grazie a internet, e a un suo corretto uso, giornali, guide, enciclopedie e vocabolari si leggono e si consultano on line. Viaggi, aerei, navi, treni, alberghi e ristoranti si prenotano on line. Testi, articoli, musica, foto, film e video si  scaricano on line e si archiviano nelle ipercapienti memorie del pc o delle micro chiavette usb, a tanti giga. E si inviano, sempre in tempo reale, via e-mail e senza francobollo.
Facciamo studi e ricerche con Google e Wikipedia, sfogliamo milioni di pagine e siti che rispondono ad ogni domanda, dubbio o curiosità. Anche in campo medico (col rischio delle cure fai da te), legale, scientifico, professionale, tecnico, assicurativo o sindacale. Troviamo prontuari, informazioni, consigli e consulenze, gratuitamente e senza orario di chiusura.
Operiamo on line sui nostri conti bancari da casa, dall’ufficio, in auto o dappertutto: consultiamo l’estratto conto, anche di notte, disponiamo pagamenti, ricariche, utenze, bonifici, transazioni finanziarie e  trading on line.
Per comprare e vendere case, automobili, moto, mobili, quadri, abiti, scarpe, oggetti preziosi, articoli hi-fi,  per la casa e per l’infanzia andiamo su E-bay. All’ipermercato elettronico del nuovo o dell’usato, si sfoglia il catalogo o l’annuncio, si confrontano prezzi e qualità, si riempie il carrello virtuale con un click e si paga con carte di credito virtuali o con Pay Pal. Ma il denaro elettronico (e-cash) è poi reale e lascia sempre il nostro conto.
Videotelefoniamo ovunque con Skipe e la webcam guardandoci negli occhi, anche se i movimenti non sono fluidi e un poco a scatti. Organizziamo e ci incontriamo in videoconferenze, seguiamo dirette e collegamenti in streaming, televisione on line.

E’ chiaro che tutto questo, da una parte, ci semplifica la vita; ci fa risparmiare tempo, spazio, soldi, energia, emissioni nocive e altre risorse ambientali; dall’altra però minaccia l’occupazione e mette  sempre più in crisi interi comparti di lavoro, come editoria e carta stampata, attività produttive, commerciali e d’intermediazione. Anche i libri già oggi son diventati digitali: si leggono o si ascoltano sul pc e si chiamano E-Book.   Addio lettere, inchiostro e cartoline!
 
Incuranti di ciò, accendiamo il PC e ci raccontiamo senza alcuna vergogna. Spariamo commenti, giudizi e sentenze su tutto e di più da veri esperti in tuttologia, bluffiamo e millantiamo meriti e qualità che non abbiamo. Pubblichiamo post, link, clip  e cazzate varie – spesso e volentieri con attentati alla grammatica e vilipendio alla sintassi - e sfoghiamo sulla tastiera tutto ciò che abbiamo dentro. Chattiamo a  ruota libera, con scarsa  o nessuna attenzione ai contenuti, alla forma, al buongusto e al comune senso del pudore intellettuale. Niente limiti o autocensure. Scambiamo pensieri,  sentimenti, riflessioni e preferenze. Confessiamo vizi, passioni e desideri; esprimiamo momenti di gioia, stati d’ ansia, di rabbia e di paura.
Osiamo infantili e patetici tentativi di corteggiamento in chat, anche in età più che matura. O tentiamo ridicoli approcci sessuali – protetti dall’anonimato della pagina  digitale e da un accattivante profilo all’uopo preparato - con linguaggio disinibito ed essenziale; tutto abbreviato in stile sms o telegramma, per sembrare più “fast” e risparmiare qualche inutile vocale.

Quando poi tutto ciò non sfocia nel patologico  e nell’illegalità.
Truffe, frodi, inganni commerciali, lusinghe pubblicitarie, richiami erotici e trappole pedofile - a danno soprattutto di soggetti fragili, giovani, inesperti e sprovveduti - sono sempre in agguato e minacciano la nostra identità e i nostri patrimoni, con gravi risvolti e conseguenze sotto il profilo personale, sociale e psicopedagogico. Nell’affollatissimo mondo del Web ci sara' sempre qualcuno pronto ad ascoltare, ricevere e replicare; ad  offrire  facili o miracolose soluzioni a qualsiasi problema. Ad approfittare delle debolezze, a sfruttare ogni grammo di fiducia e  buona fede.

Questo è uno degli aspetti più negativi di Internet da cui è necessario difendersi con normale buon senso, opportuna diffidenza e attenta vigilanza. Perché chiunque può immettere in rete ciò che vuole e trasformare la piazza in un immenso e infido souk, dove distinguere il vero dal  falso, il buono dal cattivo, l’affare dalla “sola” non è facile, per nessuno. Soprattutto per gli ingenui e i creduloni che si abbandonano al fascino di maghi, sirenette e incantatori e cedono impotenti al plagio di ciarlatani, guaritori e vannemarchi. Violentando le ragioni della logica e la propria intelligenza.

Ma ci sarà anche, tuttavia, un numeroso gruppo di amici reali o virtuali con cui socializzare, incontrarsi senza uscire da casa, condividere pensieri ed emozioni.
Partecipare per non sentirsi soli, per dare e avere  aiuto in caso di bisogno.
Per tutti c’è un ruolo, un posto riservato e sempre disponibile, anche se si parla e si scrive a un  display e non a una persona.  
Perché l’unico aspetto umano che conta veramente nel rapporto, non è la concretezza fisica dell’ interlocutore che non ci sta davanti, ma ciò che crede, che pensa, che vuole. Conta cioè quello  che ciascuno di noi è ed esprime nel senso più profondo della sua essenza individuale.
Ognuno può dire la sua, fare liberi comizi su una cassetta virtuale e arringare le folle in stile Hyde Park. Può sviluppare dibattiti nei forum e nei giornali, creare opinione, fondare movimenti, raccogliere firme, consensi ed adesioni. O  promuovere azioni collettive, organizzare manifestazioni e proteste popolari, rivolte politiche e sociali. Come già da tempo accade in tante parti del mondo, per rovesciare regimi autoritari e dittatori, affermare pace, democrazia e libertà e per difendere o conquistare diritti. Anche la rivoluzione francese, o quella d’ottobre, oggi nascerebbe su Internet! 
Al di là degli aspetti negativi, degli usi illeciti possibili e della crescente pervasività nella sfera individuale, Internet, oltre ad essere ormai indispensabile alla struttura economica dell’Occidente, è senza dubbio un grande mezzo di  aggregazione, di emancipazione e indipendenza. Per la prima volta nella storia, l’informazione e le idee sfuggono a qualsiasi controllo del potere.

Un vero strumento di libertà, difficile, se non impossibile, da sopprimere perché qualsiasi minaccia di chiusura  o tentativo di  restrizione o di censura verrebbe immediatamente denunciato al mondo tramite la stessa rete, ad autoprotezione del sistema. 
Qui la sua vera forza e la sua portata storica che a molti ancora sfugge.

In ultima analisi, volenti o nolenti, Internet è il nostro tempo, il nuovo luogo di incontro di tutte le menti libere del mondo e dell’umanità.
Anche se a volte, lo confesso, mi piace accarezzare la mia Montblanc J.S.Bach, dal magico e largo pennino, ricordo assai prezioso di amici, di lavoro, di una vita.

Di un’era passata da pochissimo, ma già lontana nel tempo. Quella prima del Web.

27 agosto 2011                                                                          Alfredolaurano     

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