domenica 8 luglio 2012


INSONNIA DA PENSIERO UNICO
pubblicato da Alfredo Laurano  sabato 12 febbraio 2011 alle ore 19.06

Rispondo a un caro amico che, a notte fonda, si chiede come e cosa fare per affrancarsi dal Pensiero Unico dominante  che ha contagiato il mondo e allontanato la gente dalla politica, esausta e sfiduciata.
   Subito una domanda: cerchi risposte, un dialogo, un confronto o sono spasmi intellettuali dell'insonnia?
   Certo, una volta, quando la notte non prendevi sonno, ti dedicavi ad altre attività, più fisiche e poco cerebrali, che procuravano spasmi assai diversi..!  Attività, sicuramente meno nobili, ma più rilassanti e propedeutiche ad abbracciare facilmente il dio Morfeo, dopo lo sforzo, l'impegno e le pulsioni soddisfatte.
   E questo, per tanti o per tutti, era un po' il pensiero non unico, ma fortemente prevalente.
   Oggi, in maturità, volenti o nolenti, ci dobbiamo occupare di un altra forma di "pensiero unico", che molto ci coinvolge come cittadini, ma poco come maschi.
   Innovazione  e conoscenza sono certamente tra i maggiori fattori di sviluppo civile, economico, sociale e tecnologico come  candele accese l'un l'altra, ferma l'intensità della fiamma, per far sempre più luce sul sapere (T. Jefferson).
    Ma non ci aiutano a spiegare, a giustificare e ad  affrancarci dal pensiero unico. E' esattamente quello che la sinistra-sinistra mondiale e i tanti movimenti trasversali no-global vanno  predicando da tempo per combattere l'egemonia culturale del neo-liberismo, che identifica e individua nel nuovo idolo del libero mercato l'unico fattore di crescita e di sviluppo.
    Questo nuovo vangelo, dal crollo dei regimi comunisti e del muro di Berlino, ha creato un moderno dogmatismo ideologico: l'economia che guida la politica. La supremazia del capitale (ciao Marx) e del  mercato su tutto, in nome del realismo e del pragmatismo e a scapito del lavoro, della salute, dei bisogni, dello stato sociale, dell'istruzione, dell'alimentazione e dell'ecologia.
   Come se la Politica (quella con la P maiuscola, non quella dei Mubarak "de noantri" alla Silvio Berlusconi) non dovesse mai  occuparsi di leggi e diritti, di regole e convivenza civile, dei fenomeni migratori, dell'integrazione razziale, dei conflitti nord-sud del mondo, della miseria e delle malattie endemiche, delle rivolte per il pane e la democrazia, dei fondamentalismi religiosi e non, delle mafie e del traffico di droga, delle devastazioni ambientali.
   Basterebbe allora un sofisticato sistema supercomputerizzato - ovviamente in mano alla classe dirigente (Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, Multinazionali ecc.) - per dirigere, indirizzare, regolare i flussi finanziari e gestire scelte e  dinamiche economiche.
Come duemila anni fa la sconfinata espansione dell'impero romano contribuì non poco a diffondere le idee del cristianesimo, così oggi l'impero mondiale dei media concorre, colpevolmente,  a divulgare questo nuovo catechismo,  reprimendo, soffocando, deridendo o ridicolizzando ogni tentativo di pensare liberamente.
   E fa sempre più proseliti fra i tanti che, per essere al passo con i tempi, non vogliono apparire emarginati,  "antichi" o "veteroqualcosa".  Si convertono alla nuova religione, rinunciando alla propria identità,  alla propria autonomia intellettuale, all'indipendenza del giudizio, alle legittime contraddizioni di un mondo imperfetto.
   Viva quindi la stampa alternativa e le istanze altromondiste della società civile no o new-global, solo apparentemente utopiche. Non si può più volere  la fantasia al potere, ma l'uomo e i suoi bisogni sì.
   L'uomo inteso come persona, come individuo sociale, e non le merci, deve tornare al centro di un nuovo rinascimento, di un nuovo illuminismo.
   Viva pertanto la lotta ai processi di globalizzazione economica e al  conseguente pensiero assoluto e totalizzante. Unico, appunto, perché per i padroni del vapore non ci sarebbe  alternativa. Opposizione e resistenza sempre e comunque alle varie forme di neoimperialismo che cambiano l'abito a la page, ma non la sostanza e la vera  natura, e nella storia, ciclicamente si ripropongono, sempre a danno di chi non ha voce, non ha potere, non ha rappresentanza.  Cioè, non conta un cazzo!   Ma ha pur sempre una dignità!  Quella di un essere pensante.
   E' pertanto necessario ritrovare i contorni della nostra umanità, i nostri sentimenti, le nostre emozioni, attraverso la partecipazione diretta, l'impegno personale, lo sviluppo sostenibile, il consumo critico, il risparmio energetico, il contenimento dello spreco, il rifiuto della mercificazione di persone e di cultura.
   Quando non pescherai più il pesce nell'inquinato fiume e l'erba non crescerà nel deserto della terra - diceva un vecchio capo indiano -  ti accorgerai, ma sarà tardi, che il denaro non si mangia.
   Perciò, un altro mondo è ancora possibile. 
Ma occorre sbrigarsi.  Lo stanno distruggendo col calore dei tanti dollari bruciati per farne assai  di più!  
12.2.2011                                                                                          AlfredoLaurano

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