domenica 8 luglio 2012


UN PAESE PRECARIO                    12 agosto 2011

Che la situazione sia seria, drammatica e sull’orlo del fallimento è provato non solo dalle dichiarazioni di Trichet, presidente della BCE, “ci stiamo avvicinando ad una crisi potenzialmente peggiore di quella del 1929”, ma anche dalla rivelazione del Sottosegretario Letta:  ”Tutto è precipitato in cinque giorni”. Soprattutto, però, è confermato dal repentino rientro dei nostri politicanti dalle sospirate (e immeritate) ferie, appena fissate, tra lo sconcerto popolare, per un lungo periodo. Per fare che? Per incontrare le parti sociali e per decidere urgenti provvedimenti che anticipino gli effetti della manovra economica,  come chiesto dalla UE.  Quella stessa manovra approvata in tutta fretta pochi giorni fa – con grande senso di responsabilità fra il plauso e il consenso trasversale - e già prevista per il triennio, a futuro  carico della prossima legislatura. A scanso di oneri,  pegni, rischi o possibili ricadute  elettorali!
Ma ci ricordiamo che proprio fino a pochi giorni fa questi dilettanti allo sbaraglio, incapaci, corrotti, indagati, comprati, venduti e irresponsabili ci assicuravano, a suon di spot di pubblicità ingannevole, anche a reti unificate e nei TG di regime, che tutto era sotto controllo, che il peggio era passato, che avrebbero ridotto le tasse e creato sviluppo, occupazione e prospettive di lavoro e di futuro per i giovani? Mentre, nel paese reale, le fabbriche e le piccole imprese continuavano a  chiudere e gli operai licenziati o messi in cassa integrazione; mentre venivano tagliati i fondi per scuola e cultura e le famiglie non smettevano di combattere per pagare mutui e bollette e per arrivare alla terza settimana!
Ancora una volta, quindi, ci aspettano lacrime e sangue: sacrifici, tagli, euro-tasse, pensioni, ticket, aumenti, festività accorpate, ulteriore flessibilità e licenziamenti sono allo studio per tentare di ripianare l’altissimo debito pubblico, su cui si è costruita la finta ricchezza del Paese. Debito in buona parte accumulato per effetto della corruzione politica, dell’evasione e dell’elusione tributaria,  dell’economia in nero e dei capitali esportati nei paradisi fiscali, con rientro-premio all’ ”esagerato”, incredibile tasso del 5% (quando i redditi da lavoro sono tassati fino al 40%).
Il tutto  a spese e a danno dei soliti noti , lavoratori, famiglie e pensionati, e non certo della Casta che continuerà a godere dei propri privilegi, vitalizi, indennità, voli, portaborse, auto blu e pranzi a 5 euro all’elegante Ristorante del Senato,  degli affaristi e faccendieri, protetti dalla  P3, P4 e  Scudo fiscale e da leggi dello stato ad personam. Sprechi e costi della politica, al momento, non si possono toccare.
Ma quello che più sconvolge e mi disgusta è sapere che tali misure eccezionali per le sorti del Paese saranno prese da questi miserabili mestieranti della politica,  gli stessi che ci hanno portato a due passi dal baratro  per incapacità, incompetenza e assoluta inerzia programmatica, pur di compiacere il sovrano, la sua megalomania, i suoi vizi e i suoi interessi personali, legali ed economici.  Pensate, sappiate, udite!! Per noi decideranno statisti ed esperti come Berlusconi, Bossi, Calderoli, Sacconi, Gasparri, Stracquadanio, Scilipoti… e un  grande economista con l’aria saccente e annoiata  da primo della classe! Tremonti ha balbettato quattro stronzate da contabile di provincia, senza dire nulla di serio, di concreto, di comprensibile: “Questo è scemo, è da ricoverare!” Ha detto PierCasini.
Un esecutivo e un premier senza alcuna credibilità. I mercati finanziari, infatti, continuano a non crederci e a manifestare sfiducia. La UE, in linea con questa convinzione, tende a commissariare il Paese perché non si fida di chi lo governa.
Un governo precario, in un paese precario, dove tutto è precario.
Soprattutto, dove precaria è l’idea della politica.

12 agosto 2011
                                    AlfredoLaurano
                                                                                   

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