martedì 10 luglio 2012

BISOGNANO, SIGNORE, ALMANACCHI?



BISOGNANO, SIGNORE, ALMANACCHI?        

 Due barbare e incivili usanze imperversano da sempre in questi giorni, giustificate e consacrate dal paravento della tradizione: oroscopi e tarocchi un tanto al chilo e i botti scaccia guai, nel gioco della guerra, sui balconi.
Un rito macabro e banale che ogni anno si ripete e si rinnova per ricordare, “urbi et orbi”, usi e costumi fortemente radicati nella stupidità umana.

Nel primo caso, c’è poco da fare: la forza suadente e suggestiva della magia bilancia e nutre quella delle illusioni che accompagnano l’uomo nella sua immensa fragilità.
Il fascino della speranza, la voglia di miracolo, tra fatture, scongiuri e malocchio.

 Nel Dialogo di un Venditore di Almanacchi,  il Passeggere (Leopardi) chiede:
“Credete che sarà felice quest’anno nuovo?”  Venditore: “Oh illustrissimo si, certo”.
Passeggere: “Come quest’anno passato?  Venditore: “più, più assai”.
Ma invitato a dire se sia mai stato felice nel passato, il venditore nega di esserlo mai stato e ammette che in nessun caso accetterebbe di rivivere la vita trascorsa, con tutti i piaceri e i dispiaceri provati.
Quindi, è solo l’attesa di un futuro migliore che ci fa vivere volentieri la nostra vita, che alimenta sogni e desideri, che vince paure e debolezze, che coltiva chimere e tentazioni (come nel Sabato del Villaggio).
E’ su questo che si basa la ricca industria dei segni zodiacali, delle divinazioni da periferia di sciamani analfabeti, delle previsioni fondate su astri, ascendenti, pendolini, carte, macchie e sfere di cristallo, vendute a basso costo da maghi, sibille, e ciarlatani, nell’incredibile fiera dell’incanto, della facile lusinga e dell’inganno.

Quest’arte surreale dell’assurdo,  anziché essere analizzata e contrapposta al dubbio della ragione e del buon senso- attraverso le necessarie  indagini sui cosiddetti fenomeni paranormali - viene pubblicamente esibita come scienza, enfatizzata e  colpevolmente amplificata da libretti, riviste, giornaletti e oscene pubblicazioni, nonché da  radio e televisioni locali e nazionali che la propongono a iosa in  autentici  programmi spazzatura.
Conduttori servili, deferenti e  ruffiani che cercano di confondere, zittire e denigrare  gli scettici e i fautori delle risorse della razionalità (v. Cicap). Pronti invece ad esaltare e magnificare ospiti ambigui e fasulli  personaggi da riserva sub-culturale; o sedicenti medium, d’ogni razza e continente, che parlano con angeli e defunti e propinano, senza vergogna, improbabili teorie; o pagliacci e attrazioni da circo d’altri tempi. Le cui previsioni puntualmente falliscono, come sempre e come ogni anno, ma che, ahimè, troppo presto vengono dimenticate.
Nulla è cambiato dall’era di aruspici e indovini e delle invincibili forze dell’occulto.
Presagi e prodigi, amuleti e talismani ancora condizionano la vita di milioni di persone!!
                                                                                                                                                        ./.                     
L’altro rito, tanto caro ai tifosi del petardo (scoppio, dunque sono…. un imbecille!), conta in parte sulla stessa filosofia: del Venditore di Almanacchi e, più in generale, sulla  già detta voglia di fortuna, di speranza e di futuro, a dispetto di tutto - pure della crisi più nera - che attrae, come calamita con il ferro, i fedelissimi seguaci di Sirio, di Branco, del  divino Otelma, del Mago d’Arcella e di cazzari vari contaballe, cui fanno copiose donazioni per farsi dire che son belli, sani e molto amati; e che, prima o poi, vinceranno addirittura un lavoro da precario, la lotteria, o il grattaevinci.
Tutte le mattine, magari, questi illuminati cittadini non fanno un passo prima di aver letto l’oroscopo del giorno ma, quando si tratta di far gli eroi a Capodanno nella guerra dei fuochi dai balconi, non sentono nessuno, non consultano gli astri, non chiedono agli esperti se perderanno un occhio, un dito, un braccio o anche la vita. Quello che conta è cacciare l’anno vecchio (gli sparano! Anche se muore da solo, secondo il calendario) e accogliere con palese ipocrisia quello nuovo, nell’infantile, eterno gioco del circolo vizioso.

Oltre a buttare soldi nella assurda gara del rumore – che per tanti al mondo significa guerra vera, morte, terrore, mutilazioni e paura delle bombe e dei fucili – non pensano nemmeno a quanto male facciano agli animali che si spaventano, tremano, fuggono impazziti, perdono l’orientamento, muoiono di crepacuore.
Ben venga l’ordinanza che a Milano, Venezia, Bari, Palermo e in tanti altri Comuni vieta l’uso di sparare botti, razzi,  “spread” e  tric trac a tutti i “rambo” di quartiere. Chi vuole togliersi lo sfizio, può andare in Siria, a Gaza o in Afghanistan….

E’ giusto difendere e proteggere gli animali. Tutti, compreso quello umano, dalla sua stessa “fragorosa” imbecillità.

30 dicembre 2011
                                                                         AlfredoLaurano 

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