domenica 8 luglio 2012


CON QUALE FACCIA          28 gennaio 2011

Stanno sprofondando - più o meno lentamente, ma inesorabilmente – nelle sabbie mobili del vuoto politico e culturale. 
Stanno per essere inghiottiti dal fango e dalla melma della loro inconsistenza umana e della loro infinita arroganza. 
Stanno per essere completamente sommersi nella tissotropica palude, che loro stessi hanno inconsapevolmente e maldestramente agitato,  nel vano tentativo di restare in piedi, di trovare una qualsiasi ancora di salvataggio o una robusta fune di insulti e di menzogne cui attaccarsi, a dispetto della più elementare forma di dignità.
Ma si sono agitati troppo!  E si stanno liquefacendo – a proposito di tissotropia - come il sangue di San Gennaro. 
Questo, però, non è un miracolo! Pertanto, non li salverà.
Malgrado ciò, anziché risparmiare il fiato residuo per respirare ancora un po’, a due passi dalla fine, sparano a vuoto e nel vuoto le ultime cartucce avvelenate. 
Con quale faccia? Con la faccia di sempre. Quella tosta, quella della vergogna, ricoperta di m..armo. La faccia senza pudore della Banda Berlusconi.
Grazie al suo provvidenziale intervento alla questura di Milano, il nostro Premier ci ha salvato da una querelle internazionale con l’Egitto e da possibili ritorsioni diplomatiche, commerciali  o, addirittura belliche.
Ha solo elargito doni, buste e beneficenza a larghe mani a giovani dotate, capaci e   meritevoli, purché  belle o rifatte e senza rughe (mai un aiuto a una pensionata al minimo o a una madre di famiglia o in cassa integrazione), disoccupate in attesa di un lavoro (non in fabbrica, al call-center o da commessa),  di un posto da velina, da ministra e consigliera, senza nulla in cambio mai pretendere.
Ha attaccato in diretta programmi televisivi, definendoli postriboli, perché osavano dibattere delle sue performances di bavoso e vecchio puttaniere nei bordelli arcoriani, di Palazzo  o di Sardegna, come  incallito frequentatore di minorenni o, comunque di “carne fresca”, e di escort e amiche compiacenti. Da Noemi alla D’Addario, da Mara a Nicole, passando per Ruby e tutta “l’Orgettina”. Da quattro anni Veronica aveva avvertito il mondo della sua malattia erotico-compulsiva.
Ha attaccato e chiesto le dimissioni del Presidente della Camera per la casa di Montecarlo, invece di pensare alle sue, non più differibili per il Paese e per il mondo intero, sopraffatto dalla nausea. Con quale faccia?
Ha offeso da sempre le donne, creature di consumo e di piacere orizzontale nell’harem del Sultano: Santanchè docet. Due anni fa. Non devono pensare le “cosiddette signore”!  
Ha aggredito e dimissionato il povero Boffo dall’Avvenire e ci ha provato col giudice Mesiano, pedinato dalle sue telecamere e colpevole di “leso calzino turchese”. 
Ha deriso ed accusato da sempre la Magistratura, comunista e forcaiola. Ha cercato addirittura di diffamare la Boccassini per un amore sovversivo di trent’anni fa.  
Ha provato in ogni modo di sopprimere il dissenso e la libertà di pensiero e d’espressione di stampa libera e TV. Vedi la cacciata di Biagi, Luttazzi e Santoro, l’inchiesta di Trani e le ingenue e patetiche sparate di Masi il “masichista”.
Si è servito e si serve di vili e proni cortigiani, fedeli come cani che non potranno più ululare e mangiare quando il padrone sarà caduto in disgrazia. Che ne sarà di Bondi, Gasparri, La Rissa, Capezzone, Santanché, Feltri, Emilio Fido, Lele Mora,  Minetti, Belpietro, Signorini e della pletora di vallette e valletti in fila al bunga-bunga ? Indagati, dimenticati, disoccupati o, più facilmente, riciclati?
Per non parlare poi delle leggi ad personam, dei legittimi impedimenti (stasera c’ho il bunga-bunga, non posso venì!), del falso in bilancio, di corruzioni, di tangenti di prescrizioni, di amicizie dubbie e di facili ricatti. Dei messaggi video di discolpa a reti Mediaset unificate. Delle tante armi di “distrazione di massa”, sparate dalle sue TV, in programmi demenziali per sottosviluppati.
Tutto ciò, prima di essere ridicolo e grottesco, è comico e incredibile per una mente sana ed equilibrata. Quella di almeno metà degli italiani che vive nella metà di un paese che vuol essere normale.
28-1-2011                                                                                 AlfredoLaurano

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