domenica 8 luglio 2012

NAUSEA: CHI PIANGE E CHI RIDE - 6 marzo 2011

Siamo tutti o quasi nauseati.

Ma come si fa ad ignorare la squallida cronaca parapolitica da bar-cabaret-avanspettacolo che quotidianamente ci costringe ad occuparci delle vicende del martire giudiziario di Arcore, alle prese con concussione, prostituzione minorile, corruzione, frode e fondi neri, nonché  con le campagne acquisti di parlamentari tanto al chilo?

 
E che ogni giorno, con la sua banda di retori e sofisti,  rilancia attacchi sistematici alla magistratura, offende e snatura opposizioni e parlamento, inventa e partorisce giudizi e iniziative sulla scuola pubblica, sugli illegittimi impedimenti, sulle intercettazioni e sulla stessa costituzione repubblicana. Fino alla ignobile farsa di questi giorni,  con la proposta oscena di nuova informazione a targhe alterne!


Sottile operazione di denigrazione a orologeria o abituale  sciacallaggio politico ed  ennesimo, surrettizio tentativo di linciaggio mediatico?
Oppure trattasi di grottesca e sorprendente trovata pubblicitaria di abili strateghi, prezzolati di regime?

In questo povero paese del bunga-bunga, rovinato, calpestato e deriso da stampa e TV di tutto il mondo - anche di quei paesi asiatici e africani, ben lontano nelle classifiche dei più industrializzati  ("Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!" - Dante, Purgatorio Canto VI") - si critica e si censura pure Saviano e Benigni e i premi Nobel. 

O chiunque faccia satira pungente o giornalismo di inchiesta alla Jacona o alla Gabanelli, o di approfondimento alla Floris e alla Santoro, o letteratura di denuncia alla Travaglio. Con  la libertà di stampa e di espressione sempre a rischio bavaglio e in bilico, in puro stile Minculpop.

A ruota libera, senza censura alcuna, solo isole, grandi fratelli, telegiornaletti alla Fede o Minzolini, tette e tarocchi, maghi e sensitive, speculazioni abbiette su morti e sul dolore, trasmissioni demenziali di veline, velone, vecchi/e allupati, pupe e secchioni e giullari di corte. 

Trash e monnezza  creano molto consenso e sicura assuefazione. 
Come ho più volte scritto, noi non siamo, per fortuna e per destino, solo ciò che oggi appare agli occhi del mondo. 

Perché la nostra origine è DOCG, come quella dei grandi vini.
Ci salva la  storia, l' arte, la  scienza,  la cultura. I nostri miti, i nostri Grandi, il Risorgimento e la Resistenza e le battaglie per giustizia e libertà. Potremmo quasi vivere di rendita, sotto questo profilo!


Perciò non dobbiamo invidiare nessuno se non tutti quei paesi "normali", dove per esempio la gente si dimette al primo pelo di sospetto o di chiacchera popolare, e che sono tali perché hanno il privilegio di non essere rappresentati da  un fantoccio erotomane, guidato dall’impulso compulsivo e  travestito da premier.
Unica, sola e vera causa dello sputtanamento internazionale.

Spetta solo a noi popolo, con legittima delega della Storia e del nostro ricco patrimonio culturale, o meglio a una parte di noi, più libera e illuminata, dimostrare a chi ci deride nel mondo che sappiamo ancora scegliere, che possiamo ancora dissociarci, resistere e risorgere, magari con l'aiuto di intellettuali organici - per dirla alla Gramsci - che sappiano dare omogeneità, coscienza sociale e consapevolezza, anche agli ignavi e agli indolenti della piccola borghesia, assopita e benestante,  indicando la giusta direzione e gli strumenti formativi per la scuola e per l'educazione della futura classe dirigente.
E che ci restituisca un po' di dignità.


L'Italia piange e il mondo ride. Ma non per molto ancora, spero!
“Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?

6.3.2011                                                                            AlfredoLaurano


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