domenica 8 luglio 2012

MIGRANTI -  Benvenuti al Golf e al Casinò!                     6 aprile 2011
                                                                              
Come tutti ormai sanno il 20% della popolazione mondiale possiede l'80% della ricchezza e consuma l'80% delle risorse mondiali. E inquina altrettanto.
E' logico ed evidente che, applicando la teoria dei vasi comunicanti alla storia dei popoli  (ne accennava Scalfari qualche settimana fa ad Anno Zero), prima o poi si sarebbe verificata una forte migrazione dai paesi poveri a quelli ricchi per riequilibrare la situazione e per raggiungere un po' di quell'80% di benessere che in pochi condividono.
Se i governi occidentali - che detengono il massimo dei privilegi e determinano i flussi di mercato e della produzione  della ricchezza - continueranno ad ignorare la forza e l'ineluttabilità dei fenomeno migratorio, dell'integrazione razziale, dei conflitti nord-sud del mondo, della miseria, delle malattie endemiche e delle rivolte per il pane e libertà (come già ho scritto a proposito di Liberismo e Pensiero Unico),  quello che accade oggi, e già da qualche tempo, sarà solo un piccolissimo anticipo di ciò che avverrà in un futuro assai prossimo: un esodo totale globale, una migrazione perenne e incontenibile, una sorta di invasione di popoli che cambieranno i connotati, il costume  e gli equilibri etnici e politico-sociali dei paesi ricchi.

Pensare di bloccare tale epocale fenomeno è solo un'illusione. Un'utopia che possono coltivare leghisti e  razzisti di ogni specie, che credono, da squallidi, miopi e ottusi provincialotti, di poter difendere e preservare lo "stato" padano, o la propria identità locale e nazionale, dall'assalto di migranti affamati, erigendo improbabili dighe di cartone, costruite sull'odio razziale e sull'intransigenza.

Lampedusa docet!  E a proposito di sbarchi, va osservato come sia stata ignobilmente gestita l’emergenza dal nostro fac-simile di governo.                                                 
Dopo aver gridato e sbandierato per giorni e settimane i numeri (50.000-300.000) dei possibili e imminenti arrivi, non si è intervenuti in alcun modo.  Si sono abbandonati in condizioni da lager, disumane,  di sovraffollamento, di rischio  igienico-sanitario  i tanti disperati magrebini  (in effetti circa 6.000) che sono riusciti via via a raggiungere l'isola della speranza, rischiando la vita e, in molti casi, perdendola.
Quando la situazione è poi giunta al limite dell'esplosione - anche quella degli isolani più umani e volenterosi - si è finalmente, in qualche modo, affrontato il problema con un colpo di teatro: navi, spostamenti, tendopoli e distribuzione sul territorio (solo il centro-meridione per volere padano) e, soprattutto con dichiarazioni buffonesche e promesse da ciarlatano barzellettiere. 

Un'altra, ennesima farsa demagogica e populista di stampo berlusconiano che, ovviamente, sarebbe potuta  andare in scena molto prima. Ma non ci sarebbe stato il “consenso”, il plauso mediatico che si è strumentalmente cercato per aver salvato l’isola,”mettendoci la faccia”. 
Da vomito, dialoghi e copione: l’acquisto della casa su internet, il campo da golf, il casinò! Anch’io lampedusiano come prima aquilano, come prima operaio…

Ma questo è soltanto un capitolo, un episodio grottesco e tragicomico, del grande romanzo dei popoli. Il senso e  la sostanza della questione emigrazione è di ben altra portata e bisogna comprenderne appieno il significato se si vuole trovare una giusta e totale soluzione.
Solo attrezzandosi con idonei strumenti - quali una efficace politica dell'accoglienza, una giusta divisione del lavoro,  una diversa concezione della cittadinanza e dei permessi di soggiorno, un consapevole riconoscimento della diversità e delle altre culture - si può tentare di arginare e contenere umanamente la marea.

Se l'opulento occidente avesse gradualmente dirottato e distribuito una parte della sua ricchezza ed esportato la cultura del lavoro e dei mezzi di produzione nei paesi del terzo mondo,  avrebbe contribuito a creare condizioni di vita più umane e forse evitato l'insostenibile e vergognoso squilibrio che provoca oggi il grande tsunami sociale.
Di cui, peraltro, ancora sfugge a molti la portata.
6 aprile 2011                                                                                AlfredoLaurano                         

Nessun commento:

Posta un commento