martedì 9 febbraio 2021

L’ ULTIMA BEFFA, L’ULTIMO INSULTO DEL BUFFONE /2217

"Ho provato un forte sentimento di rabbia, stanno buttando di nuovo a mare i sacrifici degli italiani. Sono dei piccoli uomini che hanno un orizzonte limitato. E forse anche una preparazione e un’intelligenza limitata. Non ci arrivano”. Così l’ex ministra Elsa Fornero su La7. Ogni riferimento non è puramente casuale.

Sono profondamente schifato, disgustato, sconcertato e nauseato da quanto è riuscito a fare e disfare quell’ignobile figuro di Rignano, che non so più come definire.
Ha ideato e consumato un vile gioco al massacro nel quale, di certo, non ha agito da solo: mi sembra ormai chiaro che ci fosse un piano già da tempo premeditato.
Una volgare messa in scena, a puntate, recitata sfacciatamente sulla pelle gli italiani, fino a quando si è seduto al tavolo del gran Fico, incaricato esploratore, con la chiara intenzione di farlo fallire.
Ha fatto di tutto, come osserva Tosa, per arrivare sino a questo punto: ogni mossa, ogni frase, ogni dichiarazione, ogni veto, ogni capriccio, ogni respiro, era studiato esattamente per arrivare a questo preciso istante.

Alla fine, il cospiratore Matteo Renzi ce l’ha fatta. Missione compiuta.
Ha tradito tutti - in primis se stesso - e ha consegnato il Paese all’ignoto.
Dopo due giorni di finte trattative per il programma di governo, di gara al rialzo e al continuo rilancio pretestuoso - pretendeva di scegliere anche i ministri del Pd, dando parere contrario su tutto, senza sciogliere e rinviando la riserva sui nomi e su Conte, di cui voleva la testa - l’ipotesi di ricucire i rapporti tra il suo partitello da due soldi e il resto della ex maggioranza sono naufragati in zona Cesarini. Eppure, lo avevano assecondato, accontentato e riammesso perfino nella nuova possibile alleanza che proprio lui, malato di potere, aveva fatto saltare.
Io lo avrei cacciato da quel tavolo a calci nel culo.

Poco prima che Fico salisse al Colle per riferire del fallimento, Superbone aveva rovesciato ogni responsabilità per il mancato accordo.
Ma come tutti hanno ormai capito, da parte sua, sul tavolo c’era solo la questione delle poltrone. Solo poltrone da mercanteggiare - altro che “noi ritiriamo i ministri e le lasciamo”, (solo per averne di più) - cercando nel contempo pretesti per rompere, in un ostruzionismo indegno del peggior ricattatore. Nessuna volontà di aiutare il Paese nel momento più difficile, nessun interesse verso i cittadini italiani o a lavorare per l’interesse della collettività.
Ossia le stesse ragioni che avevano provocato la crisi, dallo stesso cominciata due mesi fa.
 
Tutto questo dall’alto del suo 2%.
Tutto questo per un unico scopo: farsi dire di no. Che lui ci ha provato, ma non è stata colpa sua.
Tutto volutamente mirato, preparato, calcolato, studiato a tavolino.
Tutto prendendo in giro e umiliando gli alleati, un deluso e arrabbiato Mattarella (drammatiche le sue parole, dopo la presa d'atto), le istituzioni e tutto il Paese che stava lì, in ansia, a chiedersi come sarebbero andate le trattative, mentre lui se la rideva sapendo benissimo che le avrebbe fatte saltare a prescindere.
Tutto questo, e condivido Emilio Mola, è il punto più infame e vergognoso della storia recente della nostra politica. Quella dei Berlusconi, Salvini e Meloni,
Ma un sudiciume tale, francamente, forse, non lo hanno raggiunto mai nemmeno loro.
3 febbraio 2021 (Alfredo Laurano)





Nessun commento:

Posta un commento