Siamo oltre il paradosso, il grottesco, l'incredibile.
Uno schifoso opportunista, vigliacco, ipocrita, egoista, sciacallo e leccaculo, che da quasi quarant'anni usa solo il turpiloquio e la violenza verbale, quale suo segno distintivo (oltre la tazza del cesso, da cui, nudo, pontifica), adesso viene a farci la morale?
A spiegarci cosa è bene e cosa è male, cosa è giusto e cosa è ingiusto.
Tutti, ovviamente, lo biasimiamo e lo disapproviamo, ma non possiamo permettere che lo faccia lui, simbolo ineguagliabile di volgarità e disprezzo, depositario di ogni sconcezza e porcheria, indiscusso tutore di scurrilità e trivialità.Una fogna umana come Vittorio Sgarbi, che non sa dove abiti il rispetto; che ha umiliato donne, politici, giudici, scienziati, deputati e avversari (dalla Bindi alla Boldrini, dalla sindaca Raggi alla Carfagna, dal premier Conte e alla Azzolina, da Scanzi a Travaglio); che ha predicato sempre sessismo, dialettica d’odio e discriminazioni contro le minoranze; che ha insultato tutto il mondo e chiunque non la pensasse come lui, fino ad essere cacciato due volte dalla Camera, trasportato a braccio, si permette di condannare chi, al confronto, è un modestissimo, insignificante suo aspirante epigono, che ha insultato solo la Meloni.
Sembra davvero una barzelletta, un sopruso della ragione, della intolleranza, della prepotenza.
23 febbraio 2021 (Alfredo
Laurano)
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