giovedì 23 agosto 2018

STORIE DI GRANDE CINEMA E PASSIONI

Qualche giorno fa, sono stato nei luoghi rosselliniani di S. Marinella. 
Un posto magnifico e suggestivo, al chilometro 58 della Via Aurelia, che fu il buen retiro, a picco sugli scogli, della storia d’amore Bergman-Rossellini. 
E ho ripensato, inevitabilmente, a quel susseguirsi di passioni e tradimenti, di gioie e sofferenze, vissute nella realtà dai protagonisti e non nella fiction cinematografica, che pur fece da sfondo e da contorno.
Nel 1948, Ingrid Bergman, folgorata da Roma Città Aperta, ebbe l'ardire di proporsi per lettera al regista del film: «Se ha bisogno di un'attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese e in italiano sa dire solo ti amo, sono pronta a venire in Italia per lavorare con Lei».
Rossellini - che, ancora legalmente sposato con la costumista Marcella De Marchis, madre di due dei suoi figli, stava con l’attrice Anna Magnani, monumento nazionale e parte integrante anche del successo del suo cinema - si accingeva a lavorare a un progetto, “Stromboli terra di Dio”. 
Preparò il film di nascosto dalla Magnani e lo offrì subito alla Bergman. La grande attrice romana si vide portare via così, in un soffio, l’uomo e il lavoro.
Anche Ingrid era sposata e aveva una figlia ma, racconterà poi, era infelice. 
Quando le arriva la proposta del regista italiano, per lei è un’occasione per cambiare una vita che le sta stretta. Rossellini vola in America per incontrarla e la scintilla, scocca. 
Il resto è storia: “Stromboli”, vedrà protagonista la bionda perticona svedese che ormai ha scelto la sua strada, non solo professionale, e una nuova vita a Roma.

Un vero scandalo nell'Italia bacchettona degli anni Cinquanta, con i due, entrambi sposati, travolti da passione nel mare di Stromboli, quindi a nozze messicane per regolarizzare la nascita del loro primo figlio, Robertino, seguito dalle gemelle Isabella e Isotta.
Una storia di amore e tradimento che si consumò nel 1949, all’ombra dei vulcani delle isole Eolie. “Una guerra” senza sconti che appassionò i lettori e gli ammiratori dell’epoca dei protagonisti, tra un uomo e una donna e tra due donne che, pare, non si incontreranno mai in vita loro.

Tre mostri sacri del cinema mondiale. 
Lui, l’uomo conteso, uno dei registi italiani più famosi ed apprezzati, che ha inventato il neorealismo e raccontato storie vere utilizzando i poveri materiali che aveva a disposizione negli anni a ridosso della guerra: la strada e gli attori che quella gli procurava.
Lei è un’attrice di talento e temperamento, Anna Magnani, che proprio l’amato Rossellini ha reso più di un’attrice, un’icona, facendole urlare il nome del suo uomo in una corsa disperata che finisce in tragica caduta e che racchiude tutto il senso di quel capolavoro, unanimemente riconosciuto, che fu Roma Città Aperta. Proprio su quel set nacque l’amore tra due caratteri forti e sanguigni.
Leggenda vuole che, quando la Magnani venne a sapere che il suo amato (che, tra l’altro, aveva sulla carta anche una moglie) si era invaghito dell’irresistibile svedese, reagì a modo suo e gli scodellò una fumante cofana di pasta in testa.
L’ altra, una superstar svedese, bellissima e magnetica, ricercatissima e famosissima che ha stregato tutta Hollywood, che ha girato film che passeranno alla storia del cinema: da Notorius, a Per Chi Suona La Campana, a Casablanca.
“Un misto di bellezza eccitante e di fresca purezza”, annoverata, con Audrey Hepburn della quale fu amica, tra i durevoli simboli di un eros estetico, più nobile che carnale.
 
Una diva formato famiglia, affacciata al balcone, in prendisole, o inginocchiata davanti a Robertino in bicicletta, nelle estati glamour di Santa Marinella, in quegli anni borghesi dell'Italia uscita dalla guerra, che punta sulla domesticità di una bella villa, accanto alla quale il regista aveva fatto costruire una ricca dependance per ospitare amici e attori internazionali 
(per esempio, Gregory Peck, di passaggio mentre girava Vacanze romane) e un muro lungo il pontile, per impedire l'appostamento dei paparazzi. 
Intanto, Rossellini andava a Civitavecchia in giardinetta, a comprare pomodori. 
Tra quelle palme e quel mare dentro, resta ancora uno spicchio di magia, legato a quella storia di impeto e passioni che proprio quel grande cinema non ha mai raccontato. 
Oggi, ne avrebbero fatto una fiction di successo, in cento e più puntate. (Alfredo Laurano)





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