giovedì 2 agosto 2018

DA SUPERGA A MEDELLIN, STORIE DI CALCIO E DI PASSIONE


Torino e Chapecoense, due squadre accomunate da un tragico passato e da analogo destino, hanno dato luogo ieri a un incontro di calcio estivo, di alto profilo morale e sociale. Sul campo ha vinto il Toro, una vittoria di prestigio in una partita del cuore, poco significativa per il clima in generale poco “agonistico” e molto amichevole. Ma hanno vinto, soprattutto, le persone, i sentimenti, la partecipazione collettiva e le emozioni che solo lo sport sa regalare a piene mani.
Il ricavato della partita sarà destinato ai familiari delle vittime della tragedia aerea che colpì la società brasiliana, mentre era in volo per Medellin, sede della finale d'andata della Copa Sudamericana.
Era il 28 novembre 2016 quando la squadra brasiliana venne coinvolta e annientata nel disastro aereo nei pressi della città colombiana, 71 i morti, 5 i sopravvissuti. Il dolore crebbe e dilagò, fra lo stupore di tutto il mondo, soprattutto, quando si scoprì un’atroce, incredibile verità: a determinare lo schianto dell’aereo della compagnia ‘La Mia Airlines’ fu la carenza di carburante.
Da quel giorno, grande solidarietà alla Chapecoense da tutto il pianeta Calcio, Torino compreso, già segnato dalla tragedia di Superga di sessantanove anni fa, nella quale perirono trentuno persone fra atleti, dirigenti, giornalisti, forse a causa del maltempo o di un guasto all’altimetro. L'aereo che riportava la squadra del Toro da Lisbona si schiantò contro la Basilica di Superga, avvolta in una fitta nebbia. Erano le 17,05 del 4 maggio 1949.
Così finì il grande Torino, il Torino dei Bacigalupo, degli Ossola, dei Rigamonti, dei Gabetto, dei Loik e dei Mazzola, solo per ricordarne alcuni.
Prima dell’inizio del match di ieri sera, una delegazione del Torino e una della Chapecoense - fra cui l’ex portiere sopravvissuto all’incidente aereo, nel quale perse una gamba - sono andate a visitare il Museo del Grande Torino e della indimenticabile leggenda granata. (Alfredo Laurano)

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