domenica 5 agosto 2018

FOLGORATO: ANCHE I NONNI UCCIDONO /1583

Il nonnismo, per chi non lo sapesse, è una odiosa e spregevole forma di bullismo, applicata alla vita militare, almeno, a quella di una volta, quando la ferma era obbligatoria.
I soldati prossimi al congedo pretendono di esercitare un'autorità talvolta tirannica, umiliante e vessatoria nei confronti delle reclute, in forza di un presunto potere derivante dall'anzianità.
Nella fenomenologia del nonnismo, si parte da semplici espressioni di superiorità (insulti pesanti, scherzi infantili e insensati), fino ad atti di maggiore gravità: furti, lesioni, accanimento psicofisico sulla vittima, atti denigratori, discriminatori, anche di tipo razzista. Spesso si manifesta in vere e proprie persecuzioni, con vessazioni e umiliazioni di ogni sorta, fino a sfociare, in casi non rarissimi, persino nel suicidio o nell'omicidio.

All'interno delle forze armate il nonnismo viene generalmente vietato e scoraggiato, ma, talvolta, non pochi ufficiali tendono a minimizzarlo, spesso per ragioni di opportunità. Spesso si traduce in uno strumento di pressione e di ricatto per sottomettere un soggetto, o per fargli compiere azioni contro la propria volontà. A volte, diventa un mezzo per la regolazione delle gerarchie all'interno della truppa, soprattutto nei confronti dei soldati più giovani e inesperti, per mantenere certi equilibri all'interno dei reparti.
Per questo motivo, molti tendono a ignorarlo o a tollerarlo, almeno fino a quando gli atti non superano livelli di gravità tali da dare luogo a scandalo pubblico, in genere in seguito a gravi infortuni o alla morte di un militare.
Come accaduto nel caso Scieri.
Il 16 agosto 1999, il parà siciliano Emanuele Scieri, 26enne allievo paracadutista di Siracusa, venne trovato morto (presumibilmente tre giorni prima) nella caserma della Folgore Gamerra di Pisa, dopo aver subito, stando alle accuse, violenti atti di nonnismo.
“Suicidio”, fu la prima spiegazione, quella che non ha mai convinto la famiglia del militare che ha sempre parlato di un caso di nonnismo finito male.
A escludere il suicidio, oltre alla famiglia, le conclusioni della commissione d’inchiesta, secondo cui non si tolse la vita ma fu aggredito. Diciamo, pure, “Folgorato”

A distanza di 19 anni, dopo tanti silenzi, contraddizioni e depistaggi, dopo aver raccolto significative segnalazioni nelle audizioni di decine di testimoni, dopo le varie inchieste delle Iene, della Sciarelli e di altri speciali di TV e stampa, sono finiti nel registro degli indagati della Procura di Pisa tre suoi ex commilitoni.
Per tutti l’accusa è di omicidio volontario. Emanuele fu indotto a precipitare dall’esterno di una lunga scala metallica a chiocciola, a ridosso di un edificio. Non fu soccorso, ma lasciato agonizzante a terra, quando poteva essere salvato.
Tutti i sentiti avevano descritto quegli ex parà come un nucleo di persone piuttosto temuto alla Gamerra dove, purtroppo, in quegli anni, angherie, vessazioni e comportamenti violenti ai danni delle reclute erano tanto frequenti quanto sottovalutati dalle autorità militari dell’epoca.

Adesso, la clamorosa svolta. 
Il passato è tornato a bussare alla porta dei presunti responsabili. C’è un arresto e ci sono altri due indagati, nell’ambito delle indagini che ora parlano chiaramente di omicidio volontario.
Finalmente, forse, giustizia sarà fatta, anche se la morte di Scieri, appena laureato e strappato alla sua famiglia, non ha molto a che fare con il nonnismo, né con il senso di appartenenza a un corpo di esaltati, né con scherzi idioti e goliardia da minorati da caserma.
Qui si tratta di criminali lasciati liberi di agire, torturare e uccidere, indisturbati, coperti o, addirittura, incoraggiati dai superiori, per salvare la faccia e non gettare discredito sull'arma.
 (Alfredo Laurano)

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