venerdì 22 maggio 2020

MOVIDA FOREVER /2046


In principio fu il Vermouth, poi vennero il Negroni, il Gin Fizz e il Campari soda a consacrare il ruolo sociale dell’aperitivo nella “Milano da bere”.
Sembra che per molti giovani e per una certa Italia, non si possa più fare a meno della movida e degli aperitivi, in ogni tempo di pace, di guerra o di terrorismo, e ignorando qualsiasi situazione di pericolo, come quella attuale, a forte rischio di contagio da Coronavirus.
Come si può vivere oggi, senza un happy hour o un apericena, accompagnato da gustosi stuzzichini?
Lo spritz, il mojito o la birretta bevuta, abbracciati sul muretto o al tavolino, anche subito prima e subito dopo il lockdown, sono ormai diventati riti quotidiani, status di allineato conformismo, esigenze vitali da soddisfare, abitudini e obblighi sociali fra sprazzi compulsivi di convivialità, doveri di appartenenza a un gruppo o a una condizione anagrafica di genere. Come è mangiare, dormire, crescere, amare, studiare, riprodursi.
Ma questi sono bisogni primari ed essenziali, mentre la movida non è più la vivace rinascita culturale della Spagna postfranchista, è solo una fatua e vana moda che dilaga.

Evitare assembramenti e luoghi affollati e mantenere almeno un metro di distanza, indossare mascherine e disinfettarsi le mani: sono le raccomandazioni che da giorni le autorità, i virologi, i medici e gli esperti continuano a ricordare a tutti, per cercare di limitare il contagio da coronavirus in questa fase di riapertura.
Eppure c’è chi si ostina ad ignorare queste indicazione, continuando imperterrito ad affollare negozi e centri commerciali, a partecipare a feste e organizzare cene o incontri, talvolta vantandosene anche sui Social, nella convinzione che i media facciano “allarmismi eccessivi” e che “la vita e il divertimento devono andare avanti, non si può fermare l’economia”.
Abbiamo visto tante immagini in questi pochi giorni, da tante città d’Italia. Come quelle dei magazzini Ikea, chiusi da mesi, che sono stati presi d’assalto da migliaia di persone, in crisi di astinenza di mobili fai da te.
Forse non siamo proprio in grado di seguire semplici regole di buon senso e prevenzione che ci possono tutelare e difendere dal contagio. Tenendo anche e soprattutto conto dei tanti asintomatici, potenziali fonti invisibili di contagio, che possono infettare senza saperlo, facendo portare poi il virus dai più giovani nelle famiglie, nelle case di nonni e genitori.

Intanto, sarà bene ricordarlo ai tanti nostri eroi senza paura, ma col bicchiere in mano, i numeri dei contagi e dei decessi risalgono, già adesso, soprattutto in Lombardia - in attesa di verificare, fra un paio di settimane, gli effetti della ripartenza - mentre nel mondo sono oltre cinque milioni le persone contagiate dal coronavirus in 196 Paesi e 326mila quelle che hanno perso la vita (numeri ufficiali, ma non realistici), oltre 94mila solo negli Usa.
La situazione nel pianeta è ancora disastrosa. Oms: "In 24 ore 106mila nuovi casi, è un record. India, Brasile, Perù e Nigeria sono gli Stati che in questo momento stanno subendo l'avanzata del coronavirus. In Svezia, i morti e i contagi sono quasi raddoppiati.
Record di morti in Russia e Brasile, dove il governo ha perso il controllo della pandemia e il numero dei casi sta crescendo in maniera esponenziale, nonostante il negazionista Bolsonaro e la sua banda parlino di “piccola influenza e di isteria”: sarebbero circa tre milioni le persone contagiate, 11 volte più delle stime ufficiali, legate ai pochi test condotti, con decessi nelle carceri aumentati del 33% negli ultimi due mesi.
Sono numeri impressionanti che, come già detto, vanno moltiplicati per una decina di volte, visti i relativi pochi test e tamponi realmente effettuati.
Magari, cari giovani distratti o indolenti, tra una sorsata e l’altra, dategli un’occhiata, tanto per non dimenticare, ad oggi, lo stato della pandemia nel mondo.
E dal tre giugno, in Italia, si riaprono le frontiere!
 20 maggio 2020 (Alfredo Laurano)




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