E noi che ci lamentiamo della tanta gente, soprattutto giovani, in giro per l’aperitivo ai Navigli di Milano!
Gente che non esce per andare a lavorare, che non torna dal
lavoro, che non sta andando a fare la spesa o a trovare la nonna anziana.
Gente che sta seduta sui muretti, con una bottiglietta o un
bicchiere in mano, in gruppo e senza mantenere le distanze.
Gente che forse ancora non sa che - mentre l'allerta pandemia
è comunque massima, anzi, ancora più alta per evitare i contagi di ritorno - si
stanno diffondendo i “Covid Party”, ultima follia di moda in America, nello
Stato di Washington, dove le persone pare si riuniscano con l'intento di
ammalarsi e acquisire l'immunità.
Un’alternativa alle classiche, noiose serate in discoteca.
Gli invitati si ritrovano, in gruppo e passano una serata insieme, stretti
stretti, per infettarsi col Coronavirus. L’obiettivo è mischiare soggetti sani
a persone positive al virus, nella speranza di essere contagiati e, guarendo, di
diventare immuni.
Gli inviti a questi cosiddetti “viral party” hanno
cominciato a circolare dopo l’idea teorizzata dalle autorità sanitarie di tutto
il mondo che si possa considerare l’ipotesi dei passaporti d’immunità, un documento
che certificherebbe l’assenza di rischio di contagio della persona che lo
possiede. E che quindi consente a coloro, che sono risultati positivi al virus
e poi guariti, di viaggiare o di tornare a lavoro più velocemente.
Questa pratica volontaria, in un certo senso, si rifà a quella
delle nonne, che in passato, prima che venisse individuato il vaccino, facevano
deliberatamente entrare in contatto i propri nipoti con altri bambini affetti
da varicella, in modo tale da acquisire l'immunità.
Ma questa follia delle feste del contagio rappresenta un
forte pericolo per tutta la comunità, soprattutto perché il coronavirus
affligge l'essere umano in forme e modalità molto differenti e pericolose tra
loro. Ricordando la sua potenzialità letale è inaccettabile ed irresponsabile
esporsi deliberatamente alla malattia per chi lo fa e per gli altri, con il
rischio altissimo che infettino persone molto più vulnerabili ed esposte.
Come dicevo ieri ad una amica, l’imbecillità, congenita o ambientale che sia, non
ha limiti. Anzi, si irrigidisce, si riproduce e si moltiplica ad oltranza,
soprattutto di fronte ad ogni evento socialmente rilevante.
Nel caso di una tragedia epocale come questa, poi…si arriva
al paradosso dell'ignoranza che si fa valore, della ciarlataneria che si fa
scienza, della superstizione mitica e astrologica che si fa etica e modello
esistenziale di riferimento.
E' un trofeo ideologico inossidabile e più che resistente a
possibili mutamenti, evoluzioni o deviazioni.
A questi legionari dell'ignavia e della indolenza
spirituale, che producono incalcolabili danni alla collettività, dovremmo
ricordare ogni minuto quanti medici ed infermieri si sono prodigati o sono
morti invano, per curare anche le loro sciocche leggerezze.
Purtroppo, siamo più nelle loro mani, che in quelle degli
scienziati.
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