Secondo gli esperti, gli effetti della ripresa movida nelle
città italiane sull'eventuale aumento dei contagi virali si vedranno solo a
metà giugno.
In verità, dietro questi pur pericolosi e disinvolti
assembramenti giovanili, si nascondono la grande perplessità, la responsabilità
e il concreto timore di un’ulteriore diffusione del virus, provocata dagli
effetti della riapertura della mobilità inter-regionale che, in Italia, salvo
revoche e limitazioni, inizierà il 3 giugno.
La libera circolazione nel territorio nazionale è
indubbiamente un passo fondamentale per far ripartire l’economia e il turismo,
soprattutto con l’estate alle porte, ma, come è noto, il vero problema
pandemico è localizzato, prevalentemente, in alcune aree del nord della
penisola dalle quali molte persone, soprattutto asintomatiche e non valutate
con i dovuti test diagnostici, inizieranno presumibilmente a veicolare il
coronavirus anche nel resto del Paese, come abbiamo già visto anche agli inizi
dell’emergenza.
Cosa provocherà l’invasione incontrollata nel centro-sud
dei “lumbard” e dei Savoia piemontesi?
A tutto questo, molto presto si aggiungerà anche la
riapertura delle frontiere verso gli altri stati europei e probabilmente con il
resto del mondo.
Senza i necessari ed adeguati controlli sanitari, tutto ciò
costituirà il vero pericolo per lo scoppio di nuovi focolai infettivi, anche
nelle zone meno toccate, ad oggi, dai contagi e dai decessi.
In questa fase di inevitabile convivenza con l’infezione,
al di là della paura e delle ipotesi più pessimistiche, sarà ancora più
importante il rispetto delle regole: distanze di sicurezza, mascherine, igiene
continua delle mani, uscite inutili, frequenza di locali chiusi e tanto buon
senso e precauzioni.
28 maggio 2020 (Alfredo Laurano)
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