martedì 13 dicembre 2016

TASSATIVO, RESTATE CON NOI

Era una volta un aggettivo che significava obbligatorio, perentorio, che non ammette eccezioni, discussioni o deroghe. 
Oggi è soprattutto un ridicolo obbligo pubblicitario che il conduttore di turno di un qualsiasi talk deve rispettare, appunto “tassativamente”. E quindi, ogni manciata di minuti, interrompe un ragionamento, blocca l’ospite di turno, toglie la parola a chiunque stia parlando. Anche se sta annunciando una catastrofe o il suicidio in diretta TV.
Sono le regole assurde e demenziali dei nuovi media che ormai tutti hanno assorbito, pur con qualche residua punta di ironia e insofferenza. 
Puntano all’uniformità e alla contemporaneità di lanci e orari con altre Reti per non perdere spettatori durante gli intervalli: “restate con noi…”. Che, tradotto, significa, rassegnatevi, tanto anche di là c’è un altro tassativo di sana pubblicità!
Tutto è ridotto a spot, tutto è propaganda violenta, cinica e odiosa. Tutto invita a scoprire la bontà di qualsiasi prodotto e ti ricorda che devi comprare e consumare.
Anche quando - e questo è l’aspetto più aberrante - stai per vedere agghiaccianti immagini di un attentato, di un terremoto devastante, di un omicidio brutale, di un atto di violenza su minori e anziani. 
Prima che parta il filmato, sei costretto a subire musichette da giostra, slogan scemi e ripetitivi, immagini gioiose di festa, finte realtà di case felici e linde, con cani e bambini, solo belli e sorridenti, condite di tormentoni di caffè, gelati, auto, scarpe, abiti e croccantini. 
A seguire, come se niente fosse, arrivano stragi, città bombardate, gole tagliate, migranti affogati, agguati e revolverate di camorra, Aleppo distrutta, madri e bimbi morti tra le macerie.
Ma ha un senso tutto questo? Esiste una parvenza d’etica della comunicazione, una dignità dell’informazione? 
Evidentemente, No.
E’ una forma di follia collettiva universale, su larga scala, che crea assuefazione e dipendenza. Come i tranquillanti e le benzodiazepine. Vita, morte, dolore o malattia: tutto si trasforma in valore commerciale e diventa asettico strumento della più bieca speculazione. 
Viva il Globalismo, viva il Mercato, viva il Liberismo! 
Lo grida il tassativo. Ma non stiamo con voi.
(Alfredo Laurano)

Nessun commento:

Posta un commento