venerdì 2 dicembre 2016

SARONNO DEMONI, ANZI LO SONO /964

"Con questo paziente dispiego le mie ali dell'angelo della morte".
Si sentiva un "dio" e si faceva chiamare anche così l'anestesista Cazzaniga arrestato con l’amante infermiera dai Carabinieri di Saronno. 
“Ogni tanto ho voglia di uccidere qualcuno", rispondeva la killer, sua compagna amante, in un ferale, spietato controcanto.
“Se vuoi ammazzo anche i due bambini, per te lo faccio..." ... “la nonna Maria la facciamo fuori…” “Questa è eutanasia? No, è un’altra cosa. “Allora è omicidio volontario, se ti scoprono vai in galera e perdi anche la casa. L'omicidio perfetto è quello farmacologico...".
Questi, alcuni frammenti delle intercettazioni dei dialoghi della coppia.

Diverse morti sospette in corsia a Saronno, provocate da diagnosi taroccate, da cocktail di farmaci, poi cremazione, senza autopsia, senza riesumazione della salma, e l'omicidio diventava “perfetto": questo il cosiddetto protocollo Cazzaniga, ovviamente orale, nei piani della coppia arrestata. 
Tanti, troppi nell’ospedale, pare sapessero dell’esistenza di quella prassi, che prevedeva che pazienti anziani e fragili venissero terminati. 
Solo una coraggiosa infermiera si schierò contro l’omertà e denunciò alla Procura, dopo aver segnalato nel 2014 morti sospette in corsia ai dirigenti ospedalieri. Fu minacciata di fare la stessa fine dallo stesso anestesista, ma non si fermò. Grazie a lei cominciarono le indagini, fino all'arresto di ieri.

La sua compagna killer Laura Taroni, che istruiva il figlio sull’omicidio perfetto, quello farmacologico, pare abbia avvelenato anche il marito, ostacolo alla sua relazione con l’angelo della morte, stroncato dai farmaci e al quale avevano fatto credere fosse malato grave di diabete.
E' un girone demoniaco dell'orrore quello che emerge dalle pagine dell'ordinanza di custodia cautelare. I due ragionano e pianificano. Concordano le modalità con cui ammazzare gli anziani pazienti, tra cui la madre di lei. 
“Se cremi il corpo, non possono trovare nessuna prova. Ma nonna Maria, però, non vuole essere cremata …e non abbiamo neanche più i maiali e l'umido - ribadisce la Taroni al figlio - passa solo una volta a settimana...”, ascoltano ancora i carabinieri nelle intercettazioni.
Ci sono sospetti su altre morti. Quelle del suocero e di uno zio del marito, finito in una vasca di liquami nell'azienda agricola Regina di Lomazzo.

E’ sconcertante scoprire che, nella perversa visione di questi schifosi delinquenti, esistono pazienti che non meritano di essere curati, perché “non è sensato produrre sforzi per chi sarà morto a breve”, senza sapere che avrebbero potuto vivere un’altra vita o anche un solo giorno di più.
30 novembre 2016 (Alfredo Laurano)




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