lunedì 5 marzo 2018

SCADUTI E SCADENZE


“Sei scaduto!” - aveva urlato ieri a Berlusconi, salendo al volo su un tavolo, nel seggio in cui votava (nonostante la condanna), la giovane Femen a seno nudo. 
Non sappiamo se il grande esperto di olgettine, femmine e nipotine, assai sorpreso da quell’estemporaneo coupe de theatre, abbia gradito la visione e quanto: l’hanno subito impacchettata e portata via e, forse, poverino, non ne ha avuto il tempo. Nemmeno di esaminarla e valutarla.
La contestatrice, comunque, ha semplicemente confermato una evidente verità ma, forse, avrebbe dovuto aggiungere che quella stessa sorte riguardava anche il bullo di Firenze che, visti gli attuali risultati, peraltro ancora parziali, non può non pensare di prendere atto anche della sua data di scadenza. Un altro yogurt andato a male da buttare.
Come previsto, mentre il firmamento elettorale si popola di milioni di stelle, la Lega vola sopra Forza Italia, il PD, con il suo fallito padre-padrone putativo, si lecca con dolore le ferite e i residui di quell’acido vasetto, ormai privo di fermenti vivi.
Tutti gli altri fanno numero nella lotteria delle possibili, ma difficili alleanze, o da semplice contorno, tanto per gradire: da Fratelli coltelli alla Bonino, dalla civica Lorenzin a Potere al Popolo e a Liberi e belli.
Il tracollo del Partito Democratico si riflette nelle sfide per i collegi uninominali. Quasi tutti i big stanno perdendo la loro personale battaglia con gli altri candidati. 
Una strage di ministri: Pinotti, Franceschini e il poliziotto Minniti, A rischio perfino Padoan. Sembrano soccombere pure Orfini, Esposito, Illy e Serracchiani e il figlio buono di De Luca.
La stessa Boldrini, con Grasso e D’Alema, fra gli antirenziani, gettano le armi. 
Si salvano la M. Elena Boschi-Heidi e il dinosauro pentito Pierferdy Casini, mentre il caprone Sgarbi è surclassato e umiliato, nel suo stesso cesso (dove trova degna e mefitica ispirazione), dall’odiatissimo e vanamente sbeffeggiato Gigino Di Maio.
Molti trombati si salveranno, comunque, col Proporzionale. 
Ma non so chi salverà la faccia.
(Alfredo Laurano)  

            


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