martedì 13 marzo 2018

SAN GIUSEPPE FRITTELLARO



Dopo quarant'anni, al Trionfale, torna sulla strada la più importante manifestazione del rione: quella di San Giuseppe. Il 19 marzo del 1976 fu l’ultima volta in cui si celebrò come festa nazionale, poi soppressa l’anno successivo. Rimase come ricorrenza, soprattutto commerciale, in onore dei papà e dei falegnami, e con tutte le pasticcerie romane che, ancor oggi si riempiono di bignè di San Giuseppe, dolci tipici della tradizione.

Ricordo, con non poca nostalgia, quelle lontane e pittoresche feste, tanto care a mia madre, e che con lei non mancavo di frequentare con gioia e con piacere.
Fin dalla mattina presto, si allestivano lungo le strade le tante bancarelle di dolci, giocattoli e souvenir, arrivavano i tanti frittellari e tutto il quartiere era rallegrato da suono gioioso della banda musicale.
C'era molta animazione, famiglie intere che si incontravano e si salutavano e tanta gente che veniva anche da altri parti della città, perchè la festa era sentita, conosciuta ed apprezzata. Perchè bella e ricca di folclore.
Era uno spettacolo.
Tutto intorno si diffondeva l’odore dell’olio fritto e un profumo di frittelle e zucchero filato, che si sentiva anche da lontano.
Nel pomeriggio, usciva dalla chiesa la Processione, aperta dai Carabinieri a cavallo. Durante il percorso suonavano diverse bande e ogni finestra era addobbata da lumini e drappi colorati (si faceva a gara per esporre i più belli e ricamati) e al passare della statua del santo venivano lanciati i fiori.
Via della Giuliana era illuminata con centinaia di lampadine colorate, fino a piazzale Clodio, dove la sera si sparavano i fuochi di artificio. Sul sagrato della chiesa, aveva luogo il tradizionale concerto dei Carabinieri.
Una festa veramente popolare, una fiera che trasformava il quartiere in un solidale bel paese.

Dopo tanto tempo, oggi potrebbe rivivere questo momento festoso, importante per il nostro quartiere e per i tanti giovani che non l’hanno mai conosciuto e che non sanno nemmeno cosa sia: uno sguardo riverente al nostro passato, alla nostra storia.
La celebrazione del 19 marzo è sempre stata una data particolare a Roma ed ha origini antichissime. La festa cristiana di San Giuseppe, sposo di Maria e padre putativo di Gesù, si innesta su riti di origine pagana e, nel XV secolo, diventa giorno dedicato al protettore dei poveri, patrono dei falegnami, uomo di grande semplicità e saggezza.
E non a caso, a Roma, il santo è chiamato amichevolmente "frittellaro", da cui deriva la tradizione di mangiare i bignè fritti in suo onore. 
Il clamore della festa si è riflesso nella cultura popolare, sono giunte fino a noi moltissime testimonianze, anche del Belli.
Checco Durante, nel 1950, scrisse una delicata preghiera in romanesco che iniziava così: “San Giuseppe frittellaro, tanto bono e tanto caro, tu che sei così potente da ajiutà la pora gente, tutti pieni de speranza, te spedimo quest’istanza: fa sparì da su la tera chi desidera la guera.”
(Alfredo Laurano)

Nessun commento:

Posta un commento