La notizia della scomparsa di Fabrizio
Frizzi che ha aperto stamattina i telegiornali e le pagine del Web ha lasciato
di stucco milioni di italiani, attoniti ed impreparati, più della tragedia
siberiana che ha provocato decine di vittime innocenti, nell’incendio del
centro commerciale.
Nessuno se lo aspettava, anzi, il
popolo dei teleutenti era contento del suo ritorno alla conduzione
dell’Eredità, di averlo ritrovato, sorridente e apparentemente in forma, sul
piccolo schermo quotidiano, che a tanti faceva compagnia nel preserale. Era di
casa per moltissimi italiani.
E tutti sono rimasti colpiti, increduli,
senza parole.
Basta leggere i commenti, ascoltare le
parole e le interviste di amici, colleghi e di gente comune che lo considerava
un amico, un fratello, uno per bene, uno di famiglia.
Così era Fabrizio e così veniva
percepito da chi lo frequentava, da chi ci lavorava accanto e anche da tutti
quelli che lo conoscevano solo attraverso la TV, una persona autentica,
speciale e di profonda umanità.
Come ho già scritto, un uomo semplice e
garbato, in cui il personaggio pubblico coincideva con se stesso, che non si
atteggiava, che non era e non si sentiva affatto divo. Sempre carico di energia
e di entusiasmo, ma capace di solidarietà e di generosità, mai sbandierata. Per
anni ha condotto Telethon, vivendo in proprio e con totale empatia le tante
storie tristi che doveva presentare.
Toccante e assai sentita la
testimonianza della ragazza a cui aveva donato, qualche tempo fa, il suo
midollo osseo, come pure il ricordo di tanti amici e colleghi che lo hanno raccontato,
con gli occhi lucidi e bagnati, alla RAI e sui giornali.
Una persona stimata come poche, che non
ha mai deluso in quarant’anni anni di intensa attività. Mai una nota stonata,
una caduta di stile e di rispetto nella sua lunga carriera.
Un uomo buono, schietto e simpatico,
sempre sorridente, ma profondamente serio.
Un eterno ragazzo col ciuffo, animato
da spirito goliardico, ma lontano dalle mode stravaganti e dagli effetti
speciali e sorprendenti, che sapeva apprezzare quel mondo di valori e
sentimenti, quasi dimenticati per non dire ormai superati.
Se un fiume di lacrime ha percorso
buona parte del Paese e un’ondata di vero dolore ha attraversato gli animi di
persone di ogni età e condizione, ci sarà un perché. Perché era molto amato
ed apprezzato come persona vera.
Si avverte già un grande vuoto,
Fabrizio non entrerà più, con tatto e discrezione, nelle case di tutti.
Oggi, solo tanta commozione intorno alla
sua nobile figura e al suo indimenticabile sorriso.
26 marzo 2018 (Alfredo Laurano)
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