martedì 10 dicembre 2019

UNA DONNA D’ACCIAIO “RIESUMATA”


 Riesumata “Una bella emiliana simpatica e prosperosa, come solo sanno esserlo le donne emiliane. Grande in cucina e grande a letto. Il massimo che in Emilia si chiede a una donna”.
Commentare cosi il docu-film messo in onda da Raiuno per raccontare la Storia di Nilde - partigiana, madre costituente, prima donna a ricoprire la carica di Presidente della Camera -  non è solo sessista, ma irritante e malizioso.
Nilde Iotti, di cui ricorre in questi giorni il ventesimo anniversario della scomparsa, ha aperto la strada a molte donne che, dopo di lei, hanno scelto di partecipare all’attività politica. In vita, ha goduto della stima di compagni di partito e avversari politici.
Ma il quotidiano Libero, della coppia Senaldi-Feltri, ha scelto questa etichetta, in modo fortemente ambiguo, per sminuirla agli occhi dei suoi lettori che soffrono e si nutrono di viscerale sindrome anticomunista, a prescindere. Senza, peraltro, entrare nel merito della sua vicenda umana e del giudizio sull’opera che la rappresenta e la racconta.
La stessa attrice (Anna Foglietta), viene definita “una romana bella e soda, chiamata a interpretare la più soda presidentessa della Camera”: quando si dice giornalismo di qualità, quando si pesca nel gossip e nel confortante collante della misoginia un tanto al chilo!

Storia di Nilde è invece la storia di una grande donna, di una grande italiana. Una delle personalità che hanno fatto grande il nostro Paese, un personaggio senza tempo, vero e concreto sotto ogni punto di vista.
E’ il racconto appassionato della carriera politica della prima donna Presidente di Montecitorio (seguì Pertini e Ingrao, per tre mandati dal 1979 al 1992), ricostruita brillantemente da Emanuele Imbucci, tra fiction, documenti, materiale d’archivio e testimonianze storiche, intrecciando linguaggi diversi, ma tutti utili allo scopo narrativo. Ricordo lo stupore e l’incredulità che mi colpirono due anni dopo (1994), quando su quello scranno che fu di quei monumentali personaggi, arrivò la giovane leghista Irene Pivetti.
“Dobbiamo tantissimo a Nilde Iotti. Dovremmo onorarla di più. Se oggi fosse ancora in Parlamento si batterebbe come una leonessa contro le ingiustizie", s’infiamma Anna Foglietta, parlando del ruolo che è stata chiamata a interpretare.

E’ anche la storia umana e privata dell’amore difficile e contrastato con Palmiro Togliatti - sposato all’epoca con Rita Montagnana, dirigente dello stesso PCI - osteggiato dall’opinione pubblica e dallo stesso Partito che temeva potesse danneggiare la sua rigorosa immagine. Un film che si sofferma anche sui momenti più intimi della trasgressiva coppia, come l’inizio della convivenza a Botteghe Oscure e l'adozione della piccola Marisa Malagoli. Ma che ripercorre le tappe di una vita sempre e comunque all’insegna dell’impegno, prima nella Resistenza, poi nella Costituente (fu una delle 21 donne chiamate a farne parte), e quindi nelle battaglie per i diritti delle donne.

Una storia che divenne di dominio pubblico nel 1948, quando Palmiro Togliatti subì l’attentato - mentre usciva da Montecitorio insieme alla stessa Nilde - che rischiò di portare l’intero Paese sull’orlo della guerra civile. 
L’appello di Togliatti dal letto d'ospedale e, secondo la leggenda, la vittoria di Gino Bartali al Tour de France evitarono un'insurrezione.

Checché ne pensi lo squallido giornaletto padano, l’opera disegna i contorni e l’anima di una donna forte, d’acciaio, ma profondamente umana e autentica. Ne evidenzia la sua autorevolezza, il carisma, la non comune capacità di dialogo e di inclusione politica, ma anche le scelte coraggiose e anticonvenzionali, in un contesto socio-politico non certo facile e favorevole.
“Una bella emiliana simpatica e prosperosa”, forse grande in cucina e grande a letto, ma che sapeva sicuramente lottare e sicuramente amare.
 (Alfredo Laurano)



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